Capitolo 25: Dove resto solo io

Pov Chiara

Sono chiusa in questa cella da troppo tempo per i miei gusti, a malapena mi portano da mangiare e, quel poco che mi portano, fa veramente schifo. Per fortuna, non mi hanno ancora picchiata o torturata.

Mi accuccio nella parte più lontana dalla porta e mi porto le ginocchia al petto e allungo le braccia per abbracciarmi le ginocchia nel tentativo di tenermi un po' più al caldo: si gela qui! Facendo questi movimenti sento qualcosa cadermi dalla tasca dei jeans, abbasso lo sguardo e cosa vedono i miei occhi! Il mio cellulare! Oh mio Dio! Sìììì!!! Sono salva!

Lo prendo con le mani tremanti e mando, immediatamente, la mia posizione su WhatsApp alla mia migliore amica. Perchè non legge il messaggio? Perchè non le arriva nemmeno? Quella cretina deve aver spento internet! Compongo il numero, ma si sta aprendo la porta, così mi affretto a nascondere il telefono.

Entra il mostro che mi ha rapita:

-Mangia! Il capo vuole parlarti appena finisci-

E se ne va nuovamente, chiudendosi la porta dietro a quelle sue orrende ali. Prendo nuovamente il telefono e chiamo l'idiota della mia migliore amica, la quale risponde immediatamente mitragliandomi di domande:

°Oh miei stivali! Chiara! Stai bene? Dove sei? Ti hanno fatto qualcosa? Noi stiamo venendo....°

°Sono contenta che mi stiate cercando, ma non ho molto tempo° la interrompo io °Ti ho mandato la mia posizione su WhatsApp°

°Arriveremo il prima possibile, te lo prometto°

Sto per rispondere quando sento la porta aprirsi.

°Da ora non fiatare° le dico e nascondo di nuovo il telefono.

-Alzati- mi ordina quel mostro della mia carceriera (o dovrei, forse, dire del mio carceriere?)

Mi alzo e la seguo. Chissà come sarà il capo. Camminiamo fino a fermarci fuori da una porta, la apre e, molto delicatamente (sarcasmo), mi lancia all'interno. Mi guardo attorno: è una stanza enorme, credo che, inizialmente, fossero state un numero maggiore di stanze, almeno due, ci sono ancora dei rimasugli di muri e soffitti in alcuni angoli. All'interno c'è solo una persona, oltre a me, mentre, per il resto, è tutto spoglio e vuoto. Osservo la persona, che, da quel che intuisco, dovrebbe essere il capo: è molto alta, ma che dico alta? Gigantesca, non alta! Ora capisco il perchè dei rimasugli di muri e soffitti! Ha lunghi capelli neri che gli arrivano a metà schiena e un corpo muscoloso.

Alza lo sguardo su di me e, a malapena, trattengo un grido: ha gli occhi color rosso sangue!

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Pov Alisia

Finalmente ho una pista da seguire! Rivedrò la mia migliore amica! Metto il vivavoce e il muto per non far sentire ciò che succede qui in macchina e faccio partire il navigatore per la nostra destinazione.

Mi trovo in macchina con Steven e Jason, ma nessuno parla.

°Buongiorno mortale. Come ti trovi nella tua cella?° chiede una voce maschile sconosciuta.

°Male, non ci sarebbe, per pura casualità, una suite, eh? Sono sicura che mi troverei molto meglio lì!°

Ecco la Chiara che conosco io!

Lo sconosciuto ride, ha una risata roca, rauca e malvagia. Appena si calma risponde:

°Mi spiace, non ci sono suite, non siamo in un albergo, purtroppo. Sai che quell'inutile arpia ha sbagliato obiettivo e ha preso te?°

°Quindi posso tornarmene a casa? Comunque, no, non potevo saperlo, non mi ha parlato nessuno fino a ora... A malapena mi viene portato quello schifo che vi ostinate a chiamare cibo e che state insistendo a farmi mangiare°

-Combattiva la mortale eh?- commenta Jason.

Mi volto lentamente verso di lui.

-Ha un nome, lo sai? Si chiama Chiara! Chiara! E NON Mortale!- sbotto io.

-Si può sapere che hai contro di me oggi? L'ho sempre chiamata così quando lei non era presente e non ti ha mai dato fastidio. Cos'è? Avresti preferito che al mio posto ci fosse stato Hunter?- mi dice cattivo.

-Cosa c'entra ora Hunter eh? Vuoi sapere perchè ce l'ho con te, quindi? Bene, ti accontento! Perché ti sei permesso di fare una promessa a mia madre senza chiedere il mio parere! Non m'interessa se pensavi di essere nel giusto! Si tratta della mia famiglia! Questa è la mia battaglia! Lei è la mia migliore amica! La persona che reputo la sorella che non ho mai avuto!- grido io.

-Ma io sono qui per te! Per aiutare te! Non lei!- ha iniziato a gridare anche lui.

-Perchè? Non te l'ho chiesto! Perchè?- grido esasperata e.. non so cos'altro passa dentro di me in questo momento.

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Pov Jason

"PERCHÈ TENGO A TE! PERCHÈ PER ME SEI PIÙ DI UN'AMICA! PERCHÈ PENSO DI ESSERMI INNAMORATO DI TE!"

Ecco cosa grido e lo grido più forte che posso. Purtroppo, è solo un grido silenzioso, già, ho gridato solo nella mia mente, non posso dirlo, non ora, non con Steven presente. Mi limito ad abbassare lo sguardo e non risponderle. Per colpa della nostra litigata ci siamo persi il resto della conversazione tra la MORTALE e la voce sconosciuta.

-Siamo arrivati- dice Steven parcheggiando.

Alzo lo sguardo e vedo dove siamo.

-Ma quello è...- dice l'unica ragazza in macchina con noi.

-Sì principessina, è l'Empire State Building- dico distaccato.

Lei sta zitta guardandomi. Cos'è quella scintilla in fondo ai tuoi occhi? Perchè non mi parli?

~Perchè è arrabbiata con te?~

~Sisi, fai pure il sarcastico. Ma poi perchè ce l'ha solo con me? Anche Austin ha promesso!~

~Non ha ancora parlato nemmeno con lui, ma, magari, ha sentito solo te promettere.~

~La solita sfiga.~

-Dove cerchiamo?- chiede Jessica

-La posizione che mi ha mandato indica che si trovai in uno di quegli edifici- dice Alisia indicando uno degli edifici vicini all'Empire State Building.

-Dividiamoci ragazzi, faremo più in fretta- dice Nadia -un gruppo inizierà perlustrando un edificio e l'altro quello accanto-

Mi guardo intorno per capire da chi sarà composto il mio gruppo, siamo in sette e un gruppo dovrà avere una persona in meno. Aspetta! Ma qui siamo in sei! Dov'è Alisia? Era qui fino a un secondo fa.

-Dov'è Alisia?- chiedo preoccupato .

Mi guardo intorno, ma di lei nemmeno l'ombra. Ma quando è sparita? Devo ritrovarla! Non posso permettere che le succeda qualcosa! E non per la promessa fatta a sua madre stamattina. Inizio a correre verso un edificio e ci entro senza lasciare il tempo agli altri di capire cos'ho fatto e dove sono entrato e senza lasciarne a me per capire dove mi sono avventurato.

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Pov Alisia

Ho indicato un edificio a casaccio, sbagliando di proposito. Devo andare solo io, non voglio che loro si facciano male, nonostante tutto, sono i miei amici e tengo a ognuno di loro. In più, questa è la mia battaglia, come ho detto prima a Jj...

Jj... Mi sento in colpa per come l'ho trattato.

Scuoto la testa per levarmi questi pensieri, non è il momento di pensarci! Ora devo ritrovare Chiara!

Per fortuna che avevo preso lo zaino, una volta chiusa la porta dietro di me, all'interno del magnifico edificio che è l'Empire State Building, è tutto buio pesto: tutte le finestre sono sprangate, le luci rotte. Tiro fuori la torcia che mi sono portata appresso e inizio a cercare.

Primo piano: niente di niente.

Secondo piano: idem.

Sono arrivata all'ottantesimo piano senza aver trovato nessuno, strano! Molto strano.

Apro una porta e chi ci trovo dentro? Niente? Avreste scommesso che avrei detto nuovamente niente, eh? Sbagliato! Ci trovo un'arpia che sembra a protezione di una porta, l'ennesima dovrei dire.

Mi vede e lancia un grido disumano terrificante e fortissimo che mi costringe a tapparmi le orecchie.

-Finalmente sei arrivata! Ero stufa di dovermi occupare di quell'insulsa umana! Ora non ci servirà più viva! Possiamo ucciderla!- dice... ops, gracchia quel mostro.

Vedo tutto rosso e lancio un grido carico di rabbia, dalle mie mani partono fulmini che vanno, tutti, nessuno escluso, a colpire l'arpia che cade a terra a peso morto. Spero di non averla uccisa, mi sentirei troppo in colpa per aver ucciso qualcuno. In ogni caso, non mi fermo a controllare i suoi parametri vitali, apro la porta ed entro in quella stanza.

-Bene, bene, bene! Finalmente sei arrivata! Ora lei non mi serve più- dice a voce che avevamo sentito al telefono. Davanti a me si staglia un uomo gigantesco che tiene in mano Chiara. Appena finisce di pronunciare quelle orribili parole, lancia la mia migliore amica fuori dall'unica finestra senza vetri e non sprangata. Scatto immediatamente per prenderla, ma è troppo tardi: lei è già finita fuori dalla finestra e in caduta libera verso il suolo, verso il marciapiede a ottanta piani più in basso. Non riesco a fare niente, sono bloccata sul posto, davanti alla finestra, senza le forze e il coraggio di guardare giù, sono con la bocca aperta, ma non riesco a biascicare nemmeno una sillaba.

Quella sovraspecie di uomo scoppia in una risata malvagia che mette i brividi. Lentamente riesco a voltarmi verso di lui e incontro i suoi occhi. Quel rosso sangue non mi spaventa, lui non mi mette paura. Dentro di me, ora, non c'è più spazio per la paura, ci sono solo rabbia cieca e dolore.

-Ti avevo avvertita che non mi serviva più- dice ridendo.

-La pagherai cara! La pagherai molto cara!- urlo minacciosa verso quella specie di gigante.

Non mi interessa di niente, voglio solamente ucciderlo. Sento i miei capelli iniziare a svolazzarmi intorno alla testa, il mio sguardo rimane incollato a quei suoi occhi sanguinolenti, scatto in avanti e, da lì, il buio.

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