9. Lasciate Ogni Speranza
-Bene mocciosi, l'edificio che prima avrete sicuramente notato è il cosiddetto Edificio Madre. Lì si tengono le lezioni e ci sono la mensa e la biblioteca.- inizia il professore -Alla sinistra del Madre c'è il dormitorio 1, destinato alle creature innocue, alla destra il dormitorio 2, per i mutaforma, alle spalle c'è invece il nostro dormitorio. Vi consiglio di non entrare nei dormitori altrui e di non portare persone di altri dormitori qui. Non è vietato, ma è estremamente sconsigliato.
-Mi scusi, ma lei...esattamente chi è?- domanda il Drow che ho notato prima.
-Potrei farti la stessa domanda, ragazzino - ribatte lui.
-Sono Sebastian Castel, se non si fosse capito sono un Drow, ma mi sa che è abbastanza evidente- la classe ridacchia, ma viene subito zittita dallo sguardo pungente dell'uomo.
-Bene, Castel.- riprende quando sente la completa attenzione su di lui - Io sono il professor Blaze Connor e sarò il vostro insegnante principale per i prossimi cinque anni. Vi insegnerò ad utilizzare i vostri poteri, l'autodifesa e le basi del combattimento corpo a corpo, quindi farete meglio ad abituarvi a me, dato che passeremo molto tempo insieme- conclude con un tono troppo simile a quello di una minaccia.
Continuiamo a seguirlo mentre uno strano silenzio si impossessa dell'intero gruppo.
Sono abbastanza sicura che i pensieri di tutti noi siano incredibilmente simili tra loro. Per quanto riguarda me, l'ansia, l'emozione e la paura si accavallano all'interno del mio petto, addossati al cuore in una morsa stringente.
-Adesso ragazzi miei, posso dirlo: Benvenuti alla Chimeras and Creatures' Accademy- esclama all'improvviso Blaze Connor, con voce fiera, arrestando il passo, mentre noi osserviamo con la bocca spalancata e gli occhi pieni di meraviglia l'edificio alle spalle dell'uomo.
Non è un castello, lo stile è completamente diverso, più...moderno. Sembra una mega villa, dall'aria un po' oscura e tetra, ma decisamente accattivante.
Deve avere almeno tre piani e, ci scommetterei, una cantina e una soffitta. Intorno al dormitorio un enorme cancello nero, alle cui porte, ora aperte, è appesa un'insegna: "Dormitorio 3", sotto la quale, con caratteri cupi e tremolanti, sembrano essere incisi su pietra, quei versi a tutti noti.
"Per me si va nella città dolente,
per me si va nell'eterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.
Giustizia mosse il mio alto fattore,
fecemi la divina potestate,
la somma sapienza e il primo amore.
Dinanzi a me non fur cose create,
se non eterne, e io etterna duro:
lasciate ogni speranza, o voi ch'intrate".
Un sorrisino mi increspa le labbra. La porta dell'Inferno, eh? Vogliono proprio metter paura.
Sposto lo sguardo con l'intenzione di posarlo su mr Connor, ma, ahimè, mi rendo tristemente conto che è sparito.
-Dov'è andato?- chiede un ragazzo dai tratti asiatici.
-È sparito- fa una ragazza dalla pelle grigiastra.
-E che si fa?- domanda Elizabeth.
-Entriamo- propone Sebastian.
E fu così che una cinquantina di ragazzi assalì il dormitorio 3...
L'interno è fantastico. Un enorme sala con divanetti, sedie, poltrone, una libreria piena di libri. In fondo, superata quella che deve essere la sala comune, c'è una stanza poco arredata, con un tabellone e dei tavoli dove sono poggiati alcuni fogli. Sulla sinistra ci sono dei grossi scaloni, mentre sulla destra si apre un lungo corridoio.
-Ehi, qui ci sono delle mappe- sento dire da qualcuno.
Mi faccio spazio tra quella marmaglia di gente e riesco a raggiungere i fogli. In effetti sono delle mappe, che raffigurano i tre dormitori e l'edificio Madre, poi c'è un foglio con su scritto il regolamento dell'accademia.
Prendo i fascicoli e mi avvicino alla tabella.
Ci sono dei nomi.
Scorro il dito fino a trovare il mio cognome.
"Wood...Jonathan" no, questa non sono io.
Sotto il nome del mio fratello adottivo c'è il mio.
Stanza 42, terzo piano, difronte a quella di Jonathan.
Trasporto le valige su per tre piani e rischio di rompermi tre volte l'osso del collo.
Quando arrivo alla porta della mia stanza, noto che ci sono
due chiavi appese di fianco a questa, più due spazi vuoti dove avrebbero dovuto esserci la terza e la quarta chiave. Avrò delle compagne di camera quindi.
Prendo una chiave e apro la porta per poi entrare. La camera è piccola, ma molto alta, ci sono due letti, intervallati da un comodino dove sono appoggiate alcune foto e una porticina che deve portare al bagno, più un piccolo armadio. Noto poi delle scalette che portano a quello che deve essere un soppalco. Le salgo, trascinandomi dietro le valigie e rimango a bocca aperta.
Le pareti, il soffitto, il pavimento, i letti l'armadio...è tutto in legno. I letti sono disposti in posizioni opposte e al centro c'è una finestra sotto alla quale è appoggiata una scrivania, di fronte un armadio uguale all'altro. Uno dei letti ha un copertino viola, probabilmente è occupato, quindi poggio i borsoni sull'altro per poi affacciarmi alla finestra.
Wow, porta a un piccolo terrazzino, dev'essere il tetto.
Sento la porta sbattere. Ho compagnia.
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