5. Mostro


Siamo tutti in salotto, Juliette e Robin seduti sul divano con Jonathan e Kevin, Kaila sulla poltrona con in braccio Yemaya e io...beh io sto in piedi, camminando avanti e indietro e cercando di trovare un senso a quel che mi hanno detto.

-Quindi- continuo massaggiandomi la nuca -Esiste un mondo parallelo, lo Specchio, collegato alla Terra attraverso varchi dimensionali, che noi chiamiamo crocevia, in cui esistono creature magiche che variano di genere in genere. Quando due creature magiche diverse si accoppiano danno vita alle cosiddette chimere. Tu- indico Robin -Sei una creatura, un...dio?

-Dao- mi corregge.

-Certo. E sei capace di manipolare l'elemento della terra. Mentre, Juliette- proseguo rivolgendomi alla donna -tu sei una driade, una fata dei boschi. Quando vi siete sposati avete avuto due figlie, due chimere, che hanno la capacità di usare entrambi i vostri poteri- dico guardando Yemaya e Kaila -Ma prima, avete avuto altre relazioni, Robin con una mutaforma...

-Metamorfosis- mi corregge ancora.

-Sì, quello. Una persona in grado di cambiare forma, in breve, da loro due sei nato tu- indico Kevin -una chimera che può sia cambiare forma che usare l'arte della terra. Mentre tu- concludo fissando Jonathan -sei il figlio di una driade e uno spettro...

-Ombra spettrale- sbuffa lui.

-Certamente. Ora, una domanda. Mi state prendendo in giro?- esclamo esasperata.

La famiglia Wood mi guarda senza rispondere.

-Vi prego...-sussurro -Se mi state prendendo in giro ditelo subito perché....almeno così crederò di non essere totalmente impazzita e potrò fingere che io sia del tutto normale, con una vita normale, una...famiglia normale.

-Mi dispiace tesoro- dice Juliette avvicinandosi e stringendomi a lei -Non possiamo dirti questo. Vorremmo, ma equivarrebbe a mentirti. Anche tu sei una chimera. E ti dirò di più, io... conoscevo i tuoi genitori.

Mi stacco improvvisamente da lei, sentendo un profondo bisogno di guardarla negli occhi.

-Io e tua madre andavamo a scuola insieme. Eravamo molto amiche, ma non pensavo avesse avuto una figlia. Quando ti ho vista, al lago...- si interrompe, cercando un modo per non far tremare la voce -io...io ho davvero pensato che tu fossi lei. Ma lei è scomparsa, come tuo padre...morta forse.

Forse? Può...c'è la possibilità che sia viva?

Il mio cuore sembra quasi più leggero...forse.

-E loro...cos'erano?- chiedo stranamente curiosa.

-Tua madre...tua madre era un'Elissena, una guerriera, poteva utilizzare la magia e ogni tipo di arma- racconta con sguardo sognante.

-E mio padre?

Qualcosa nei suoi occhi si spegne.

-Tuo padre era pericoloso, Rain. Molto pericoloso. Eppure con lei sapeva essere incredibilmente dolce. Io e Cassandra li abbiamo conosciuti insieme...lui e Stephen- a pronunciare di quel nome vedo Robin irrigidirsi e Jonathan farsi particolarmente attento. Forse Stephen...è il padre di Jonathan? E Cassandra...è questo il nome di mia madre?

-Erano affascinanti e tenebrosi... sai l'aria da cattivo ragazzo attira sempre- ridacchia amaramente -ma da certe cose è meglio tenersi lontano.

Cose? È così che li considera?

Jonathan scatta improvvisamente in piedi. Il volto pallido diventa rosso dalla rabbia, gli occhi sgranati e pieni di rancore.

-Cose?! Ma ti ascolti? Io sono anche figlio suo. Io sono una parte di quel che è lui, così come lei- sbraita indicandomi.

Vedo Robin chiedere a Kaila di portare via la bambina, mentre Kevin sbuffa alzando gli occhi al cielo.

Io da parte mia cerco solamente di capirci qualcosa. Jonathan è per metà Ombra spettrale, il che è inquietante, ma è pur sempre un ragazzino, come potrebbe essere pericoloso? E io...cosa sono? Perché lo so, io pericolosa lo sono abbastanza, anche troppo.

-Tu non sei come lui!- urla in risposta la donna. La dolcezza di poco prima sembra scomparsa, i capelli sono in disordine e gli occhi lucidi -E nemmeno lei- aggiunge con tono di voce più basso.

Vedo il ragazzo calmarsi appena, ma il rancore alloggia ancora nel suo sguardo.

-Guarda in faccia la realtà, mamma. Io posso sparire, io posso uccidere- un brivido mi percorre la schiena. È capace di uccidere qualcuno?

-Sì, ma tu non vuoi!

-E se non riuscissi a controllarmi? Se un giorno toccassi qualcuno e lo riducessi in frantumi? Cosa farai allora? Mi urlerai MOSTRO? È questo che farai?
Una triste consapevolezza si fa strada nella mia testa.
Lui ha paura di non potersi controllare, come me.

-Anche...anche mio padre era un'Ombra spettrale?- riesco finalmente a trovare la voce, tremante e sottile sì, ma una voce.

I due si voltano nella mia direzione, il ragazzo palesemente infastidito, la donna quasi sollevata dall'essere scampata all'impiccio di dover rispondere.

-No, Rainbow. Tuo padre era un segugio infernale.

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