20. Cristallina
Infilo la chiave nella serratura ed entro senza difficoltà nella mia stanza. Le luci al piano di sotto sono spente, ma la musica martellante che proviene dal soppalco denota la presenza di Reina. Prendo un respiro profondo, prima di farmi forza e salire su per le strette scalette.
Stesa sul suo letto, col blocco da disegno appoggiato al cuscino, c'è la mia compagna di stanza.
-Reina- la chiamo, lanciando la mia borsa che atterra comodamente sulla sedia vicino la mia scrivania. La ragazza alza brevemente lo sguardo, per poi alzarsi e spegnere le casse.
-Ehi Rain , già qui?
Annuisco avvicinandosi insicura. Non so come la prenderà, ma una cosa è certa: nessuno vorrebbe in camera una Reina arrabbiata, dato che una Reina arrabbiata è pericolosa e incontrollabile. Una Reina arrabbiata potrebbe senza dubbio staccarmi il collo dal resto del corpo. E non sarebbe una bella visione.
"Rassicurante"
-Ho bisogno di chiederti una cosa.
-Che genere di cosa?- domanda mentre il sopracciglio sinistro scatta verso l'altro.
-Una cosa che riguarda Erik...
Sbuffa mentre si avvicina al davanzale della finestra, visibilmente nervosa. Cattivo segno, assolutamente cattivo segno.
-Sapevo che ci saresti arrivata. Rain, Erik non c'entra niente con l'omicidio della fata. Non le parlava da tempo, e quella sera è stato con me tutto il pomeriggio, lo sai. Erik è un ragazzo strano, ma davvero, ti stupiresti nello scoprire quanta bontà è celata dietro quello sguardo insensibile. Okay, è vero che è parecchio indecifrabile, ma non gli piace ferire le persone. Tutti l'hanno sempre creduto pericoloso, ma non lo è, Rain, solo perché è invincibile la gente lo teme, quando lui vorrebbe essere semplicemente come tutti gli altri... Erik è proprio come me, e come te. Se non ci credi leggigli pure l'anima.
Imbambolata davanti a quel discorso completamente inatteso, osservo immobile Reina per qualche secondo, per poi annuire piano.
Le credo, sì, quello sguardo risoluto non è tipico di un bugiardo, e il suo odore trasuda sicurezza pura. So che crede in ciò che ha detto, ma forse anche lei è stata ingannata, forse si è convinta del falso per via dei suoi sentimenti. Non so quanto posso fidarmi delle sue parole, in termini di concretezza e oggettività. Ma ha detto una cosa sicuramente giusta: sono in grado di dimostrarlo guardando la sua anima, ed è esattamente quello che farò.
-C'è solo un modo per venirne a capo- sussurro alzandomi in piedi e correndo fuori dall'appartamento.
-RAINBOW - sento urlare Reina dietro di me, ma la ignoro deliberatamente, conscia che non mi fermerà.
Mi precipito davanti alla porta dell'appartamento difronte al nostro e inizio a bussare fin troppo energeticamente.
Quando Jonathan mi apre scombussolato, non perdo tempo ed entro, senza curarmi delle buone maniere.
-C'è Erik?- chiedo duramente.
-Sì, lui...- non fa in tempo a finire la frase che il ragazzo in questione esce dal bagno con i capelli umidi e lo sguardo dubbioso.
Prima che possa rendermi conto di ciò che faccio lo afferro per il colletto della camicia e lo strattono contro il muro. Serro le palpebre , e quando le riapro i miei occhi infuocati si soffermano sul Lich.
Allento subito la presa, sorpresa, mentre osservo l'aura cristallina che circonda il ragazzo.
-Rain!!- sbottano stupiti Jonathan e Reina, alle mie spalle.
Lascio il colletto e indietreggio di un passo. La sua aura risulta così pura che il segugio al mio interno si placa immediatamente, facendo tornare i miei occhi normali.
-Rain! - ripete Reina, strattonandomi lontano dal suo ragazzo -Che cazzo fai?!
Non rispondo, osservando ancora per qualche secondo Erik. Non è più confuso, non sembra neanche lontanamente arrabbiato, il suo sguardo è indecifrabile come al solito.
-Scusa- sussurro facendo un altro passo indietro e liberandomi dalla presa ferrea di Reina -Volevo solo accertarmi di una cosa.
Mi volto per uscire dalla stanza, imbarazzata da ciò che possono aver pensato di me. Insomma, una ragazza che irrompe come una furia in casa altrui, afferra uno dei condomini per il colletto e lo fulmina con lo sguardo da segugio non può di certo considerarsi del tutto sana di mente...
"Diciamo che tu non sei sana di mente a prescindere..."
Sei davvero gentile.
Faccio per precipitarmi nel mio appartamento, quando una presa ferrea mi stringe il polso.
Mi volto titubante, per poi riconoscere Nath.
-Ehi...
-Che ne dici di parlare? - domanda con un sorriso.
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