15. Abbraccio Da Orso
Sposto sorpresa lo sguardo da una Lizzi nervosa e tremante, a una Paz scocciata, per finire con una Reina che infligge ripetutamente coltellate ad un ragazzo mai visto prima.
-Reina!- urlo scandalizzata.
La mia compagna di stanza ha appena ucciso una persona.
Sento Jonathan sbuffare, mentre la sopraccitata Reina molla la presa sul coltello e sul ragazzo, per correre verso di me. Me la ritrovo addosso in un secondo, mentre mi abbraccia con forza sovrumana.
-Reina- ripeto, mentre me la scollo di dosso -cosa hai fatto? L'hai ucciso!!!!- urlo. Mi volto di nuovo verso il ragazzo e potete immaginare come mi senta nel vedere che si sta tranquillamente sfilando il coltello dal petto.
-Ciao- dice atono. Ha i capelli rossi e gli occhi verdi. È carino, ma diciamo che in questo momento il mio pensiero principale è: "COME CAVOLO FA AD ESSERE VIVO!!!".
-Non sai quanto eravamo preoccupate, Rain!! Non ti vedevamo tornare e abbiamo pensato che ti avessero incastrato nella vicenda dell'omicidio- dice la Damphira -Comunque lui è Erik, il mio ragazzo. Lui è un Lich, non può essere ucciso, quando sono nervosa lascia che lo accoltelli- risponde candidamente. Sgrano gli occhi, boccheggiando.
-Penso che per lei sia stata una giornata già abbastanza difficile- interviene Nath, poggiando le mani sulle mie spalle per spingermi all'interno della stanza -è meglio se andiamo, Erik.
Il ragazzo in questione annuisce, mentre, dopo aver dato un bacio alla sua ragazza, si avvicina all'amico. Mi volto nella direzione del mio fratellastro per salutarlo e lo ritrovo stranamente vicino al mio viso. Lui sorride e io perdo un battito, penso che non mi abituerò mai a questo lato di lui.
-Notte Rein- sussurra mentre posa le labbra sulla mia fronte coperta dalla frangetta.
-N-notte- balbetto, vedendolo scomparire dietro la porta insieme al compare-zombie.
-Ehm-ehm- tossisce Paz -Specchio chiama Rainbow, tutto bene?
-A meraviglia- rispondo mezza intontita.
Mi rigiro fra le lenzuola, non volendo alzarmi dal letto. Ormai sarà già mezzogiorno ma non ho intenzione di uscire da questa stanza e incontrare tutti gli sguardi accusatori puntati su di me.
Mi stringo la testa tra le mani, imprecando contro la forte emicrania che non mi abbandona da ieri. Sono sola in casa: Reina è uscita col suo fidanzato-antiansia, Paz doveva fare alcune ricerche per non so cosa e Lizzi aveva appuntamento con Sebastian per aiutarlo in storia della magia.
Rimanere da soli a casa dopo aver visto un corpo squartato non è mai una buona idea, soprattutto se hai passato l'intera notte a fare gli incubi, ma, si sa, non si può avere tutto dalla vita.
Persa tra i miei pensieri, a malapena mi accorgo di uno snervante ticchettio alla finestra. Dannati piccioni. Dico io, Guglielmo, quando hai creato questa dimensione avresti potuto evitare di portare anche i piccioni!!!
Bah.
Trucido con lo sguardo la dannata finestra, finché non noto qualcosa di incredibilmente strano. È come se fosse una tela, pare quasi leggera, poi qualcosa la attraversa.
Butto un urlo, indietreggiando nel letto e serrando le palpebre.
-Ehi, calma, sono io- dice una voce che conosco fin troppo bene. Apro un occhio e, dopo aver constatato che si tratta di Jonathan, mi rilasso.
-Nath, non dovresti farmi venire certi colpi, lo sai.
-Scusa, ma non rispondevi. Come ti senti?
È appoggiato al davanzale, con le braccia incrociate, mi osserva in attesa di una risposta.
-Come si sentirebbe una che ha visto un cadavere.
Sospira e viene verso di me con un mezzo sorriso.
-Quindi probabilmente hai avuto gli incubi?- annuisco, non riuscendo a seguire il filo del discorso.
-Quando Kaila aveva gli incubi, c'era un solo modo per tranquillizzarla- continua, fermandosi davanti al davanzale del letto.
-Ovvero?
-Un grosso, grossisimo abbraccio da orso- risponde spalancando le braccia con un sorriso sornione.
Improvvisamente fa caldo. Nel senso che potrei sciogliermi da un momento all'altro per il caldo che sto sentendo. Il cuore fa "BUM, BUM, BUM" e non mi sorprenderei se qualcuno mi dicesse che sono diventata color ravanello.
Lui, con ancora le braccia spalancate, piega la testa a sinistra.
-C'è qualcosa che non va?
"Niente di che, bel fustacchione, semplicemente avrebbe reagito meglio se ad abbracciarla fosse stato Johnny Depp"
Zittisco la mia vocina interiore e mi alzo dal letto. Non voglio che pensi male, potrebbe credere che sia in imbarazzo (cosa per nulla vera). Che vuoi che sia un piccolo abbraccio?
Un po' impacciata gli porto le braccia al collo, sollevandomi sulle punte dei piedi, e appoggio la testa sul suo petto. Sento le sue braccia circondarmi e le mani accarezzarmi dolcemente i capelli.
Il mal di testa sembra essere scomparso.
Ho sempre pensato che gli abbracci fossero speciali. Insomma, nessuno ti obbliga a darli, è una cosa prettamente intima che fanno due persone unite da un forte legame. Quando sono stata adottata ho fatto fatica ad abituarmi all'estrema dolcezza che dimostravano nei miei confronti quelli che per me non erano altro che sconosciuti. Ho fatto prima ad abituarmi all'indifferanza di Jonathan, che sembrava in questo campo molto più normale rispetto al resto della famiglia. Ma proprio ora, mi sta dimostrando di tenere a me almeno quanto tiene a Kaila, e questo mi crea una sensazione di calore all'altezza del petto.
-Cosa dicono là fuori di me?- chiedo decisa , consapevole che tutta quella dolcezza è fin troppo insolita.
-Nulla di vero- fa lui, continuando a passare le mani tra le ciocche.
-Ma di abbastanza cattivo, giusto?
-E di abbastanza infondato.
Cala il silenzio tra noi. Non sento il bisogno di parlare, rovinerei semplicemente questo momento così intimo, quindi decido di tacere, godendomi ancora un po' la sensazione di calma e il calore trasmesso dal suo tocco delicato.
-Oggi le nuvole sono bellissime, vieni a dare un'occhiata- dice tutto d'un tratto staccandosi da me e precipitandosi verso la finestra. Lo osservo spiazzata, per poi seguirlo riluttante sul terrazzino.
Certo il cielo è bellissimo, ma quell'abbraccio lo è stato ancora di più. Ora lui si ostina a non incrociare il mio sguardo, ostentando naturalezza. Ma il viso lo inganna ancora...è imbarazzato?
Di conseguenza arrossisco anch'io, mentre la tensione nell'aria si fa palpabile. Ma che problemi ha? È stato lui a volermi abbracciare, ora non dovrebbe essere in imbarazzo. Tra l'altro Jonathan imbarazzato è uno spettacolo molto insolito, ma, devo ammettere, straordinariamente tenero.
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