-The Heartsmith-

« Le piacerebbe comprare un cuore? »

Nico Di Angelo, il piccolo mercante di cuori, vagava nell'immenso mare di gente, presente al mercato di quella mattina. La città era intrisa dei colori e degli odori della merce esotica, esposta sui banconi. Le grida dei mercanti, il brusio dei clienti, i rumori delle varie officine, riecheggiavano in tutta la periferia della piccola cittadina. Nico passava come un'ombra attraverso i vestiti colorati e sfarzosi dei nobili che passeggiavano, danzando, quasi, con il suo cestino di vimini pieno di cuori pulsanti pronti da vendere. Si avvicinava a qualche signora e sfoggiava uno dei suoi sorrisi falsi, più convincenti, mostrando la merce. Ma quelle, non facevano altro che ignorarlo.
« Ne ho alcuni di ottima fattura »
riprovò avvicinandosi ad un uomo, che per tutta risposta gli diede una spallata, facendo cadere qualche cuore dal cestino. Nico represse l'impulso di prenderne uno e lanciarglielo contro. Lui avrebbe pagato oro per avere un cuore che gli calzasse a pennello, mentre quelli stupidi rampolli, li sprecavano e, addirittura, li rompevano. Non riuscivano a capire la fortuna che avevano.

Il piccolo mercante raccolse i cuori da terra e lo esaminò bene uno ad uno. Erano tutti completamente andati. Tre cuori rovinati ed irreparabili. Li buttò in un vicolo lì vicino. Sospirò amareggiato, prima che un' ombra sovrastasse la sua figura. Alzò lo sguardo e un giovane ragazzo - probabilmente altolocato, a giudicare dai suoi vestiti - gli sorrise raggiante. Era molto bello; altro, con due pozze azzurre al posto degli occhi, dei corti capelli biondo grano ed una piccola cicatrice che gli attraversava la parte destra del labbro superiore. Nico sorrise:
« Vuole comprare un cuore, sir? »
Gli occhi del ragazzo si illuminarono e il suo dolce sorriso di ampliò.
« Ti capita anche di aggiustarne alcuni? » chiese con sconfinata gentilezza. Di solito i nobili gli rivolgevano parole amare e piene di astio, pur di farlo andare via, mentre lui... lui gli parlò con una gentilezza tale, che Nico si dispiacque a dargli una risposta negativa.
« Mi dispiace. Io li vedendo soltanto » Lo sguardo del biondo si incupì. Quella flebile luce che vi era, si spense improvvisamente e il sorriso dolce, si mutò in uno amaro.

Il piccolo mercante di cuori, si morse il labbro, pensando se quel ragazzo potesse essere aiutato da Leo. Sembrava così gentile e anche così desideroso di aiuto. Lui non aveva buoni rapporti con i nobili, ma di quel biondino, credeva di potersi fidare, perciò, prima di parlare, prese un grande respiro, sperando di fare la cosa giusta, nel rinunciare ad un probabile cliente.
« Però conosco qualcuno che potrebbe aiutarla. In fondo a questa strada si trova l'officina dell'Heartsmith »
« Heartsmith? » chiese confuso l'altro.
« Sì. Lui è un vero e proprio mago, nell'aggiustare cuori. Se vuole l'accompagno »

X

Leo lanciò dall'altro lato del tavolo, l'attrezzo di ferro che stava utilizzando per aggiustare il piccolo cuore che aveva davanti a se, facendo un verso di disperazione. Nico gli aveva portato un cuore trovato per strada, chiedendogli disperatamente di aggiustarlo, pensando che potesse sostituire quello che gli avevano rubato. Ma Leo non riusciva a fare niente, non riusciva proprio a ripararlo; molte funzioni vitali erano danneggiate, per non parlare della funzione dell'amore, che era completamente inesistente. Fissò il cuore per quelli che parvero minuti interi, cercando di trovare una soluzione. Nico sperava davvero che quel cuore potesse andargli bene e Leo desiderava ardentemente di aiutarlo, di donare la felicità che il piccolo mercante di cuori si meritava. Ma con quel rottame non c'era proprio niente da fare.
La campanella attaccata alla porta della sua officina, tintinnò e dall'uscio fece capolino una chioma corvina, che Leo avrebbe riconosciuto anche in un mare di gente.
« Hey, Leo » Nico entrò nel negozio e si avvicinò al suo bancone, sorridendogli impercettibilmente. Come al solito era vestito in modo stravagante e per niente colorato.
« Neeks » rispose semplicemente il riccio, pulendo i guanti marroni sul grembiule sporco di grasso e fuliggine.
« A che stai lavorando? »
Leo sospirò. Non voleva dargli la spiacevole notizia, specialmente se ricordava con quale enfasi il ragazzino gli aveva chiesto di riparare quel cuore.
« È quello che mi hai portato tu »
disse, indicando il piccolo cuore sul bancone, che emanava una flebile luce rossastra. Cercò di regolare il tono della sua voce, per evitare che l'altro notasse la sua tristezza, ma non funzionò.
« Non si può riparare, non è così? » un sorriso triste comparve sul volto del moro, nel vedere Leo scuotere piano la testa in segno di dissenso.
« Mi dispiace » Nico non rispose
« Ho provato di tutto, ma non riesco a fare nulla »
Ancora silenzio. Nico manteneva la testa bassa, fissando con occhi vitrei il pavimento in legno e a Leo quella visione fece davvero male.
« Perché proprio questo cuore? »
disse, cercando di incrociare il suo sguardo, senza ottenere risultati.
« Perché era l'unico che mi andava, da quando hanno preso il mio » sussurrò il mercante con la voce spezzata. Leo pensò che una coltellata alla schiena gli avrebbe fatto meno male. Sapeva quanto Nico desiderasse trovare un cuore e si sentiva estremamente impotente nel non riuscire a riparare quello che aveva sul bancone. In un gesto automatico, portò una mano all'altezza del suo cuore e strinse la vecchia camicia bianca. Chiuse gli occhi e prese un profondo respiro, determinato ad aiutare il suo amico, anche se quello che aveva intenzione di fare, gli avrebbe fatto molto male.
« Farò di tutto pur di aggiustarlo »
« No, no, no » Leo guardò stranito il ragazzino, che aveva cominciato ad armeggiare con dei cavi sparsi sul bancone « Conosco quella frase e se pensi di condividere dei pezzi del tuo cuore con quello lì, te lo puoi scordare. Preferisco rimanere senza un cuore, piuttosto che rischiare di ucciderti. Perciò... » velocemente il moro, staccò tutti i cavi che tenevano in vita il cuore, che lentamente perse la sua luce cremisi. Leo non poteva crederci; andò su tutte le furie, cercando di ricollegare, con le mani tremanti, i cavi al cuore ormai morto.
« Ma ti sei completamente fumato il cervello?! È il primo cuore che ti sta e tu lo uccidi?! Dannazione Nico! Ti avrei dato qualche pezzo del mio. Perché non ti lasci aiutare?! » il moro appoggiò le mani, sopra quelle del meccanico, bloccandolo da ciò che stava facendo e, con le lacrime agli occhi, gli sorrise.
« Ne troverò un altro. Non voglio che ti faccia male per me. Mi hai già aiutato abbastanza »
« Neeks... »
Nico interruppe sia il contatto visivo che quello fisico, asciugandosi le lacrime e avviandosi verso la porta principale.
« Ti ho portato un cliente. Vedi di non fare il cretino e fartelo scappare » e detto questo, uscì.

Qualche minuto dopo, qualcuno bussò alla porta.
« È permesso? » chiese una voce estremamente gentile. Leo, che dopo la visita di Nico, aveva ricominciato a fissare il cuore ormai spento, si voltò verso il ragazzo biondo che era entrato, restando colpito dalla sua bellezza.
« Oh - sorrise raggiante - lei deve essere il cliente che mi ha portato Nico. Cosa posso fare per lei? »
« Il piccolo mercante mi ha detto che aggiusta cuori »
Leo ampliò il sorriso e si indicò con il pollice, sporcando ulteriormente di grasso la camicia bianca.
« Già. È quello che faccio! Sono Leo Valdez, meglio conosciuto come l'Heartsmith. Piacere di conoscerla »
« Jason Grace. Il piacere è tutto mio »
« Bene, sir. Qual è il problema? »
Jason avvicinò una mano al petto, che divenne improvvisamente rosso e fece uscire da lì un piccolo cuoricino. Era il cuore più distrutto che Leo avesse mai visto. Una fitta ragnatela di crepe si propagava per tutta la superficie dell'organo, partendo da una crepa decisamente più grossa, che divideva il cuore a metà. Sembrava che quel ragazzo avesse amato molto, per ridursi in quel modo.
Leo si avvicinò per scrutarlo attentamente. Appoggiò una mano sul mento, massaggiandoselo, mentre l'altra andò a finire sul fianco, sporcando il gilet marrone.
« Cavoli. È veramente danneggiato » sospirò. Jason si incupì e ritirò il cuore a se.
« Quindi non può ripararlo? »
« Non ho detto questo. Solo... che ci vorrà un po' di tempo, ecco »
« Beh, questo potrebbe essere un problema »
« Oh oh » Leo punzecchiò la spalla del ragazzo con il gomito, sorridendogli con malizia.
« Ha intenzione di sposarsi, eh? »
Il biondino rise per pochi istanti, colorando di rosso i suoi zigomi ben pronunciati, ma poi la sua espressione divenne improvvisamente seria.
« Già. Ma più si avvicina il giorno del matrimonio, più questo cuore è incapace di amara »
Leo annuì, grattandosi il collo. Gli avevano commissionato delle situazioni simili, ma mai così gravi. Non aveva mai avuto un cuore così distrutto e, dopo la mancata riuscita nell'aggiustare il cuore di Nico, si sentiva incapace di riparare qualsiasi altro cuore. Non era riuscito a ristabilire delle semplici funzioni vitali in un piccolo cuore, figuriamoci far amare di nuovo uno danneggiato come quello di Jason. Ma doveva tentare. Se Nico l'aveva portato da lui, voleva dire che aveva visto che c'era ancora speranza per il biondo, e Leo non voleva deluderlo di nuovo.
« Vedo come possa essere un problema. Beh, credo che dovreste lasciarlo qui per un po'. Non posso fare alcuna promessa, ma farò del mio meglio per ripararlo »
« Grazie! Ne abbia cura, caro Heartsmith » Jason appoggiò  delicatamente il piccolo cuore, sui guanti sporchi e malconci di Leo, facendolo arrossire vistosamente, per quel dolce soprannome e per la poca distanza tra i due.
« Certamente. Non so quando sarà pronto, perciò passi quando le fa più comodo »
« Lo farò » Immediatamente, Jason aprì la porta e, salutandolo calorosamente, uscì. Si fermò per pochi istanti sull'uscio, accennando un saluto con la mano a qualcuno di fronte a lui, e, non appena il biondo si spostò dal suo campo visivo, Leo vide Nico tentare di vendere uno dei cuori nel suo cestino di vimini. Quando percepì di essere fissato, si voltò verso di Leo, ancora con il cuore di Jason in mano. Gli lanciò un'occhiata per tranquillizzarlo, per dirgli che stava bene, ma il riccio sapeva che non era così. Lo vedeva nei suoi occhi spenti, che stava soffrendo. E lo vedeva anche nei suoi movimenti; di solito faceva dei sorrisi che sembravano autentici, mentre quelli che stava rivolgendo ai suoi clienti in quel momento, erano completamente privi di qualsiasi emozione. Quello che aveva sul volto era solo il fantasma di un sorriso, finalizzato a mascherare il suo dolore.
Il meccanico continuò a fissarlo, fino a quando la porta, lentamente, non si richiuse.

X

Erano due giorni che Leo lavorava a quel dannato cuore. Due cavolo di giorni, senza risolvere un bel niente.
Era riuscito soltanto a ripristinare alcune funzioni affini all'amore, riparando le crepe più piccole, ma non riusciva ancora a chiudere l'enorme spacco centrale, che gli impediva di ristabilire le funzioni vitali dell'amore.
Come diavolo aveva fatto Jason a ridursi così?! Chi poteva spezzare il cuore di una persona tanto gentile, in quell'orrendo modo? Avrebbe preso a calci chiunque l'avesse fatto, indifferentemente se fosse stato un uomo o una donna, così come avrebbe preso a calci chi aveva rubato il cuore di Nico. Le persone avrebbero dovuto smetterla di usare i cuori degli altri come dei giocattoli.
« È permesso? »
La voce di Jason riecheggiò in tutto il negozio, distraendo Leo dai suoi pensieri omicida.
« Oh, è lei, sir. Tutto bene? » chiese gentilmente il ragazzo, alzando sulla testa le grandi lenti rosse, per poter fissare meglio il suo interlocutore.
« Sì, grazie. Sono venuto a vedere come procede e... » Jason alzò il pacchetto infiocchettato che aveva in mano, sorridendo trionfante « le ho portato una torta! »
« Cosa! Davvero? Vado a prendere piatti e posate. Si accomodi, sir! »

X

« Cavoli, è deliziosa! » Leo tagliò un pezzo della fetta di torta con il lato della forchetta e, dopo averlo infilzato, lo mangiò, lasciando che il sapore della panna, misto alla crema pasticciera e al pan di Spagna, gli esplodesse in bocca, facendo andare in estasi le sue papille gustative. « Non ho mai mangiato una torta così buona! »
Jason rise di gusto, fissando il viso del meccanico, sporco di fuliggine e panna. « Sono contento che le piaccia » disse passandogli un fazzoletto. L'altro, imbarazzato, si pulì gli angoli della bocca, ridendo piano.
« Nessuno dei miei clienti mi aveva mai portato una torta »
« È il minimo che posso fare, per qualcuno che sta riparando il mio cuore »
« Riguardo a questo... » Leo appoggiò il piattino sul piccolo tavolo improvvisato con una cassa di legno, sospirando.
« C'è qualche problema? » chiese il biondo gentilmente, notando la sua espressione seria.
« Beh... alcune parti vitali, necessarie per la funzione "amore" sono mancanti »
Jason, dopo quell'affermazione, appoggiò la fetta di torta che stava mangiando sulla cassa, fissando per terra con sguardo amareggiato.
« Capisco... quindi non riuscirò ad amare la mia Piper? Lei merita il meglio »
Leo era stanco di vedere quell'espressione di delusione sui volti delle persone. Prima Nico, ora Jason. Ne aveva abbastanza. Doveva aiutarlo, non poteva lasciare che quel povero ragazzo, passasse il resto della sua vita da solo, perché lui era stato incapace di riparare il suo cuore. No, non lo avrebbe permesso. Avrebbe tentato il tutto per tutto, pur di rendere il matrimonio di Jason felice.
« Lo riparerò » disse, fissando il biondo con sguardo determinato. « C'è ancora qualcosa che posso fare » Lo sguardo di Jason si rianimò di colpo, facendo ritornare quello sprazzo di felicità e gentilezza che aveva negli occhi. Prese le mani di Leo, in segno di gratitudine. « Grazie, caro Heartsmith! Grazie per tutto quello che sta facendo! »
« Si figuri. Sono felice di aiutare una brava persona come lei » arrossì l'altro.
Jason prese la sua giacca blu, mettendosela sulle spalle e uscendo dalla porta. Bloccò con il palmo della mano l'anta e sorrise a Leo.
« Verrò a trovarla domani »
« A domani, allora »
Non appena Jason uscì, il sorriso sul volto del riccio scomparve. Portò una mano al petto, sospirando e tirando fuori il suo cuore.
« Sarà abbastanza? » si chiese, mentre posava il piccolo organo cremisi, accanto a quello privo di vita di Nico, notando, con immensa sorpresa, che erano della stessa misura. Non si soffermò a pensare a quel dettaglio, e cominciò a smontare il suo cuore, soffrendo come non mai.

X

Jason reggeva il suo cuore tra le mani tremanti, toccandolo con estrema cura, come se potesse rompersi da un momento all'altro. Era bellissimo. Irradiava un'accecante luce rossa e pulsava, ricco di vita e di amore. Con un sorriso incredulo e le lacrime agli occhi, fissò il ragazzo di fronte a se. Leo aveva l'aria molto stanca; sembrava non avesse dormito per tutta la notte, ma nonostante tutto sorrideva orgoglioso del suo lavoro.
« Ce l'ha fatta, Heartsmith! »
« Ovvio! Le ho detto che l'avrei riparato »
Jason portò il cuore al petto e una calda ed appagante sensazione si propagò per tutto il corpo, lasciandogli provare un'emozione indescrivibile.
« È fantastico. Riesco a sentire il mio cuore pieno di amore » disse il biondo con la voce incrinata dal pianto.
« Davvero? È fantastico! » Leo sprizzava felicità da tutti i pori. Ci era riuscito! Si era fatto male, ma alla fine aveva riparato il cuore. E magari, Jason gli avrebbe riservato un po' dell'amore che gli aveva donato. Magari, avrebbe passato altro tempo con lui. Magari, finalmente, qualcuno lo avrebbe amato, così come lui faceva con gli altri.
« Sì. Sono sicuro che la mia Piper ne sarà felice »
Leo sentì una crepa formarsi sul suo cuore. Era piccola, ma molto, molto, dolorosa; come al solito si era creato delle false speranze. Cosa credeva? Che Jason gli avrebbe dato l'amore che tanto agognava, nonostante dovesse sposarsi di lì a poco tempo?
« Oh... Sì. Sono sicuro che lo sarà »
« Mi piacerebbe vederla al mio matrimonio » il biondo gli appoggiò una mano sulla spalla, sorridendogli riconoscente, ma Leo continuava a tenere la testa bassa, incapace di guardarlo negli occhi.
« Ci può contare » disse in un sussurro, prima che Jason andasse via.

X

I piccoli singhiozzi di Leo riecheggiavano nella silenziosa officina, mentre lui, seduto su di una cassa di legno, tentava in tutti i modi di fermare le lacrime, che continuavano a scendere copiose. Il suo cuore, ancora pulsante seppur scheggiato, giaceva vicino a lui, illuminando il suo fianco di rosso. Era stato un completo idiota ad illudersi e adesso, per l'ennesima volta, ne stava pagando le conseguenze. Una figura minuta si inginocchiò difronte a lui, sospirando rumorosamente.
« L'hai fatto di nuovo, non è così? » Nico prese il viso del riccio tra le mani e lo fissò dritto negli occhi, rivolgendogli uno sguardo preoccupato. Leo si asciugò di nuovo le lacrime e rise piano.
« Ti prego, Neeks. Non rifilarmi le tue solite ramanzine »
« Cha cavolo hai in quella testa? Segatura?! Dannazione Leo, perché ti riduci sempre così »
« L'amore va condiviso, no? » Leo prese le mani del più piccolo e le tolse delicatamente dal suo volto. « Sto bene » disse sorridendogli, ma entrambi sapevano che non era la verità.
« Comunque, ti ho trovato un cuore. È un po' malmesso, ma sono sicuro che ti starà bene » disse prima che l'altro potesse ribattere. Prese il cuore che giaceva accanto a lui e lo mise sulle mani dell'altro ragazzo, che lo guardava incredulo. Con le mani che tremavano dall'emozione, Nico portò il cuore al petto. Gli calzava a pennello.
« Leo, è... è... » non riusciva a trovare le parole. Erano passati due anni da quando aveva provato qualsiasi tipo di emozione, e in quel momento... in quel momento tutto gli sembrava bellissimo e surreale. Sentiva l'amore scorrere dentro di lui; era forte e irradiava un piacevole calore. Sorrise e per la prima volta dopo tanto tempo, riuscì a fare un sorriso vero, uno di quelli che si riservano solo nei momenti speciali o alle persone amate, e Leo lo trovava semplicemente bellissimo.
« Trattalo bene, mi raccomando. Il suo ex padrone ci tiene particolarmente a te » Leo rise, ma Nico no; anzi, la sua espressione tornò seria ed illeggibile.
« È il tuo, non è vero? »
Il silenzio del riccio gli diede conferma. Un'espressione di disappunto fece scomparire il piccolo sorriso sul volto di Leo, che abbassò la testa e iniziò a fissare il pavimento.
« Non posso accettarlo »
« Perché no? »
« Perché... perché è il tuo! Io ho vissuto senza cuore per due anni e non è affatto una cosa bella. Non voglio che debba passare ciò che ho passato io » Nico stava per cacciare il cuore fuori dal suo corpo, ma Leo lo fermò, appoggiandogli una mano sopra la sua.
« Ti prego. Voglio che lo tenga tu. Sei l'unica persona che non gli farebbe del male. Sei l'unica persona a cui tenga davvero dopo tanto tempo. Sono sicuro che sarai capace di amare per tutti e due, Neeks »
Leo ricordava di come l'avesse trovato inerme, in un vicolo a fissare il vuoto. Ricordava di come il moretto fosse magro e stesse male, la prima volta che lo vide. Ricordava di come era scontroso, quando gli aveva offerto il suo aiuto. Ricordava di come l'aveva ospitato a casa sua, di come si era ripreso, diventando forte e cominciando a vivere senza un cuore. E soprattutto, ricordava di come, piano piano, il ragazzino di era insinuato nel suo, di cuore, di come si era fortemente affezionato a lui e di come si era abituato alle sue attenzioni. Non riusciva a capacitarsi di come una persona senza un cuore, riuscisse ad amare meglio di qualcuno con un cuore. Perciò se c'era qualcuno che meritava di conservare il cuore di Leo, quello era decisamente Nico. E ne ebbe conferma in quel preciso momento, quando il moro annullò la distanza tra i due, facendo combaciare le loro labbra e facendo propagare l'amore anche nel corpo di Leo.

Sì, ne era sicuro... Nico avrebbe amato per entrambi.

***
OVIS IS BACK, BITCHES!

*sopra la danza di felicità di Ovis per aver finito la storia*
lo so che mi ripeto spesso, però... QUESTA STORIA È STATA UN PARTO!

SALVE MIEI CARI BISCOTTINI AL CIOCCOLATO COME STATE? lo so, lo so... sono una persona di merda. vi avevo promesso una One Short subito, e mi sono presentata con... ciò dopo tipo, due mesi. se volete potete picchiarmi. *no, non potete se volete che continui (δ+m)ψ=0*
BENE! passiamo alle spiegazioni della storia. mooooolti mesi fa avevo trovato questo fumetto di nome "Heart for Sale" e me n'ero innamorata, specialmente perché il protagonista, Heartsmith, È TALE E QUALE A LEO.

CIOÈ GUARDATELO. È LA VERSIONE CRESCIUTA DI MR.SEXYVALDEZ!
Anyway, ovviamente la storia l'ho modificata in alcuni punti, perché altrimenti avrei potuto fare tranquillamente copia e incolla e prendermi i meriti. Nella storia originale, il personaggio di Nico è, innanzitutto una ragazza e compare solo all'inizio e alla fine della storia. Nelle ultime vignette si vede che lei e l'Heartsmith si conoscevano e lui, poi dona il suo cuore a lei.

Cioè, aw. Io però ho voluto inserire di più il personaggio del Mercante di Cuori, dargli una storia di fondo e sviluppare un po' il suo rapporto con l'Heartsmith, poiché, leggendo il fumetto ero tipo: "OKAY CHI CACCHIO È QUESTA MO?". Quindi, per evitare di farvi avere la mia stessa reazione, ho deciso di inserire una specie di background del personaggio. Per il resto credo che sia tutto chiaro. Non sono al cento per cento soddisfatta del risultato, ma non credo di riuscire a scrivere di meglio, visto che è la quARTA DANNATA VOLTA CHE LA RISCRIVO.

Beh, spero che vi sia piaciuta. Lasciate una stellina o un commento se vi va.

Καλησπέρα,
Ovis 🦄

*P.S. per i fan di (δ+m)ψ=0... BE READY!*

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