Capitolo Uno
Poiché il suo lavoro da assassino richiedeva frequenti trasferimenti, Bison non diceva mai: "Eccoci di nuovo, ci trasferiamo ancora una volta", anche se era impossibile contare quante volte si fossero trasferiti ormai. Ogni nuovo posto in cui arrivavano, non poteva fare a meno di fare un giro in macchina per esplorare il quartiere, per vedere dove si trovavano i negozi, i ristoranti o i bar più tranquilli.
Mentre guidava, si imbatté in una pista da bowling che di notte si trasformava in un mezzo pub, dalla sera presto fino a mezzanotte. Dopo aver 'timbrato il cartellino', il suo corpo stressato sembrava chiedere un drink per allentare la tensione.
Bison parcheggiò l'auto e si sedette da solo, sorseggiando tranquillamente una birra in un luogo dove era più opportuno venire con gli amici che sedersi in solitaria.
Si era cambiato: era sparito l'abito nero attillato che indossava per il lavoro; ora indossava una camicia a maniche corte rosa con dei graffiti come motivi. Portava solo gioielli basici: pochi anelli, qualche orecchino e una collana, scelti con cura per esaltare il suo fascino unico.
A prima vista, sembrava un giovane qualsiasi. E sì, a volte aveva ancora voglia di divertirsi un po'.
Una mano appoggiata sul tavolo, l'altra tesa verso la bottiglia di birra ghiacciata da bere. Le labbra si inumidirono per il liquido amaro. Dopo aver lasciato indugiare la birra in bocca più del dovuto, prima di deglutire, Bison si passò la lingua sulle labbra. I suoi occhi stretti e acuti si diressero verso le piste da bowling, con i sensi completamente all'erta. Guardò le palle da bowling rotolare lungo le corsie, colpendo i birilli e disperdendoli. Il suono ripetuto dei birilli che si schiantavano era stranamente calmante, e si ripeteva nelle proprie orecchie come una sveglia, finché non perse il conto.
I sensi di Bison erano sempre stati acuti, quindi non si sorprese quando percepì di essere osservato. Quando si voltò, vide due paia di occhi che stavano già guardando verso di lui. Uno di essi distolse rapidamente lo sguardo dopo essersi sentito scoperto, ma l'altro invece fece un sorriso, alzando leggermente un angolo della bocca.
Gli occhi dell'altro ragazzo erano bellissimi, neri e lucidi, come se fossero sempre bagnati. Sembravano gli occhi di un tipo civettuolo.
Se si ambisce a un amore serio, bisognerebbe evitare uomini con occhi del genere. Ma se si desidera un'esperienza nuova ed eccitante, si ricambia quello sguardo con un piccolo sorriso e si invia un segnale...
Bison era sicuro di sapere una o due cose sui metodi di approccio, soprattutto con un uomo così bello esteticamente. Per un attimo interruppe il contatto visivo, mandò giù il resto della birra e si alzò dal tavolo per avvicinarsi alle corsie.
Le luci colorate che decoravano il locale conferivano un'atmosfera vivace. Bison prese una palla da bowling, cercandone una con un peso che gli stesse bene in mano. Notò che il ragazzo attraente, alto circa 185 centimetri, si stava avvicinando. Altri due passi. Un altro passo... era così vicino.
"Le dispiace se la saluto?"
"Una cosa del genere ha bisogno di tanta cortesia? In ogni caso... permesso accordato".
"Mi chiamo Kant. E lei è?".
"Dammi pure del tu, è sufficiente. Il ragazzo al tavolo... è un tuo amico?". Fece un cenno al tavolo di Kant, dove il ragazzo dal viso dolce evitò di nuovo il contatto visivo quando fu sorpreso a guardare dalla loro parte, fingendo di ispezionarsi le unghie, chiaramente ignaro di averli fissati per tutto il tempo.
"Sì, si chiama Style. Ho notato che sei tutto solo, quindi se non ti dispiace, potresti unirti a noi...".
"Le cose a tre non fanno per me", lo interruppe Bison, sorridendo, con gli occhi che si strizzavano a mezzaluna.
"Wow, non mi dici nemmeno il tuo nome e sei così schietto. Ora sono ancora più interessato a te".
"In realtà, non è che mi senta a disagio. Il tuo amico è carino. Ti stavo solo prendendo un po' in giro. Sembri il tipo che si diverte a giocare con i gatti testardi".
"Oh, è vero. Soprattutto quei gatti testardi e solitari che vengono ad accoccolarsi e poi si leccano la pelliccia come se facessero finta di niente".
Bison stava ancora sorridendo. Probabilmente non si rendeva conto di quanto, oltre a poter uccidere con una pistola, il suo sorriso potesse essere altrettanto letale. Anzi, poteva uccidere abbastanza facilmente visto come Kant sembrava già spacciato per quel sorriso.
"Pensi che al tuo amico dispiacerebbe se... se ti portassi via stasera?".
"Dove?"
Il sorriso di Bison si allargò ancora di più. Kant inclinò la testa e sbatté le palpebre, facendo finta di essere innocente anche se sapeva benissimo cosa intendesse Bison.
Era solo curioso di vedere come avrebbe risposto questo gatto testardo.
"Facciamola semplice: mi sono trasferito qui da poco, tu sei di queste parti? Consigliami un buon albergo".
Gli occhi a fiore di pesco di Kant scintillarono, come se da quei petali stessero per cadere gocce di rugiada. Sembrava che ci stesse pensando, ma non bisogna lasciarsi ingannare in questi casi, perché la sua vera natura non corrispondeva al suo aspetto gentile: il tipo con gli occhi di fiori di pesco aveva senza ombra di dubbio un cuore da giocatore.
Ma che importa? Dopo questa notte, sarebbe finita tra lui e questo gatto spavaldo.
"Conosco un buon albergo".
"Perfetto. Prenderemo la tua macchina... Niente baci, niente sesso orale e usiamo una protezione".
Kant annuì e Bison prese il comando. Una volta stabilita la disposizione per la serata, il ragazzo alto si girò per fare un segno di "OK" e un mini gesto del cuore al suo caro amico. Style gli fece un pollice in su, capendo perfettamente che Kant non sarebbe tornato al tavolo.
"Aspetta!" Kant si mise a camminare e a correre per raggiungere Bison, che era già andato avanti. Una volta raggiunto, rallentò per camminare al suo fianco, facendo scivolare con disinvoltura il braccio intorno alla vita di Bison.
Bison sollevò un sopracciglio, sorpreso dal tocco caldo sulla sua vita, per poi rendersi conto che Kant lo aveva tirato da parte per schivare qualcuno che stava venendo verso di loro. Ciò nonostante Kant aveva tenuto il braccio lì, senza lasciarlo andare. E Bison non se ne lamentò.
Si accorse che la sensazione di essere protetto non gli dispiaceva. Se avesse avuto un fidanzato, lo avrebbe voluto così: un ragazzo slanciato, attento, dolce, affettuoso e innamorato perso di lui.
"La tua vita è più sottile di quanto sembri. Si adatta perfettamente alla mia mano. Non ho mai incontrato nessuno con una vita così piccola prima d'ora, ma... fammi dire una cosa: non sono interessato ai ragazzi a cui piace flirtare, in questo modo qui, come sto facendo, con le mani dappertutto come un polipo".
"Visto che non mi lamento, ne stai approfittando, quindi?".
Kant ridacchiò a bassa voce, scoprendo il suo divertimento, mentre guardava quel gatto testardo che, come per tenersi a distanza, aveva piegato le braccia mentre camminava. Nel frattempo, la mano di Kant era ancora intorno alla sua vita. Non voleva lasciarla; i gatti erano ancora più divertenti da prendere in giro se più difficili da trattare. Anche se sapeva che questa avventura sarebbe finita presto, non riusciva a trattenersi.
"È solo che sei troppo carino. Sono così preso che non so più cosa sia giusto o sbagliato".
"Sì, certo..."
Ma continua, continua a parlare, continua a farmi i complimenti.
"La mia macchina è da questa parte".
"Allora fammi strada".
"Sei davvero come un gatto testardo".
Bison scrollò le spalle con indifferenza. Kant non fece da guida, ma gli camminò accanto, dato che quel tipo alto non aveva ancora smesso di tenerlo per la vita.
L'albergo che Kant aveva scelto non era lontano dal bowling. Era un posto di medie dimensioni, ancora nuovo e molto pulito. Bison non poté fare a meno di guardarsi intorno, abitudine di chi ama osservare. Camminarono con una certa distanza tra loro, non toccandosi da quando erano scesi dall'auto. Bison aveva persino le mani in tasca. Kant non disse molto, se non fare due chiacchiere per aiutarli a familiarizzare un po' di più l'uno con l'altro.
Il ragazzo alto e bello non gli chiese di nuovo il suo nome, il che fu un sollievo.
Nessuno dei due era particolarmente interessato all'altro finché Kant non inserì la chiave magnetica nella serratura. Si accesero solo alcune luci e il condizionatore d'aria prese vita, iniziando a raffreddare la stanza.
Quando la porta sbatté contro il telaio, i loro corpi si unirono. Kant usò la sua altezza per dominare, mettendo entrambe le mani sulla vita sottile di Bison, che era nascosta sotto una camicia a maniche corte e dai colori vivaci. Si spinse in avanti, mentre Bison fece un passo indietro verso il letto. Osservò prima i bellissimi occhi di Kant, che si leccava le labbra e poi le mordicchiava leggermente. Se doveva indovinare, Kant era il tipo a cui piaceva baciare durante il sesso. Ma le regole erano regole: non sarebbe successo.
Bison sorrise leggermente, le sue mani scivolarono dall'addome di Kant fino al suo petto forte, risalendo fino a quando una mano afferrò il collo pallido di Kant.
Voleva stringere la presa abbastanza da far sentire all'altro dolore, fastidio o persino fatica a respirare. Tuttavia... non si conoscevano abbastanza bene da lasciarsi andare così disinibitamente a tali preferenze sessuali senza pensare di poter scioccare Kant.
Invece di stringere, usò la punta delle dita per sollevare il mento ben definito di Kant, toccando e accarezzando delicatamente il suo labbro inferiore pieno e morbido.
Fece fatica a respirare mentre veniva spinto indietro fino a sedersi sul letto. Le labbra di Kant, che sembravano quelle di un uomo avvezzo al flirt, furono improvvisamente mordicchiate. All'inizio Kant mordicchiò guardandolo, Bison non era sicuro di cosa stesse pensando, ma si leccò le labbra fino a renderle umide e imitandolo morse leggermente le proprie.
A Bison non piaceva il dolore; preferiva essere lui a infliggerlo e ad avere il controllo. Ma non poteva negare che tutto ciò risvegliava i suoi desideri nascosti.
Si gettò sul letto con una forza considerevole, facendo rimbalzare il suo corpo.
Si sollevò leggermente prima di affondare nel cuscino, con i capelli neri spettinati che contrastavano con le lenzuola bianche. Kant lo immobilizzò in modo che non potesse muoversi, poi premette il naso nell'incavo del suo collo. Il respiro caldo contro la sua pelle era cocente. Bison riusciva a malapena a contenere l'immaginazione su ciò che sarebbe accaduto. Quanto si sarebbe divertito con Kant in quella notte d'avventura?
"Hai un profumo così buono. Sento l'odore del sapone e un pizzico di colonia, come se ti fossi appena fatto la doccia".
"Già..." Bison inclinò la testa verso l'alto, rispondendo solo a quello. Se non si fosse fatto la doccia e non si fosse cambiato d'abito, quell'ingenuo avrebbe probabilmente percepito un sentore di sudore e di sangue.
Kant non iniziò altre chiacchiere. Invece, mordicchiò delicatamente il collo morbido di Bison, senza lasciare segni, solo la sensazione appiccicosa della saliva e una strana percezione che permaneva anche dopo che le sue labbra si erano staccate.
Mentre Kant lo stuzzicava con la bocca, la sua mano maliziosa scivolò sotto l'orlo della camicia di Bison, stringendo e impastando il suo petto. Bison si inarcò per accogliere il tocco.
Molto bene... dopo essersi perso nei baci su tutto il corpo e aver goduto delle mani ferme che lo stringevano, si accorse a malapena che tutti i bottoni erano stati slacciati. Quel monello era sorprendentemente veloce.
La camicia si aprì, rivelando il suo corpo pallido e nudo allo sguardo di Kant. A Kant si mozzò il fiato. Attese pazientemente che Bison si sollevasse e si togliesse la camicia da solo.
Una volta tolta, Bison fece un leggero cenno a Kant, indicandogli di togliersi la maglietta che indossava. Kant sapeva già cosa fare.
Se la tolse, gettandola da parte, poi usò le sue mani sottili per spingere Bison di nuovo sul letto. I suoi occhi scintillavano di malizia, non nascondendo più la sua natura giocosa. Senza la barriera dei vestiti, le sue labbra potevano sentire appieno la morbidezza e il calore del corpo umano.
Bison contrasse lo stomaco quando fu baciato appena sopra l'ombelico. Kant non perse molto tempo: girò intorno alla lingua e la immerse anche in quella fossa poco profonda. Bison guardò in basso e vide che la testa della persona che stava esplorando il suo corpo si era abbassata fino alla cintura. Kant gli sganciò delicatamente i pantaloni. Bison strinse forte le labbra, quasi in linea retta, lasciando che la testa affondasse nel cuscino mentre sollevava i fianchi per aiutare il giovane a tirargli giù i pantaloni fino alle caviglie.
Con un rapido strattone, sia i pantaloni esterni che le mutande caddero, esponendo il suo membro indurito, la cui punta luccicava.
"Mmm..." Un gemito gli sfuggì mentre veniva baciato più in basso dell'ombelico. Kant baciò e leccò la base prima di stuzzicare la punta della sua eccitazione.
Bison emise un altro gemito, la voce, gli occhi e il modo in cui il suo corpo si contorcevano non avevano bisogno di essere spiegati. Kant sapeva benissimo quanto fosse bello. Con la sua bocca mise sapientemente il preservativo a Bison, inghiottendolo con le sue labbra calde e morbide e prendendolo in profondità. Una volta qualcuno gli aveva detto che era bravo con la bocca e Kant aveva accettato con orgoglio di essere davvero abile.
Bison sollevò le braccia per coprirsi gli occhi, le guance arrossate. I suoi gemiti si alternavano a pesanti rantoli, il suo petto si alzava e si abbassava ritmicamente. Le sue gambe si sollevarono e si allargarono sul bordo del letto, rivelando la sua dolce entrata a chi era ai suoi piedi.
Kant smise di fissare la fronte corrucciata di Bison e salì sul letto, sollevando la vita del giovane e gettandolo sull'ampio materasso. Aveva una forza tale da sorprendere Bison.
Bison lasciò cadere le braccia che gli coprivano gli occhi e incrociò quelli dolci di Kant, con aria di sfida.
Kant si sedette ai piedi del letto, posizionato tra le gambe di Bison, tenendolo e usando le mani per afferrare le sue caviglie sottili, sollevandole in alto e tirando il corpo più piccolo verso il basso, in modo che il suo morbido sedere premesse contro le sue cosce. Tirò fuori la lingua, leccandosi le labbra mentre si concentrava sulle dolci pieghe, sentendo il buchetto stretto sotto di sé contrarsi in trepidante attesa.
"È un tatuaggio?" Chiese Bison, notandolo improvvisamente.
"Sono un tatuatore e ho un negozio qui vicino. Se ti piace ciò che vedi, puoi prendere un appuntamento", rispose Kant.
"Che servizio mi stai offrendo?". Chiese Bison.
"Un tatuaggio, naturalmente".
Bison non poté fare a meno di sorridere. Non c'era da credergli, quel tizio non stava parlando davvero di tatuaggi. Kant non aggiunse altro; lasciò che la punta delle dita sfiorasse le natiche di Bison, premendo un dito in profondità. Bison si morse il labbro, desiderando qualcosa di più.
"Ogni volta che ti vedo mordere il labbro, ho una gran voglia di baciarti. Le tue labbra sono così invitanti".
"Se ne avrò l'occasione la prossima volta, potrei lasciarmi baciare da te, Kant".
"Mi renderai così fortunato?".
Bison non rispose, si limitò a sorridergli.
Kant emise un forte sbuffo. Ormai aveva inserito due dita in Bison; lo sentiva morbido e liscio e, arricciando le dita, il passaggio si apriva ancora di più.
Colpì un punto che fece sussultare Bison, segno che diede modo a Kant di iniziare a spingere le dita più forte.
Kant premette in quel punto, facendolo contrarre leggermente, mentre arrossiva in volto. La durezza della parte anteriore rispondeva alle sensazioni provenienti dalla parte posteriore.
Kant, essendo lui stesso un uomo, sapeva esattamente cosa significassero le reazioni di Bison. Si rese conto che se avesse continuato a inserire le dita, il piccolo gatto testardo sotto di lui, che gemeva dolcemente in modo tanto carino, avrebbe sicuramente raggiunto l'apice.
Ma no... non voleva che questo piccolo gatto testardo finisse solo grazie alle sue dita.
Improvvisamente le estrasse via, costringendosi a soffocare una risatina mentre Bison gli lanciava un'occhiataccia.
Kant si sfilò i pantaloni, non togliendoli del tutto, ma abbassandoli fino a stringerli intorno alle cosce. Poi tirò fuori il suo membro grosso e cominciò ad accarezzarlo per renderlo ancora più duro, prima di indossare una protezione e applicare un po' di gel sulla sua lunghezza.
Bison lo fissava con occhi spalancati, senza battere ciglio, confrontando segretamente le sue dimensioni con quelle di Kant, senza riuscire a trattenere un commento.
"Tuo padre ti ha trasmesso un'ottima genetica... o hai avuto un aumento di taglia?".
"È tutto naturale, sentiti libero di provarlo".
"Oh, allora sbrigati".
Kant non poté fare a meno di ridere di quella strana conversazione. Si posizionò, premendo leggermente per far affondare la punta nel passaggio stretto, le pieghe che cominciavano a tendersi e ad allargarsi.
Spinse poco a fondo, facendo sì che il viso arrossato di Bison diventasse ancora più rosso, con le lacrime che gli scendevano dalle ciglia. Bison tremava, emettendo suoni che assomigliavano a singhiozzi mentre Kant continuava a stuzzicarlo, e si lasciò sfuggire un forte urlo quando il bel giovane finalmente spinse fino in fondo.
Il volto di Bison si contorse in un misto di dolore e pienezza, ma sembrava che Kant fosse soddisfatto di vederlo soffrire. Entrambe le sue mani afferrarono le cosce di Bison mentre cominciava ad aumentare il ritmo, passando da un ritmo lento a uno progressivamente più veloce e preciso.
Bison sussultò, tutto il suo corpo si tese quando avvicinò Kant, abbracciandolo strettamente. Scavò le unghie nell'ampia schiena di Kant, facendole scorrere verso il basso mentre sentiva il giovane ansimare in cerca di aria, sepolto nell'incavo del suo collo.
Poteva scommettere che le sue unghie avrebbero lasciato dei segni sulla schiena di Kant. Gli dispiaceva, ma avrebbe dovuto sopportare il bruciore durante la doccia, più tardi. Bison si strinse intorno a lui e, quando il suo desiderio raggiunse il culmine, Kant accelerò le sue spinte, ringhiando a bassa voce nella gola mentre i loro corpi si scontravano.
Il piccolo gatto testardo strofinò la sua guancia morbida contro quella di Kant, aggiustando leggermente tutte le sue emozioni prima di lasciare che il tatuatore prendesse il controllo. Kant si tirò indietro e rotolò su un fianco, ansimando, con il corpo madido di sudore, che non riusciva a distinguere tra il suo e quello di Bison.
Forse il loro sudore si era mescolato fino a diventare indistinguibile.
Bison si alzò a sedere e guardò l'uomo che ansimava accanto a lui. "Ti basta questo per sentirti soddisfatto?".
"Niente affatto, piuttosto tu sembri così sconvolto... Sono pronto per il secondo round, ce la fai?".
"Abbiamo ancora abbastanza preservativi?".
"Due o tre, credo".
Kant arrotolò di nuovo lo stesso preservativo lungo la sua lunghezza prima di togliersi i pantaloni, facendo attenzione a non dimenticarsene.
Afferrò i preservativi rimasti e li gettò sul letto. Bison ne raccolse uno, strappando la confezione.
Lo mise sulla lunghezza di Kant, ancora eccitato, e premette, senza permettere all'uomo più grande di alzarsi e mettersi a cavalcioni su di lui.
"Ora tocca a me, non ti lascerò fare tutto il lavoro".
"Ah... la vista è stupenda", Kant chiuse gli occhi, sentendo il suo membro aderente alla pelle calda e morbida mentre Bison premeva. Era confortante e gli procurava un delizioso senso di piacere.
Kant non aveva intenzione di tenere gli occhi chiusi per sempre; se lo avesse fatto, se ne sarebbe pentito. Li aprì per guardare il piccolo gatto testardo. Il viso di Bison mentre lo cavalcava era incredibilmente affascinante, per non parlare dei suoi bei capezzoli arcuati che aspettavano il tocco di Kant. Incapace di resistere, lo strinse e lo impastò finché la carne non si riversò tra le sue dita.
Bison era abile nel controllare il ritmo. Sapeva quando affondare e quando ritrarsi.
In breve, quella notte il sesso fu così bello da sembrare irreale. Quando Kant si svegliò tardi la mattina dopo, il piccolo gatto testardo non c'era più.
Era scomparso come se non fosse mai esistito, senza lasciare alcuna traccia.
Kant si passò una mano tra i capelli mentre si metteva a sedere, non ancora del tutto sveglio.
"Che peccato. Sarebbe stato bello conoscere il suo nome".
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Non farò molte NT, promessa che non manterrò già lo so, però volevo premettere un po' di cosette: tra il thailandese e la traduzione inglese a cui sto attingendo ho trovato non poche difficoltà. Mi sono ritrovata a riformulare frasi e concetti per rendere quanto più godibile la lettura per noi. Spero apprezziate lo sforzo, ma se avete dei consigli su determinati passaggi, non esitate a scrivermi. Diciamo che con questo primo capitolo, abbiamo avuto la prova del 9: scrivere smut non è semplice senza cringiare la gente, figuriamoci tradurre un testo esplicito ma ci ho messo tutta la mia buona volontà.
Sono apprezzati disagi e commenti vari <3
Gli aggiornamenti saranno quanto più veloci mi siano possibili ma voglio fare anche un buon lavoro quindi abbiate pazienza, vi terrò aggiornati su twitter: @
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