Capitolo Due
Kant:
Sono all'hotel XXX con il mio gatto testardo
Style:
Mi stai informando o ti stai solo vantando del fatto che stasera sei riuscito a rimorchiare quel tenero marmocchio?
Style abbassò lo sguardo sul telefono nella mano destra, tenendo il broncio sullo schermo, anche se sapeva che Kant, il suo migliore amico, non poteva vedere la sua espressione.
Prese il telefono mentre si approssimava a un semaforo rosso. Dopo che il suo amico era scomparso con colui che aveva soprannominato il "gatto testardo", Style aveva continuato a bere ancora un po'. Quindi, in questo momento, stava infrangendo due leggi del traffico.
Uno: bere e guidare.
Due: usare il telefono mentre guidava.
Ma in fondo di chi stavamo parlando? Di Style, figlio del proprietario dell'officina STYLE AUTO. Era fiducioso nelle sue capacità di guida, sicuro che non avrebbe avuto un incidente.
Ma, per tutti i monaci, ogni cosa è precaria. Soggetta a decadere per natura. Bisogna sforzarsi di essere vigili.
La disattenzione spesso porta al disastro. Che si tratti di uno spirito malizioso o di una divinità infastidita che si oppone alla sua arroganza e alla sua eccessiva sicurezza, di fatto, all'improvviso, la sua auto scivolò in avanti e tamponò l'auto ferma al semaforo rosso davanti a lui.
Crash.
Non aveva colpito eccessivamente forte, ma un incidente era pur sempre un incidente. Dando un'occhiata veloce, vedeva che la targa era caduta e la vernice si era leggermente graffiata. Inoltre, la sua assicurazione era scaduta. Per fortuna l'auto davanti non era un'auto europea di lusso che valeva milioni.
Bene, prima di tutto, negoziamo pacificamente con il proprietario.
"Accidenti..." aveva praticamente guaito come un cane.
Il motivo della sua esclamazione? Il proprietario dell'auto di fronte aveva aperto la portiera ed era sceso. Inizialmente si era messo a lato dell'auto, con le mani sui fianchi, sollevando il mento aveva fatto un respiro profondo come se cercasse di calmarsi. Poi aveva sbattuto la portiera con forza, mostrando chiaramente in faccia la propria rabbia. I suoi lineamenti intensi e spigolosi lo facevano sembrare ancora più intimidatorio.
Ora si dirigeva verso Style con passo lento e costante. Lui sedeva rigidamente in macchina, stringendo ancora il suo smartphone, con lo schermo ancora acceso a riprova del fatto che era distratto prima del tamponamento. Non si era reso conto di quanto fosse sveglio e attento il proprietario dell'altro veicolo. Ma quando si era fermato proprio sul lato del guidatore, doveva aver notato il telefono che aveva in mano, il che probabilmente gli dava la prova tangibile del perché lo avesse tamponato.
Dopo aver aspettato un attimo, mentre era seduto in silenzio, quello aveva finalmente bussato al suo finestrino, facendogli segno con un dito di scendere per parlare.
Nel momento in cui Style uscì, Fadel, con il suo istinto omicida e i suoi sensi acuti, colse un sentore di profumo misto ad alcol.
"Mi dispiace. La mia auto... devono essere i freni, devo controllarli-" disse Style con un sorriso nervoso all'uomo dall'aria severa. Il temibile proprietario dell'auto che aveva tamponato non disse nulla, facendo un passo indietro per ispezionarlo dalla testa ai piedi.
"Hai bevuto, vero? E sembra che tu abbia anche usato il telefono mentre guidavi".
"Ehm... no, non è questo...".
Fadel guardò le guance arrossate dell'altro. Non erano molto dissimili in altezza, ma le loro corporature erano molto diverse. Fadel si allenava regolarmente, e la sua struttura muscolare faceva sembrare il ragazzo di fronte a lui quasi magro a confronto.
"No, ho ragione. Sei incredibilmente spericolato, bevi e usi il telefono. Le tue stronzate sono solo una perdita di tempo. Per fortuna l'incidente è stato di minor entità. I guidatori ubriachi come te... sono una minaccia. Guidare in modo così imprudente è la causa di perdita di tante vite innocenti. Mi viene da chiedermi come sei stato cresciuto".
Style alzò quasi le mani in segno di scusa. Anche se il tono dell'altro era piatto, portava con sé un pizzico di irritazione e ogni parola tagliava nel profondo. Gli venne voglia di tornare strisciando nel ventre di sua madre per la pura vergogna.
Va bene, va bene, ora me la sto facendo addosso per la paura. Mi dispiace, ok? Smettila di farmi la predica, non riesco nemmeno a stare dietro a tutti i rimorsi.
Voleva singhiozzare ma era completamente bloccato, riuscendo solo ad alzare le mani in segno di scusa. Vedendo ciò, il tizio schioccò la lingua, mise le mani sui fianchi e si allontanò.
Fadel notò che altri automobilisti rallentavano per guardare l'incidente e sospirò di nuovo.
"Chiama la tua assicurazione, così possiamo andare entrambi a casa".
"La mia assicurazione è scaduta. Tu ne hai una?".
"No. Devo chiamare la polizia o dobbiamo risolvere la questione qui? Penso che sia meglio risolverla da soli. Dubito che tu voglia vedere la polizia, visto che hai bevuto".
"In effetti..." Style si grattò goffamente la testa, scompigliandosi i capelli. Non immaginava che Fadel lo avesse già inquadrato.
Il motivo per cui non voleva coinvolgere la polizia il tipo dal tono tagliente lo aveva esplicitato molto bene: Style era nel torto marcio.
"Allora, di cosa si tratta?". Fadel incalzò incrociando le braccia, emanando un'aura fredda e spietata.
"In realtà, sono un meccanico d'auto. La botta non è così grave. Se vuoi, puoi portarla nella mia officina e coprirò tutte le spese di riparazione".
"Sei tu il colpevole e hai urtato la mia auto, quindi ovviamente dovresti essere tu a occuparti della riparazione, quanto meno dei costi".
Fadel non chiese un risarcimento per il tempo perso. Guardò Style mentre si avvicinava per controllare il retro della sua auto. Osservandolo mentre la esaminava con perizia, Fadel era quasi convinto che fosse davvero un meccanico, ma la sua natura cauta lo manteneva scettico.
Poi Style tornò all'auto e consegnò a Fadel un biglietto da visita con il nome e l'indirizzo del negozio.
"Style..." Fadel tirò fuori il telefono e cercò la posizione dell'officina, scoprendo che non era lontana dalla sua nuova casa.
"Come ti chiami?"
"Devo proprio dirtelo?"
"Nel caso in cui tu venga in officina e io non ci sia, puoi lasciare l'auto e dire al meccanico il tuo nome".
"Fadel."
"Va bene, Fadel. Se è tutto a posto, andiamo per la nostra strada".
Fadel non rispose, non fece nemmeno un cenno di assenso. Mentre tornava alla sua auto, disse a Style: "Porterò l'auto domani verso metà mattina".
"Passa quando vuoi. Domani sono libero tutto il giorno", rispose Style con un dolce sorriso. Poi il suo sorriso... Il sorriso dolce di Style si trasformò rapidamente in un sorriso amaro. La personalità di Fadel era terribilmente ostile, non gli importava nulla, non si era nemmeno voltato dalla sua parte, e ora stava tornando alla sua auto con uno sbuffo.
Chi avrebbe mai pensato che un piccolo incidente lo avrebbe coinvolto in un legame così strano?
E chi avrebbe mai pensato che colpire una volta il paraurti posteriore dell'auto di Fadel si sarebbe trasformato in un disastro senza fine per il proprio posteriore?
Kant lasciò l'albergo in tarda mattinata. Dopodiché non fece altro che dirigersi verso casa, senza pensare al gatto testardo che lo aveva "sedotto e abbandonato". Tuttavia, mentre guidava con calma, si sorprese a pensare all'incontro della sera precedente.
Forse era a causa del fascino che scaturiva dagl'occhi di quel ragazzo. Quando lo guardava, gli sembrava di avere il controllo totale e, accidenti, era eccitante. L'istinto gli diceva che fosse diverso dalle altre sue avventure e si chiedeva cosa lo contraddistinguesse tanto.
Ma per quanto ci pensasse, non riusciva a trovare una risposta. Smise di pensare mentre parcheggiava l'auto nel garage di casa. Il primo piano della sua casa era adibito allo studio di tattoo, mentre il secondo era quello che condivideva con il fratello minore, Babe.
Erano solo loro due. I loro genitori erano morti quando lui e Babe erano ancora bambini. Costretto a crescere troppo presto dopo la loro morte, era finito per essere un po' iperprotettivo con lui. A volte Babe scherzava dicendo che si comportava più come un padre che come un fratello.
Il suo negozio di tatuaggi era aperto dal pomeriggio alla sera presto. Poiché riceveva i clienti principalmente su appuntamento, aveva ancora una certa flessibilità nella gestione del suo tempo.
Dalla porta Kant notò che, accanto alle scarpe del fratello, ce n'era un altro paio. Era certo di non averle mai viste prima. Forse Babe aveva portato un amico.
Vedendo che il fratello minore non era a scuola, Kant si ricordò improvvisamente che fosse sabato. Aveva il suo primo appuntamento con il tatuaggio alle 15, quindi pensò di fare un pisolino prima del lavoro.
Passando davanti allo studio al primo piano, sentì il volume alto della televisione al secondo. Kant si mosse con cautela, pensando che Babe fosse con un amico. Quando arrivò in cima alle scale, la prima persona che vide non fu Babe, ma Nott, l'amico intimo di suo fratello minore.
"Ehi, P'Kant!"
"Mh, sei rimasto a dormire ieri sera o sei arrivato solo stamattina?".
"Sono arrivato un po' prima di te", rispose Nott con gentilezza. Kant non riusciva ancora a capire come un ragazzo così ben educato fosse finito ad essere amico di Babe. Soddisfatto della risposta, annuì e lanciò un'occhiata al fratello, che se ne stava comodamente sdraiato a guardare la televisione, a differenza dell'amico che sembrava studiare.
Ma non poteva criticare Babe per questo. Nonostante il poltrire, lo spuntino e il fatto che raramente lo vedesse studiare per gli esami, i voti di Babe erano sempre notevoli.
Quindi, si poteva ben dire che la buona genetica fosse di famiglia.
"E tu, fratello? Dove sei stato per tornare a quest'ora?". Naturalmente questa domanda veniva da Babe.
"Non sono affari tuoi, ragazzino".
"Probabilmente sei andato a spargere i tuoi semi in giro, eh? Sei stato attento (hai usato una protezione)?".
"Che domande sono queste!"
Kant rispose rapidamente, con aria seccata, mentre andava a sedersi accanto al fratello minore. La televisione trasmetteva il telegiornale di mezzogiorno e, poiché l'argomento era interessante, i due fratelli rimasero in silenzio ad ascoltare: l'omicidio di un famoso investitore immobiliare, morto ipoteticamente per un conflitto d'affari. Nessun sospetto era stato ancora arrestato...
"Ehi, non è il tizio che è stato al centro delle cronache qualche giorno fa per traffico di esseri umani?". Chiese Kant. Babe appoggiò il mento sulla mano.
"Sì, è lui. Scommetto che non sia un caso che sia stato ammazzato. Sui social media tutti ipotizzano che dietro la banda di trafficanti di esseri umani ci fosse un grande boss. Forse aveva esaurito la sua utilità nel giro e quando il caso è saltato fuori, mettendo a rischio la figura dei piani alti, hanno deciso di farlo fuori".
"Sembra una soap opera".
"Sai com'è, le soap opera sono basate sulla vita reale".
"La storia è su tutti i giornali, ma non ci sono indizi?".
"Il sicario potrebbe essere un vero professionista".
"Un fedele servitore del capo, che fa fuori chiunque gli sbarri la strada".
"Ti riferisci a te stesso?"
"È solo una parodia! Comunque, non stai studiando come Nott?".
"No. Sta studiando perché ha intenzione di fare un breve programma di scambio in Inghilterra. Io non ci vado".
"Non avevi detto che volevi andarci?".
Babe emise un lungo sospiro.
"Ho i soldi?"
Questa domanda spiegava il perché ci avesse rinunciato alla sola idea. Kant incrociò le braccia.
"Quanti soldi ci vogliono?".
"Non importa. Non pensare di cercare ancora denaro in qualche strano modo. Se non vado adesso, non morirò, giusto? Lavorerò sodo e metterò da parte un sacco di soldi per andarci fra qualche anno".
Babe lo interruppe, sciogliendo le gambe e avvicinandosi al suo caro amico Nott.
"Andiamo, Nott. Mangiamo qualcosa".
Una volta che i due ragazzi se ne furono andati, Kant rimase seduto nello stesso punto, continuando a guardare la televisione, anche se non capiva affatto il contenuto delle notizie. Finché il telefono che teneva in tasca non suonò insistentemente.
Rispose subito, non appena si rese conto di chi stesse chiamando.
"Pronto, cosa c'è, capitano?".
"Scendi, devo parlarti"
Kant scese le scale come da istruzioni, senza bisogno di uscire per accogliere l'ospite non invitato. Appena raggiunto, il capitano Kris, colui che lo aveva appena chiamato, era già seduto su una sedia all'interno della casa, fumando una sigaretta.
Kant alzò gli occhi infastidito. Gli incontri con il capitano Kris non erano mai piacevoli. La prima volta che si erano incontrati era stato mentre stava rubando un'auto. Il capitano non lo aveva mandato in prigione, ma lo aveva costretto ad aiutarlo nelle indagini del momento, blaterando di usare dei criminali per catturarne di altri, come un fantasma che vede un altro fantasma, o qualcosa del genere. Il punto è che aveva aiutato il capitano con successo diverse volte. Il motivo per cui era uscito di prigione e viveva liberamente era riconducibile al fatto che fosse un fantasma che vendeva la faccia di tanti altri fantasmi.
Il capitano Kris annuì in segno di saluto mentre Kant si avvicinava e si sedeva sulla sedia vuota di fronte a lui.
"Hai aspettato che mio fratello uscisse prima di entrare, vero?".
"Sì, appena ho visto uscire tuo fratello sono entrato".
"C'è del lavoro? Non voglio più farlo. Ogni volta che mi usi, mi sento come se fossi sull'orlo di una catastrofe, la mia morte. E poi... l'ultima volta hai detto che era l'ultima, quindi... Questa volta non accetterò nessun lavoro".
"Non ho ancora detto nulla. Non avere fretta di decidere. Ascolta prima la proposta e i dettagli del lavoro".
"No."
"Ti sto dicendo...". Il capitano Kris abbassò la voce e sembrò davvero intimidatorio. Kant deglutì a fatica, prese il pacchetto di sigarette sul tavolo rotondo lì vicino e ne accese una. Il veleno gli distruggeva i polmoni e i nervi, ma alleviava in qualche modo il tumulto del suo cuore.
"Allora sbrigati a parlare".
"Hai visto le grandi notizie ultimamente?".
"Quali grandi notizie? Ne passano di ogni ai notiziari. Si tratta di celebrità che si lasciano? Quella del terzo incomodo? Quella news è esplosa ovunque".
"Parlo dell'assassinio del politico della scorsa settimana e dell'omicidio del ricco uomo coinvolto negli scandali di traffico di esseri umani".
"Oh... Ho guardato il telegiornale con mio fratello poco fa".
Poiché entrambi stavano fumando, una nebbia bianca di fumo riempiva la casa. "Sospetto che la persona dietro a tutto questo sia la stessa. Il politico e l'uomo ricco si conoscevano. Sembra che collaborassero al traffico di esseri umani".
Kant emise un profondo sospiro, senza dire una parola. Il capitano Kris continuò a parlare: "Credo che questi siano gli assassini che stanno usando, ma non ci sono abbastanza prove per confermarlo".
Una busta marrone fu gettata sul tavolo rotondo con un leggero tonfo. Kant la prese con la mano, ma non estrasse i documenti all'interno per guardarli.
"Cosa vuole che faccia esattamente?".
"Voglio che tu indaghi e che raccolga prove. Devo sapere che questi due sono i veri assassini. Il passo successivo è risalire a colui che sta orchestrando tutto".
"Wow... la polizia non è in grado di fare nulla. In che modo posso indagare, capitano? Sono assassini... assassini! Io sono solo un ladruncolo. Non esiste, non accetterò questo lavoro".
"Tu? Un ladruncolo? Il tuo lavoro passato non può essere classificato come 'insignificante', Kant. È tutta la notte che ci penso, cercando di pensare a chi sarebbe più adatto di te per questo lavoro. Sei ben oltre che un genio del furto".
"Oh, andiamo... sta esagerando, capitano". Bisognava credergli, Kant non si sentiva affatto bene per l'elogio. Al contrario, era piuttosto a disagio in quella situazione. Cercò di aprire i documenti per alleviare il suo imbarazzo.
"Se accetti il lavoro, ti prometto di cancellare la tua fedina penale. Soprattutto, questo lavoro prevede un compenso significativo; i piani alti stanno investendo risorse per catturare la mente che sta dietro a tutto questo".
Kant non rispose immediatamente. Estrasse i pochi fogli dalla busta e li sfogliò. Velocemente scoprì che contenevano informazioni su individui identificati come assassini. I documenti erano due: il primo si chiamava Fadel. Le informazioni personali fornite dal capitano Kris potevano essere facilmente utilizzate per approfondire l'indagine.
Kant aggrottò le sopracciglia e la fronte quando vide la foto dell'altro assassino. Il suo cuore ebbe un sussulto, poi cominciò a battere fortissimo. Tutti i suoi nervi si sentirono gelati, come se centinaia o migliaia di occhi fossero fissi su di lui, immobilizzandolo.
L'altro assassino si chiamava Bison... La foto scattata di nascosto era abbastanza dettagliata da permettergli di riconoscere che questo assassino era il gatto testardo che aveva giocato con lui la notte precedente.
Kant ci mise un po' a ritrovare la calma. I suoi bellissimi occhi mostravano accenni di esitazione e sorpresa. Come poteva quel ragazzino trasformarsi in una bestia selvaggia? L'aspetto carino era troppo innocente per essere coinvolto in qualcosa di brutale come l'omicidio.
Wow, pretty boy, mi lasci sgomento.
Kant alzò una mano per strofinarsi la nuca.
"È sicuro che questi due siano gli assassini?".
"Sicuro al quaranta per cento, ed è per questo che ho bisogno di una persona che indaghi e che non sia della polizia"
"Non sembrano affatto assassini".
"Discutiamo i dettagli del lavoro. Dobbiamo trovare le prove che sono assassini e risalire alla mente".
"Quando ho detto che avrei accettato questo lavoro?".
"La tua faccia sembra interessata".
"Quanto è la paga? Mio fratello vuole partecipare a un programma di scambio in Inghilterra e voglio negoziare il compenso".
----
Posso dirlo già da adesso: innamorata persa di Fadel. E Joong mi darà senz'altro il colpo di grazia.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top