Capitolo 9 La Gemma dell'Anima

Gli Avengers erano saliti su The Hawk in modo solenne, gli uni accanto agli altri, nelle tute colorate, equipaggiati il più possibile, carichi per affrontare qualsiasi nemico.

Barton e Romanoff erano ai comandi e sulla plancia, sopra la strumentazione, attaccato al vetro, c'era la mascotte a forma di Falco che Rafflesia teneva sempre con sé ed aveva piazzato lì come portafortuna; subito seduti dietro, proprio la moretta e Fox, a seguire Tony e Bruce, in ultimi Thor e Steve.

'Siete pronti?' Stark lo domandò buttando fuori l'aria dai polmoni.

'Ce l'hai già chiesto ieri e milioni di volte prima. Alcuni se ne vanno. Beh, Tony, noi proprio no! Siamo prontissimi!' gridò Rogers, piuttosto nervoso.

'Allora, Clint, siamo nelle tue mani' lo invitò Iron Man.

'The Hawk, decollo rapido' sibilò Barton. La cupola dell'hangar si aprì ed il rapace volò via, innalzandosi gradualmente, fino a prendere pian piano una velocità sostenuta.

'Signori, allacciate le cinture e reggetevi, stiamo per avvicinarci alla velocità della luce: tre, due, uno' Nat scandì i secondi che mancavano ad attivare il termoreattore. Non appena finì il conto, vennero sbalzati all'indietro da una potente onda d'urto che li fece quasi sollevare dai seggiolini.

L'arciere, che se lo aspettava, fu pronto a tenere fermi i comandi per proseguire nella loro rotta senza alcun indugio.

'Per la miseria, pare di essere al Luna Park, sulle montagne russe; in confronto, il simulatore era una passeggiata di salute' evidenziò Mulder.

'Era un mero esercizio, la realtà è sempre differente' Barton pilotava, con andamento costante, un'occhiata veloce alla Tyler alle sue spalle, silenziosa, piena nelle vene del miorilassante iniettatole da Banner, attenta ad osservare l'oscuro spazio profondo dove stavano muovendo i primi passi.

'Siamo perfetti: via, verso il 2012!' Bruce fissava la strumentazione, da lui stesso coprogettata con estrema soddisfazione.

'Ci vorranno circa sette ore di volo, calcolate col nostro orologio. Clint, Nat, quando scenderemo, approfittatene per riposare un poco' suggerì Tony.

'Certo, buona idea' Romanoff acconsentì, scettica che l'ansia che aveva in corpo le avrebbe permesso un minimo rilassamento.

'Da quando le persone che amavamo si sono dissolte, ho tentato di farmene una ragione con tutte le mie forze. Non avendo oggettivamente la minima idea di come poter cambiare l'accaduto, ho partecipato a gruppi di supporto psicologico, auspicando di aiutarne i membri; al termine degli incontri ero più avvilito di prima. Dicevo loro che era necessario andare avanti, dentro di me ero il primo a non volevo farlo. Forse non è un caso, che stiamo tornando indietro' il Capitano si era aperto a discapito della propria timidezza.

'Concordo' il principe asgardiano fu solidale.

'In cuor mio, desidero rivedere Bucky, più di ogni altra cosa. Non sono riuscito a sconfiggere Thanos, non ho salvato nessuno ed ho perso lui' per Steve, la più aperta confessione che potesse fare, il cuore spalancato all'inferno della propria solitudine assoluta senza il compagno di una vita.

'Una volta, Cap, hai detto che avremmo combattuto insieme, vinto insieme e perso insieme. Sei stato profetico. In Wakanda abbiamo perduto insieme contro un avversario più forte di noi. Per me è stato peggio che un lutto; non si è trattato soltanto di essere sconfitto, me ne sarei fatto una ragione. Non ho protetto il mio popolo, che è stato decimato, per la maggior parte, prima dello schiocco, e non ho saputo governare quel poco di Asgard rimasto sulla Terra. Sono stato fiaccato dagli eventi, mi ritrovo depresso e infelice' il biondo era cambiato ed irriconoscibile agli occhi dei suoi amici e di chi lo conosceva bene.

'Vedi, principe' Rafflesia si buttò in una saggia osservazione consolatoria, in fondo di tempo ne avevano e distrarsi era l'ideale 'il problema è che, da ciò che ho sentito su di te, sei sempre stato perfetto. Più simile ad una divinità chiaramente per la tua stessa natura, e quindi senza difetti, infallibile. L'intensità del carattere, e quella credimi non ti manca, consiste nel superare le proprie paure e sconfitte, per diventare migliori, per crescere. Non trovi? Non soffermarti sulle tue debolezze, fanne il tuo punto di forza. Ripartì da lì'.

Il gigante biondo annuì, riflettendo sulle sue parole.

'Ognuno hai i propri fantasmi. La mia vita prima degli Avengers è stata un susseguirsi di azioni insane. Ero un'assassina provetta, lo sapete bene. Sono stata sottratta a una morte certa perché la persona splendida che sta pilotando al mio fianco, ha ritenuto di risparmiarmi. E certamente non lo meritavo' Vedova Nera raccontò i propri trascorsi.

'Nat, che dici? Straparli!' borbottò Clint.

'La verità, amico mio. Comunque negli anni ho cercato di redimermi e di cancellare le note rosse sul mio registro. Insieme a voi che siete diventati l'unica famiglia che abbia mai avuto e, soprattutto, l'unica che abbia mai avuto un senso. Non ho fatto altro che pensare a questo momento, a cercare una soluzione per venirne fuori. Ammetto di essere particolarmente agitata e di non sentirmi all'altezza, dopo anni di lavoro' la russa ammise.

'Sei troppo dura con te stessa. Ti sei giudicata colpevole, senza alcun appello. Natasha, sgombra la mente dai sensi di colpa e dai giudizi morali. Vale per noi tutti: da questo momento in avanti, non esistono né registri, né note rosse!'. Rafflesia, commentando, fissò la testa di Barton, il suo divertente taglio di capelli alla moicana, certa che l'avesse spizzata con la coda dell'occhio. La sua frase per loro aveva un enorme significato.

Avevano chiacchierato un pochino, il tempo scorreva lentissimo in un concetto di tempo così labile e incoerente.

'La mappa indica che siamo nel 2012. Sotto di noi c'è la Terra. Falco, atterra sul palazzo accanto alla Stark Tower in modalità camaleonte' ordinò Tony. The Hawk si mimetizzò divenendo identico all'ambiente esterno e alla superficie ove si era poggiato.

'Non scendete dalla navetta per nessun motivo. Meno si altera la linea temporale, meglio è. Io andrò a casa di Strange' spiegò Bruce.

'Io e Stark recupereremo le altre due pietre, a fra poco spero' il Capitano, pallido, aprì il portellone e, preso un lungo respiro, si precipitò giù per la scaletta, scudo alla mano.

Tony e Banner fecero altrettanto.

'Odio le attese. Sgranchiamoci le gambe' l'arciere si era alzato per un po' di stretching.

'Stai bene? Pilotare il velivolo è piuttosto semplice; il viaggio è stato comunque di sette ore e non ti sei risparmiato' la moretta gli fu subito accanto.

La guardò fisso, nelle amate ametiste 'Ora sì' gli bastava esserle vicino, sentire la sua presenza, udire la sua voce, incrociare il suo sguardo; il suo mondo cambiava in un baleno, il cielo si apriva in una luce brillante.

'Anche io' intuendone i pensieri, lo carezzò sulla mano tatuata.

Aspettarono, fiduciosi, poiché altro non potevano fare.

I tre Avengers tornarono alla spicciolata.

Prima Bruce: l'Antico stava contribuendo alla salvaguardia della Terra dai Chitauri e gli aveva spiegato che le Gemme dell'Infinito rendevano saldo il flusso della realtà. Lo Stregone Supremo gli aveva pure diviso la coscienza dal corpo di Hulk, in cui si era trasformato, appena messo il primo piede a terra. Avevano avuto una lunghissima discussione, in cui Banner aveva confidato che Strange aveva dato di sua sponte la pietra a Thanos, chiarendo a Tony che esistesse un'unica possibilità di sconfiggere il mostro; alla fine, l'Antico si era convinta e il dottore poteva ritenersi soddisfatto.

Poi giunsero Rogers e Stark insieme con due valigette metalliche; in una c'era il Cubo cosmico, nell'altra la pietra blu, la Gemma dello Spazio.

Thor, piuttosto silenzioso, scrutò il Tesseract, per lui il male assoluto, intanto che Tony con cautela apriva la sua custodia.

'Decolliamo' Romanoff li avvertì e si accomodarono nelle postazioni iniziali.

Dopo la partenza, tranne i piloti, si alzarono dalle sedute per osservare le Gemme, incantati dallo spettacolo della luce incredibile che emanavano, quasi ammaliante. Con estrema delicatezza il principe aprì il cubo azzurro. Era uno dei pochi in grado di reggere l'energia sprigionata da quella diavoleria. Ne estrasse la pietra gialla e la inserì nel guanto metallico, realizzato da Stark per Bruce, unitamente alle altre due.

Con un sospiro, il biondo cercò di quietare i pensieri; Mulder lo aveva avvisato di tenersi pronto. In pochi minuti avrebbero raggiunto il punto in cui si trovava Asgard nel 2013 giacché le mete successive alla prima erano vicine. Indicò egli stesso il punto esatto utile per l'atterraggio e il Falco planò dove segnalatogli, in modalità camaleontica.

'A presto' il principe si mosse, inquieto.

'Sarà durissima per lui, si tratta di rivedere la donna di cui si era innamorato, Jane, e sua mamma. Dal punto di vista psicologico, è complesso' Rafflesia commentò, preoccupata 'In particolar modo nello stato di prostrazione in cui si trova; non è solo per l'appesantimento fisico, è la sua mente il problema'.

'Ce la farà!' Steve ne era certo.

Fu così. Thor ripiombò sul velivolo, commosso. In una mano teneva la fiala rossa e la pietra viola, nell'altra il Mjolnir. Il volto era aperto in un bel sorriso 'Ho incontrato mia madre, è stato meraviglioso; ci siamo confrontati e sono più sereno, rinvigorito!'.

'Ok, allora, belli, manca un'ultima tappa, non meno importante!' Stark con un gesto del capo spronò i due piloti a riprendere il viaggio.

Fox dette un buffetto alla Tyler, sulla spalla, leggendole nella testa; era gelata, rigida. Tremava al pensiero che l'arciere fosse stato scelto per quel recupero, dal primo momento che il Direttore aveva spiegato il piano.

Vormir non le fece affatto una buona impressione neanche dal vetro della navetta. Era un pianeta più piccolo della Terra, avvolto in un alone violetto scuro; particolarmente inospitale e disabitato, a quel che vide al momento dell'atterraggio. Zero vegetazione, zero vita, rocce ovunque.

'Siamo pronti' Clint, abbandonata la tuta di pilotaggio e vestito dell'uniforme in pelle nera -che aveva utilizzato negli ultimi cinque anni come Ronin, la faretra colma di frecce, agganciata alle spalle, unitamente all'arco pieghevole e spada alla mano - si stagliava accanto il portellone per la discesa. Dette uno sguardo di sbieco a Rafflesia: forse era l'ultima volta che ne avrebbe incrociato i meravigliosi occhi violetti.

Lei gli fece l'occhiolino e l'uomo sentì un maggior peso sul cuore.

Natasha, anche lei in tuta scura, armata fino ai denti, i lunghi capelli rossi raccolti in una treccia, era alle sue spalle; Bruce tentava di non guardarla, l'emozione poteva giocare brutti scherzi.

Barton mosse la maniglia metallica; un bagliore rosso fuoco gli si parò innanzi e una strana creatura - alta, vestita con un lungo mantello in pelle, con un cappuccio ad incorniciare il viso completamente scarnificato - gli apparve di fronte.

Rogers si affacciò riconoscendo Teschio Rosso, acerrimo nemico di molte battaglie, e si affrettò a raggiungere i colleghi. Tutti gli occupanti di The Hawk si erano attivati per capire cosa accadesse.

'E' il guardiano della Gemma dell'Anima e di solito non si sposta mai dal dirupo che controlla' spiegò Thor 'è cosa davvero anomala!'.

'Benvenuti su Vormir' il Teschio li salutò, tranquillo e per nulla minaccioso 'Conosco i vostri piani; state sereni, è nel vostro fato prendere la pietra. Tuttavia solo due di voi avranno il privilegio di accompagnarmi fino in fondo al percorso; tu, Clint, marito di Laura e tu, Rafflesia, moglie di Jason' rise sbeffeggiandoli 'Siete i prescelti' con un gesto della mano indicò loro la strada da percorrere.

'No, devo andare io' la Romanoff si ribellò.

'Puoi venire, anzi, potete venire tutti come semplici spettatori poiché esclusivamente uno di loro due otterrà la Gemma' li ammonì, serio e solenne.

La Tyler scese la scaletta con il Falco alle spalle che ne fissava la nuca, i capelli corvini, morbidi e profumati su cui aveva affondato il volto nelle lunghe notti di passione.

'E' inutile rimanere qui, seguiamoli; comunque se non recupereremo tutte le pietre, il Guanto sarà inservibile' Fox non aveva la minima intenzione di lasciare la sua amica del cuore da sola.

Si incamminarono in fila indiana uno appresso l'altro.

'Che diavolo vuol dire?' Clint era fuori di sé.

Rafflesia, che aveva inteso perfettamente la situazione, non poté rispondergli, giacché la strana creatura lo fece al suo posto 'Per recuperare la pietra uno di voi dovrà scarificare la sua anima, in favore dell'altro. È  l'unica chiave di volta, per entrarne in possesso; è così, dall'inizio e sarà ancora più doloroso visto il sentimento che vi lega. È difficile ma non impossibile, ci sono riusciti tutti. Nel cammino, chiedetevi chi dovrà essere la vittima e chi il carnefice'.

Clint emise un lamento.

'Ha ragione, la leggenda tramandata dai miei antenati narra esattamente questa verità; tra l'altro Thanos ha sacrificato sua figlia per entrarne in possesso' il principe, mesto, confermò.

'Ascoltami, Falco, non intendo ripetermi e non voglio discuterne' la moretta, razionale e decisa, iniziò un discorso ad alta voce voltandosi per un attimo con sguardo eloquente verso Natasha e Steve, gli amici più stretti dell'arciere, che, comprendendo quanto stesse per chiarire, annuirono, cupi 'Tu sei il pilota di The Hawk e senza di te non tornerete indietro, lo sai bene. Per di più sei un Avenger ed hai una famiglia numerosa e splendida, io solo mio marito; non c'è prezzo per i tuoi figli, a mio avviso. Dobbiamo prendere la Gemma, a qualunque costo: c'è un'unica scelta, un'unica persona da sacrificare, per il nostro progetto e... Clint, amore mio' le tremò la voce 'Non sei tu!'.

L'arciere era terrorizzato, con la mente vuota. Aveva ragione Rafflesia, ovviamente, aveva analizzato alla perfezione lo stato in cui erano approdati. Si sforzò: la soluzione che vedeva all'orizzonte gli pareva una follia. Lui avrebbe tentato di salvarla, la amava alla follia!

'Questa, per voi, è la fine ed insieme l'inizio' Teschio Rosso li aveva condotti lungo un faticoso e scosceso sentiero fino ad un burrone, un enorme precipizio impervio, facendogli capire che avrebbe consegnato la pietra a seguito del sacrificio. Non mentiva!

Barton e la Tyler fissarono giù, nel baratro delle loro anime e in quello più profondo sotto i loro piedi. Era un salto di un'ottantina di metri, fatale.

'Non affrettatevi. Avete tutto il tempo che volete, per scegliere' bisbigliò il mostro.

'No, non ne abbiamo' Rafflesia portò Clint per mano verso i colleghi rimasti più spostati. Meglio allontanarsi, le sarebbe servita una vigorosa spinta per gettarsi.

Lui le tenne la mano, saldamente.

'Fox, ti prego, saluta Jason da parte mia; saprai cosa dirgli per consolarlo, ne sono certa' la mora dette un bacino al collega e gemello genio di una vita, che la fissava, tentando di non cedere al pianto. Non era il momento, bisognava tenere i nervi saldi.

'Conto su di voi, ragazzi' la Tyler fece un saluto generale agli Avengers, scrutando Natasha che la contraccambiò, complice.

Alla fine fu costretta a guardare il Falco; appoggiò la fronte sulla sua e fece combaciare le loro mani destre, al cui anulare indossavano le fedine scambiatesi la notte precedente 'Ciao, Clint...' non riuscì a dire altro con il cuore e il resto in pezzi.

'Abbiamo un'idea diversa di chi sia la persona che deve sacrificarsi' l'arciere lo sibilò e la scansò da sé con una forte pressione delle braccia, facendola cadere a terra per correre verso il dirupo e lanciarsi al suo posto.

Lei lo aveva previsto, da eccellente profiler, e gridò verso Vedova Nera 'Nat, ora!'.

La russa, velocissima e pronta, sparò una scarica elettrica immobilizzante al suo amico più caro. Nel momento in cui lo fece ebbe la consapevolezza che la loro amicizia sarebbe finita lì e che lui l'avrebbe odiata! Se ne fregò e proseguì aumentando l'intensità della corrente; lo avrebbe salvato ed avrebbe dato più chance alla missione, a qualunque costo.

'Bastarda!' il Falco incenerì la russa con lo sguardo, negli occhi il fisico flessuoso di Rafflesia che stava per gettarsi. Ritrovò ogni briciolo di particella di lucidità e di forza fisica; in un recupero incredibile, si mise a sedere, prese l'arco e lanciò una freccia che interruppe il percorso della moretta, colpendola davanti ai piedi.

'Noooo, perché l'hai fatto?' la federale, prona, lo vide avventurarsi verso il precipizio. Non tutto era perduto: si rialzò, lo seguì e si gettò, immediatamente dietro di lui. Un nanosecondo seguente lo agguantò con le braccia, e con un rampino sparato nella roccia, lo agganciò tramite la tuta alla parete di pietra. Prima di lasciarsi andare nel vuoto sentì una presa, la mano tatuata che l'aveva agguantata per la sua sinistra.

'Non mi lasciare, no' gridò Barton, gli occhi azzurri nelle ametiste della sua donna.

'Non ti sto lasciando: solo perché non saremo insieme non significa che non ti amerò' mosse la destra per mostrargli la fedina, la baciò e poi forzò la presa che lui stava, comunque, perdendo, per obbligarlo ad allentarla.

'Ciao, amore' furono le ultime parole per il suo Falco, gli occhi lucidi, zeppi di sentimento. Le bisbigliò nello stesso modo che usava quando si amavano, stretti l'una all'altro.

Clint non riuscì più a tenerla, il braccio gli si stava quasi staccando dalla spalla, era sudato, teso e stanco, lei, invece, troppo pesante e non collaborativa. Gli sfuggì, d'improvviso. Si sentì impazzire: il suo corpo bellissimo finì alla base del precipizio in un lago di sangue e in posizione innaturale! Iniziò a piangere, sommessamente; sentì la voce di Steve per due secondi, senza capirne le parole poi il nulla, il vuoto totale intorno a sé. Perse la lucidità e i sensi.

Si risvegliò in una pozza di acqua fredda, col sole arancione di Vormir che albeggiava; i colleghi erano a terra, presi anche loro da una sorta di stato di sonno, e si stavano destando, all'unisono. Ricordò, disperato, l'accaduto.

'Rafflesia...' Fox mormorò, il viso fra le mani.

Nessuno controbatté, il Falco meno che mai.

'Clint, ce l'avete fatta!' Romanoff fissò il pugno dell'amico chiuso nel guanto di pelle nera che usava per tirare, da cui usciva un bagliore pulsante, color arancio acceso: la Gemma dell'Anima!

L'uomo si alzò, si diresse verso Tony e gliela consegnò, le spalle incurvate, la testa bassa, un singulto appresso l'altro.

'Mi dispiace tanto, Clint' Stark, la voce rotta dall'emozione, non era riuscito ad esprimere il suo dolore e la sua vicinanza in maniera diversa. Non importava. Barton nemmeno rispose.

'Dobbiamo muoverci, prepararci' Steve, inebetito, in lontananza, scorse la figura di Teschio Rosso che camminava nella loro direzione con qualcosa fra le braccia: il cadavere dell'agente Rafflesia Tyler, senza ombra di dubbio alcuno. Si chiese se almeno avrebbero potuto darle una degna sepoltura e, anche, se non fosse stato meglio che fosse rimasta in fondo al burrone poiché Clint era in condizioni drammatiche, per la sua perdita, e loro ugualmente annientati!

'Gesù!' Bruce non si era trattenuto alla vista dello scempio che il mostro recava con sé.

Il Falco si scosse dal suo torpore e gli si fece incontro. Era vuoto, non sentiva nulla, nemmeno sofferenza. Solo l'apatia più totale. Doveva riprendersi ciò che rimaneva della sua piccola.

Il Teschio parlò, col suo fare supponente 'L'unica possibilità di ottenere la Gemma dell'Anima è proprio che un'anima si sacrifichi, per salvarne un'altra che, di solito, ama moltissimo. Ama più di se stessa, ovviamente. Anche oggi, di fronte ai nostri occhi, è accaduta la medesima cosa'.

Il Falco strinse i pugni; il Capitano era limitrofo, in attesa, come i colleghi, in agonia.

'Questa donna, Clinton Francis Barton' continuò l'essere immondo, rivolgendosi solo a lui 'Ti ama più della sua medesima vita. Non tutti possono dire di avere la stessa fortuna. Il suo amore per te è stato il più forte e intenso che sia passato da qui in migliaia di anni. Per tale motivo gli Dei hanno deciso, per la prima volta da quando esiste la Gemma, di risparmiarla donandole di nuovo l'anima' si avvicinò a Steve e le porse il corpo dell'agente 'E' viva, Capitano, sta riposando. Si sveglierà fra poco: abbiatene cura, sarà molto preziosa per la vostra causa. E fai attenzione, state per avere visite' così facendo, mosse un passo indietro e svanì con una frase sibillina lanciata lì a cui nessuno diede importanza.

Rogers, immediatamente, depose a terra la federale. Era calda e poté sentirne il respiro uscire dal petto, grazie al cielo!

Clint si era accasciato sulle ginocchia e le teneva la mano in silenzio.

Gli Avengers e Fox si erano messi a cerchio. La videro aprire gli occhi, stupita di ritrovarseli davanti con Barton che le sorrideva fra le lacrime di felicità che gli solcavano il viso.

'La Gemma?' Fu il suo primo pensiero, di piena nobiltà d'animo! 'Che succede? Mi sono buttata. Rispondetemi: perché non parla nessuno?' si sedette e subito il Falco la travolse, stritolandola in un abbraccio senza fine.

Tony, mostrandole la pietra arancione incastonata nel guanto insieme alle altre, ancora turbato dalla concatenazione di eventi che li avevano portati fin lì, chiuse la discussione 'Te lo spieghiamo su The Hawk, è arrivato il momento di porre fine a questa maledetta storia e chiudere i ponti con Thanos. Bruce, a te la palla!'.

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