Capitolo 7 Il piano, grandi speranze
'Questi, cari amici, sono i luoghi e i tempi dove ci fermeremo e scenderemo, per recuperare la Gemme' Tony indicava tre schermi colorati. Finalmente si era deciso a dettagliare il piano, studiati tutti gli scenari possibili. Era in piedi, nervoso, una strana busta di stoffa colorata, di dimensioni esagerate, poggiata sulla sua sedia, che fissava, nervosamente ogni due minuti.
'Per primo, New York nel 2012, poiché lì, in quel momento storico ci sono tre pietre; la Gemma del Tempo, verde; la prenderai tu Banner, è del colore di Hulk, chi altri?'.
Bruce fece una strana smorfia 'Se mi tocca, mi tocca'.
'Invece, io e Steve ci occuperemo della Gemma della Mente, che è nel Tesseract di Loki e di quella dello Spazio, in città nello stesso periodo' Stark prosegui 'sono quelle blu e gialla, di fronte a voi'.
Aggiunse 'Thor, tu andrai ad Asgard per la Gemme della Realtà e del Potere, quella rossa e quella viola; correva l'anno 2013'.
'Va bene, la rossa non è proprio una pietra, ma fa lo stesso. In effetti per fortuna erano entrambe lì, in quel periodo' il principe acconsentì.
'Ultima tappa, esattamente nel 2014, sarà il pianeta Vormir, dov'è custodita la Gemma dell'Anima, quella arancione. Clint e Nat, ve ne occuperete voi. E' protetta da Teschio Rosso, Steve vi dettaglierà sul personaggio, lo conosce da una vita' ridacchiò, in direzione di Rogers; Vedova Nera e il Falco annuirono. Lavoravano insieme dai tempi di Budapest ed erano molto affiatati.
Rafflesia trattenne il respiro. Thanos aveva sacrificato sua figlia per avere quella Gemma. Prometteva molto male.
'Ho costruito una cosetta per te, Bruce' il Direttore guardò Banner, tirando fuori, velocemente, dalla borsa di stoffa, un guanto, enorme, in metallo dorato, con sei spazi vuoti ellittici, che avrebbero ospitato le pietre 'è come quello che abbiamo visto, addosso al Titano. Credo tu sia uno dei pochi che possa utilizzarlo, professore!'.
'Probabilmente sono l'unico a poter sopravvivere alle Gemme, essendo io stesso frutto di un esperimento di radiazioni gamma! Schioccherò. Intanto mi eserciterò, promesso' pallido, mosse il pollice e il medio all'unisono, producendo un suono ovattato.
'Non meno importante' Stark lo enunciò in maniera più solenne con una pausa drammatica, fissando il Capitano e aprendo, di nuovo, la busta di stoffa 'Questo è tuo, amico mio!' gli passò lo scudo stelle e strisce 'portatelo via, prima che mia figlia lo usi come slittino'. Aveva gli occhi lucidi e non era da lui; Steve si alzò, facendo cadere la seggiola per l'emozione. Stritolò il collega in un testosteronico abbraccio e agganciò il clipeo al braccio, con un sorrisone.
'Ultimissima cosa. I piloti di The Hawk ci accompagneranno e ci aspetteranno, fin quando non risaliremo sulla navetta con la parte della ciurma non impegnata nel recupero; poi proseguiremo, insieme, per la meta successiva. Posto che l'equipaggio ufficiale prevede come primi piloti Romanoff e Barton. Beh, agenti Tyler e Mulder, sarete i loro vice ufficiali. Nell'ordine, prima la femminuccia, che mi pare più bravina' scherzò in direzione di Fox che nel simulatore era stato un disastro integrale.
***
Rafflesia, in primissima mattinata, curva sul computer, digitava sui tasti con forza, tanto per cambiare. Clint era al suo fianco a farle compagnia.
Si aprì la porta 'Sorpresa' e da dietro un mazzo di fiori di proporzioni gigantesche ed esagerate, fece capolino la testa dell'agente Mulder, appresso tutti i colleghi 'Sappiamo che detesti il tuo compleanno, auguri lo stesso. E' un pensiero, apprezzalo. Siamo sempre insieme, come una famiglia.' Natasha si avvicinò, per darle un bacio, intanto che Barton la squadrava. Non gli aveva detto assolutamente nulla, che peccato! Lo sapevano perfino Thor e Steve: lui no, non era degno di esserne informato.
'Grazie, ragazzi' mormorò la donna. Clint si era inalberato, a dir poco, offeso a morte, aveva una faccia. Si alzò, velocemente, per lasciare la stanza e buttarsi nella solita sessione al simulatore, per scaricare i nervi: male non gli avrebbe fatto. Era l'unico suo compleanno che avrebbero potuto festeggiare insieme. Gli parve una disdetta ed una punizione inutile.
'Sistemo i fiori in un vaso e li tengo qui, al lavoro, ci passo più tempo che in stanza in hotel e li avrò sotto gli occhi fin quando non appassiranno. Grazie ancora, sono davvero belli' la Tyler recuperò un vaso di vetro trasparente, con la collaborazione della Vedova.
'Buona idea; il Falco è rimasto di schifo per la tua omissione, se la legherà al dito, chissà per quanto' ridacchiando, la russa la salutò 'la giornata è ancora molto lunga e sono certa saprai farti perdonare' la lasciò impensierita e tesa, oltre che sola con Banner, Fox era sparito con la solita scusa dell'ennesimo caffè.
'Barton...' la voce di Mulder lo fece sobbalzare, mentre si infilava la tuta di pilotaggio 'permetti una parola?'.
'La diresti lo stesso, vero, federale? Veloce, non mi fare perdere tempo' lo sopportava poco e paternali o rimproveri no. Ma oggi no, non le avrebbe rette!
'Non sono affari miei, oddio, alla fine mi impiccio sempre. Da quando c'è stata la dissolvenza, Rafflesia non festeggia più compleanni, Natale. Sostiene non abbia valore, che sia quasi un'offesa per chi abbiamo perso. È il motivo per cui non ti ha accennato nulla, non è personale'.
'Perché me lo dici? Non siamo nemmeno amici, noi due. Fai il buon samaritano?'.
'Sei l'unica persona che le potrebbe far cambiare idea, sul senso di questa giornata; entrambi avreste bisogno di un po' di bello: è solo un piccolo consiglio, pensaci. Buon simulatore!' Lo salutò, tranquillo.
Aveva ragione, ovviamente! Clint rimuginò a lungo, incerto sul da farsi. Poi ebbe un'illuminazione!
Sparì, senza farsi più vedere dalla Tyler e perfino senza salutarla.
Lei, intristita, tornò in albergo, certa di trascorrere la serata da sola, dopo moltissimo tempo. Invece, il concierge la fermò, per consegnarle una grande scatola bianca 'L'ha lasciata il suo fidanzato'.
Clint era di casa e il personale dell'hotel lo aveva preso in simpatia. Le venne da ridere e si affrettò a rientrare in stanza, per esaminare il contenuto della confezione. Rra un invito esplicito. Dentro, trovò, infatti, un abito bianco corto al ginocchio e scollato sulla schiena, realizzato in morbida seta, arricchito di romantici merletti sulla scollatura. Era delizioso. Lo avrebbe scelto lei per sé, se avesse potuto.
Quando lo provò, si meraviglio' le calzava a pennello, era perfetto. Lei era perfetta. Il vestito avvolgeva le sue forme sinuose, la faceva sentire femminile e femmina; si era acconciata i capelli, dietro la nuca, e truccata leggermente, in attesa di Barton. All'ultima spruzzata di profumo, udì aprirsi la porta della camera e gli andò incontro...lui, elegante in smoking estivo con giacca bianca, la fissava incantato, la bocca semiaperta 'Come fai ad essere tanto bella? Perderò la testa. Auguri di buon compleanno' mormorò, sorridendo.
'Grazie, l'abito è splendido, mi piace davvero tanto. E tu molto di più, arciere' gli carezzò la cresta di capelli e lo baciò, languida, sulla labbra.
Lo sentì irrigidirsi, immediatamente, eccitato. L'uomo dovette scansarla un pochino, per contenersi dalla passione che lo mangiava vivo. La rimirò ancora una volta. Poteva osservarne i capezzolini eretti da sotto la stoffa, la pelle candida e morbida, gli occhi di stelle. 'Andiamo!' Con decisione, le dette il braccio sinistro per invitarla ad uscire. Lei non poté fare a meno di notare il contrasto fra la durezza della mano tatuata e la signorilità del vestito che il suo accompagnatore aveva scelto.
Fu un tragitto in auto molto silenzioso. Erano presi l'una dall'altro, mentalmente, e si erano sfiorati di continuo, in un unico e lungo gioco di sguardi complici, che non si era mai interrotto, neanche all'arrivo al ristorante, il famoso Pier 33 situato sulla baia di Manhattan, il locale più prestigioso e lussuoso della città, dove il Falco aveva riservato un tavolo, all'aperto, in una posizione strategica ed isolata. Candele accese ed una bottiglia di vino bianco, in un cestello d'argento, pieno di ghiaccio, completavano un'apparecchiatura di livello.
'Clint, devi essere impazzito, ti sarà costato un patrimonio. Bastava una pizza e saremmo stati ugualmente bene' lo rimproverò.
'No, è una serata speciale e l'unico nostro compleanno che potremo passare insieme, dato che il mio è stato pochi giorni dopo il volo del Quinjet. Volevo fosse un momento da ricordare. Non sono solo un semplice agricoltore dell'Iowa o un assassino spietato!' affermò fra il serio ed il faceto.
Rafflesia fissò il tatuaggio 'Non l'ho mai pensato e proprio non lo sei, soprattutto contadino. Hai avuto un'idea geniale, lo ammetto. Ti confesso che ogni attimo trascorso insieme, per me, è più che speciale ed è impresso in maniera indelebile nella mia memoria, vino a parte. Anzi vino compreso' sfiorò la bottiglia già stappata, la prese e se ne versò un dito 'Stasera festeggiamo!'. Si portò il bicchiere alle labbra, bevve un sorso e lo passò a lui che, in estasi, fece altrettanto.
'Completiamo un momento perfetto' la mora si appoggiò, languida sulla sua spalla e lui abbassò il volto, per baciarla. Passarono così l'intera serata, tra un bacio ed un sorsetto di ambrosia, gustando una prelibatezza via l'altra, preparata con sapienza dallo chef del ristorante, e, perfino, danzando un lento sulle note romantiche della musica suonata da un gruppo di archi, sotto il cielo sereno e stellato dell'affascinante città che li stava ospitando, per quelle ore di felicità assoluta. Talmente avvinti dal rituale di Bacco, da prendere un'ulteriore bottiglia, che recarono in camera da letto. Era in bella vista sul comodino, con due calici, ad attenderla, insieme a Clint, sul letto nudo e pronto per lei, la virilità imponente e maschia.
'Voglio il mio regalo' esaltata dall'alcool, disinibita dall'effetto che le procurava, la Tyler, contenta, si stese sul partner, imprigionando la sua mascolinità nell'esterno della corolla del proprio fiore. Lo strinse in un movimento sexy, in uno strofinio di carne umana.
'E' il tuo compleanno, non il mio' Barton gemeva, infuocato e dolce, ad ogni mossa della generosa compagna che aveva lusingato il suo scettro e soprattutto la sua mente e il suo cuore e che rispose, con sincerità 'Sei l'unico regalo che desideri, Clint'.
Lo lambì con estrema maestria, in un lungo preliminare, che era il preludio ad un'unione più completa. Si issò sull'adorato compagno come un'esperta amazzone, unendo i fianchi ai propri in preda ad un turbinio di desiderio sfrenato; la brama infinita che sentivano l'una per l'altro, il sentimento che li aveva legati dal primo minuto della loro strana conoscenza, li condusse, pochi istanti dopo, insieme, ad un piacere sincrono, aumentato, per la donna, dall'udire, nella stanza, unitamente ai respiri convulsi di entrambi, la voce rotta del suo Falco che continuava a sussurrare il proprio nome. Sarebbe stata la medesima voce che avrebbe accompagnato l'intera nottata, l'ennesimo regalo dell'arciere per la tenera partner.
***
'Stark sbaglia sulle mie capacità, mi sopravvaluta!' la federale - disperata, all'interno del simulatore, nella sua tuta bianca, rossa e grigia, identica a quella dei colleghi - con una mano teneva la cloche e con l'altra una bustina di carta marrone in cui aveva rimesso l'anima, inveendo contro Tony.
'E' una questione di pratica; più provi, più ti abituerai' spiegò Clint, al suo fianco; lei era il navigatore e lui il primo pilota, nell'idea di Stark in cui la moretta sostituiva Natasha, in caso di bisogno 'Invece, per il tuo amico geniale' indicò Fox, accomodato alle loro spalle, verde di bile e terrorizzato 'Non c'è nulla da fare, è davvero negato e sempre rigidissimo. Guarda come si tiene ai braccioli del seggiolino!' rise, provando a distrarla.
'Ho pure tante vertigini, mi preoccupa. Da sempre, soffro di cefalee a grappolo, la cui causa non è stata mai scoperta. Fra la decompressione e le oscillazioni alfa, sono in pieno mal di mare' confessò con un cerchio alla testa.
Il Falco conosceva già il suo problema ed annuì.
'Si potrebbe provare con un miorilassante ad alto dosaggio, da iniettarti prima del decollo' suggerì Banner 'Anzi, forse, dovrei somministrarlo a tutti, vedremo!'.
'Bravo, buona idea' Mulder concordò, un filo di voce. Detestava quel maremoto!
'Te la sentì di guidare The Hawk?' propose il Falco.
'Tentiamo' Rafflesia agguantò la cloche e si concentrò sulla manovra simulata. Riuscì perfettamente, lasciando indietro tensioni e malesseri.
'Niente male, davvero' Natasha si congratulò, la Tyler era sempre sul pezzo in ogni attività 'Sai, quello che mi piace di te è che non molli mai, collega! Da quando siamo piombati in un pianeta ridotto a metà, per numero di persone e peggio per speranza, ho in mente solo come tornare indietro, non mi sono data pace nemmeno per un attimo. E anche se la possibilità di ripristinare il mondo è minima, abbiamo il dovere di provarci!'.
'Concordo: lo faremo, a qualunque costo' ribatté Rafflesia.
'A qualunque costo' si udì, dal fondo del velivolo la voce grave di Rogers che ribadiva il concetto.
'A qualunque costo' si unì Tony, attento osservatore del livello e delle qualità del suo equipaggio 'Ottimo lavoro, agente' si alzò verso la federale, visto che Barton aveva interrotto la simulazione 'Sei così brava che ti starò col fiato sul collo, credimi, e diventerai meglio del tuo ragazzo!'.
Lei gli sorrise, scrutando il diretto interessato coi suoi fanali ametista; Stark diceva delle frasi a metà, fra lo scherzo estremo e la serietà assoluta. L'ultima l'aveva fatta rabbrividire.
La mano del Falco, che sfiorava leggermente la propria, intanto che scendevano la scaletta di The Hawk la scaldò, allontanano riflessioni infauste.
***
Barton aveva sentito dei rumori in bagno. La mora si era alzata almeno tre volte nel corso della notte. Lui era tramortito di stanchezza e, lì per lì, non ci aveva fatto troppo caso. La quarta volta si era precipitato.
Rafflesia, slip e maglietta oversize, rimetteva succhi gastrici, in ginocchio davanti al water, pallida come un cencio, con orrende occhiaie scure sotto gli occhi.
'Che succede?' le domandò in pena.
'Ho un attacco di mal di testa, atroce, come da tempo non mi capitava: è colpa del simulatore!'.
'Che posso fare?' era più che preoccupato.
'Aiutami ad alzarmi' nemmeno riusciva a stare in piedi. La accompagnò nell'altra stanza. Gli parve stesse sempre peggio, non riusciva a parlare. Prese il telefono e chiamò l'ultima persona a cui avrebbe voluto chiedere un favore, nel cuore della notte.
Mezz'ora dopo l'agente Mulder suonava alla porta del suo appartamento.
'Ciao, Falco. Lei dove sta?' stringato.
'Vieni' fece strada verso la camera da letto, in boxer e canotta con l'aquila dell'Agenzia.
'Non hai una bella cera, socia' provò, con una battuta, poiché Rafflesia era prostrata.
'Cre-cretino!' balbettò, incerta.
'Almeno non sragioni: quanti triptani hai preso?'.
'Due, uno all'inizio dell'attacco ed uno due ore dopo'.
'Cactus, il massimo' guardò Barton 'Sono medicinali piuttosto forti e più di due compresse non si possono assumere, che disastro'.
'Fox, sta malissimo; la porto in ospedale o chiamo Banner o Stark?' Clint era molto angosciato.
'Ha vomitato? Che altro?'.
'Sì, prima la cena, stanotte il resto. Si lamenta per i dolori e si tocca il capo, qui' mise la sinistra sulla parte posteriore del capo, era stato piuttosto attento.
'Sono passato in farmacia, per comperare qualcosina' andò al bagno a lavarsi le mani, poi aprì una bustina di carta da cui estrasse un paio di fialette, riempendo, con il loro contenuto, un'unica siringa.
'Che sono?'.
'Antinausea e antidolorifico, per curare i sintomi' si diresse verso il letto. 'Girala e tirale giù i pantaloni del pigiama, l'iniezione va fatta sulla natica, è intramuscolo!' ordinò e il Falco ubbidì.
La Tyler non oppose alcuna resistenza, era quasi incosciente.
'Ecco! Vedremo le prossime ore' raccolse le fiale rotte, per buttarle nel cestino del bagno. L'attenzione si fermò sulla cornice con la foto dei figli di Clint, sopra il mobile. Sarebbe stato presto padre ed era parecchio sensibile sul tema 'Bella famiglia' mormorò, sincero, intenerendosi.
'Grazie, erano la mia vita'.
'E' l'arciera? So da Rafflesia che tira in maniera eccellente, quasi come te'.
'Sì, è Lila. Quasi come me' rise. Lo colpì che l'altro avesse usato il tempo presente, una speranza per la loro missione.
'Non sono proprio scuse. Sono spiacente per le cose che ti ho detto e soprattutto per il modo; ho capito da tempo che vuoi molto bene alla mia amica. Bene nel vostro caso è riduttivo. Lo dimostra il fatto che non ti sia fatto alcun problema a chiamarmi, nonostante i nostri dissapori'.
'Lei viene prima di tutto per me, credimi, non voglio farla soffrire e mi auguro non accada mia' fece un cenno con la testa verso la moretta.
'Già' gli dette una pacca sulla spalla 'Non serve che mi accompagni; se nelle prossime ore non migliorasse, avvertimi. E stalle vicino, con Stark ci penso io, domattina' così chiudendo, Fox si defilò senza che riuscisse a ringraziarlo.
L'arciere si mise subito nel letto, accanto alla donna, carezzandole il collo. Forse un leggero massaggio l'avrebbe rilassata, aveva la muscolatura tesa e rigida.
'Ti dò fastidio?'.
'No' bisbigliò, intanto che il Falco continuava a vezzeggiarla, con un tocco delicato.
'Piccola, mi spiace tanto'.
'Clint! Non è colpa tua, passerà' lo consolò, era agitato da morire, premuroso.
'Mi affido al metodo della tua saggia mamma, che usava quando stavi male, da bambina' la baciò, sulla nuca. Pian piano e non una volta. Le dette una costellazione di baci e poi la interpellò, tenero tenero 'Va meglio?'.
'Sì, Falco, grazie, un pochino' era solo un pochino, ma la sua dolcezza le colmava l'anima.
'Ottimo, continuo' si offrì senza smettere per un solo secondo.
L'aveva stretta e coccolata fino al mattino, dandole sollievo, in silenzio. Mai pensava che l'emicrania fosse tanto invalidante e dolorosa.
Grazie alle medicine, e soprattutto ai modi affettuosi, la federale stava leggermente meglio, pur se ancora pallida come la federa del cuscino, zero forze.
'Mulder suggerisce di mangiare qualcosa, ho preparato un tè ed una fetta di pane tostato, come da ordini impartitimi' le lesse di nuovo il messaggio sul cellulare, per spronarla.
'Non posso, scusa' aveva lo stomaco in subbuglio.
'Certo che puoi. Mi hai fatto atterrare, con le tue simpatiche chiacchiere, dopo tre ore di volo manuale a trentasette miglia orarie; che sarà un pezzetto di pane, agente?' rise tentando di distrarla lui stavolta.
'Non mi va!' la nausea era piuttosto forte.
'Piccola, solo un pezzettino' ruppe con la mano un angolo del toast e glielo poggiò all'angolo della bocca 'Fallo per me, ti prego'.
Era così insistente, che dovette cedere. Aprì le labbra e lui lo poggiò all'interno della bocca 'Brava!' quasi gridò vedendola masticare.
'Ti entusiasmi per delle sciocchezze! Sei pestifero, Barton come dice il tuo compare Rogers' lo prese in giro.
'E vero' si incupì.
'Che c'è?' lo interpellò, giacché si era alzato di scatto, stranito. Lei si sentiva ancora maluccio, non tanto da non comprendere la sua inquietudine.
'Rafflesia, hai cambiato espressione, quando hai saputo che Tony mi avrebbe spedito a prendere la Gemma dell'Anima, con Natasha. Dimmi il perché'.
'Clint...' fu sincera 'So che Thanos ha ucciso sua figlia, per impossessarsene; mi pare la pietra più pericolosa da recuperare. Non ti basta?'.
Non le rispose.
'Non è solo quello, vero, il problema. Che ti passa per la testa, arciere? Sono le tue inquietudini e i tuoi pensieri ad angosciarti, non i miei' dovette insistere.
'E' un paradosso. Non ce l'ho più...l'anima! Rafflesia, l'ho persa quando mi sono macchiato di quei crimini orribili. Ho ammazzato migliaia di persone in maniera abominevole e spietata, senza il minimo scrupolo. Non sono adatto alla missione, avete riposto la vostra fiducia nell'uomo sbagliato' si era messo il volto fra le mani in un gesto di completa disperazione.
Lei si alzò, a sua volta, con grandissima fatica e lo raggiunse 'Hai fatto delle scelte, giuste o sbagliate, non spetta a me giudicarti. Lo hai detto tu a Fox, quanto possa essere inutile e controproducente condannare chi si ama. Devi riappacificarti con te stesso, ti dai troppe colpe che non hai'.
Il Falco la fissò, con un lungo sospiro, e la mora proseguì, parlando con tutta sé stessa 'Se potessi vederti solo per un attimo attraverso i miei occhi, per come ti vedo io, osserveresti la tua vera anima che è bellissima. Per mio conto, non c'è nessuno migliore di te, hai un cuore grande, e lo stai facendo per i tuoi figli, ma anche per chi ha sofferto, come te? come noi. Non c'è uomo al mondo più motivato per recuperare quella pietra!'.
L'arciere l'adorava; si sentì perfettamente compreso e leggermente sollevato, intanto che gli carezzava il volto e la cresta 'Dai, torniamo a letto, samurai, devo finire il pane tostato e ho bisogno del tuo aiuto' gli prese la mano sinistra tatuata, per condurlo con sé.
***
'Ancora non ci siamo. È la decima volta che ci mettiamo le mani. Non me posso più' Fox sbottò. La problematica dell'ampolla in iridio, quella che aveva quasi fatto precipitare il Quinjet, era senza soluzione.
'Mi sono scervellato' Banner era piuttosto avvilito.
'Rafflesia, idee?' Tony, seduto accanto agli altri Avengers, in sala riunioni, provò.
'No, Capo, abbiamo tentato di costruirla, in molti materiali diversi. Tendenzialmente, l'iridio è fra le leghe metalliche destinate a lavorare ad alta temperatura e in condizioni di elevata usura; in pratica, è il metallo più resistente alla corrosione. Purtroppo, nel nostro caso, si surriscalda e scoppia, a quella velocità. E abbiamo poco tempo' sembrò non aver terminato.
'Finisci...' la esortò Thor.
'Entrando nel tunnel, non avremmo troppi problemi di temperatura, passando da un'atmosfera più calda ad una più fredda. Si manifesteranno al ritorno, inevitabilmente. Per cui, viste le poche chance di rimanere vivi, ho due ipotesi, per te, Stark, nel caso sconfiggessimo il nostro nemico Thanos; la prima prevede di non avere fretta e venire giù molto lenti, come nel volo da Washington. Sarebbe una fatica per Clint, che dovrebbe farlo in manuale; è complesso, non impossibile. Oppure, seconda ipotesi, potremmo scegliere di non tornare affatto, morendo da eroi' lo disse seria, senza paura, con rassegnazione.
Tony sospirò 'É la battaglia per le nostre vite. Voi tentate di sistemarla, decideremo con quello che avremo sul momento'.
Fox recuperò il telefono che squillava, nella tasca dei jeans. Dalla concitata conversazione, apparve chiaro che sua moglie avesse delle complicazioni, nella gravidanza.
'Come sta Jo?' Rafflesia si informò, appena chiuse.
'Ha un distacco di placenta, è al pronto soccorso del Policlinico' il collega abbassò la testa, preoccupato.
'Stark, l'elicottero promesso?' la mora tastò il terreno.
'Non posso andarmene, con i casini ancora da risolvere, lasciate stare' Mulder si oppose.
'Ci penserò io, con l'aiuto del professorino. Muoviti!' la Tyler lo spronò.
'Vai, è un ordine! Informaci, eh!' il Direttore indicò la porta.
'Grazie, socia, sei sempre una grande, ed io meschino e stronzo' Fox la baciò sulla guancia e volò via, in tutti i sensi, abbozzando, a suo modo, un mea culpa dei propri pesanti atteggiamenti tenuti fino a quel punto.
'Senza il suo apporto, sarà complicatissimo; dovremo stare qui giorno e notte, peggio del solito' Bruce glielo ricordò, avvilito.
'Già, diamoci dentro!' Rafflesia si diresse verso il loro ufficio, per ricominciare prima possibile, un'occhiata affettuosa al Falco.
***
'Clint, che brutta fine abbiamo fatto!' Nat fissava, ridendo, l'amico storico, che si risvegliava, sul divano accanto al proprio. Erano sbracati su due sofà limitrofi, scomodi e rigidi, collocati dalla parte opposta della stanza dove lavoravano Banner e la Tyler.
'Ho la schiena a pezzi, fra il simulatore e questo letto improvvisato. Chi mi ha coperto?' guardò il plaid di pile, con cui era stato debitamente rimboccato.
'Rafflesia. Prima è venuta a vedere se avevi freddo, ti ha carezzato il braccio, e ha portato una coperta pure a me; è dolce, premurosa, una bella persona, mi piace molto'.
'E favolosa' mormorò.
'Sono la tua migliore amica da sempre e sai che, con me, puoi confidarti, senza alcuna censura. Non sono come Fox, ho una diversa apertura mentale' erano legati a doppio filo ed aveva compreso da tempo il suo stato d'animo; sperò si confidasse, per lenire la sua palpabile angoscia.
'Che dovrei dirti?' non era in vena di chiacchiere.
'Quello che provi'.
'Meglio di no, sei la madrina del mio terzo figlio'.
'E tu, per mio conto, sei vedovo da ben cinque anni; conosco, anzi ho conosciuto bene tua moglie ed eravamo legate. Però, credevo di averti perso, quando, dopo lo schiocco, hai iniziato a girare per il mondo ad ammazzare quei criminali, peggio di un giustiziere. Ti ho ripreso per i capelli ed eri, comunque, a pezzi e disperato. Ora ti vedo un pochino meglio e il merito non è degli Avengers. Sbaglio?'.
'É come se avessi iniziato una vita nuova, che scorre, nella mia testa, parallela alla precedente, soprattutto da quando Tony ha tirato fuori, dal cappello a cilindro, il progetto del viaggio temporale' ammise 'Nat, la vita di adesso è stupenda, sono felice, immensamente, come non lo sono mai stato. I miei ragazzi mi mancano da impazzire, d'altro canto'.
'É molto improbabile riusciremo a portare a termine il piano. Sono la più motivata e combatterò, a qualunque costo. Sarà complicato e ci saranno tante variabili, in gioco. Potremmo non sopravvivere e non arrivare alla fine, tienilo a mente' ribatté.
'Esiste la possibilità di farcela e su questo conto. Per i miei figli e per i figli degli altri' il Falco fu lapidario.
'Certo, vale per ognuno di noi. Se riuscissimo, come ci auguriamo, ovviamente, che ne sarà di te e Rafflesia? Ci hai pensato? Che farete? Rinunceresti al vostro legame, a cuor leggero?' voleva usare la parola amore, non riuscì, in imbarazzo.
'Nat, mi conosci troppo a fondo e da troppo tempo, per non saperti rispondere da sola; sarò strafottente, stronzo e sgarbato, tuttavia la mia famiglia è venuta prima del resto, in ogni frangente della mia esistenza e sarà sempre così, non può essere altrimenti' bisbigliò, in una confessione dolorosa.
'Il problema è che l'hai messa e la stai mettendo davanti a te stesso' sorrise, malinconica, intanto che Barton scrutava la moretta alla scrivania, gli occhi spiritati.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top