Capitolo 2
Sudore e brividi, alle 20 e mezza fra le coperte del letto. Era solo un incubo quella landa di neve e solitudine, ma sembrava così vero, non tanto il sogno per sè, ma ciò che ha provato: la sottomissione, la paura, la carezza delicata di un padrone buono ma supremo.
La sveglia del telefono dal tono gotico ed a tratti inquietante lo aveva svegliato dal suo incubo. O forse non era un incubo. Forse era un sogno, o una visione. O forse non si era ancora risvegliato, non del tutto. Ci svegliamo mai del tutto da un incubo? Io non credo.
"Dean, Lenny fra 10 minuti ti accompagnerà alla festa a casa di Marylin, vestiti velocemente, non vorrai fare aspettare il tuo amico fuori dal cancelletto!" disse la mamma, spazzando via i pensieri del figlio. Dean aveva l'occhio sinistro penetrato da un raggio di tramonto, risaltandone la bellezza quotidiana che ogni persona può assumere semplicemente con la luce del sole fra gli occhi. Fu un peccato rompere quel momento.
Dean si scelse dei vestiti abbastanza casual, non fece molto caso agli abbinamenti, non pensava molto a quello, pensava alla festa che lo aspettava. Ne era entusiasta, ma lo spettro delle figuracce era sempre vivo, del resto, era un po' impacciato.
Dean raggiunse in breve Lenny, ed entrambi andarono alla festa, con l'euforia che la fine di Giugno porta ai ragazzi.
Il viaggio fu breve, per le 21 furono a casa di Marylin. Dean si sentiva fortunato ad esser stato invitato ad una festa, raramente andava a delle feste. Erano già arrivati alla festa molti compagni di classe, si sentiva abbastanza fuori luogo, come Lenny. Lui e Lenny si conoscevano dalle medie, erano stati compagni di molte esperienze belle, e di altrettante esperienze da dimenticare, come le numerose risse in cui finivano.
Lenny aveva i capelli corti, gli occhiali, e gli occhi azzurri. Era abbastanza basso, ma aveva un fisico notevole, da uno che esce dalle risse insomma.
Lui si era buttato nella mischia subito, mentre Dean aspettava qualcuno, un qualcuno che forse non esisteva, qualcuno a buttarlo nella mischia.
Poi arrivò lei, Chelsey, spettacolo di magia, scoppio di fuochi d'artificio, il poeta che incontra la luna. Magnifica, con i capelli lunghi e castani e gli occhi azzurri celesti, ed un bel visino delicato. Scommetto tutto ciò che volete che la luna splendeva solo per farsi guardare da Chelsey.
La ragazza stava andando ad isolarsi in camera di Marylin, era andata alla festa solo per accompagnare Jennifer e Britney. Passò dalle scale, dove si sedeva Dean.
"Hey Dean, che fai qui solo?"
"Oh niente, stavo aspettando una persona."
"Chi?"
"Non la conosci." Effettivamente non la conosceva nemmeno Dean quella persona.
"Beh, io salgo un attimo, non mi piace molto la festa... vedo che neanche tu sei un festaiolo Dean. Ci si vede!" e così scomparve Chelsey.
La serata passò in fretta, e per mezzanotte Dean tornò a casa. Chelsey si era insediata dentro i suoi pensieri, e non ne usciva, ma quella sera, quella sera era magnifica. Dean entrò in camera sua, si tolse i vestiti rimanendo con la biancheria intima colorata di nero, e si abbandonò al candido sprofondare del materasso, mollando al cuscino la pesante testa, lasciando entrare il buio negli occhi, e nei pensieri la malinconia.
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