6. Consequences.
*Ho solo scritto*
"Melody sei sveglia?"
Sento una voce ovattata, forse sto sognando. Mi giro dall'altra parte rannicchiandomi su un fianco.
"Melody?!" sento che qualcuno bussa alla porta e allora apro gli occhi.
"Sì?" borbotto piano. Dopo l'incontro con Jay nel bel mezzo della notte non sono riuscita a dormire molto e il mio umore ora non è dei migliori.
"Sono Bethany! Ho pensato che fosse carino fare colazione insieme! Posso entrare?" mi domanda e io mi alzo dal letto per aprirle la porta.
"Oh mio Dio, che hai fatto sta notte?! Hai un aspetto terribile..." mi dice e io mi allontano ributtandomi sul letto.
"Ti ringrazio..." le dico borbottando contro il cuscino.
Sento che chiude la porta e si siede vicino a me sul letto.
"Ti va di parlare?" io scuoto la testa. Non mi va di parlare di Jay, o del fatto che mi mancano da morire Vicky e mio fratello, o del fatto che forse non sono portata per affrontare tutto ciò.
"C'entra per caso Jay?" mi domanda piano e io mi volto verso di lei sedendomi.
"Come fai a saperlo?" Bethany alza le spalle e si aggiusta i capelli rossi su un lato.
"Prima ho sentito i ragazzi parlare e mi è sembrato che Jay fosse nervoso e ti ha menzionato, ma non so niente di più..." mi dice e io annuisco.
Jay nervoso? Per me?
"Ieri notte mi sono svegliata, ancora mi sentivo un po' scombussolata da tutto e così ho deciso di uscire a prendere un po' d'aria. Ho percorso il corridoio e in fondo ho trovato una terrazza. L'aria era fresca e tutto era silenzioso. Poco dopo è arrivato anche Jay e ha provato ad avvicinarsi a me, ma aveva il rossetto di un'altra ragazza addosso, così come il suo profumo... Quando sono tornata in stanza ero turbata, infatti non ho dormito molto questa notte..." le spiego e Bethany annuisce.
"Conosco Jay da sempre e lui è un tipo complicato. Può sembrarti tante persone in una a volte... non credo avesse cattive intenzioni..." mi spiega Bethany e io annuisco. Lo so per certo anch'io, era ancora ubriaco e probabilmente fatto.
Ma non lo capisco.
In quell'istante sento bussare alla porta.
"Melody? Sei sveglia?" la voce di Jay sembra diversa questa mattina.
Bethany spalanca gli occhi e io le faccio segno di rimanere in silenzio.
"Sono sveglia..." dico alzandomi dal letto e raggiungendo la porta. Non ho intenzione di lasciarlo entrare.
"Mi dispiace Melody, ieri sera io... non volevo. Tu sei così... nulla solo perdonami. Non succederà più, promesso!" mi appoggio alla porta mentre lo ascolto.
Non riesco ad emettere un suono. Questo ragazzo mi lascia interdetta ogni volta di più.
"Va bene, ciao Melody." sento che si allontana dalla porta e io ritorno a respirare.
Osservo Bethany e la vedo sorridere.
"Perché stai sorridendo?" le chiedo e lei scuote la testa velocemente.
"Ordiniamo la colazione?! Sto morendo di fame!" mi dice e io decido di accettare questo cambio di argomento. Ho bisogno di non pensare a Jay e soprattutto a ciò che succederà questa sera: Il primo concerto.
***
Io e Bethany scendiamo dal van e seguiamo Chad all'interno del palazzetto. Entriamo da delle porte sul retro e ci ritroviamo in un lungo corridoio bianco con molte porte.
Chad ci guida fino al centro e ci lascia entrare in un camerino.
"Ecco il vostro, sistematevi pure, poi seguite il corridoio fino in fondo e troverete il palco..." Chad esce dalla stanza e ci lascia sole.
Mi guardo intorno e fisso i molti specchi che riflettono il nostro riflesso.
Osservo Bethany tirare fuori dal suo borsone una tuta, i suoi trucchi e delle altre cose.
La imito e poi ci cambiamo per le prove.
Sono appena le due di pomeriggio e avremo 2 ore per provare i nostri movimenti sul palco per sta sera.
Usciamo nel corridoio e lo percorriamo fino in fondo come spiegato da Chad. Superiamo la postazione dell'audio e delle luci e poi ci ritroviamo dietro le quinte. Vedo il palco e i tecnici che stanno sistemando gli strumenti dei Bad Chromes.
"Non ti spaventare okay?" mi dice Bethany e poi insieme saliamo sul palco.
E io mi spavento, eccome.
La platea è enorme, fino a quel momento non mi ero resa conto di quanto fossero 30.000 persone, ma ora che vedo la grandezza di questa palazzetto e tutti i sedili rossi, ne sono ben consapevole.
"Oddio è enorme..." sussurro e Bethany mi sorride.
"Vero e quando lo vedrai pieno sarà ancora peggio.." mi spiega e io la guardo storto.
"Grazie tu sì che sai risollevare il mio morale!" lei ride e poi mi fa cenno di seguirla.
Un tecnico dell'audio fa partire le canzoni dei Bad Chromes e una ad una le proviamo.
Quando finiamo sono esausta, però contenta. Mi ricordo ogni passo, quando entrare e quando lasciare il palco ai ragazzi. Pensavo di non potercela fare, ma ballare mi ha ricordato perché sono qui.
Per fare la cosa che mi riesce meglio.
Io e Bethany torniamo in camerino, ci asciughiamo un po' con un asciugamano e beviamo. Io mi siedo sul divanetto e provo a rilassarmi un attimo. Le prove sono state faticose.
"Io mi cambio e torno in albergo, vieni?" mi chiede una decina dopo quando entrambe ci siamo cambiate e risistemate.
"Ma in realtà volevo rimanere ancora un po', fare un giretto, sai sono curiosa.."
Lei annuisce e poco dopo mi lascia sola. Dopo essermi ripresa del tutto mi alzo dal divanetto e apro la porta sporgendo la testa.
Non vedo nessuno nel lungo corridoio, così decido di camminare verso l'entrata. Mentre cammino sento qualche accordo e capisco che i Bad Chromes sono sul palco. Apro una porta alla mia destra e mi ritrovo davanti a delle scale. Decido di salirle fino in cima e solo allora mi accorgo di essere nella platea. Sono nell'anello più alto. Inizio a camminare tra i sedili e osservo giù. Dal palco la platea mi sembrava enorme, mentre da qua sopra il palco sembra piccolo e insignificante. Tanto che faccio fatica a vedere i ragazzi sul palco.
Mi muovo percorrendo la fila e poco dopo vedo Jay salire sul palco. Ha dei pantaloni neri e una t-shirt bianca. Non riesco a vedere nei dettagli, ma noto le macchie d'inchiostro scuro sui suoi avambracci. È pieno di tatuaggi.
Inizio a scendere di qualche fila e provo ad osservare meglio.
Jay si sta posizionando davanti al microfono centrale regolando l'altezza.
Harrison è vicino a lui con una chitarra, mentre Nikolas è dietro di loro e si sta posizionando alla batteria.
Iniziano a suonare qualche nota e si fermano più volte. Il volume non sembra abbastanza, i tecnici sistemano e poi i ragazzi ripartono.
Finalmente suonano più di qualche nota e inizio a capire perché abbiano così tanti fan. Solo con la chitarra e la batteria sento le note vibrare dentro di me, il volume è altissimo e anche se sono molto in alto mi sento coinvolta, come se con la loro musica riuscissero a farmi sentire parte di qualcosa. Un uragano di sinfonie mi travolge facendomi venire la pelle d'oca.
Durante le prove io e Bethany avevamo usato le canzoni registrate per ballare, ma mi rendo conto che sono niente in confronto alla performance dal vivo.
Mentre Jay accorda la chitarra decido che è meglio tornare in albergo. Mancano poche ora e voglio riposarsi prima dell'inizio.
Fuori dal palazzetto vedo Chad fermo vicino al van nero. Quest'uomo è più grande di me, credo possa avere l'età di mio padre, ma nonostante questo potrebbe fare invidia ai ventenni. E non per la bellezza, ma per il fascino sconcertante e autorevole che sembra emanare da ogni poro.
Quando mi sorride leggermente mi ricorda proprio lui, mio padre in carne ed ossa con quel suo sorriso caldo, sincero e a volte ingenuo davanti alle mille sfaccettature della vita.
Chad sembra pronto a proteggerti ad ogni costo, interpretando la parte di "vero duro", ma con solo quell'accenno di sorriso sono pronta a scommettere che a casa ha una famiglia a cui vuole bene più della sua stessa vita.
E ciò mi ricorda mio fratello, i miei genitori, Vicky; la mia famiglia.
"Tutto bene, Melody?" mi domanda vedendomi scossa. Non lo so, ancora non credo di essere abbastanza tenace per sopportare questo stile di vita. So che non sarà per sempre, ma mi sto sforzando di vedere solo i lati positivi di tutta quest'avventura; forse così riuscirò a portare a termine questo lavoro.
"Sì grazie Chad, sono solo stanca..." lui mi sorride non indagando oltre, lasciandomi la mia privacy. Altra cosa che mi stava piacendo sempre di più di Chad era l'educata riservatezza che concedeva a tutti. Gentile, ma non invadente.
Arrivata in albergo sorpasso protetta da Chad la massa di ragazzi e ragazze urlanti davanti all'entrata e quando raggiungo la mia camera mi concedo un bagno rilassante. Circondata da delle candele profumate e da un sottofondo di musica jazz decido di chiamare Vicky e mio fratello.
"Pronto?" risponde mio fratello Mason.
"Ciao, sono io. Tutto bene?"
"Aspetta ti metto in viva voce..."
"Noi stiamo benissimo e tu signorina?" mi domanda Vicky.
"Agitata?" aggiunge Mason.
"Agitata è un eufemismo, sono terrorizzata. Oggi abbiamo fatto le prove e il palazzetto è enorme. Ti fa sentire minuscola..." spiego sperando che loro possano tirarmi su.
"Ma tu sarai grandiosa. Immaginati di vederci in platea, siamo sempre con te Mel! E poi sono sicura che ti abituerai." mi dice Vicky e io spero tanto di essere grandiosa come dice.
"Lo spero veramente tanto!"
"A che ora inizia di preciso?" mi domanda mio fratello.
"Alle 9" rispondo fissando il muro davanti a me.
"Dai hai ancora un po' di tempo! Preparati e stai tranquilla!!"
"Grazie Mason, vi voglio bene!"
"Anche noi te ne vogliamo Mel!"
Termino la chiamata poco dopo e chiudo gli occhi immergendomi tutta nella vasca. L'acqua calda rilassa i miei muscoli doloranti e la musica jazz mi aiuta a rilassarmi. Ce la posso fare, devo solo abituarmi.
Quando esco dal bagno mi asciugo i capelli e il corpo velocemente, accorgendomi dell'orario. Mi vesto con una tuta comoda e poi aspetto. So che devo aspettare Bethany per andare insieme a lei e sono ben contenta che sia così. Da sola non ce la farei.
Poco dopo sento bussare alla porta e vado ad aprire. Bethany e Chad mi aspettano oltre essa.
"Pronta?" mi domanda lei sorridendo.
Io annuisco e li seguo fuori dalla mia stanza.
Arrivati al palazzetto Bethany e io ci sediamo nel nostro camerino aspettando Vincent.
"Ti spiego due cose ti va?" mi dice Bethany e io annuisco guardando i vari stand con moltissimi abiti appesi.
"Non dobbiamo ballare ad ogni canzone, ma questo lo sai. Qua c'è la scaletta - dice toccando un foglio appeso al muro - se ti perdi guardala così sei sicura di non sbagliare. Per aiutarti a cambiare gli abiti ci sarà sempre Vincent qua, non ti preoccupare..." Bethany mi sorride e io annuisco.
Qualche minuto dopo fa la sua entrata Vincent con una giacca blu notte piena di brillantini. Credo sia la persona più stravagante che io abbia mai visto in vita mia.
"Hola ragazze, siamo pronte?" io e Bethany sorridiamo e lasciamo che lui faccia il suo lavoro.
In poche mosse come la sera prima Vincent creda un look comodo ma fantastico sia su di me che su di Bethany. I miei capelli sono mezzi raccolti e il trucco scuro sugli occhi li mette in risalto. Indossiamo il primo vestito di scena che é un mini dress nero ricoperto di brillantini.
Usciamo dal camerino quando manca meno di mezz'ora all'inizio. C'è molta più confusione di oggi. Tecnici che corrono da una parte all'altra con cavi, strumenti. Tutto è frenetico e ciò fa crescere l'adrenalina in me.
Raggiungiamo le quinte dal palco montato per il concerto e allora lo vedo.
Jay indossa una maglietta nera aderente con le maniche corte e dei jeans strappati. Ha già in mano la sua chitarra come se la usasse come scudo contro tutto il resto. I nostri sguardi si incrociano per un secondo e lui sembra più agitato di me. Iniziano a sentirsi le urla delle prime fan, sempre più forti. Stanno entrando.
"Ragazzi!" sento la voce di Marissa e infatti poco dopo spunta da dietro le mie spalle e raggiunge i ragazzi.
Bethany mi prende per mano e mi trascina gentilmente in avanti.
"Tutto è pronto, primo concerto dovete spaccare okay? Tutto dipende da voi! Non deludetemi" tutti annuiamo.
Le urla delle fan sono sempre più forti. Bethany mi stringe la mano e mi sorride. Devo sembrare terrorizzata e lo sono.
I ragazzi si allontanano e non appena spariscono sul palco le urla aumentano a dismisura.
Tutto quello che sento è un rumore assurdo. Sembra spaccare i timpani delle mie orecchie.
Sento a mala pena Jay dire due parole e finalmente quando Jay intona il primo accordo con la chitarra le urla diminuiscono.
Io e Bethany ci abbracciamo, lei mi sorride e poi entra per prima.
Chiudo gli occhi e dopo aver preso un respiro profondo entro sul palco.
***
I gradini sotto le mie cosce nude sono gelidi e il rimbombo del mio piede che sbatte contro di essi è assordante.
Il palazzetto è veramente enorme, ma dopo averlo visto pieno, ora sembra un guscio vuoto. Una tana abbandonata.
Non sono sicura di essermi resa conto di cosa è successo esattamente.
Penso sia passata mezz'ora da quando l'ultima persona ha lasciato questo palazzetto.
So solo che non appena mi hanno dato il via libera sono uscita dal camerino correndo per trovarmi un posto dove stare sola.
E ora eccomi qui, seduta sugli ultimi gradini, completamente sola.
Più ci penso e più non so come descrivere ciò che mi è appena successo.
Il concerto è durato 2 ore e mezza. Ho ballato più di 20 canzoni. Ho visto 30.000 persone battere le mani a tempo, urlare, cantare, ballare. Ho visto una ragazzina di appena 14 anni accompagnata da suo padre in prima fila, scatenata, mentre scuoteva in aria un cartello con scritto "Ti amo Jay".
Ho visto milioni di luci, ho sentito ogni suono rimbombare nelle mie ossa.
Ho sentito delle persone urlare il mio nome a squarciagola, il mio nome.
Ecco cosa è appena successo.
Solo in quel momento mi accorgo di indossare ancora l'ultimo vestito di scena; un mini dress rosso con dei ricami bianchi, e di non aver ancora chiamato Vicky e mio fratello per raccontargli ogni dettaglio.
"È strano vero? Vederlo vuoto, sembra un essere senza vita. Come se le persone avessero la straordinaria capacità di rianimare un luogo così, tutto grazie alla musica. Sembra quasi una magia, non credi?"
Mi volto di scatto e qualche gradino sopra di me vedo Jay.
Sembra appena uscito da una doccia rinfrescante. Sembra rilassato, ma si riesce a cogliere in lui l'adrenalina.
Muove le dita come se stesse ancora suonando la sua amata chitarra, come se non avesse mai smesso.
Torno a guardare davanti a me.
È stata un'esperienza troppo adrenalinica, per un momento ho temuto di vomitare sul palco, di fronte a tutta quella gente.
Farò fatica ad abituarmi, ma questo silenzio mi aiuta. Mi fa tornare con i piedi per terra, come se non avessi appena ballato davanti a 30.000 persone.
"So che è tosta la prima volta, l'agitazione, la paura, l'adrenalina. Ti sembra di toccare il punto più alto e poi di precipitare inesorabilmente giù. Le prime volte prima di salire sul palco vomitavo sempre. Non riuscivo mai a calmare i nervi. Poi ci ho fatto l'abitudine. Passerà tranquilla."
Sorrido. Sembra che Jay, la rock-star internazionale, sia svanita nel nulla, lasciando posto solo a Jay.
"Non è stato poi così tanto male, è stato come una botta di adrenalina, non so se riuscirò a dormire questa notte..." gli dico senza voltarmi verso di lui.
"Probabilmente non dormirai, però è ora di andare. Chad ci sta aspettando al van. Gli altri sono già in albergo..." lo sento alzarsi e io faccio altrettanto senza mai distogliere lo sguardo dalla platea e dal palco.
Non dimenticherò mai quest'immagine.
Seguo Jay giù dalle scale, fino all'uscita dove vediamo Chad pronto a scortarci fino al van.
Devo sembrare ancora scioccata, infatti Jay allunga una mano verso di me e io la accetto volentieri.
Saliamo sul van, questa volta senza spintoni, flash o urla.
In pochi minuti arriviamo in hotel. Chad mi accompagna fino davanti alla stanza. Entro senza salutare, voglio solo chiamare Vicky e sfogarmi con lei.
Così mi siedo sul mio letto e compongo la chiamata, incurante dell'orario.
"Vicky..."
"Mel oddio finalmente! Com'è andata? Com'è stato?!! Racconta!!"
"Adrenalina pura. Non ho capito niente per la maggior parte del tempo. Correvo da una parte all'altra per cambiarmi e risalire sul palco. Sicuramente avrò sbagliato dei passi, che figura Vicky! È stato tutto da mozzare il fiato, non saprei spiegarti..." provo a dirle.
"Ho capito, non ti preoccupare. Immagino come dev'essere stato ballare davanti a tutta quella gente."
"Non ne vedevo la fine. Ho provato tutto il tempo a vedere l'ultima persona sull'ultima gradinata, ma non ci sono riuscita. Allungavo l'occhio e vedevo cartelloni, scritte, luci, mani alzate..."
"Te lo sognerai sta notte!"
"Senza nessun dubbio. Vorrei tanto fossi qui!" le dico la verità, a cuore aperto. Vorrei veramente fosse seduta al mio fianco, perché solo un suo abbraccio potrebbe riscuotermi da questo limbo in cui sono ora.
"Lo so, ma presto ci vedremo, non temere! Ora vai a dormire, avrai tante altre giornate impegnative davanti!"
"Credo di sì, buona notte Vicky ti voglio bene!" le dico sorridendo.
"Io di più, notte" chiudo la chiamata e senza più forze, spengo la luce e mi addormento così ancora con indosso il vestito di scena.
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Come ho scritto sopra, avevo solo voglia di scrivere e ho solo scritto.
Se siete arrivate fino a qui vi ringrazio. Come avrete notato non riesco più a essere puntuale con le scadenze. Ma preferisco così. Mi piace scrivere quando ne sento il bisogno, senza nessun obbligo.
Grazie ancora.
Sofia
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