5. What I miss most.
Mi appoggio al muro e prendo un respiro profondo. Solo in quel momento mi accorgo che siamo fuori dall'edificio. Precisamente nel retro.
Mi guardo intorno impaurita che qualche fan possa vedere Jay.
"È sicuro stare qui?" gli chiedo e lui annuisce soltanto mentre si accende una sigaretta.
"Non importa se è sicuro o no, avevi bisogno d'aria, quindi eccoci qui!" dice facendo il primo tiro e creando poi una piccola nuvoletta di fumo grigiastro intorno al suo viso.
Guardo davanti a me e finalmente vedo un pezzo di Amsterdam tranquillamente, senza flash o urla.
"È sempre così giusto?" gli chiedo fissandomi i piedi.
"Cosa? Le fan? Le urla, i flash? Quella pace che non riesci mai ad avere? Sì è sempre così..." mi dice facendo un altro tiro. Io lo osservo, a lui sembra stare bene, ma so che non è così. L'ho visto come si muoveva agitato o come ha reagito sul van.
Prendo dei respiri profondi cercando di catturare tutta l'aria fresca possibile.
Per me era stato estenuante rimanere là dentro sotto "osservazione" per tutto quel tempo. E solo alla fine mi ero accorta di quanta pressione e tensione avessi accumulato.
"Fa paura all'inizio, ma poi ti abitui e non è tutto brutto come sembra sai? Dieci secondi prima sei uno sconosciuto e dieci secondi dopo ti offrono la cena in ogni ristorante in cui vai..." mi spiega continuando a fumare e a osservare intorno a lui.
"Ed è questo che volevi quando hai deciso di formare la band? Essere riconosciuto?" gli chiedo curiosa. Jay sembra totalmente un'altra persona. Non una rock star, non un ragazzo normale. In questo momento mi sembra bloccato tra le due. E mi piace questo lato di lui così aperto.
"No, io volevo solo fare la mia musica, tutto il giorno, ogni minuto. Volevo riuscire a vivere con la musica, a vivere per la musica e questi sono i prezzi da pagare, non credi?" mi chiede fissandomi. Io incrocio le braccia al petto e annuisco.
In quell'istante sento qualcosa vibrare e mi ricordo di essermi infilata il telefono all'interno del reggiseno per avercelo con me prima di salire sul palco.
Sta vibrando, probabilmente Vicky mi sta chiamando.
Mi giro dando le spalle a Jay e poi infilo una mano dentro il vestito recuperando il cellulare.
Quando mi rigiro Jay mi guarda corrugando la fronte.
"È quello da dove l'hai preso?" io gli sorrido imbarazzata e sul suo viso spunta un ghigno divertito.
Come immaginavo è Vicky.
"Pronto?" rispondo.
"Oh mio Dio Mel. Eri bellissima, sei stata fantastica, gentile e mamma mia quanto era magnifico Jay con quella giacca nera! Immagino che dal vivo sia ancora più bello! Io e tuo fratello stiamo saltando da mezz'ora per la gioia! Non sai quanto vorrei essere con te!" esclama esultando Vicky.
"Ehi Vicky rallenta! Calmati, sì è andata tutto bene, ne sono felice. E sì questo vestito è fantastico lo so!" le dico e dall'altro capo del telefono sento mio fratello urlare.
"Sei sempre bellissima Mel!"
Io sorrido e poi ascolto Vicky.
"Sai che li ho visti signorina!" mi dice e io senza capire lancio un'occhiata a Jay che sta per finire la sigaretta e cammina avanti e indietro osservandosi intorno.
"Che intendi Vicky?"
"Gli sguardi che vi lanciavate tu e Jay! E il sorriso che ti ha fatto mentre ti presentava! È stato così gentile e affascinante allo stesso tempo!" lo osservo ascoltando le parole di Vicky. Era realmente successo quello che mi stava descrivendo?
Jay alza lo sguardo incontrando il mio e mi viene un'idea.
"Vicky aspetta un attimo..." mi avvicino a lui e gli passo il telefono sperando che accetti la mia proposta.
Mi sorride e poi prende il telefono dalle mie mani.
Ancora una volta le nostre dita si sfiorano e sento una scossa percorrermi la mano.
La ritiro e aspetto di sentire la reazione di Vicky.
Jay osserva il nome sullo schermo e poi risponde.
"Ciao Vicky, come stai?" le chiede e io sento Vicky urlare dall'altra parte tanto che Jay allontana il mio cellulare dall'orecchio.
"Scusala..." dico piano e lui annuisce rassicurandomi.
E così mi ritrovo ad osservare la mia migliore amica parlare con il suo musicista preferito. Poco dopo Jay mi ripassa il cellulare e torno a sentire la voce di Vicky.
"Avresti dovuto avvisarmi! Ti odio! Ma grazie mille Mel!" mi dice e io rido.
La saluto e poi chiudo la telefonata.
"Vedi tutto questo non è normale, ecco cosa mi manca di più. La possibilità di avere degli amici che non per forza devono essere anche i tuoi colleghi, persone che non ti vedono per chi il mondo dice che tu sia, ma per chi sei. Solo tu. A volte vorrei solo essere Jay..." mi dice e io lo guardo.
Mi sento dispiaciuta per lui.
Lui mi sorride malamente e poi riapre la porta da cui siamo entrati, io rientro nell'edificio e Jay rientra dietro di me.
"Ehi! Ecco dov'eravate finiti!" esclama Bethany non appena ci rivede.
Io le sorrido e mi avvicino a lei.
"Perché quel faccino triste? Ora andiamo all'after-party a festeggiare su con il morale!" mi dice dandomi una spintarella con il fianco.
"Festa?" chiedo senza capire.
"Sì un party privato per il lancio del disco e ciò significa solo due cose: musica e alcol, tanto alcol!" esulta Harrison sorridendomi sornione.
"Lasciala stare Harrison! Ti giuro che se ti avvicini ti uccido! Non voglio che la influenzi con le tue cavolate!" dice Bethany e io sorrido. È bello sapere che tiene tanto a me da mettermi in guardia da Harrison. Non sembrano andare molto d'accordo, probabilmente per il comportamento sregolato di Harrison.
Marissa che era assente, rientra nella stanza, annunciandoci che è tutto pronto. Così insieme usciamo dall'edificio e dopo aver superato alcuni fotografi saliamo sui van.
Il viaggio è veramente corto, tanto che avrei preferito farmelo a piedi.
Il locale è un tipico locale di Amsterdam solo che questa sera è completamente affittato dai Bad Chromes. Ci sono ancora dei fotografi, ma meno di prima. Entriamo subito nel locale e non appena siamo dentro la gente presente esulta alzando i loro bicchieri e brindando in favore dei Bad Chromes.
Non so chi sia tutta questa gente, ma immagino persone importanti del mondo discografico.
Io sto al fianco di Bethany che mi presenta quasi a tutti. Dopo un po' sono stanca di conoscere persone nuove soprattutto perché so che non riuscirò mai a ricordarmi tutti i loro nomi.
"Bet, vado a prendermi qualcosa da bere al bar!" lei annuisce e continua a parlare con un capo di una grande casa discografica.
Mi allontano e appena arrivo davanti al bancone mi siedo su uno sgabello e sorriso al barman.
"Ciao, potresti darmi qualcosa di alcolico?" gli chiedo cercando di sovrastare il volume della musica ad un tratto più alto.
"Come vuoi, bellezza..." mi sorride e io aspetto guardandomi intorno. Tutti sembrano impegnati a parlare o a bere e sembra che si stiano divertendo. Io mi sento esausta. Vorrei solo toccare il mio enorme letto nella mia enorme e sontuosa camera d'albergo.
"Ecco a te!" mi dice il barista. Io lo ringrazio e prendo un sorso del drink. Mi piace, alcolico ma non troppo.
In quel momento vedo Bethany corrermi incontro entusiasta.
"È ora di ballare mia cara! In fondo siamo le ballerine giusto?" io la guardo sorpresa e poi decido di seguirla, ma solo dopo aver bevuto un lungo sorso del mio drink.
Bethany mi trascina in pista e il volume della musica mi sembra sempre più alto. Parte una canzone pop e io e Bethany iniziamo a muoverci a ritmo, scuotendo i fianchi e le braccia.
"Oh si, così si fa ragazza!" mi dice ridendo e io le sorrido. Bethany è bravissima a ballare, ogni movimento sembra del tutto naturale fatto da lei, anche se so che per fare alcune cose ci vuole pratica e studio.
Balliamo tre canzoni di seguito e solo in quei momenti riesco a dimenticarmi della stanchezza, dell'agitazione e del discorso infelice di Jay. Semplicemente mi diverto.
"Arriva qualcuno per te..." mi dice Bethany guardando alle mie spalle con occhi sbarrati.
Io mi giro e a pochi centimetri da me vedo Jay. Siamo così vicini che percepisco l'odore acre e pungente di quello che mi sembra Jack Daniel's. Quanto ha bevuto?
"Vuoi ballare con me?" mi chiede sfiorandomi la mano. Ancora una volta un brivido mi attraversa al suo tocco e non posso fare a meno che annuire. Osservo i suoi occhi verdi senza capire le sue intenzioni.
Vedo Bethany dileguarsi e io mi ritrovo al centro della pista con Jay. Non so cosa fare. La canzone che inonda la sala è sempre pop, ma leggermente più lenta. Mi muovo piano osservando la reazione di Jay. Grazie ai tacchi sono quasi alla sua stessa altezza e riesco a scrutare il suo viso.
I piercing lo rendono più sexy di quello che vorrei e uniti al suo sorriso rendono la situazione fraintendibile.
Continuo a muovere i fianchi fino a quando sento Jay posarci le mani sfiorandomi appena da sopra il vestito.
Trattengo il respiro quando mi avvicina ancora portando la testa vicino al mio collo.
"Volevo dirti che sei veramente fantastica sta sera..." mi sussurra all'orecchio e io rabbrividisco.
Con una mano mi prende un braccio e se lo porta intorno al collo. Jay è sudato, e la sua camicia bianca sembra fasciarlo ancora meglio, mettendo in risalto il suo corpo muscoloso.
Balliamo tre canzoni di seguito, muovendoci insieme, fino a quando sento le labbra di Jay posarsi sul mio collo. Allora mi allontano.
Che sto facendo?
Non faccio in tempo a rendermene conto che dalle spalle di Jay spunta una bionda formosa e stretta in un vestito nero provocante. Si avvicina a lui sussurrandogli qualcosa all'orecchio. Ed è così che Jay, senza neanche guardarmi si allontana seguendo la ragazza.
Quanto posso essere stupida? Era palesemente ubriaco e non avrei dovuto lasciarmi coinvolgere. Sono quasi sicura che domani non si ricorderà nulla.
Torno al bar e finisco il mio cocktail tutto d'un fiato.
"Ehi piano, bellezza..." mi dice il barista. In quel momento vedo Jay uscire dal locale per mano alla ragazza bionda.
"Oggi non è giornata..." gli rispondo e bevo l'ultimo avanzo del cocktail.
"Posso averne un altro?" chiedo e lui annuisce.
Passo il resto della serata al bar a chiacchierare con il barista e con altri due drink. Finalmente vedo Bethany spuntare dalla folla e raggiungermi.
"È ora di andare!" mi dice e io scendo dallo sgabello. Mi sento frastornata e sono sicura di aver bevuto troppo. Infatti seguo Bethany barcollando e con la testa che gira. Quando arriviamo in hotel Bethany mi accompagna nella mia stanza e mi aiuta a spogliarmi.
"Sai te lo perdono, è stata una giornata stressante, ma non diventare Harrison in versione femminile okay?" mi dice e io sorrido.
"A domani..." le dico sbadigliando. Lei mi saluta e poi esce dalla mia stanza. Io, anche se con fatica ed estrema lentezza, riesco ad infilare la sottoveste che uso per dormire e poi dopo aver spento la luce mi metto a letto e mi addormento pochi secondi.
***
Mi sveglio. Ruoto la testa verso il comodino e osservo l'ora sul cellulare. È notte piena e la testa mi gira. Sono ancora ubriaca. Non avrei dovuto bere così tanto.
Provo a tirarmi su a sedere e prontamente poso una mano sulla fronte. Sembra che nella mia testa ci sia una banda. Mi fa male.
Mi alzo e vado in bagno. Mi guardo allo specchio e sono sconcertata. Primo giorno di lavoro e mi sono lasciata andare così, non avrei dovuto e tutto per...
Per Jay. Sin dal nostro incontro avevo sentito qualcosa, ma avevo provato ad ignorarlo, invece ogni volta un brivido mi attraversa al suo tocco e la sera precedente sentire il freddo del piercing in contrasto con le sue labbra calde sul mio collo....
Avrei tanto voluto sapere se si fosse portato in camera quella ragazza bionda. Come si chiamavano? Le groupie? Sapevo come andava avanti il mondo delle rockband. Sesso, alcol e rock'n roll. Ma mai avrei pensato che il ragazzo che voleva solo normalità fosse realmente così.
Più pensavo a come mi aveva lasciato sulla pista senza degnarmi neanche di uno sguardo per seguire quella ragazza e più riuscivo ad arrabbiarmi.
Eravamo colleghi, amici, almeno un minimo di rispetto me lo sarei aspettato.
Bethany si lamentava di Harrison, del suo comportamento, ma sembrava proprio che neanche Jay fosse da meno. Forse Vicky aveva ragione. Jay era un playboy del mondo della musica e io lo avevo sopravvalutato.
Scuoto la testa e mi sciacquo il viso togliendomi i resti del trucco. Torno in camera e decido di uscire dalla stanza. Non ho voglia di dormire e rimanere in questa lussuosa camera non fa che ricordarmi che non sono a casa, che devo affrontare tutto questo da sola, senza la mia migliore amica e senza mio fratello.
Mi cambio velocemente con un paio di jeans e un maglione leggero e dopo aver indossato le mie sneakers esco dalla camera portando con me le chiavi.
Il corridoio dell'albergo è illuminato da alcune luci, lo percorro verso la stanza di Bethany e dei ragazzi e quando arrivo alla fine noto che si apre in altre due strade. Destra o sinistra?
Mi guardo intorno e decido di girare a destra. Supero alcune camere e poi mi ritrovo davanti ad una vetrata con una porta scorrevole.
La apro e metto piede su quello che sembra un terrazzo per gli ospiti dell'albergo. Ci sono alcuni ombrelloni ora chiusi e alcune sdraio.
Ma la vista è tutto ciò su cui riesco a concentrarmi. Vedo Amsterdam meglio di quanto sia riuscita fino ad ora. È bellissima illuminata a giorno, durante questa notte così scura.
Sento un po' di vento e rabbrividisco leggermente. È quasi fine settembre e il fresco inizia a farsi sentire.
Mi appoggio alla ringhiera e resto lì a fissare il panorama, grata di aver trovato un posto che mi faccia stare più tranquilla. Respiro l'aria fresca e sento quasi le ultime gocce di alcool abbandonare il mio corpo.
Ad un tratto sento una mano che si posa sul mio fianco. Sussulto e faccio per girarmi, ma non ci riesco.
"Tranquilla, sono io..." sento una voce familiare al mio orecchio, ma ciò non mi tranquillizza.
Sento ancora l'odore acre dell'alcol mischiato al fumo e ad una colonia femminile di bassa qualità.
Jay.
"Cosa ci fai qui?" gli chiedo continuando a guardare davanti a me. Non voglio dargli nessuna soddisfazione, così provo a controllarmi, anche se il suo tocco sul fianco sembra bruciare sulla mia pelle.
"Potrei farti la stessa domanda..." alzo gli occhi al cielo e poi decido di non continuare questa conversazione.
So che non porterà a nulla di buono. Io sono ancora stordita e lui è ancora ubriaco. Immagino che questa serata e questa notte siano totalmente da cancellare.
Provo a scostarmi, ma lui mi tiene stretta.
"Devo tornare in camera, Jay..." ed è proprio vero, devo, perché nonostante tutto il mio autocontrollo non so per quanto potrò resistere così vicino a lui.
"Rimani un po' qui con me.." mi dice piano e sento che allenta la presa speranzoso di avermi convinto a restare.
Ne approfitto e mi scosto da lui osservandolo in viso.
Ha il segno di un rossetto rosso su una guancia. Non mi spiego come ho fatto a sopravvalutarlo così tanto.
"Perché non torni dalla tua ragazza bionda?" gli chiedo pungente. So che è il poco alcol che ho in corpo che parla per me, ma non riesco a trattenermi alla vista di quel rossetto.
"Da chi?" mi domanda senza capire. Non sa nemmeno il suo nome. C'era da immaginarselo. L'idea che avevo di lui si annulla completamente.
Rimango lì e lui si avvicina prontamente. Per essere ubriaco ha degli ottimi riflessi.
Mi ritrovo intrappolata tra il muro e le sue braccia.
Mi guarda negli occhi e io cerco di scrutare se veramente questo è il vero lui.
In pochi secondi, mentre io sono ancora paralizzata dalla sua vicinanza, Jay avvicina le labbra al mio viso e mi lascia un bacio vicino alle labbra, troppo vicino.
A quel punto poso le mani sul suo petto e con una spinta lo allontano.
"Cosa credi di fare? Hai il suo rossetto e il suo profumo addosso e speri che io ci stia? Per chi mi hai preso Jay? Chi pensi io sia!?" indignata mi allontano da lui e rientro nell'albergo.
"Melody!" la sua voce è lontana quando mi chiudo nella mia stanza.
Mi appoggio alla porta e torno a respirare normalmente. Avvicino le dita al viso e sfioro il punto in cui le sue labbra mi hanno sfiorato.
Che cosa sto facendo?
~~~
Sono ancora qui. Il perché non lo so.
Grazie se siete arrivate fin qui.
Sofia.
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