2. Jay
"Pronto?" dico cercando di aprire gli occhi e scalciando via le lenzuola dalle gambe.
Perché fa così caldo?
Nonostante abbia il telefono in mano lo sento squillare sempre in lontananza, così apro meglio gli occhi e cerco di abituarmi data la luce. Non ho il mio cellulare in mano, ma un pacchetto di fazzoletti. Sbuffo infastidito dalla suoneria che Harrison ha messo sul mio cellulare e lo prendo per rispondere, finalmente.
"Oh grazie al cielo.." dico quando rispondo e sento solo la voce di Harrison e non più quel fastidioso rumore.
"Mi spieghi che cazzo stai facendo?" mi dice Harrison incazzato al cellulare. In quel momento mi accorgo del forte mal di testa che mi sta uccidendo.
"Senti, vedi di non urlare perché non è giornata.." dico cercando di rimanere calmo. Mi tiro su a sedere e solo in quell'istante, girando la testa mi accorgo che non sono solo.
Nel mio letto accanto a me c'è una ragazza bionda, sta dormendo a pancia in giù e solo nel vederla mi ricordo la notte passata insieme. Niente male la ragazza.
"Jay, ci sei? Cazzo Jay sveglia!!" sento Harrison al telefono, così torno alla realtà.
"Sì ci sono, ci sono. Giuro che se urli ancora non appena ti vedo ti..."
"Cosa hai intenzione di farmi? Credo niente paragonato a quello che ti farà Marissa se non ti presenti qui subito!" dice interrompendomi.
Mi blocco senza capire.
"Cosa?" domando senza riuscire a svegliarmi.
Cerco di ricordarmi gli eventi della sera prima.
La discoteca, la festa per il successo del disco, alcool, la ragazza bionda che mi è stata attaccata tutto il tempo, il sesso e poi buio.
"Sai oggi abbiamo una riunione con la ballerina vincitrice del concorso, il concorso che hai proposto tu, genio!" mi spiega velocemente Harrison.
"Cazzo!" esclamo stringendo gli occhi.
"Eh buongiorno..." mi risponde ironico Harrison.
"Senti, sono ubriaco, non riesco a presentarmi lì... dì a Marissa che sono ammalato..."
"Come se potesse crederci! - mi risponde lui ridendo - senti Jay, vedi di darti una svegliata e raggiungici il più in fretta possibile, non ho voglia di essere sgridato da Marissa per averti coperto il culo, quella donna è malvagia!"
Non riesco a ribattere che Harrison chiude la chiamata.
Poso il cellulare sul comodino e mi ricorico rimanendo a guardare il soffitto per alcuni secondi e passandomi una mano tra i capelli scuri.
In quell'istante sento una mano posarsi sul mio petto nudo.
Mi giro e vedo la ragazza bionda che si è svegliata e che si è avvicinata a me.
Oh no.. le ho spiegato che non sono il tipo da coccole dopo il sesso? E che se non fossi stato ubriaco non sarebbe neanche rimasta a dormire?
Non mi ricordo molto quindi le faccio un sorriso tirato e allontano la sua mano alzandomi dal letto.
"Ciao... - mi blocco perché non so neanche il suo nome - credo che dovresti andartene, ora ho da fare..." dico sbrigativo.
La ragazza si alza velocemente dal letto e mi raggiunge dall'altra parte. Io faccio un passo all'indietro.
"Sí, va bene - dice lei senza capire il mio comportamento - se vuoi ti lascio il mio numero, possiamo rivederci!" dice speranzosa cercando la sua borsa nella stanza.
Io non dico niente, la osservo mentre su un pezzo di carta scrive il suo numero e si riveste.
Prima di uscire dalla stanza mi sorride e mi lascia il foglietto.
Io faccio un sorriso tirato e non appena esce dalla mia stanza accartoccio il foglio e lo butto nel cestino. Non è mia intenzione richiamarla e sono anche modificato dal fatto che l'ho appena illusa, ma non volevo ferirla di più dicendole che mai ci saremmo rivisti.
Mi dirigo in bagno e non appena incontro il mio riflesso allo specchio vedo quanto esso rifletta come mi sento dentro.
Un fottuto schifo.
Devo aver bevuto davvero troppo perché i miei occhi sono rossi, i capelli spettinati al massimo e sembro un fantasma.
Mi sistemo il piercing al labbro e poi dopo essermi tolto i boxer entro in doccia.
L'acqua fredda mi colpisce senza pietà, ma è ciò di cui ho bisogno.
Solo così riesco a svegliarmi.
Quando ho finito di lavarmi esco e dopo essermi asciugato velocemente indosso un paio di jeans neri strappati, una maglietta bianca e la mia giacca di pelle preferita. Agguanto il cellulare e le sigarette in fretta ed esco dalla mia stanza.
All'ingresso saluto Chad il mio assistente personale e guardia del corpo ed insieme usciamo di casa. La Range Rover è ferma ad aspettarmi e quando salgo dietro, il mio autista Frank mi saluta.
"Passata una buona serata?" mi chiede ridendo ed osservandomi dallo specchietto.
"Guida e fai in fretta sono in ritardo per una riunione alla casa discografica..." dico ignorando la sua provocazione. Nonostante siano miei dipendenti, sia Chad che Frank sono miei cari amici. Da quando sono stati assunti da Marissa il nostro rapporto non è stato mai solo lavorativo, ma più di amicizia. Per me sono come dei fratelli e a volte mi conoscono così bene che mi sorprendo.
Durante il viaggio chiedo a Frank di spegnere la radio, perché la musica peggiora solamente il mio mal di testa. In più dopo aver fatto tutto così in fretta sento anche i giramenti di testa e impreco a bassa voce.
Perché mi sono ubriacato così tanto?
Quando arriviamo in casa discografica Chad mi segue fino all'ingresso e poi gli chiedo se gentilmente può andarmi a prendere un caffè. Lui annuisce e sparisce dalla mia vista. Passo vicino alle segretarie e loro mi lasciano passare senza chiedermi niente, guardandomi con occhi adoranti.
Da quando siamo diventati famosi in tutto il mondo, ogni donna o ragazza che incontro sembra essere innamorata follemente di me, è un comportamento dovuto alla fama e credo di dovermene fare una ragione, ma a volte mi da alquanto fastidio. Nonostante ciò devo ammettere che ha i suoi vantaggi. Posso avere ogni ragazza che voglio, senza sforzarmi.
E così succede anche a Harrison e a Nikolas. Solo che quest'ultimo si è fidanzato ormai da due mesi con Bethany, ovviamente in segreto, perchè avere una fidanzata potrebbe assolutamente rovinare la nostra immagine da rock star.
O almeno, così dice Marissa. E a me va più che bene, non voglio nessuna ragazza fissa, non sono fatto per le relazioni.
Prendo l'ascensore e schiaccio l'ultimo bottone. In pochi secondi mi trovo all'ultimo piano e mi dirigo subito all'ufficio di Marissa. Barcollo leggermente a causa dei giramenti di testa, ma cerco di non farlo notare, senza riuscirci. Mi sento veramente a pezzi e sono sicuro che si veda.
Quando apro la porta dell'ufficio la luce mi acceca e sono costretto a chiudere gli occhi dal bruciore. Mi muovo anche con gli occhi chiusi sapendo la disposizione dell'ufficio di Marissa. Nonostante ciò sbatto contro una sedia e barcollo fino al divano, lasciandomi poi cadere vicino ad Harrison.
Mi passo una mano sugli occhi, ma la luce che entra dalle enormi finestre è accecante. Mi servirebbero un paio di occhiali da sole.
"Guardatelo è ubriaco, ancora..." sento la voce di Bethany, ma non mi importa. Lei è sempre pronta a lamentarsi. Questa è la mia vita e posso fare ciò che voglio, anzi invece di lamentarsi sempre dovrebbe ricordarsi di quando ai tempi del liceo, l'ho aiutata portandola con me a Londra e creando la band. Senza di me lei sarebbe ancora a lavorare in quel misero bar.
"Harrison per piacere portalo via e rimettilo in sesto..." dice Marissa con tono duro.
Sento Harrison alzarsi e mettere un braccio intorno alle sue spalle.
Provo a tirarmi su, ma ho come la sensazione che stia facendo tutto lui.
Quando sono in piedi, tento di riaprire gli oggi e ora che le finestre sono alle mie spalle va meglio.
Riconosco l'ufficio e le persone al suo interno.
Tranne una.
La ragazza che mi sta fissando è seduta sulla sedia davanti alla scrivania di Marissa.
Deve essere lei la ragazza di cui mi ha parlato Harrison.
La luce invece che accecarmi, le illumina il viso e fa risplendere i suoi occhi scuri così come i suoi capelli raccolti in una coda alta.
La guardo negli occhi mentre le passo a fianco e per la prima volta dopo tanto il suo sguardo è diverso da quello di tutte le ragazze.
Sembra intimorita, ma non sembra volersi buttare ai miei piedi.
Mi piace.
La supero mentre Harrison mi aiuta a stare in piedi e usciamo dall'ufficio di Marissa.
La sento scusarsi per l'inconveniente che sarei io e poi ci allontaniamo.
Harrison mi porta nella sala caffè e mi fa sedere su una sedia.
Mi fissa e scuote la testa.
"Non guardarmi così..." gli dico, non voglio essere giudicato anche da lui.
Lui annuisce e poi esce velocemente dalla stanza.
Quando ritorna è insieme a Chad che ha in mano il mio caffè americano.
Me lo passa e io lo bevo velocemente sperando che mi svegli.
"Datemi qualcosa per questo fottuto mal di testa, mi sta uccidendo!" dico verso di loro e Harrison apre lo sportello dei medicinali e me ne passa uno.
Lo butto giù velocemente e poi finisco il caffè.
Già mi sento meglio, il caffè fa miracoli su di me.
Mi alzo per buttare la tazza di plastica e attraverso le porte di vetro che circondano la stanza vedo la ragazza uscire dall'ufficio di Marissa e dirigersi verso l'ascensore.
"Come si chiama?" domando velocemente ad Harrison mentre mi muovo verso la porta.
"Melody.." mi dice e io mi volto verso di lui.
"Melody?" sono sorpreso.
Lui annuisce ancora e poi io corro fuori dalla stanza.
Quando sono vicino a lei la blocco sul braccio e lei si gira verso di me.
Non appena la mia mano entra in contatto con lei sento una sensazione strana vibrare dentro di me, fino ad un punto preciso del mio corpo.
Cerco di concentrami.
Voglio scusarmi con lei, nient'altro.
Nonostante ciò non riesco a non fissarla e mi accorgo solo in quel momento di quanto sia spettacolare il suo viso.
"Melody..." dico senza poi continuare alla frase.
Avrei voluto scusarmi con lei per come mi ero presentato alla riunione, ma non ci riesco.
I suoi occhi sono così penetranti, profondi scuri. Sembra che mi stai giudicando.
Non capisce perché l'ho fermata e non posso biasimarla.
Non riesco ad emettere una parola.
Lei si scrolla la mia mano di dosso e si gira verso l'ascensore.
Mentre cammina non posso fare a meno di osservare il suo corpo. Si vede che è una ballerina, ha le forme giuste nei posti giusti, e un fondoschiena da urlo.
Rimango a guardarla mentre l'ascensore si chiude e solo quanto le porte mi impediscono di vederla torno a respirare normalmente.
Ma cosa è successo?
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Dovrei studiare filosofia, ma... eccomi qui.
Come vedete nei media quello nella foto è il nostro Jay, o per lo meno come me lo sono immaginato.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che continuerete a leggere!
Ditemi che ne pensate!!
Baci.
Sophia.
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