A1C1: Il Lilith e il Sole.
"Stai zitto!" urlò Nerif. Era nella sua stanza, da solo. "Principe Owlbeak, per favore si calm-" disse il comandante, tramite il trasmettitore, per poi essere interrotto ancora una volta dalle urla del più giovane. "Non voglio sentire nulla riguardo questa storia! Non è colpa mia se mio padre è svanito!" lo interruppe. "Glielo chiedo per favore, ci sono continue rivolte da più di tre anni! Suo padre non sta governando da un sacco di tempo. Ora che ha l'età per comprender-" Nerif lo interruppe di nuovo. "Ha fatto un buon lavoro con il governo ultimamente, o sbaglio?! Lo faccia anche adesso!" strillò il ragazzo. "Nessun altro può fare un lavoro simile, tu sei l'ultimo della successione!" esclamò il comandante. "Finché non si trova una soluzione tu governerai Alaron! Anche se mancano altri quattro re. Intesi?!" strillò Nerif. "Capisco. Arrivederci, Owlbeak." il comandante riattaccò.
Marx e Nerif erano stesi sul divano grande della villa. "Com'è andata la chiamata?" chiese Marx. Nerif era in silenzio. "Devo essere il monarca." rispose secco. Marx saltò sul posto. "Cosa?!" esclamò, esterrefatto. Nerif restò in silenzio. Dalla stanza a fianco si sentì un fischio acuto. "Il tè è pronto." disse sbrigativo il ragazzo. Si alzarono, servendosi da soli. "Stanno riponendo tutto su di me. Non ho nemmeno mamma adesso... cosa ho fatto di male nella vita?!" si sfogò, scoppiando a piangere, parlando quasi a se stesso più che all'amico. Marx lo guardava e non sapendo cosa fare lo abbracciò. Nerif ricambiò. "Il tè si fredderà. Bevi, dai." disse Marx, distraendolo dalla situazione. "Marx... non so cosa fare... mi manca mamma... non ho nemmeno potuto vedere Mortred una volta...-" scoppiò di nuovo a piangere. "Nerif, non-" rispose confuso Marx, interrompendosi. "Nerif." Continuò poi il ragazzo "Vieni da me. Puoi restare quanto vuoi. A Irel piacerebbe molto conoscerti."
"Sicuro?" rispose Nerif. Marx annuì. "Domani andiamo al porto." disse Marx. "Adesso rilassiamoci, e non pensiamo a queste cose." continuò.
Andarono a dormire abbastanza presto, si dovevano preparare per il giorno seguente. Nerif aveva avvertito il comandante e gli aveva detto che poteva restare, ma solo se portava il trasmettitore con lui. Nerif non chiuse occhio. Erano le 2 del mattino e si dovevano svegliare alle 5. "Marx." disse Nerif improvvisamente nel mezzo della notte, svegliando il suo amico dal sonno profondo in cui era. "Mmhhh- cosa c'è?" mormorò con la bocca impastata. Nerif si girò verso il letto dell'amico. "Prometti che noi due saremo sempre amici? In qualsiasi circostanza?" chiese dal nulla Nerif. Marx sorrise giusto abbastanza per far vedere i denti. "Va bene, lo prometto." rispose il ragazzo.
Erano le sei del mattino. Il cielo era di un colore arancione acceso. La spiaggia che si affacciava sul portoera deserta. Non era una sorpresa a quell'ora. Nerif si era portato uno zaino che conteneva il suo libro di magia, i suoi progetti di robotica, due pigiami, e il suo pugnale fortunato. Non si sa mai. "Bene, ho tutto!" disse Nerif eccitato. "Lo vedo!" esclamò Marx. Una barca si avvicinava alla spiaggia. L'uomo che la guidava salutò da lontano alzando il braccio. "Sei pronto Nerif?" chiese Marx. Il ragazzo annuì. La barca arrivò. L'uomo scese, e si avvicinò ai ragazzi. Aveva dei capelli lunghi che gli ricadevano sulle spalle, di un colore arancione chiaro. Era molto alto, più alto di Marx, saranno stati almeno due metri. "Ciao, Marx. Tu sei Nerif, giusto?" chiese il tipo. "S-Sì. Piacere!" balbettò. Si strinsero le mani. Al tatto aveva la pelle squamosa, come quella di un drago. Nerif non ci fece caso. "Questo è Irel. Il mio tutore, maestro e il capo del clan del sole!" disse Marx all'amico, sorridendo. "Sei molto più basso di quel che potessi immaginare, quando ti ho visto la prima volta eri alto quanto Marx!" disse scherzoso Irel. "Aspetta... come?" chiese Nerif, confuso. Irel ridacchiò, inarcando gli occhi. "E' passato molto tempo, effettivamente. Quando mi hai visto per la prima volta avevi solo 3 anni." rispose Irel, ancora con il sorriso stampato sulle labbra. Nerif arrossì lievemente. "Beh, allora saltiamo su?" chiese Irel, impaziente di ripartire. "Certo." rispose Nerif.
Era un viaggio abbastanza silenzioso; solo la barca che infrangeva le onde faceva un suono leggero, quasi inpercettibile, quindi Irel cercò di fare un po' di conversazione. "Allora, come sta tua madre Nerif? Ho sentito che sta in clinica. Qualche novità?" disse Irel, remando verso casa. Nerif rimase in silenzio per un po' di tempo. "È morta." rispose secco. Irel si fermò. "Cosa?-""L'hanno assassinata all'ospedale. Stava per partorire un bambino. Quando sono andato a farle visita ieri sera per farle una sorpresa era già così. Aveva uno squarcio enorme sullo stomaco. Il bambino era morto." disse il ragazzo, trattenendo le lacrime a stento. "Cavolo, Nerif. Mi dispiace..." rispose Irel, mortificato, remando un pochino più lentamente a causa della notizia che aveva appena assimilato. "Tranquillo. Sono tutti e due con gli Angeli, adesso." continuò guardando Nerif neglio occhi. "Era una gran donna. Io, lei e tuo padre andavamo sempre a divertirci tutti insieme. Eravamo amici stretti. Però, da quando tuo padre fu eletto come terzo re di Alaron... beh abbiamo smesso di sentirci per cause di forza maggiore" disse tornando a remare a velocità normale.Dopo un'oretta arrivarono all'isola. Era un posto molto piccolo, ma estremamente accogliente. L'atmosfera era molto più rilassata di quella di Alaron e Nerif si sentì subito a suo agio. "Tu ci sei mai stato qui, Nerif?" Chiese l'amico. Il ragazzo scosse la testa. "Allora ti dobbiamo portare in un posto molto speciale. So che non preghi il sole, ma è comunque un luogo spettacolare." Disse Irel. Nerif annuì. "Se lo dite voi, allora sono sicuro che sarà bellissimo" mormorò Nerif, sforzando un sorriso.
L'isola del clan di Marx era composta da una sola città. Aveva una tecnologia molto più "primitiva" e artigianale rispetto a quella a cui era abituato Nerif. Però per lui non era un negativo. Era molto affascinante, addirittura. Quasi esotico in un certo senso. Le persone camminavano per le strade mentre i bambini giocavano all'aperto senza la supervisione di adulti... era come se si conoscessero tutti quanti. In parte era vero, visto che il clan del sole è una grande, grandissima famiglia. Ma non era solo la religione a unirli. Era il desiderio di formare una civiltà unita e pacifica, essere una popolazione accogliente e amichevole... era una boccata d'aria fresca per Nerif, ma soprattutto un tentativo di non violenza molto ammirabile. Dopo circa un quarto d'ora arrivarono davanti a una cattedrale. "Questo è il posto dove preghiamo noi del clan del sole. L'ho costruita io moltissimi anni fa insieme ai primi membri del clan. Ci sarà voluto un lustro e mezzo finirla. È l'opera di cui sono più fiero!" Disse Irel, entrando. "È davvero stupenda..." Disse affascinato Nerif. L'interno della cattedrale era totalmente bianco. Dalle panchine all'altare. Una grandissima voragine al soffitto illuminava la cattedrale per intero al mezzogiorno. A tutte le altre ore della giornata e durante la notte la chiesa era illuminata all'interno solamente da candele. "È davvero stupendo... non abbiamo molte chiese per pregare al Lilith ad Alaron. La religione è considerata futile da noi." Disse Nerif, guardandosi intorno. "Il Lilith è un concetto molto interessante. La nostra religione e la vostra sono collegate, in verità. La luna nera e il sole sono concetti opposti, che però lavorano all'unisono, per portare equilibrio al mondo e... perdonami, sto parlando troppo. Vieni, ti facciamo vedere la nostra casa" Sorrise Irel, prendendo sottobraccio Nerif. "Non preoccuparti, la religione mi interessa molto. Comunque sia grazie!" Disse il ragazzo mentre camminava, sorridendo.Arrivarono a casa di Marx e Irel. "Fai come se fossi a casa tua e non fare complimenti!" Disse Irel. "Puoi posare tutto nella mia camera. Ti va di prendere qualcosa da bere? Qui vicino c'è un bar che fa una birra artigianale buonissima!" Esclamò Marx, sorridendo. "Certo! Sono appena dell'età per farlo secondo le leggi di Alaron!" Disse Nerif, contento della proposta. Il ragazzo posò le sue cose sul letto degli ospiti.
Arrivarono alla taverna. Era popolato da gruppi di ragazzi che festeggiavano il compleanno di qualcuno, vecchietti che si bevevano un bel bicchierino di whisky, due tipi palesemente ubriachi che facevano a gara di bevute e una decina di persone sedute sul tavolo grande che giocavano a carte. Sembravano tutti estremamente pacifici. Nerif e Marx si sedettero a uno dei tavoli. Il cameriere arrivò quasi subito da loro e cordialmente gli chiese: "Cosa posso portarvi, ragazzi?". Marx si schiarì la gola "Due delle vostre birre artigianali e degli stuzzichini a vostra scelta se li avete, grazie." Disse al cameriere. Il cameriere se ne andò annotandosi tutto su un taccuino. "Grazie ancora per avermi invitato... non so come ringraziarti." Disse Nerif, felice. "Non c'è bisogno di ripagare nulla, per i miei amici farei di tutto! Anzi, grazie a te per l'ospitalità ad Alaron. Mi era dovuto portarti qui" Disse sorridendo. Il cameriere arrivò dopo un paio di minuti al tavolo con due boccali trasparenti di birra tendente al marroncino e degli snack di mais. "Ecco a voi." Disse l'uomo. "Grazie mille!" Esclamò Marx. "Allora, alla salute!" Si girò verso Nerif e bevette una sorsata. Cominciarono a sorseggiare. "Wow! È davvero buonissima..." Disse Nerif. "Già, nella preparazione ci aggiungono della cannella, dà un gusto eccezionale alla bevanda. Io e Irel prepariamo un altro tipo di bevanda, che non è nemmeno alcolica. Ha un gusto molto particolare. A casa te la facciamo provare." Disse Marx, prendendo un sorso di birra.Dall'altro angolo della taverna, i tipi che giocavano a carte applaudirono. "Ha vinto tutte le partite di oggi! Sta sbancando!" Esclamò un uomo, come se stesse facendo la telecronaca della fortuna del vincitore. I ragazzi si girarono a vedere. Notarono un ragazzo con capelli nero pece e degli occhi blu molto profondi. Aveva accanto a lui alcuni sacchi di monete vinti giocando a carte. "Lo conosci?" Chiese Nerif al suo amico. "No, è nuovo. Lo abbiamo semplicemente trovato qui un giorno e lo abbiamo accolto. Non si sa nulla di lui, a parte il suo nome. Non ha nemmeno un clan..." Rispose Marx. "Ha la nostra età... ci hai mai parlato?" Chiese Nerif. "Sì, ma è molto riservato. Dice che le onde lo hanno portato qua." Nerif guardo le orecchie del ragazzo. Erano a punta. "Un elfo?!" Urlò stupefatto. Tutte le persone dell'osteria si girarono verso Nerif. "S-Scusatemi..." Sussurrò in modo inudibile Nerif. Il barista, un tipo molto smilzo e alto, lo rassicurò da lontano. "Tranquillo, anche io ho avuto la stessa reazione quando ho visto il ragazzo. Korwell." Ridacchiò il barista con voce nasale mentre stava preparando un boccale di birra. Il ragazzo si alzò in silenzio mentre tutti guardavano Nerif, mettendosi i sacchi di monete in spalla. Si sedette insieme ai due ragazzi. "Piacere. Sono Korwell. Ciao Marx" Disse l'elfo, stringendo la mano a Nerif per poi salutare anche l'altro ragazzo. "Piacere anche a te. Una domanda però... gli elfi non si sono estinti?" Chiese Nerif, curioso. "Beh... ci sono ancora io. Finché non muoio io gli elfi come specie non sono estinti del tutto." Rispose Korwell rilassandosi sulla sedia e mettendo i sacchi a terra. "Comunque, come fai ad essere così bravo a carte? Con tutti i soldi che vinci ogni giorno in giro per le osterie ti ci potresti comprare una villa!" Rise Marx. "È l'unico gioco in cui sono bravo, ma credo che li ridistribuirò per evitare una crisi nell'economia dell'isola. Riguardo alla mia bravura, il gioco è l'unica cosa che mi ricorda mio fratello... mi ha insegnato lui la freddezza del pokerista." Disse Korwell, sorridendo un po' amaramente. Nerif prese un sorso di birra. "Wow. Beh, io invece sono stato invitato da Marx. In realtà provengo da Alaron." Disse Nerif. "Oh... quelli che sono in guerra con i draghi?" Chiese l'elfo. Nerif annuì. "Esatto... si è presentato un drago proprio ieri ed è probabile che non sia un evento isolato." Affermò Nerif. "Hai un trasmettitore?" Chiese all'improvviso Nerif. "Sì, ma è abbastanza vecchio. L'ho programmato io ma il suono è un po' statico." Rispose Korwell prendendolo dalla tasca. "Te lo posso riparare! Ho studiato robotica per cinque anni e per fortuna mi sono anche portato gli strumenti. Se mi si rompe ho sempre la soluzione a portata di mano" Disse mettendo le mani sul boccale. Korwell gli passò l'aggeggio. "Mi fido di te." Nerif sorrise. "Oh! Non mi sono presentato... Nerif. Nerif Owlbeak." Disse sorridendo.Uscirono insieme dall'osteria dopo un po'. "Allora noi andiamo, Korwell. Ti va se ci rivediamo qui, domani? Stesso tavolo se non è preso, stessa ora." Chiese Marx. "Certamente! Mi farebbe piacere. Se riesci anche a ripararmi il trasmettitore siamo a cavallo." Rispose il ragazzo guardando in direzione di Nerif. "Vedo cosa posso fare in ventiquattr'ore. Allora a domani." Disse Nerif, tornando con Marx alla sua casa.Irel stava leggendo un libro, mentre si beveva una bevanda fatta da lui e Marx. I ragazzi entrarono nel soggiorno. "Bentornati." Mormorò Irel con la faccia affondata nel bicchiere e gli occhi verso le pagine del libro. "Ciao Irel!" Disse Marx. "Ciao ragazzi.", disse l'uomo sfogliando la pagina. Il ragazzo introdusse Nerif verso la cucina. Prese da una mensola una bottiglia, con un contenuto simile all'acqua, ma molto più denso e opaco. Marx lo versò in un bicchiere. "Questa è la bevanda di cui ti parlavo. Sono sicurissimo che ti piacerà." Disse Marx, sorridendo. Nerif guardò il contenuto del bicchiere e bevve con riluttanza il liquido. Sapeva di cioccolata calda. "Ma... questa è magia!" Urlò Nerif osservando con gli occhi sgranati la bevanda e trangugiando un altro sorso con trepidazione. "Che cosa è?!" Continuò stupito. Marx gli diede una pacca sulla spalla. "Questo è quello che facciamo per passatempo io ed Irel. Sapevo lo avresti adorato." Disse Marx, dandogli una pacca sulla spalla. Nerif prese un ultimo sorso prima di vuotare il bicchiere. "Wow. Lo adoro!" Esclamò il ragazzo. "Sono felice che ti sia piaciuto." Sorrise Marx.
"E in onore di Lilith, tu, Sachiel, sei stato promosso, a ufficiale protettore dell'umanità. La Lancia di Uriel ti sarà data per aiutarti in questo compito. Che la Luna Nera sia con te."
"La ringrazio infinitamente. Farò del mio meglio per proteggere l'umanità."
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