Vita.

Evenit si era seduta sul davanzale della finestra, mentre Josh era seduto sulla sua sedia girevole e aveva i piedi poggiati sulla scrivania.
"Prima di spiegarti come funziona questo mondo, vorrei farti una domanda: tu cosa ti ricordi della tua epoca?"

"Poco e niente. Però ricordo che non c'erano tutte le cose che ho visto oggi."
Rispose, sporgendosi all'indietro fuori dalla finestra, per vedere il panorama cittadino.

"Ma, cioè, fammi capire. Tu non ricordi cosa facevi in vita? O chi eri?"

Evenit scosse la testa con espressione vuota.
"Non saprei neanche il mio nome se non me l'avessero detto."
Aggiunse scrollando le spalle.

Rimasero entrambi in silenzio per un po'.
Josh si era sempre sentito confuso e impaurito dal concetto di morte.
E sapere che una volta schiattati ci si dimenticava di tutto ciò che si era stati, lo demoralizzò non poco.

"Che schifo deve essere allora, il vostro mondo..."
Commentò agitando i piedi sulla scrivania.

"Non è uno schifo."
Disse con tono di rimprovero lo Spirito, sentendosi offesa.

"Dimmi allora cosa ci sia di bello. Non ricordi niente, stai tutta l'eternità a vagare nel buio con altre anime senza provare sentimenti..."

Josh bloccò il suo discorso sull'aldilà sentendo una flebile risata diventare sempre più sonora.
Evenit iniziò a ridere, fino a tenersi la pancia, rischiò quasi di cadere dalla finestra.
Le vennero anche le lacrime agli occhi.

"Ma che razza di..."
La donna cercò di iniziare una frase, ma non riusciva a smettere di ridere.

"Ma che razza di idea hai dell'aldilà?! Ahahahahah!"
Si asciugò le lacrime, mentre con l'altra mano batteva sulla sua gamba, divertita dalle parole del biondo.

Lui alzò un sopracciglio, chiedendo allora come fosse in realtà il mondo degli spiriti, sempre più curioso.

"Innanzitutto, giovanotto, noi fantasmi proviamo emozioni e sentimenti esattamente come i mortali."
Disse scendendo dal davanzale.
Poi iniziò ad elencare sulle dita

"Sappiamo cos'è la tristezza, la rabbia, la paura, la timidezza, l'allegria, sappiamo ridere..."

"E questo lo avevo capito"
La interruppe Josh.

"...Sì. Poi sappiamo cosa voglia dire volere bene o odiare.
L'unica cosa è che non ci innamoriamo. Nessuno c'è mai riuscito, e anzi, nemmeno ne sentiamo il bisogno."
E questo punto lo disse con un po' di malinconia.

"Quindi nell'aldilà non ci sono coppiette che limonano in continuazione?"
Chiese il ragazzo ridacchiando quasi tra sé e sé.

"No. Non ci sono coppiette che..."

Si bloccò.

"Scusa, cosa hai detto?"
Chiese subito dopo al Protetto, confusa.

"Non sai che vuol dire limonare?"
Domandò il ragazzo vedendola con un'espressione confusa, trattenendo una risata.

"No, non so cosa voglia dire."
Ribadì il Guardiano, stufa di venir derisa per cose che non conosceva.

"Sai no, quando, cioè..."
E fece scontrare le sue mani chiuse ripetutamente.
"...quando due persone si baciano con la lingua?"

Evenit rimase con un'espressione impassibile per pochi istanti, poi si diede uno schiaffo sulla fronte, coprendosi gli occhi dall'imbarazzo.
"Dio mio..."

"Ho detto qualcosa di male? Mi dispiace, scusa, scusa!"
Tolse immediatamente i piedi dalla scrivania, e le andò davanti cercando di scusarsi. Evidentemente non era abituata a parlare di cose del genere, quello spirito.

"Ma come fai a sapere cose come queste alla tua età..."
Evenit si tolse la mano dal viso, e per un momento, entrambi si fissarono negli occhi.
La donna si sentì intenerita dagli occhi grandi, scuri e arrotondati di Josh, come lui si sentì ipnotizzato dal suo occhio violetto.
"Mi pare di avere un déjà-vu."
Ammise Evenit abbassandosi all'altezza del ragazzino.
Gli accarezzò la testa, e lui sentì di nuovo il contatto con la pelle fredda del fantasma. Si chiese come facesse uno spirito a toccare un corpo mortale.
Un rumore di una porta che si apriva fece girare entrambi la testa verso il corridoio.
"Mamma!"
Esclamò sicuro Josh uscendo dalla camera.
Evenit invece rimase incucciata, con lo sguardo fisso verso l'uscita della camera.
"Jooosh! Sei in casa?"
Una voce flautata e vivace risuonò anche al secondo piano.
Decise di affacciarsi dalle scale, cercando di vedere la madre del suo Protetto.

Poi si smaterializzò nella cucina.
La stanza era luminosa e ariosa.
C'era una donna sulla quarantina, con i capelli a caschetto biondi platino. Anche i suoi occhi erano chiari. Azzurri ghiaccio luminosi come diamanti. Era alta quanto Evenit, indossava un morbido maglione rosa chiaro, lungo, le arrivava alle gambe, e dei Jeans così lunghi che le coprivano le scarpe.
Stava sistemando sul tavolo del cibo, e Josh metteva, sotto suo ordine, alcune pietanze nel frigorifero, un altro oggetto sconosciuto allo Spiritello.

"Josh, cos'è quell'affare tutto bianco?"
Chiese con le mani dietro la schiena.

Il ragazzo parve ignorarla. Però dopo poco sentì il suo pensiero.
"È un frigorifero. Un oggetto che serve a mantenere freschi i cibi che potrebbero rovinarsi con il calore. Forte vero? Se ti avvicini puoi sentire quanto è freddo."

Non aveva mai sentito parlare di una cosa come il frigorifero. Ma sembrava importante. Serviva per conservare il cibo. Seguì incuriosita il suggerimento del biondo, che riaprì lo sportello del mobile bianco per riporvi della carne cruda, e la donna poté sentire la frescura proveniente dal frigo.
"Oh cielo, sembra di avvicinarsi ad un pezzo di ghiaccio! È magico!"
Esclamò con innocenza, come se fosse una bambina.
Josh soffiò una risata, intenerito.

"Perché ridi?"
Chiese la madre mentre sistemava delle scatole e dei barattoli nelle mensole.

"Eh? Cosa? Ah, stavo solo pensando a una cosa divertente successa oggi a scuola"
Mentì il giovane aprendo delle buste di plastica con dentro la frutta.

"A proposito, come è andata oggi a scuola? Ah, puoi mettere la frutta nel cestino lì, per favore."
Ordinò infine la madre indicando un cestino fatto di giunco intrecciato.

Josh annuì, poi rispose alla domanda
"Comunque è andata abbastanza bene. La professoressa di Scienze ha riconsegnato i compiti e io ho preso sette."

La madre abbozzò un sorriso
"Discreto. Ma è comunque un miglioramento, bravo tesoro"
Gli accarezzò il mento e gli diede un bacio sulla guancia.

Josh salì in camera sua, mentre Evenit rimase con la donna in cucina, osservandola mentre operava con i fornelli.
Appena accese il fuoco, al fantasma quasi prese un colpo.
Come aveva fatto? Che stregoneria aveva mai usato?
L'aveva vista spingere un pulsante e girare una manopola, dopodiché apparve una fiammella in uno dei cerchi dei fornelli.
La donna bionda mise sopra al fuoco una pentola che aveva riempito d'acqua.

Evenit era sempre più curiosa, doveva chiedere come avesse fatto a far apparire il fuoco su quel cubo a Josh.
"Accidenti che freddo, dovrei chiudere la finestra"
Sentì la signora dire tra sé e sé.
La finestra era già chiusa.

La donna era perplessa, da dove arrivava quel l'ondata di freddo?
Si chiese se Josh avesse chiuso il frigorifero.
Anche quello era chiuso.
Lo spirito vide la bionda grattarsi la testa confusa, per poi tornare a cucinare, scossa da un brivido.

Evenit si allontanò dalla stanza, avviandosi nell'atrio dove c'erano le scale.

Tornò nella camera del suo protetto, intento a mirare di nuovo il parallelepipedo luminoso, mentre era sdraiato sul letto.
"Dai mi spieghi cos'è quell'aggeggio?"
Esordì pizzicandogli i piedi.
Josh si spaventò, e si mise a sedere a gambe incrociate.
"Questo coso è un telefono. È un apparecchio utilissimo al giorno d'oggi."

"Davvero? E perché?"

"È un coso che ti permette di scrivere o di parlare alle altre persone a distanza. Forte no?"

"Cosa?! E come funziona?"
Evenit si sedette sul letto a gambe incrociate come il ragazzo, stupita dalle sue parole. Non poteva crederci.

"È difficile da spiegare. Praticamente da quello che so, hanno lanciato dei cosi enormi nello spazio chiamati 'satelliti'. Servono appunto a far funzionare questi telefoni e a far parlare la gente lontana. Almeno credo"
Spiegò incerto il Biondo rigirandosi tra le mani quell'oggettino.

"Quindi tu scrivi e parli con tutte le persone del mondo? E poi come avete fatto a lanciare degli oggetti nello spazio?"

"Abbiamo mandato anche animali ed esseri umani lassù, ormai è una sciocchezzuola lanciarci qualche oggetto."
Disse alzandosi dalla branda per andare ad attaccare il telefono ad uno strano filo attaccato al muro.

"Degli esseri umani? Nel cielo? Nello spazio? Impossibile. Non può essere vero, mi stai prendendo in giro, non è vero?"

"Non ti sto prendendo in giro!"
Ribadì Josh chiudendo i pugni.
Guardò fuori dalla finestra chiusa, poi riguardò Evenit e aprì la finestra, invitandola a vedere qualcosa nel cielo.
"Ecco! Guarda tu stessa! Con quei cosi, chiamati aerei, possiamo volare e spostarci in aria da una parte all'altra del mondo!"

Evenit si sporse dalla finestra, guardando dove il dito del Protetto puntava.
Vide uno strano oggetto bianco, lontanissimo con delle grandi ali che volava.
Spalancò la bocca, era incredibile.

"Potete volare."
Commentò ammirando l'aereo allontanarsi.

"Già."

La castana rimase ad osservare il panorama incantata.
Grandi mezzi che trasportavano la gente su delle ruote, posti freddi dove la gente riponeva il cibo, oggetti che creavano fiamme, e mezzi che potevano volare.
Per il Fantasma sembrava di vivere in una storia di fantasia.

"Senti, Evenit"
La chiamò Josh

"Domani ti va di venire a scuola con me? Secondo me ti divertirai, ci sono un sacco di cose in quel luogo che potrebbero interessarti."
Le diede una piccola pacca sulla spalla per convincerla.

"Nella tua scuola, dici? Va bene! Ti ringrazio, sarà divertente!"

"Di certo non per me"
Borbottò il giovane sotto voce.

"Cosa?"

"No, no, niente!"

Il resto della giornata, Josh lo passò a fare compiti mentre Il Guardiano gli chiedeva cosa fosse ogni oggetto che aveva in camera.
Per lui fu complicato concentrarsi su quelle espressioni di matematica.
Però lo rallegrava portarsi un Guardiano a scuola il giorno seguente. Magari lo avrebbe aiutato una volta per tutte ad allontanare quei maledetti ragazzi che lo tormentavano.

E magari anche a conquistare il cuore una certa persona.

***

"Josh?"

Il ragazzo mugugnò, stringendosi tra le coperte del suo letto.

"Josh, tua madre ti sta chiamando da mezz'ora. Sembra molto arrabbiata"

A quelle parole, il giovane cercò di aprire gli occhi, spaventato in cuor suo di venir sgridato di primo mattino.
Si muoveva molto lentamente, ciondolando. I suoi capelli erano in completo disordine.
Si mise un calzino al contrario senza nemmeno accorgersene, poi si alzò goffamente dal letto, ripetendo sottovoce "arrivo, arrivo...sto arrivando..."
Sbadigliò e si stiracchiò mugugnando assonnato.
Poi sembrò perdere l'equilibrio e cadde in avanti.
Lo sorresse Evenit, che era venuta a svegliarlo.
"Buongiorno, Josh. Dormivi così profondamente che sembravi morto."

"Mmh. Buongiorno Evenit."
Disse richiudendo gli occhi, lasciandosi sorreggere dalle braccia del fantasma, che lo trascinò fuori dalla camera.

Poi riaprì gli occhi di scatto, quasi incredulo.

"Aspetta, sei ancora qui?!"

Sembrava riavere trovato l'energia di vivere.

"Ehm? Sì? Ovvio, che sono ancora qui."
Rispose confusa Evenit non capendo quella strana domanda.

"Ma allora sei vera verissima! Non sei un'allucinazione!"
Disse euforico stringendosi i capelli spettinati il biondo.

Era felicissimo. Durante la notte, prima di addormentarsi, aveva iniziato a pensare che quella situazione era più che surreale, e che in realtà nessun Guardiano era lì per lui.
Lo rincuorò molto ritrovarsi Evenit a svegliarlo.

Josh era sempre stato abbastanza scettico sull'esistenza dei fantasmi. Aveva sempre detto "se non lo vedo, non ci credo".
Ma dopo che quello spirito si era presentato a lui sull'autobus come suo Guardiano personale, non poteva fare a meno di credere ai fantasmi e a gioire all'idea di avere un custode sovrannaturale.

Non si era mai sentito così entusiasta.

Scese di sotto in cucina, ed Evenit lo seguì, ancora confusa dalle sue parole.
Ma era contenta che Josh fosse così allegro di averla accanto. Iniziava ad affezionarsi.

Lo osservò mangiare dei cereali in una tazza piena di latte al cioccolato fumante.
Mangiò un paio di biscotti a forma di ciambella e poi mise le stoviglie nel lavandino.
Sua madre era intenta a pulire altri piatti.
Era già pronta per uscire. Indossava gli stessi vestiti del giorno prima.

Evenit si guardò intorno, notando che Josh era scomparso dalla sua vista.
Dove era andato?
Risalì fluttuando le scale, poi andò a controllare se fosse nella sua camera.
Era lì.
Stava prendendo dal suo armadio della biancheria intima, poi raccolse dalla sedia i vestiti che portava il giorno prima.
"Che fai?"
Gli chiese il fantasma appesa alla mostra della porta.

"Mi sto andando a lavare, ovvio."
Disse passandole attraverso il corpo con nonchalance dirigendosi verso il bagno.

Evenit restò interdetta da quell'azione.
Si girò solo dopo pochi istanti, rimproverandolo.
"Josh! Prima di attraversare una persona chiedi il permesso, per favore. Altrimenti sembra che non te ne importi nulla!"

"Ah? Davvero? Non lo sapevo scusa."
Rispose distrattamente grattandosi la nuca.

"Ad ogni modo, ora devo andarmi proprio a lavare, e in fretta. Tu aspettami alla porta di casa. A dopo"

Evenit sbuffò. Certe volte non aveva proprio pazienza.
"...A dopo."
Ripeté in ritardo, girandosi verso le scale.
Un uomo le trapassò il corpo all'improvviso, spaventandola.
Lo osservò scendere le scale.
Era un uomo alto, dai capelli abbastanza rossicci.
Indossava un maglione a collo alto blu scuro e portava sulla schiena un giaccone grigio fucile.
Aveva dei pesanti Jeans stinti e portava una bisaccia verdognola su una spalla.
Il fantasma si materializzò al piano di sotto.
Vide l'uomo salutare con un bacio sulla guancia la madre di Josh.
Notò che aveva delle grandi basette e un po' di barba.
"Ci vediamo stasera, Caroline"

"A dopo Ben. Buon lavoro."
La donna diede un altro bacio all'uomo, che si diresse fuori dalla cucina indossando il giaccone. Poi prese un ombrello, si infilò le scarpe e uscì di casa.
Evenit notò la pioggia molto fitta scrosciare sopra la testa dell'uomo, che intuì si chiamasse Ben, forse diminutivo di Benjamin.

Aspettò Josh davanti all'uscio come gli era stato chiesto, dondolandosi sui piedi.

"Josh! Ma sei ancora in bagno?! Che stai facendo?"
Urlò Caroline all'improvviso facendo sobbalzare il Guardiano.
La donna bionda salì furiosa le scale, e Evenit la sentì chiaramente battere la mano sulla porta della stanza da bagno chiamando suo figlio, che la stava tirando per le lunghe.

"Aspetta ma', aspetta! Mi sto sciacquando la faccia, adesso arrivo!"
Udiva la voce ovattata del ragazzo risuonare dal piano di sopra.

"Josh, santa pazienza, sono le sette e quaranta!"
La donna batté sulla porta ancora una volta, più forte.
Se avesse continuato così, di sicuro l'avrebbe sfondata.
"Esci immediatamente dal bagno. Josh giuro che se mi fai arrivare tardi a lavoro ti sequestro quel maledetto telefono e non ti faccio uscire per un mese."

"Cosa?!"
Il ragazzo parve impaurito dalle minacce di sua madre, che, Evenit non seppe spiegarsi come, aveva urlato con una voce possente e intimidatoria, non tipica di quella donna dall'aria dolce e pacata.

Evenit sentì il rumore della porta del bagno aprirsi, e poi dei tonfi tutt'altro che aggraziati dirigersi giù per le scale.
"Josh, lo zaino lo hai preparato quanto meno?!"
Chiese innervosita la madre

"Sì mamma, sì!"
Mentiva. Evenit non lo aveva visto la sera precedente mettere i quaderni e i libri nella borsa della scuola.

Lo spirito, ritrovandosi davanti il Protetto che tremava e sudava dalla paura e dalla consapevolezza di aver appena detto una bugia, lo fulminò con lo sguardo.

"Sei sicuro? Non ti ho visto portarlo all'ingresso ieri sera."
Ribatté la madre dal piano di sopra.

"Infatti è in camera tua. Vuoi che te lo porto giù?"
Continuò.

Josh era in guai seri.
Se sua madre avesse scoperto che le stava mentendo, oltre a sequestrargli il telefono e a non farlo uscire, lo avrebbe messo a pane e acqua.

"Merda"
Sussurrò il ragazzo nel panico.

Poi si rivolse al suo Guardiano, aggrappandosi al suo cappotto grigio.
"Ti prego! Aiutami! Fa qualcosa prima che mia madre si accorga che ho detto una balla!"

"Una che?"
Replicò Evenit squadrando il giovane.

"Sbrigati per favore! Non c'è tempo!"

La castana sospirò rassegnata, e si materializzò nella camera del biondo, determinata ad aiutarlo.

Approfittò del fatto che Caroline era girata verso le scale aspettando una risposta da Josh, e si teletrasportò con lo zaino e i libri di sotto.

"Avanti, mettiamo questi libri qua dentro! Veloce!"
Lo incitò Evenit una volta riapparsa davanti al ragazzo, sollevato di essere scampato a una grossa punizione, per quella volta.

"Ma no mamma! Ti devi essere sbagliata, il mio zaino è proprio quaggiù con me!"
Esclamò Josh sistemando i quaderni nello scomparto insieme ai libri.

"Mi prendi in giro? Il tuo zaino è proprio..."
Non finì la frase.
Guardiano e Protetto riuscivano a immaginarsi l'espressione confusa e incredula che Caroline aveva in quel momento.

"No. Non c'è. Oh cielo che strano, ero sicura di averlo visto accasciato accanto alla tua scrivania..."
La donna e il giovane sentirono borbottare la madre, sempre più confusa.

"Eh mamma, capitano certe cose..."
Commentò con falsa comprensione il figlio chiudendo lo zaino.

La madre scese le scale e si infilò un impermeabile nero con dei luccicanti riflessi viola e prese anche lei un ombrello.
Josh nel frattempo si era già infilato il giaccone e il berretto.

"Anche tua madre ha un autobus!"
Esclamò lo spiritello indicando la macchina di Caroline.

"No, Evenit. Questa è un'auto. Ed è un piccolo autobus personale. L'autobus lo possono usare tutti, mentre l'auto può usarla soltanto il proprietario ed è sempre il proprietario a decidere chi farci entrare. Capito?"

"Ah, va bene, tutto chiaro."
Annuì la castana, osservando Josh entrare nell'auto nera.

La macchina emise un feroce rombo, e del fumo nero uscì da un tubo nella parte posteriore.

Evenit guardò la macchina partire, rimanendo sotto la pioggia.
Tanto le gocce la trapassavano soltanto.

"Aspetta! Ma non è salita!!"
Esclamò Josh mettendo le mani sul finestrino chiuso.

"Che hai detto?"
Chiese sua madre, concentrata nella guida.

"Eh? No niente niente."

Perché diavolo non è salita quella? Si chiedeva preoccupato.
Si sentì picchiettate sulla spalla.
Girandosi si ritrovò faccia a faccia con il viso pallido del fantasma, e trasalì dallo spavento.
Non se l'aspettava.

"Oh, che ti prende?"
Chiese infastidita la donna bionda.

"Nulla, ma'. Nulla"
Disse piano, guardando un po' torvo la castana.
Poi pensò
Mi farai finire nei guai, se continui ad apparirmi accanto in questo modo!

Evenit alzò le mani in segno di scuse.
"Perdonami, non lo farò più."
Lo disse con un sorriso divertito appena accennato sulle labbra fine e chiare.

Il biondino sbuffò, appoggiandosi al finestrino con la testa, osservando le gocce di pioggia scivolare via sul vetro.

Caroline lasciò Josh e (senza saperlo) Evenit davanti al cancello della scuola Peter Quince.

Nel vialetto oltre il cancello c'erano altri ragazzi che stavamo entrando nell'edificio.

Josh camminava vicino al fantasma guardandosi attorno con circospezione, tenendo timoroso l'ombrello aperto sulla testa.

"Hai paura che quei brutti ceffi ti facciano qualche dispetto di primo mattino?"
Chiese il Guardiano, mettendo una mano sulla spalla del ragazzo, che annuì timido.

A casa il giovane non sembrava un tipo poi così tanto timoroso e fragile, ma a quanto pareva quei ragazzi, non si facevano scrupoli ad approfittarsi del fatto di essere più grandi, grossi e più alti di lui.

E da quello che Evenit aveva potuto comprendere, i genitori del suo protetto erano all'oscuro del trattamento che quei bulli riservavano al loro figlio.

Anche lo spirito ora iniziò a guardarsi intorno, per vedere se i ragazzi tanto temuti dal biondo fossero nei paraggi.

"Oh no, eccoli. Merda!"
Disse in un sussurro Josh coprendosi il viso con il colletto del giaccone.
Quattro ragazzi erano rifugiati sotto il grande portico dell'Istituto, parlando ad alta voce e fumando sigarette.

Il battito del biondo era accelerato e faceva dei respiri veloci e corti.
Iniziò a girargli la testa.

"Josh, calmati."
Il suo Guardiano gli si parò davanti, mettendosi alla sua altezza.
Il Protetto sentì la paura svanirgli un po' dall'animo.
"Continua a camminare, se si avvicineranno e proveranno a fare qualunque cosa ci penserò io."
E gli rivolse un sorriso rassicurante.
Il suo unico occhio visibile luccicava di determinazione.
Anche se in realtà, non aveva la minima idea di come aiutarlo. Sapeva solo che lo avrebbe fatto.
Si riavviarono verso il portone della scuola.

"Sta tranquillo. Non mostrare loro la tua paura, o sarà ancor più facile per loro sottometterti."
Evenit continuò a camminargli accanto, tenendo una mano ben salda sulla spalla del ragazzo.

Quando furono abbastanza vicini al portone, i quattro ragazzi iniziarono a urlare e a ridere come se fossero ubriachi contro la loro vittima preferita.

"Ecco che iniziano a insultarmi a caso e a urlarmi contro...quanto li detesto. Vorrei tirare loro quattro cazzotti ben assestati."
Bramava Josh a voce bassa, stringendo i pugni, guardando verso di loro, sentendosi pieno di coraggio.

"No, Josh. Con la violenza non si risolve nulla. Basta mostrargli che tu non hai paura di loro. Non reagire alle loro provocazioni. Ignorali. Ignorali e basta."
Suggerì Evenit cercando di calmare il suo Protetto.
Non voleva che avesse paura, ma nemmeno che giocasse allo stesso gioco di quei tipi loschi.

"Eccolo!! È arrivato lo gnomo col berretto da femminucce!"
Gridò uno attirando l'attenzione di tutto il suo gruppo su Josh.

Iniziarono ad avvicinarsi.
"Ma che ancora ti ostini ad indossare 'sto berretto da deficiente?"
Gli intimò un ragazzo dai capelli rasati quasi a zero, dandogli un leggero schiaffetto provocatorio sulla testa.
Josh rimase impassibile, anche se la rabbia iniziava a divorargli le interiora.
"Oh, ti ho fatto una domanda, coglioncello"
Continuò quel ragazzo tirando entrambi i pon pon del berretto del biondino, costringendolo a guardarlo negli occhi.

Evenit strinse i polsi del bullo, congelandoli fino ad ustionarli.
Lanciò un urlo di dolore, confuso.
"Ma che cazzo?"
Si chiese osservando i polsi delle mani, diventati rossi.
"Mike che cazzo è?"
Domandò un altro ragazzo, dai capelli abbastanza lunghi biondi chiari con vari piercing sulle orecchie e sul viso.
"Non lo so. Mi fa male cazzo!"

Gli altri due ragazzi erano rimasti in silenzio dell'incredulità. Nessuno di loro era in grado di spiegarsi cosa fosse appena accaduto.

"Adesso me la paghi per questo, stronzetto"
Il quasi-pelato-Mike sembrava più arrabbiato di prima, e caricò un pugno pronto a sferrarlo in faccia a Josh, che si coprì la testa e il viso cadendo a terra spaventato.

"Non provarci, disgraziato!"
Evenit si mise davanti al Protetto, tendendo le braccia in avanti.
Per quanto il bullo si sforzasse, non riusciva a tirare il pugno, come se una barriera invisibile fosse comparsa davanti a lui.

Lo spirito non si era mai sentito così concentrato e determinato ad aiutare un ragazzino.
La sua forza di volontà fece manifestare abilità sovrannaturali che Evenit non sapeva di avere.
Semplicemente aveva promesso di proteggerlo. E così stava facendo.
Non avrebbe permesso che quei bastardi ferissero ancora Josh.

Mike si arrese. Provò più volte ad avanzare verso il suo obbiettivo, ma Evenit non glielo permetteva.

Avrebbe potuto sferrare tutti i pugni che voleva, tutto ciò che avrebbe colpito era una barriera di energia che non riusciva a vedere.
Il Guardiano stesso iniziò a stupirsi di ciò che aveva fatto.
Per tutti quei secoli era rimasta dietro una cattedra a reclutare e a smistare anime novelle, ignorando ciò che la sua condizione da spirito gli permetteva di fare.

Evenit iniziò però a sentirsi affaticata. Evidentemente creare queste barriere invisibili era stancante.

Oramai il ragazzo si era ritirato.

"Tanto ci vediamo dopo, deficiente"
Lo minacciò prima di entrare nella scuola, una volta che sentirono la campanella suonare.
La donna ancora non sopportava quel suono tremendo.

Josh si alzò in piedi, incredulo.
"Come...come hai fatto a-"

"Non lo so."
Evenit si guardò le mani, girandole e rigirandole.

Si sentì stringere alla vita.
Josh aveva affondato la sua faccia sotto il petto della castana.
"Grazie. Grazie mille."

Evenit accarezzò la testa bionda del giovane.
"Figurati. È il mio compito proteggerti. Ma stiamo allerta, non credo sia finita qui."

***
Angolo autrice:
Buongiorno a tutti voi lettori!
Ecco qui un lunghissimo (spero non noiosissimo ;;) nuovo capitolo.

Il rapporto tra Evenit e Josh si sta rafforzando sempre di più.
Cosa ne pensate?

Lasciate un commento commentoso per farmi sapere se vi è piaciuto! Accetto critiche educate e costruttive. Grazie se lo farete!

Non dimenticatevi delle stelline stellinose!
Al prossimo capitolo~~~

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