Complemorte

"Quindi... Io sono morto?"
Questa è la frase che più si sentiva dire dentro gli uffici di smistamento e di reclutazione.
Oramai ci avevano tutti fatto l'abitudine.
A dire il vero, era una delle frasi che più divertivano Evenit.
Le faceva trovare i neomorti ancora più confusi e adorabili.
Ogni volta che li sentiva mormorare quella frasettina le veniva voglia di strizzare loro le guance.

Per quel giorno la donna dagli occhi viola aveva finito di fare il suo lavoro e attendeva appoggiata alla porta dell'ufficio che anche il suo collega Robert finisse di reclutare o smistare l'ultima arrivata.
"Si esatto, muovi qualche lampadario, fai scomparire qualche oggetto prezioso e compari in un paio di fotografie sfocate."
Lo sentiva spiegare con voce impostata alla ragazza.
"E se qualcuno cerca di evocarmi?"
Chiese una voce da giovane adulta in modo confuso.
Lo spirito dai capelli neri rise divertito per poi riprendere a spiegare
"Sta tranquilla piccola Barbie, anche se ti evocassero, sarai sempre tu a decidere se mostrarti a loro oppure no, quindi non preoccuparti di questo."

"Non mi chiami così per piacere"
Rispose la donnetta in modo calmo e per nulla alterato.
Anche se Evenit scorse una punta di fastidio nelle sue parole.

"Come desideri bionda."
Ribatté in modo infantile Robert, ridacchiando sotto i baffi.

"Io possiedo un nom- Oh senta lasci stare. Ho capito."
Disse la giovane dai capelli di platino cercando di farsi rispettare.
"Molto bene. Le auguro un buon primo giorno di lavoro, Alexander"
Concluse il corvino ammiccando e schioccando le dita.
"Aspetti! Non c'è nemmeno un corso preparator-"
Cercò di ribattere il neospirito, prima di svanire nel nulla.
Evenit si mise una mano sulla fronte, come rassegnata dal comportamento del collega.

"Parlava troppo."
Borbottò tra sé e sé Robert mettendo a posto dei fascicoli.

"Almeno alla fine sei riuscito a chiamarla con il suo nome"
Disse Evenit che si era avvicinata alla cattedra del corvino passando da dietro.
"Oh Evenit. Ciao!"
La salutò il collega dopo essere leggermente sobbalzato dalla sedia a causa della sorpresa.
La donna ricambiò il saluto e si sedette sulla scrivania nera.
"Allora? Come è andato il lavoro oggi?"
Chiese lui alzandosi dalla sedia girevole imbottita.
Lei in risposta alzò sette dita.
"Sette reclute in un giorno"
Disse articolando bene le parole per renderle più chiare possibili.
Robert sgranò stupito gli occhi e si appoggiò con una mano alla cattedra.
"Accidenti, mica male!"

Evenit annuì soddisfatta con gli occhi chiusi, mentre iniziò a sgambettare felice con le gambe.
"E invece a te? Cosa è capitato?"
Chiese lei inclinando la testa di lato.

"Allora..."
Pensò Robert strofinandosi il naso. Poi prese ad elencare alzando le dita.
"Un vecchietto di novantasette anni, due adolescenti suicidi..."

"Due suicidi? Stai scherzando spero."
Lo interruppe basita l'amica guardandolo fisso negli occhi di cioccolata.
"Purtroppo no." rispose il corvino quasi grugnendo infastidito.
"Recentemente ne stanno arrivando troppi. E non solo adolescenti, ma i suicidi comprendono una larga fascia d'età. Questa cosa mi stupisce."
Continuò lui storcendo il naso e guardandosi i piedi.

"Forse vivere, in questo tempo non interessa più a nessuno."
Suppose Evenit accarezzandosi il collo, un po' abbattuta dalla situazione.

"Potresti aver ragione dopotutto..."
Robert annuì con la testa afflitto.
Poi diede due colpi di tosse e riprese ad elencare, stavolta con un tono più afflosciato.
"Dopo i due ragazzi c'è stato un altro signore piuttosto anziano, ma purtroppo morto per colpa di una broncopolmonite, e infine quella donnetta rompipa-"

"Robert! Cielo contieniti."
Lo rimproverò Evenit.
Detestava le volgarità.

Dispiaciuto e imbarazzato, diede altri due colpetti di tosse, cambiando aggettivo per la donna.
"Quella...fastidiosa"- e qui Evenit annuì con la testa - " donnetta ventottenne. Con lei ho speso almeno mezz'ora e forse anche di più. Troppe domande Ev, faceva troppe domande..."
Disse le ultime frasi mettendosi le mani nei capelli e scuotendo la testa, stufo.
"Mh, però devo ammettere che era piuttosto carina."
Pensò malizioso guardando in alto e strofinandosi lentamente il naso.
"Sei tu che non spieghi bene le cose come stanno. E poi eri tu che la infastidivi"
Disse Evenit con tono piuttosto rimproveratorio incrociando le braccia.
"Ma andiamo, l'hai vista anche tu no? Somigliava o non somigliava a Barbie?"
Ribatté divertito il collega puntando il pollice dietro la sua schiena ad indicare il nulla.
"Io non so nemmeno cosa sia Barbie"
Rispose scuotendo con piccoli scatti la testa e alzando un sopracciglio.

Robert la squadrò per un attimo, confuso, per poi ricordarsi
"Ah già...immagino che nel 1519 non esistevano le Barbie..."

"Ehm, no, in effetti no."
Confermò la donna con gli occhi viola guardando a destra e a sinistra.

"Oh ma a proposito!"
Esclamò Robert improvvisamente più gioioso e allegro girandosi verso la collega.
"Oggi è il cinquecentesimo complemorte di qualcuno o sbaglio?"
Continuò ammiccando verso Evenit, i cui occhi violetti brillavano euforici.
"Ma che dolce, te ne sei ricordato!"
Disse scendendo dalla cattedra sorridendo andando ad abbracciare il corvino.
"Buon complemorte cara Ev."

"Grazie Robert"
Disse la festeggiata staccandosi dall'abbraccio.

"Ho un regalo per te."
Le confidò felice l'amico andando a prendere qualcosa sotto la cattedra.
Tornò da lei con in mano un pacchetto nero.
Ella lo aprì, scoprendo all'interno una lunga sciarpa color corallo.
Era sofficissima.
"Ti ringrazio Amico. Mi piace davvero molto."
Disse stringendo a sé la sciarpa.
Poi se la mise intorno al collo, continuando a toccarla per assaporare la sofficità del tessuto.
"Ti sta bene sai?"

"Dici?"

"Sì, si abbina molto al tuo cappotto grigio."
Disse Robert indicandole gli indumenti.

La donna lo ringraziò nuovamente, abbracciandolo ancora, per poi risedersi sulla cattedra.
Aveva lo sguardo improvvisamente perso davanti a sé.

"Tutto bene?"
Chiese Robert accorgendosi dello stato pensieroso della collega.

"Eh? Ah no nulla."
Rispose Evenit con aria un po' svampita sistemandosi meticolosamente la lunga frangia castana davanti all'occhio sinistro.
"Vorrei che qualcuno mi raccontasse una volta per tutte cosa successe il 13 febbraio 1519."

Piombò un opprimente silenzio.
Persino l'ufficio divenne più cupo.

"M-ma nessuno sa e deve sapere niente della sua vita..."
Balbettò timido il corvino dopo aver dato due colpi di tosse.

"Si ma almeno gli altri sanno in che modo sono morti."
Ribatté lei sbattendo una mano sulla cattedra, facendo sobbalzare Robert.

Di nuovo il silenzio.
Evenit stringeva con forza la sciarpa appena regalata guardando in basso.
"Scusa...non volevo alzare la voce."
Mormorò pentita non alzando lo sguardo da terra.
Iniziò a stropicciare la sciarpa.

"Va tutto bene. Scusa tu, per non averti compreso prima..."
Disse piano Robert andandosi a sedere accanto a lei.
"...Effettivamente è ingiusto che non te lo abbiano detto."
Concluse mettendole un braccio attorno alla spalla.

Ancora silenzio.

"Ma tu...non so, hai qualche segno sul corpo che magari ti possa far intuire...come tu possa essere morta?"
Chiese illuminato l'uomo guardando la collega.
Evenit non rispose subito.
Sospirò e disse
"Più di uno."
Fece una pausa, sistemandosi ancora il ciuffo castano davanti all'occhio sinistro.
"È solo che vorrei che me lo dicessero. Vorrei una risposta certa."

"Pensi per caso che sapendo la causa della tua morte potrai finalmente andare nell'aldilà?"
Chiese scettico il collega togliendo il braccio dalla sua spalla.
"E chi ha detto che voglio andarmene?"
Rispose interdetta lo spirito scendendo dalla cattedra e dirigendosi verso l'uscita.
"Voglio solo soddisfare questa mia curiosità."
Continuò senza voltarsi verso il corvino, che scese dalla scrivania seguendo l'amica.
Appena poggiò i piedi al suolo, sentì un rumore di un piccolo oggetto cadere dal soffitto alle sue spalle.
Si girò guardando in alto, e non vedendo nulla. Spostò lo sguardo sugli scaffali e poi lo abbassò sulla seduta della sedia girevole.
C'era una busta sigillata, caduta da chissà dove.
Andò a raccoglierla, se la rigirò nelle mani per un po' e poi lesse a chi era indirizzata.
"Evenit..."

La ragazza si girò verso di lui, e notando che aveva qualcosa nelle mani, si avvicinò incuriosita, chiedendo cosa fosse.
"...È per te...da parte di..."
Non finì la frase, guardò solo in alto con gli occhi, aspettando che la collega capisse a cosa si stava riferendo.
"...Dai superiori?"
Chiese per cercare conferma la donna.
"Ah, probabilente sanno che sono nel tuo ufficio e non nel mio, di conseguenza non la avrei mai letta se la avessero mandata alla mia postazione se non il giorno seguente...Cosa vorranno da me?"
Domandò quasi a se stessa prendendo la busta dalle mani di Robert e aprendola.
Lesse velocemente il contenuto con un sopracciglio alzato.
Ad ogni rigo lei strabuzzava sempre di più gli occhi, incredula da ciò che stava leggendo.
Accorgendosi delle sue reazioni, il collega le chiese quasi impaziente
"Allora? Cosa dice??"

Lei abbassò il foglio dal viso con aria scioccata e confusa.
"Evenit? Allora?"
Chiese nuovamente il corvino agitando le mani incitando la ragazza a parlare.

"Sono stata affidata a un mortale"

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