9- Preoccupato
POV Heaven
Come avevo previsto, tutti erano preoccupati per la prova del giorno
seguente.
Così preoccupati.
Alfie era il peggiore.
Camminava avanti e indietro per la stanza sperando di trovare un modo per dirmi qualcosa, ma che cosa?
«Heaven, possiamo parlarti?»ha chiesto poi.
«Ragazzi, domani faremo paracadutismo, fine della storia.»ho ribattuto io.
Alfie aveva uno strano modo di innervosirsi, muoveva le labbra carnose in una maniera particolare che non so spiegare, è stata la prima volta che l'ho visto così.
Durante la prima settimana non si era mai lamentato.
«Heaven, per favore, hai detto che il film poteva andare a farsi fottere, e ora vuoi che diventiamo stunt-man?»è intervenuto Kit.
Ero rimasta un po' perplessa.
«Sì, l'ho detto. Infatti il film non c'entra nulla con il vostro "talento nascosto", ma con le azioni da compiere mentre recitate.
È logico che per avere più successo quei brutti figli di puttana dei vostri manager hanno deciso che dovrete essere stunt-man di voi stessi. Ed è altrettanto logico che dovrò allenarvi. Per quanto riguarda la vostra personalità...il vostro spirito di recitazione, beh, quello è un'altra storia.»ho concluso.
Alfie è rimasto interdetto.
«Io ci sto.»ha sorriso Joe.
Joe era stato fin da subito amichevole e anche obbediente, non si era mai lamentato, tranne che per i grilli. E mentre ripenso a quella sera mi tornano in mente i primi ricordi che ho di loro.
Il primo giorno che li ho visti mi avevano fatto tutti una strana impressione, quattro uomini che non sapevano come comportarsi, quattro trentenni, miei coetanei quasi che non avevano idea di cosa fare.
Ma la persona che per prima ricordo è Bonny. Non avevo mai indovinato il suo nome all'inizio, so che questo la innervosiva ma a me divertiva.
È una ragazza molto riservata, e terribilmente per bene. L'ammiravo tantissimo. Senza invidia o gelosia. Semplicemente era un esempio per me.
Qualcuno che potesse rappresentare un punto di riferimento, su cui potessi sempre contare.
Nonostante tutte le differenze.
Ora mi trovo seduta qui a pensare a tutto quanto.
Ma quella sera, qualcuno ha iniziato a rendere le cose complicate.
Dopo cena a base di carne che la cameriera Lola aveva preparato, ho sentito la porta aprirsi.
Bonny.
Mi sono alzata e sono andata a salutarla.
Aveva uno sguardo stranissimo.
«Hey, come è andata?»ha chiesto Kit.
Io le ho sorriso.
«È un ragazzo molto gentile.»si è limitata a dire lei.
Io l'ho fermata«Aspetta, solo? Cioè nulla di più?»ho chiesto.
Lei si è aggiustata gli occhiali sul naso schiarendosi la voce.
Le unghie ben curate ticchettavano sul dorso del suo cellulare.
«Tutto bene, Bon?»
Lei mi ha guardato, poi sorridendo, ha annuito. In fine è andata in camera sua.
Cosa le stava succedendo?
Ho scosso la testa, Kit era sorpreso quanto me.
Ho pensato che fosse solo perché era la prima settimana.
Alfie, intanto, era uscito come una furia, era arrabbiato. Precedentemente ho notato che aveva avuto una discussione al telefono con qualcuno. Ho di nuovo scosso la testa.
Erano solo allievi, non amici, non doveva importarmi di nulla.
Ma con Bonny sentivo il bisogno di chiarire.
Così sono andata da lei.
Ho bussato due volte alla porta.
«Posso?»ho chiesto.
Lei ha aperto la porta.
«Heaven, ti serve qualcosa?»ha chiesto gentilmente.
«Cosa è successo? Hai uno sguardo stranissimo. Vuoi parlarne?»
Una lacrima scendeva mentre mentiva.
Non l'avevo mai vista piangere.
«No, sto bene.»ha risposto.«E comunque a te non importerebbe.»ha sussurrato poi.
Sono entrata definitivamente nella stanza e ho chiuso la porta.
«Che vuoi dire?»
«Non siamo amiche, Heaven. Ora vai fuori!»ha urlato.
Cosa cavolo le era preso?!
«Sai cosa? Vaffanculo!»ho risposto uscendo dalla stanza, sbattendo la porta.
Ricordo che ero molto arrabbiata. Se solo potessi tornare indietro.
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