57- Nuvole

Heaven
Il tempo è passato.
Il tempo non torna indietro.
Va solo avanti.
Troppo velocemente.
Troppo crudelmente.
Senza lasciare superstiti.
Solo vittime.
Solo vittime.
Solo feriti.
Solo tristezza.
Solo amarezza.
Solo ricordi.
Che non diventeranno realtà.
Mai più.
Mai più.
Le luci vengono spente.
La porta è chiusa.
E rimaniamo solo io e te.
Per sempre.
In quel tempo che non fu mai, e che non sarà più.
In quel tempo in cui ero l'unica tua preoccupazione.
In quel tempo fatto di carezze e dolci baci.
Solo io e te.
Come siamo rimasti.
Dopo il triste evento.
E nulla può cambiare la reazione spropositata che entrambi avemo.
Dopo il triste evento.
Che non fu colpa del cuore gentile.
Ma della serpe manipolatrice.
Povero cuore gentile.
Povera anima infida.
Povera donna a terra.
E tu piangevi e piangi.
Senti ancora il dolore.
Che è più forte.
Del mostro che ti sta demolendo.
Dall'interno.
E io l'unica tua goccia di sollievo.
Ti sono scivolata via.
Egoista io.
Egoista tu.
La mente debole non perdona.
La figlia ribelle ancor meno.
Io ero via, ero fuori.
Io ero fuggita.
Mentre soffrivi.
Non ho mai capito.
Non ho mai capito.
Eravamo io e te.
Perché entrambi abbiamo permesso che ciò venisse intaccato?
Distrutto?
Da un rettile!
Un rettile dalla lingua biforcuta.
Dov'era la mia tenacia e la tua forza?
Mai più ci sarà un noi.
Mai più.
Egoista io.
Egoista tu.
Egoisti noi.
Perché non c'ero?
Perché non c'eri?
Perché mi allontanavi?
Perché ti allontanavo?
Ancora di più!
Non mi alzerò da questo letto.
Finché l'ultimo soffio.
Lascerà te e me.
Una parte di me andrà via con te.
Con quel noi.
Con la distruzione.
Con il vento e la pioggia.
Con quel noi.
Domani non ci sarai.
Questa volta per davvero.
Questa volta non avrò la sicurezza di trovarti.
Qui.
Questa volta non posso scegliere.
Perché non ci sarai.
Più.
Perdonami.
Perdonami.
Perdonami, papà.

Mi alzo dal letto. Credo di non aver mai corso così tanto in vita mia. Dopo l'atterraggio io e Alfie abbiamo preso un taxi e siamo arrivati verso la strada di casa mia, poi è spettato alla mia celerità. Ho lasciato Hayden in braccio a lui e mi sono catapultata in casa.
Jackson mi ha accolto con il viso bagnato di lacrime e io ho capito.
Era la fine.
Un uomo bellissimo, che aveva una famiglia meravigliosa, la quale si è sgretolata man mano, adesso giace in un letto, senza forze, respirando appena.
Ha perso i suoi lineamenti delicati, e la luce negli occhi si è dissolta.
«Heaven»sussurra pianissimo.
«Papà.»rispondo prendendogli la mano.
«Sei tornata.»sorride debolmente.
«Siamo insieme adesso.»una lacrima riga la mia guancia.
«Stenditi qui, sarai stanca.»osserva con un filo di voce.
Annuisco e mi metto accanto a lui.
«Grazie»bisbiglia«Mi hai salvato, grazie».
Gli accarezzo il viso lievemente.
«Tua madre faceva così. Ma tu, tu sei la mia meravigliosa bambina.»detto ciò socchiude gli occhi.
E rimaniamo così. Come due nuvole sospese, ma nel buio.

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