46- Salto
Heaven
Apro l'armadio, tiro fuori tutto ciò che mi serve per almeno un paio di giorni, se non di più.
Mi sento un automa, i miei movimenti sembrano essere già stati compiuti.
Mi rendo conto che mi serve una valigia più grande, poiché devo stistemare anche le cose di Hayden.
Frugando nell'armadio, ritrovo una scatola.
Mi scappa un sorriso quando la apro.
La spilla a forma di libellula... l'unica cosa che mi è rimasta di Alfie, con il suo biglietto...
«Mio Dio...»sussurro, la stringo forte a me, chiudendo gli occhi.
So a cosa sto andando incontro, potrei sicuramente incontrarlo e devo essere pronta ad affrontare la cosa.
È come saltare da un burrone.
Mi affretto a mettere le ultime cose in valigia, porto anche il vestito che ho comprato con Bonny, credo che indosserò quello.
«Hayden... cosa c'è?»chiedo guardando il suo viso.
Lui sorride e si copre gli occhi con le manine.
Sono passati ormai due anni... vorrei tornare indietro?
Beh forse no... Hayden è stato la mia benedizione, non cambierei nulla... solo la mia età.
È questo il problema principale, Alfie non deve sapere che Hayden è suo.
Joe non ha fatto molte domande, per fortuna.
Chiudo la valigia grande, mettendo anche la spilla.
Partiremo tra qualche ora.
Ho deciso all'ultimo momento, con la massima felicità di tutti.
«Posso?»chiede mio padre aprendo la porta.
Annuisco.
Si siede accanto a me sul letto.
«Sono molto fiero di te.»dice con voce tremante.«Davvero.»
«Papà... perché stai piangendo?»chiedo accarezzandogli la schiena.
«Heaven, ascoltami bene, okay?»inizia.«Perdonami, perdonami per tutto, figlia mia. Non sono stato presente, ed è la cosa che rimpiangerò per sempre.»
«Perché mi dici tutto questo? Tornerò, papà, non preoccuparti!»lo rassicuro.
«Ma io non sarò più qui, piccola mia.»sorride malinconico.
Inizio a piangere senza rendermene conto.
«Stai guarendo, sta funzionando...»singhiozzo.
«No, e ormai mi rimane poco tempo...»
«Non parto più, non ho intenzione di lasciarti di nuovo.»
Lui scuote la testa con decisione e mi prende le mani.
«Faresti l'errore più grande della tua vita, Heaven, credimi. Devi andare, segui il tuo cuore. Il tempo che abbiamo trascorso insieme in questi ormai due anni è stato il migliore della mia vita. Ho visto il mio bellissimo nipotino nascere, mia figlia crescere e, credimi, tutto questo rende la morte polvere.»mi asciuga una lacrima.
«Tornerò per stringerti ancora una volta.»gli sussurro mentre lo abbraccio.
«Ti ho mai detto perché ti abbiamo chiamata Heaven?»chiede staccandosi.
Scuoto la testa.
«Volevamo creare un paradiso tutto nostro, un paradiso fuori dagli schemi, qualcosa di unico...»sussurra«E ci siamo riusciti. L'amore dev'essere la tua costante, piccola. Non sprecare le chance di cambiare le cose, non gettare nel water un sentimento per una piccola difficoltà! Cos'è la delusione paragonata all'amore di un genitore verso il proprio figlio? E cos'è il tempo, paragonata alla melodia che crea una libellula in volo?»domanda.
«Ti voglio bene.»
«Anche io. Jackson si prenderà cura di me... tranquilla»mi rassicura.
Prima di salire sull'aereo ripenso al discorso di mio padre, ma continuo ad essere troppo agitata.
L'albergo che Joe e Ella hanno prenotato per me e Hayden, è molto grande.
Rimettere piede a New York è la cosa più strana al mondo.
Quando sono venuta la prima volta, ero disorientata, sola e piena di speranza.
Adesso invece ho così tante emozioni che imploderò di sicuro.
«Bentornata a New York.»sorride Joe.
Faccio un sospiro di sollievo quando mi rendo conto che questa volta non sarò
da sola.
«Il matrimonio è domani, ti manderò un messaggio con gli orari, ovviamente sei una sorpresa.»mi fa l'occhiolino.
Ella mi sorride, accarezzando la manina di Hayden.
È un salto molto grande...
ho una paura indescrivibile...
Non posso più tornare indietro, ormai sono qui, e devo farcela.
Per Bonny.
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