43- Bentornato

Heaven
Hayden sta malissimo, la febbre non ha intenzione di scendere, e io non so più cosa fare.
Piange in continuazione, si dimena e non dorme.
«Ti prego, non piangere!»tento disperatamente di calmarlo.
I riccioli biondi gli ricadono sulla fronte, ha gli occhi lucidi e le guanciotte rosse.
«Non fare così, tesoro.»sussurro.
Ho i capelli sporchi del suo vomito, e mentre gli cambiavo il pannolino mi ha fatto la pipì addosso.
«Papà!»urlo.
Mio padre si precipita in camera, tutto spettinato.
«Non ne posso più.»
«Mio Dio, dallo a me. Vai a farti una doccia.»
Cerco di dargli mio figlio, ma Hayden non lo guarda neanche e si aggrappa più forte a me.
«No! Mamma!»urla.
«Campione, la mamma va a lavarsi, vieni dal nonno.»
«Mamma! Mamma! Mamma!»strepita Hayden.
«Okay! Okay! Non fa nulla!»rispondo sbuffando.
Inizio a cullarlo, gli do un bacio tra i capelli e gli accarezzo la schiena.
«Calmati, Hayden.»sussurro chiudendo gli occhi.
Lui si lamenta di meno.
«Cos'hai tra i capelli?» chiede mio padre.
«Vediamo: il suo antibiotico, il suo latte, e la sua pipì... anzi quella ce l'ho ovunque.»dico.
A mio padre scappa un sorriso.
«Adesso ridi? Vorrei vedere te al mio posto!»
«È solo che può capitare con un maschietto.»cerca di dire mio padre senza ridere.
«Shh! Si è addormentato!»sussurro.
Lo adagio nella culla.
Esco dalla stanza insieme a mio padre.
«Si può sapere da chi ha preso quei riccioli biondi?»
«Da suo padre.»rispondo esausta.«Puoi controllare che non si sveglia? Ho bisogno di lavarmi.»
Mi dirigo in bagno, ho un aspetto orribile, metto i vestiti sporchi in lavatrice, e poi finalmente mi catapulto sotto la doccia.

Bonny
-Sette mesi prima-
«È oggi?»chiede mia sorella mentre gioca con sua figlia.
«Sì.»sorrido tra le lacrime.
Mi sistemo il vestito blu notte, ho i capelli raccolti e tento di mettermi il rossetto senza tremare.
Richard verrà rilasciato oggi stesso, e io sto andando a prenderlo.
«Vuoi... vuoi che ti accompagni?»domanda Tatiana.
Scuoto la testa, non sto più nella pelle.
Mi dirigo in carcere, e appena entro sento qualcuno chiamare il mio nome.
«Bonny!»
Mi volto e vedo Richard corrermi in contro, lo stringo fortissimo saltandogli in braccio.
«Ti amo, ti amo, ti amo.»sussurra lui mentre piange.«Mi è mancato il tuo profumo, mi sei mancata tu e la tua voce meravigliosa...»
«Non hai idea della mia felicità, amore mio.»rispondo accarezzandogli i capelli.
«Torniamo a casa.»sorride lui.
«Alfie si è svegliato lo sai? Ma ha problemi a camminare.»lo informo mentre prendiamo un taxi.
«Mio Dio, voglio andare da lui, ti va di passare?»chiede prendendomi la mano.
«Certo.»sorrido.
Non mi sembra vero che lui sia qui con me... sembra passata un'eternità.
Non è cambiato per nulla...
Uno dei miei timori principali era che diventasse un'altra persona.
Molti ex-carcerati spesso cambiano completamente dopo l'esperienza della galera.
Ma Richard, beh, lui rimarrà sempre fedele a se stesso, e a me.
«Tua sorella? È ancora a casa tua?»chiede scendendo dal taxi.
Annuisco.
«Per te è un problema?»chiedo.
«No, è la tua famiglia.»risponde baciandomi.
«In ogni caso, prenderemo una casa, insomma, non posso permettere che mia moglie non abbia una casa meravigliosa, no?»
Rimango senza parole.
«Vuoi...vuoi ancora sposarmi?»
«Voglio rimanere per sempre al tuo fianco.»sussurra.
Sorrido e lo bacio di nuovo.
«Ovviamente, ti farò una proposta decente, magari dopo una doccia e dopo essermi messo qualcosa di civile.»ride.
«Andiamo prima a casa, Tatiana sarà uscita, doveva accompagnare i gemelli all'asilo.»
Ci incamminiamo verso casa mia, apro la porta e butto la borsa sul divano e Richard fa lo stesso con il suo borsone.
«Questa casa minuscola... Bonny, per colpa mia hai dovuto vivere così...»
«Non è colpa tua, è accogliente.»rispondo.
Gli faccio vedere dov'è il bagno.
«Puoi entrare.»sussurra lui.
Mi prende la mano e mi tira in bagno.
L'acqua ricade sulla nostra pelle, e il vapore riscalda il nostro cuore, mentre entrambi respiriamo all'unisono, come se intonassimo una melodia tutta nostra per celebrare il nostro amore.

«Quindi è questo l'ospedale?»
«Sì, non ricordo mai il numero della stanza, ma credo che Kit sia già lì.»
«E Joe?»
«A quanto pare ha una ragazza.»
«Mio Dio! Sono stato lontano un anno ed è cambiato tutto!»esclama.
Kit e Joe si precipitano a salutare il loro amico, e ci accompagnano da Alfie.
«Hey!»esclama Richard entrando nella stanza.
Alfie è incredulo e si sforza per alzarsi.
«Non muoverti, ti abbraccio io.»sorride Richard.
Fuori è spuntato il sole, come se tutti i pezzi di del puzzle si fossero uniti.
Vedere tutti di nuovo insieme, dopo mille difficoltà, è qualcosa di meraviglioso.
Ma c'è un pezzo, forse il più importante, senza il quale il puzzle non sarà mai completo: Heaven.

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