38- Rinascita

Bonny
Ho fatto di tutto per trovare un lavoro decente, e mi ritrovo a lavorare come commessa in un supermercato.
Cibo in scatola, bibite e mostarda sono i miei migliori amici.
La mia vita è andare a trovare in carcere Richard più che si può, andare in ospedale da Alfie, chiamare Kit e Joe, passare pomeriggi a contattare agenzie per colloqui di lavoro, cercare un appartamento più grande.
Insomma... La mia esistenza è andata in frantumi.
La mia linea temporale dei problemi è iniziata con la morte dei miei. Poi si interrompe... poi è ricominciata da quando Heaven se ne è andata.
È scandita in mesi...
Mi ricorda il liceo... quegli strani compiti di storia dove bisognava tracciare una linea temporale, dove collocare tutte le date con i rispettivi eventi storici.
Sono diventata la storia? Certo tutto ciò non è paragonabile a quello che ha caratterizzato le linee temporali storiche... Ma è terribile per me.
Ora sono seduta in camera mia, sulla scrivania ho un'agenda, il diario personale e dei fogli sparsi.
Non so per quale motivo... ma inizio a tracciare una linea a matita e scrivo tutto quello che è successo in ordine cronologico in questi mesi, da quando la mia amica è andata via.
Poso la matita, piego il foglio e lo metto nel diario.
Cosa può succedere di peggio?
I miei pensieri vengono interrotti dal mio cellulare che squilla.
«Pronto?»
«Bonny! Sorellina!»la voce squillante di Tatiana traumatizza il mio timpano.
«Cosa vuoi?»chiedo freddamente.

Heaven
Sono passati altri due mesi.
Sono stesa sul lettino dello studio della ginecologa.
«Potrebbe nascere davvero a momenti.»
Sorrido«Beh... la nuova famiglia sarà felice.»
«Aspetta, vuoi ancora darlo via?»
«Non lo do via... gli do una famiglia migliore.»spiego.
«Senti, lo so... so come funziona... sei giovane e pensi di avere tempo... ma l'amore non ha tempo...»
«La interrompo subito... non può farmi questo discorso...non adesso... So cosa vuol dire amare... so cosa vuol dire vedere la propria vita cambiare completamente... e proprio perché...amo... Amo questo bambino...lo voglio affidare a persone che lo cresceranno al meglio... Lo so, non sembra... ma lo amo.»concludo piangendo.
Prendo la borsa e scendo dal lettino.
Esco dallo studio piangendo.
Mentre torno a casa mi specchio in una vetrina. La mia pancia è enorme...
«Mi dispiace...»sussurro mettendomi le mani tra i capelli.
Mi sento in colpa, tutto quello che avevo pensato sull'adozione sembra non appartenermi... Inizio a dubitare se darlo in adozione... E al solo pensiero mi tremano le mani.
Una fottuta diciassettenne incinta, senza un lavoro, con un padre malato e un amore perduto.
Non posso farcela...
«Perdonami!»singhiozzo, andando a casa.
Entro e chiudo la porta dietro di me, asciugandomi le lacrime.
«Jackson... che ci fai qui?»domando vedendo il mio  amico seduto in poltrona accanto a mio padre.
«Oh, eccola!»esclama mio padre.
«Ti ho trovato un lavoro! Ormai manca poco giusto?»chiede indicando la pancia.
Annuisco.
«Hai il colloqui tra due ore... e visto che ci vuole più di mezz'ora per arrivare inizia a prepararti. Non sei felice?»
Sorrido a stento.
«Faccio un bagno, prima. Devo togliermi quella roba azzurra gelatinosa che la dottoressa ha usato per farmi l'ecografia.»

Bonny
«Non se ne parla! Come credi che possiamo mantenerci? Ho a stento un lavoro! E tu hai dei figli piccoli! Io vivo in un buco! Ti rendi conto? Non puoi venire da me, Tatiana.»urlo.
«Sarà solo fin quando non avrò sistemato che cose con mio marito, ti prego... sei l'unica che può aiutarmi... sei mia sorella... e poi non ho mai visto l'America!»cinguetta manco fosse uno stupido merlo che non produce alcuna melodia.
«È esattamente per questo! A te non importa che altri siano nella merda più di te! Vuoi venire? Pagati il viaggio... e lavorerai come lavoro io! Chiaro? Perché non permetterò che mi sfrutti! Lo sai?»urlo con le lacrime agli occhi chiudendo la chiamata.
«Merda!»urlo buttando la sedia a terra.
Urlo ancora, e ancora... lancio bicchieri, piatti, posate, tutto contro quella parete rovinata... tutto contro la faccia di Tatiana la quale sto immaginando essere appoggiata al muro.
«VAFFANCULO!»urlo ancora.
Sento dentro di me un ardore... che la vecchia Bonny non avrebbe mai lasciato uscire fuori. Mille urla nella mia testa infuriano contro i neuroni, e un tamburo sembra squarciarmi il petto.
Sono fortuitamente arrabbiata.
E mi sento bene.
Mi sto sfogando.
E mi piace.
Sono rinata.
E va bene, molto.

Heaven
Riempio la vasca piena di schiuma, di nuovo. Io e il piccolo adoriamo l'acqua, e fare il bagno mi rilassa molto.
Chiudo gli occhi e riposo la mente.
«Alfie... se solo tu potessi vedere nascere nostro figlio...»sussurro.
Sento qualcosa scendermi tra le gambe.... inizialmente penso sia solo l'effetto dell'acqua calda...  Però ho subito dopo la sensazione che l'acqua abbia qualche cosa che non va.
Mi alzo in piedi, e sento dei forti dolori.
Subito controllo se sto perdendo sangue...
«Jackson!!!»urlo rimettendomi nella vasca.

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