34- Benedizione

Heaven
Mio padre mi fa accomodare al tavolo da pranzo, non posso fare a meno di notare delle medicine sul tavolo, e la bombola di ossigeno accanto a lui.
I suoi occhi azzurri sono fissi su di me.
«Ho sempre pensato in cuor mio che tu avessi ragione... ma quella donna ha fatto di me un tossico, mi ha dato troppi medicinali per la depressione.»dice prima di fare una brutta tosse.«E ora sono ridotto così...»
Mi guardo intorno, questa casa in questi mesi è cambiata... ora è molto più tranquilla ma è anche più spenta.
«Papà io...devo dirti una cosa... Mi dispiace...»
«Quando fai quel tono, mi ricordi tua madre... Ha fatto lo stesso tono quando mi ha detto che aspettava te...»sorride accarezzandomi le guance.
Ho deglutito.
«Sono incinta.»dico tappandomi subito la bocca.
Lui toglie le mani dal mio viso e sgrana gli occhi.
«Cristo! Heaven! Hai diciassette anni....»alza la voce.
«Lo so... lo so... non era prevista questa gravidanza... e sai una cosa? Non volevo neanche dirtelo per non crearti dei problemi... ma non volevo tenerti all'oscuro di tutto.»urlo alzandomi.
«Heaven! Tu sei completamente irresponsabile! Lo sai? Chi è il padre?»chiede.
Io scuoto la testa.
«Non lo conosci...»
«È uno di quelli con cui hai vissuto in questi mesi? Heaven! Dio mio!»tossisce lui cercando di non alzare troppo la voce.«Quanti anni ha? Venti? Di più?»
Io non rispondo...non voglio rispondere. Cerco di non piangere ma mi sembra impossibile.
«Trenta? Trentuno?»
Annuisco.
Lui chiude gli occhi e sospira.
«Mia figlia è incinta di un trentunenne... Dio, dammi la forza! Ti ha costretta a fare sesso?»chiede alzandosi.
«No...lui non sapeva la mia età... finché la tua cara Cecily o Gwen non ha distrutto tutto.»
«Io invece la vedo così: Tu hai mentito, lo avrai anche avvertito che era uno sbaglio innamorarsi, avete consumato e poi gli hai spezzato il cuore e oltre a distruggere te stessa con le tue bugie hai distrutto l'integrità morale di un uomo.»
«Sono scioccata, dai la colpa a me?»
«L'avrebbe scoperto comunque! Dio Santo! Non saresti riuscita a mentire per sempre! E adesso sei qui! Incinta e completamente al verde!»esclama.
«Quindi non mi aiuterai? Quanto vorrei non dovertelo chiedere! Cazzo! Sono così umiliata! A te non è mai importato di aiutarmi! Perché non hai saputo reagire a queste fottute pillole!»ho urlato sbattendo sul tavolo le pasticche.
«Io non posso aiutarti.»
«Abbiamo bisogno l'uno dell'altro, io ho bisogno di te...»
«Tu hai bisogno dei miei soldi.»urla a un certo punto.
«Come puoi dire questo? Come puoi dire una cosa simile? Sono stata una settima a casa di Jackson, sono stata malissimo, sono andata in ospedale pensando di morire... ma miracolo! Sono incinta! E non avevo intenzione di parlartene ma... Indovina? Ho pensato che mio padre potesse sostenermi! E comunque questo o questa "nipote" quando nascerà sarà dato o data in adozione! Così abbiamo risolto il problema! Non ho alcuna intenzione di darti un peso, troverò un lavoro. L'unica cosa che voglio e il tuo sostegno morale! Cazzo! Quello che in questi anni con quella donna tu non mi hai dato!»urlo piangendo.
Lui mi guarda e mi fa segno di sedersi accanto a lui.
Sono così agitata, nervosa.
Ma devo controllarmi, così mi calmo e mi siedo.
«Heaven... io sono malato.»dice seriamente.
«Papà, la depressione la si supera, siamo ancora in tempo.»dico prendendogli la mano.
Mentre l'accarezzo noto che è così rovinata, ruvida e tremolante.
«Non è per la depressione Heaven... ingerisco quella merda da tempo... troppo tempo...mi ha rovinato il fegato e i polmoni.»
Abbassa lo sguardo, ha il volto molto deperito.
«Chiameremo un medico bravo...»
«Ho il cancro...è terminale.»
Io mi asciugo le lacrime e annuisco.
Me lo aspettavo, in cuor mio l'ho sempre saputo... e poi quella bombola... Dio mio...
«Sono io che non voglio darti un peso...»
«Ci occuperemo l'uno dell'altra papà... c'è la chemio... e...» mi fermo.
Lui scuote la testa.
«L'ho scoperto troppo tardi, la mia debolezza mi ha ucciso... anzi mi sta uccidendo. Ho fatto un ciclo di chemio, mentre non c'eri, ma è completamente inutile.»rassegnato mi prende le mani.
«Quanto ti resta?»
«Un anno, o se continuo a prendere alcuni medicinali, due anni.»
E in questo momento mi accorgo di quanto sono fortunata.
Stamattina ho creduto di avere una malattia simile... e quando invece ho saputo di essere incinta mi sono arrabbiata. Sto trattando questo piccolo feto come una maledizione... ma in realtà è un miracolo, che non sarà mai mio.
Non voglio legarmi, ma voglio comunque trattarlo con cura.
Mio padre è malato, e il mio cuore ha ricevuto un altro duro colpo, vedo un uomo con tutti i suoi errori scritto in volto, tra le rughe e le occhiaie.
Devo godermelo finché potrò.

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