32- Pietà

Heaven
Ormai vivo a casa di Jackson da una settimana, e la mia salute sta peggiorando.
Tutti i dispiaceri e l'ansia mi hanno danneggiata.
Il mio stomaco non riesce a sopportare il cibo e la mia schiena sembra trafitta da mille lame.
Sono costretta a rimanere a letto.
«Insisto che devi andare all'ospedale.»mi ripete Jackson«Guardati! Stai male da una settimana.»
«Qualcosa che ho mangiato, sicuro.»mormoro.
«Heaven, so che non avrei dovuto... ma ho visto che hai ricevuto molte chiamate da una certa Bonny.»
Il mio cuore si ferma, come è possibile che voglia essere ancora mia amica.
«Blocca il numero.»dico scendendo dal letto.
La testa mi gira terribilmente e inizio a sudare.
«Non voglio andare all'ospedale!»urlo.«E se ho una brutta malattia? Jacy, ascolta... se dovessi avere una brutta malattia, per favore non dirlo a mio padre...»sussurro sedendomi sul pavimento.
Non riesco a stare in piedi.
«Merda! Non dire queste cose! Capito? E ti porto all'ospedale!»mi prende in braccio.
«Lasciami! Non voglio andare! Non sopporterei la pietà negli occhi del medico! Mentre mi diagnostica qualcosa! "Povera ragazzina malata!" No! Non voglio, Jackson!»urlo con le poche forze che ho.
Guardando il mio riflesso, capisco che forse doveva andare così.
Sarei morta nel letto di qualcun altro, con qualche flebo e l'ossigeno.
I miei occhi azzurri sono così spenti, il mio corpo è cambiato, inoltre credo che il mio ciclo si sia interrotto, forse per sempre.
Dio! Pietà! Pietà per questa ragazza stupida!
Non ho bevuto! Mai! Non mi sono drogata! Non ho fumato!
La pietà con cui Jackson mi guarda è troppo umiliante, e il fatto che non sono in grado di liberarmi dalla sua presa, ha fatto sparire la mia autostima.
"Grande Heaven" non c'è più
C'è una ragazzina debole, gonfia e molto probabilmente tra un po' anche morta.
Dio? Dove sei? Mio Dio! Pietà!
«Dove stiamo andando?»balbetto.
«Stupida! Ti porto all'ospedale!»risponde Jackson allacciandomi la cintura.
«Heaven! Heaven! Resta con me! Svegliati! Heaven! Heaven!»

Bonny
Ho smesso di scrivere il diario, qui dove ho iniziato.
Ho dovuto scrivere di Heaven, ho bisogno di leggere queste pagine quando, tra tanti anni, vorrò ricordarla.
Sono da giorni in questa centrale in attesa di parlare con Richard.
«Edwards, il giudice ha concesso un colloquio prima della prigione.»annuisco, asciugandomi le lacrime.
Appena vedo Richard gli corro incontro.
«Mi dispiace...»sussurro.«Non ho mai voluto lasciarti, ho già chiamato il tuo avvocato, ti farò uscire.»
Lui mi stringe fortissimo«Meriterei di marcire in prigione.»
Mi stacco subito.
«Stai scherzando? Ti prego, dimmi che stai scherzando! No! Richard! No!»dico bruscamente.
Lui sospira e si asciuga le lacrime.
«Bonny, nel migliore dei casi mi daranno comunque un anno o due, capisci? Devo pagare per ciò che ho fatto.»
Scuoto la testa portandomi le mani alla bocca.
«Sei egoista. Non pensi a me?»singhiozzo.
«Ascoltami, saranno uno o due anni, okay? Se tutto va bene questo sarà il tempo che ci porteranno via... Ma uscito di qui ti giuro... Ti sposerò.»
Rimango immobilizzata e lo abbraccio.
«Permettimi di diminuire il tempo, il tuo avvocato potrà farti avere un anno e nemmeno...per favore...»sussurro fra le lacrime.
«Ho distrutto la mia carriera, ho fatto del male a Heaven e a te. Questo è il minimo che merito.»
Fa segno al poliziotto di tornare in cella.
«Ti aiuterò!»urlo.

Heaven
Quando apro gli occhi c'è Jackson seduto accanto a me, mi sta tenendo la mano.
Sento il mio corpo intorpidito.
«Merda... Dove cazzo sono adesso?»mormoro strofinandomi gli occhi.
«In una stanza d'ospedale. Mi hai fatto davvero prendere un colpo. Sei svenuta.»
Ho sbuffato.
Dopo qualche minuto è entrato un dottore nella stanza con delle cartelle cliniche in una mano e nell'altra aveva una penna.
Jackson è uscito per prendermi qualcosa da bere.
«Sono il dottor Broen, suo fratello mi ha detto che lei si chiama Heaven.»
Jackson si sarà inventato che sono sua sorella, cazzo! È un bugiardo matricolato!
«Le ho fatto alcuni esami e delle ecografie, per sicurezza ma...»inizia a spiegare Mr Broen.
«Dio... me lo dica subito, sono malata e mi rimane poco, giusto? Abbia pietà, mi risparmi paroloni.»inizio a dire.
L'uomo con i capelli brizzolati e dei grossi occhiali alza una mano.
«Veramente...»
Lo interrompo.
«Lo dica! Allora? Il mio pancreas? Il mio fegato? Scommetto che è lo stomaco... Con la fortuna che ho io... Avanti dottore!»continuo parlando a raffica.
«Beh...»
Mi metto su a sedere cercando di ignorare il mio camice bianco che ha dei fiorellini disegnati.
Gli ospedali! Che fantasia!
«Mi rimane...quanto? Due, tre cosa?»
«Nove...»bisbiglia.
«Stiamo parlando di mesi? Anni? Scommetto che si tratta di settimane! Certo! Settimane.»continuo aggiustandomi i capelli sudati.
«Non proprio...»sospira.
«Scusi... Cos'ho? È virale? Scommetto che ha a che fare con le mestruazioni! Ti pareva! Succede sempre così a noi povere donne!»
«Signorina, si calmi.»dice tranquillamente il dottore.
Faccio un respiro profondo e annuisco.
«Nove mesi, okay, ma che cavolo ho?»chiedo impaziente.
«Un calo di zuccheri e un bambino.»conclude il medico«E come spero che sappia, ci vogliono nove mesi, per il bambino. Invece per il calo di zuccheri le prescrivo delle vitamine.
Ha altre domande?»

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