16- Libellula

POV Heaven
Quella notte, quella fottuta notte...
È il ricordo più prezioso e più significativo che ho.
Dopo aver cenato, avevo detto a tutti di andare in giro, oppure di fare quello che volevano.
«Heaven, voglio assolutamente fare un video alle lucciole, devo inviarlo alla mia ragazza, posso?»ha chiesto Kit.
Ho annuito. Invece Joe, ha continuato a mangiare il cibo in scatola. «Dov'è Alfie?»ha chiesto lui guardandosi intorno.
«Non lo so, vado a cercarlo.»ho detto. Subito si è alzato«Non ti lascio andare in giro in questo bosco, da sola, di notte, vengo con te.»
Sorridendo gli ho dato una pacca sulla spalla«Ho studiato la mappa di queso posto per mezza giornata, credi davvero che non sappia orientarmi? Sarei capace di perdermi in Polonia e tornare qui a piedi.»ho risposto.
Lui ha scosso la testa ridendo.«Torna presto... cioè tornate presto.» Senza perdermi in chiacchiere sono andata a cercare Alfie, avevo con me la mappa, per sicurezza. Camminavo tra i grandi alberi ed improvvisamente tutto mi sembrava più grande, e il luogo più sconosciuto.
La mappa non mi serviva affatto, era strana, come se fosse diversa, eppure l'avevo studiata.... okay non è vero.
Le avevo dato un'occhiata veloce la sera prima.
Lo so, sono una stupida. Beh... potevo fare affidamento solo sul mio senso dell'orientamento.
A un certo punto ho sentito un rumore tra i cespugli, e subito ho indietreggiato. Non nascondo che avevo un po' di...panico, giusto un pochino. Okay, no, ero completamente nel panico. «Alfie! Dove cazzo si è cacciato quell'idiota?»ho detto fra me e me.
«Eccomi mia Lady!»ha urlato Alfie sbucando da un cespuglio e facendomi prendere un colpo.
«Dio mio! Ma sei così stronzo?»gli ho dato uno schiaffo sul braccio.«E non imitare Kit, lui è gentile a chiamarmi Mia Lady!»ho detto alzando lo sguardo.
«Tu non sei una Lady, tu sei come il tuo tatuaggio.»ha risposto lui indicandomi la spalla. Ho sorriso debolmente.
«Una libellula, perché?»ha chiesto. Aveva i capelli arruffati e i suoi occhi risaltavano nel buio, la barbetta poi... dava quel tocco in più al suo volto. «Ecco... è una storia lunga.»ho detto semplicemente, schiarendomi la voce. «Mia Lady, facciamo una passeggiata? Così me la racconti» «Mh... mio Lord non so, al chiaro di luna, la storia potrebbe stonare con il contesto.»ho risposto. Lui si è avvicinato
«Stoniamo!»ha esclamato. Ci siamo incamminati verso il sentiero, anche se entrambi non avevamo la minima idea di dove andare. In un punto più lontano dagli alberi c'era un ruscello. Ci siamo seduti sui grandi sassi accanto ad esso. «Ecco, sono tutto orecchi.»
Ho fatto un bel respiro e poi ho iniziato a raccontare.
«Mia madre aveva lo stesso tatuaggio, era una passione quella per le libellule: infatti quando ero piccola mi portava sempre nei pressi di qualche lago, per vedere queste creaturine, e l'adoravo»ho fatto una pausa«Poi lei è morta e mio padre si è risposato.»ho concluso sospirando. I miei occhi si erano fatti lucidi, mi è scappata una lacrima, che non ha avuto tempo di scendere completamente, perché il dito di Alfie l'ha stroncata sullo zigomo.
«Mi dispiace...»ha sussurrato. Cosa stava succedendo? Avevo davvero perso il controllo? Le mie emozioni avevano preso il sopravvento sulla mia ragione e lui non se ne è approfittato. Ha guardato verso la luna, poi il ruscello e poi ha guardato di nuovo me.
«Prima mi sono allontanato qui... perché adoro l'acqua, fin da piccolo adoravo nuotare e andare in barca. Avevo anche un amico marino immaginario.»ha sorriso. «Davvero?»ho domandato ricambiando debolmente il sorriso. «Sì! Gli avevo dato anche un nome, Hayden.»ha risposto ridendo. Adoravo quella risata, metteva di buon umore anche me.
«Sul serio? Quanti anni avevi?»ho chiesto ridendo.
«Ero abbastanza grandicello, avevo dodici anni. E adesso che ne ho trenta... beh... avere questi ricordi per me è come tornare di nuovo un ragazzino.»
«È bello avere dei ricordi.»ho commentato guardando la luna.
«E tu? Cosa ricordi del periodo adolescenziale.»
Il mio cuore ha fatto subito un balzo, non volevo parlarne. Non era il caso. «Avevo un buon amico, in carne ed ossa però.»
«Il tuo ragazzo?»ha chiesto abbassando lo sguardo.
«No, non ho un ragazzo.»ho risposto«Tranquillo mio Lord!»
Alfie si è alzato di scatto e mi ha preso la mano«Mia Lady, vuole concedermi questo ballo, in onore dei ricordi?»mi ha chiesto sorridendo.
Io mi sono alzata e ho accettato ridendo. Lui ha messo una mano sul mio fianco e io il braccio sulla spalla, e le nostre mani erano unite come se stessimo ballando un lento sulle note di una melodia tutta nostra.
«Non sei così male, Heaven.»ha detto lui sorridendo.
«Tu invece sei pessimo.»ho scherzato io.
Senza avvertirmi mi ha fatto fare una giravolta e mi ha stretta ancora di più. «Sono serio, mi piaci davvero tanto.»
«Anche se ti faccio costantemente arrabbiare e ti faccio venire voglia di buttarti in acqua?»gli ho chiesto avvicinandomi al suo viso.
«Anche se sei terribilmente intelligente e diretta. Ma il tuo sarcasmo è il top.»ha sorriso fissandomi dritta negli occhi.
Sentivo una sensazione strana, non avrei dovuto provarla, quelle parole non dovevano significare nulla per me. Era serio, l'avevo capito, ma lo stesso non volevo perdere del tutto il controllo.
Fatto sta che era iniziato sicuramente un rapporto di fiducia, potevamo confidarci, ridere e scherzare.
«Heaven, ho una voglia di baciarti che tu non puoi neanche immaginare.»
Di scatto mi sono allontanata.
Cosa aveva appena detto?
Voleva baciarmi?
«No, non così.»ho risposto io.
«Perché?»ha chiesto lui prendendomi il viso tra le mani.
«Perché ti conosco da un mese, okay? E poi io e te apparteniamo a due mondi opposti che per ragioni superiori si sono incontrati.
Alfie se tu mi baci e poi dici che provi qualcosa...alla fine di questi mesi entrambi soffriremo.»avevo detto tutto questo con l'amarezza nella voce«Non ti puoi innamorare di me!»ho urlato.
Lui si è avvicinato e mi ha afferrato il braccio.«Non sei tu a dirmi cosa fare! Dio mio! Non puoi gestire anche i sentimenti degli altri!»ha urlato lui di rimando.
«Alfie, ti prego! Io ti piaccio e basta, okay? Tu piaci a me, punto, amici come prima.»ho concluso.
Quella è stata la sfida più difficile del mondo, in quel momento.
Non sapevo nemmeno io cosa provavo, era troppo presto.
Non poteva già essere innamorato di me.
«Torniamo indietro.»ho detto.«Sai la strada?»
Lui ha annuito tristemente. «Per quello che vale, io farò in modo da non far soffrire nessuno, ma ora tu stai facendo soffrire me.»ha detto prima di  tornarcene indietro alle tende.
Il mio cuore era affollato, troppe emozioni. Maledizione ad Alfie fottuto Armstrong!
Era solo un'illusione, pensavo.
Il giorno seguente entrambi avremmo fatto finta di nulla.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top