Capitolo Quinto

Ti prego,
resta.


Erano passati infiniti giorni ed infinite notti. Ma loro due giacevano ancora abbandonati sulla terra, sulla loro madre terra, circondati dal frusciare delle foglie.
Piovve, e gocce di fango macchiarono loro il viso.

I loro respiri si erano sincronizzati, come due menti sulla stessa frequenza. Eppure i loro cuori non avrebbero potuto essere più lontani. Erano due poli uguali di una calamita, talmente simili da provare repulsione l'uno per l'altro. La consapevolezza di esserlo suscitava in loro un viscerale disgusto, perché non potevano sopportare che la persona che più odiavano fosse sul loro stesso piano.

La foresta sospirò, scuotendo lievemente il fogliame.
Un tempo non era così, un tempo era tutto così dannatamente bello e rosso.

Erano ormai abituati alla presenza dell'altro, gli unici esseri umani in quella selva di solitudine.
Continuavano a tenersi compagnia odiandosi. Entrambi, nel loro abisso interiore, avevano cognizione del fatto che avevano bisogno di quella vicinanza, poiché non solo si disprezzavano a vicenda, ma provavano risentimento anche verso se stessi, e supponevano che l'odio dell'altro avrebbe in qualche modo potuto colmare la spaccatura nella loro anima.

Nessuno dei due mai proferiva parola. Semplicemente di tanto in tanto si fissavano, con lo sguardo perso di chi non sa più perché respira, perché vive, perché è ancora lì, perché non ha pace.

Non soffrivano. Non stavano bene.
Costretti a metà tra il bene e il male, non avevano scelta. Le forze mancavano ad entrambi anche per il solo rialzarsi. I pensieri erano sempre più circoscritti e tutto si scoloriva, fino ad diventare di un grigio tetro, insignificante, uno di quelli che ti fa smettere di sentire il gusto di qualunque cosa, pure del sangue.
Non si chiedevano più niente, ed era tutto così stranamente normale ed ordinario.

Erano gli albori di un nuovo scialbo giorno, quando si levò un vento di veemenza ultraterrena.
Lo percepirono insidiarsi nei loro respiri, scavare nelle loro viscere lacerandole. Il dolore li estraniò dai loro corpi, e qualcosa nella loro testa sussurrò che questo era solo l'inizio.

Non erano più solo loro due con il loro odio, no, ora c'era di più.
In verità sapevano che c'era sempre stato, ma avevano preferito ignorarlo.

E ora ne avrebbero pagato le conseguenze.

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