Capitolo Primo
Il Buio mi divorava
da dentro,
Ma altro non potevo fare
se non essere
il Buio stesso.
“Non ero nessuno. Non sono nessuno”.
Un'ombra dalle parvenze umane s'accasciò sul pavimento in legno e le travi emisero un cigolio stridente, nonostante ella non avesse alcun peso.
“Pure io sono, se un vivente non lo so, ma esisto, sono un essere, sono ed esisto”.
I pensieri nella mia mente confusa si susseguivano senza fine, una catena di dubbi che mi corrodeva e sfiniva.
Mi risollevai da terra, riemergendo dalla polvere e dalla sporcizia. La mia ombra, creata dalla luce soffusa che emettevano le fiamme scopiettanti del candelabro, mi seguì.
Era la mia unica compagnìa e quando il fuoco si spegneva, a contatto con la cera sciolta, restavo nel buio più pesto, solo. Solo con i miei pensieri, che facevano male, mi facevano perdere il senno. Non riuscivo a controllarli.
S'impadronivano di me e mi manipolavano, prendevano la mia mente, il mio corpo, la mia anima, il mio stesso essere e lo usavano per vivere, soffocandomi da dentro.
Mi appoggiai al mobile bucato dalle tarme, cercando sostegno poichè le mie gambe stavano cedendo.
Respiravo a malapena e, ansimando, portai una mano alla tempia.
Vi trovai sangue. Vivido e rosso.
No, non di nuovo. Non poteva essere accaduto di nuovo. Eppure era così.
Per l'ennesima volta, la Morte, mi stava portando via.
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