Capitolo Otto
Le parole muoiono appena son nate. Le vedo cadere dalla mia bocca e frantumarsi al suolo. Non provo ad afferrarle. Non ne sarei capace e non verrebbero comunque ascoltate.
-D
***
Quando ci fermiamo davanti al locale la mia ansia ha ormai raggiunto picchi vertiginosi. Liam non fa che rassicurarmi perchè mi vede provata anche se non sa ancora tutta la storia dei Good Guys. Jaz dall'altro canto si sta divertendo un mondo, si esalta sempre quando c'è del dramma.
Per fortuna scendiamo dalla macchina prima che la situazione mi spinga a scappare per ritornare a casa. Attraversiamo la strada e ci fermiamo davanti alla struttura mal illuminata della Rosa Nera. Si sviluppa su un solo livello ma è comunque enorme, penso che prima questo posto fungesse da magazzino. Mi ripeto sempre di non pensare troppo alle norme di agibilità.
Il rosa acceso dell'insegna luminosa proietta una luce tenue sull'asfalto bagnato.
Jaz si appoggia al muro nero opaco del locale e si accende una sigaretta -Visto che non siamo in ritardo? O almeno siamo in ritardo ma gli altri lo sono ancora di più- osserva il cellulare con un sorrisino prima di scrivere qualche messaggio.
Quando mi volto per poco non sussulto. Scorgo la figura di Dixon a qualche metro da me. E' difficile far finta di niente quando me li ritrovo ovunque.
-Hai freddo?- mi domanda Liam avvicinandosi tanto da sfiorarmi la spalla con il braccio.
Scuoto la testa sorridendoli appena -No, sto bene grazie-
-Eccoli- afferma indicandomi la strada con un cenno del mento.
Oh merda.
Gli amici di Jazmine, Elizabeth e Axel camminano allegri verso di noi ma alle loro spalle ci sono almeno una decina di persone.
Li riconosco subito e non pensavo che Jaz alludesse a loro quando mi ha parlato dei suoi amici. Ho avuto modo di parlare con entrambi in diverse occasioni e mi sono sembrate persone per bene ma non posso dire di conoscerli del tutto.
-E' qui la festa?- urla Liz portandosi le mani a coppa intorno alle labbra -Abbiamo portato i rinforzi-
-Oh cazzo- mormora Jaz schiacciando la sigaretta per terra -Questa non ci voleva, perchè Liz fa sempre di testa sua?-
-Dillo tu a me- mormoro con le labbra congelate in un sorriso finto -E' tua amica-
Liam ci lancia un'occhiata confusa -Che male c'è? Più siamo e meglio è-
-Vorrei poterti dare ragione- borbotta Jazmine salutando i nostri amici con un bacio sulla guancia -Ehi Axel ti sta bene il nuovo taglio di capelli, ti devi arruolare per caso?-
Lui si passa una mano inanellata sui capelli rasati quasi a zero, un sorrisino ad illuminarli il viso -No ma mi stanno bene vero?-
Scrollo le spalle passando un braccio attorno alla vita di Jaz -Si ti stanno bene spero che a Liz piacciano-
Elizabeth scocca un bacio sulla guancia del suo ragazzo -Lo trovo molto sexy- inclina la testa per incrociare gli occhi chiari di Axel -Ma questo lui lo sa già-
-Quindi entriamo o no?- domanda un tipo grosso e con la faccia paffuta.
Sospiro cercando di non soffermarmi troppo sulle persone alle spalle dei miei amici.
-Entriamo dai- mormoro voltandomi e superando le porte di vetro dell'ingresso.
Quando superiamo la stanza che precede il locale e lasciamo le nostre giacche nei guardaroba ci dirigiamo verso il privè a noi riservato.
Ci facciamo strada tra la calca cercando di schivare le persone che si muovono a ritmo di musica in mezzo alla pista.
-Mi domando come hai fatto ad ottenere questo privè così in fretta, il venerdì è un inferno- afferma Liz sedendosi sul divanetto in pelle nera.
Lei e Axel ovviamente non sanno quanto in là si spingono le mie conoscenze, tantomeno conoscono la mia ampia disponibilità economica. Jaz ha preferito tenerli all'oscuro almeno fino a quando sarà possibile. Sono amici dell'Università, quindi non sanno niente del mio passato.
Scrollo le spalle con disinvoltura -Un giochetto da niente-
Mi lascio cadere sul divanetto accanto a Liz e ovviamente Liam si siede dall'altro lato. Gli amici di Liz si dispongono nei divanetti a qualche metro da noi per fortuna, spero solo che restino lì senza sentire il bisogno di interagire con noi.
-Come sta andando fra te e Mike?- mi sussurra Elizabeth attorcigliandosi la coda castana tra le dita -Dall'ultima volta che vi ho visti ho notato della tensione-
Mi estraneo un attimo dalla conversazione per lanciare una rapida occhiata al locale cercando di localizzare i Good Guys -Abbiamo preferito allontanarci- mi limito a dire. Non mi va di parlare di cose così intime con lei, nonostante io la reputi una brava persona non c'è ancora quel grado di confidenza.
Liz alza al cielo gli occhi verde bosco accennando un sorriso -Non sembra stare così male però, l'ho visto oggi al Golden Gates-
Nessuno da fuori sembra stare male ma evito di dirlo.
-Mike reagisce così- mormoro -E poi non penso neanche di essere stata così importante per lui-
-Lui ti vorrà sempre bene comunque siano andate le cose. È un'idiota ma ti ammirava molto- mi rassicura guardandomi con comprensione.
Non credo sia così ma me lo tengo per me e mi limito ad annuire.
-Ecco un po' di drink, il barman ha detto che offre la casa- annuncia Jaz posando il vassoio con sei bicchieri di vetro sul tavolo -Non chiedetemi cos'hanno dentro perché non lo so-
Mi guarda dubbiosa senza però farsi sentire dagli altri -Offre la casa? Dici che hanno un debito di sangue con tua madre? O forse io sono terribilmente irresistibile-
-Tu sei irresistibile- affermo senza ombra di dubbio facendola sorridere.
Liz arriccia il naso -Spero niente vodka- prende un bicchiere che contiene un liquido rosa acceso e lo sorseggia con cautela.
Io ne prendo uno verde limone e per fortuna non contiene rum, però è molto forte tanto che per poco non tossisco -Li ha fatti belli forti-
Jazmine si siede mentre mi fa l'occhiolino -Direi che ne abbiamo bisogno non credi?-
Sto per sorridere ma lui attira la mia attenzione. Lo sguardo mi cade sulla persona che avrei preferito evitare per tutta la serata.
Seth è in piedi vicino ad una colonna con le spalle dritte e il mento leggermente alzato, gli occhi vigili perlustrano la sala catturando ogni dettaglio. Al suo fianco i capelli azzurri di Celia brillano sotto le luci colorate del locale.
Osservo la postura rigida e la mascella serrata di Seth e posso constatare che è molto contrariato. Forse se sa che nessuno lo sta guardando si lascia sfuggire qualche emozione. Eppure anche adesso mi è difficile indagare oltre, è terribilmente frustrante.
I suoi occhi scattano sui miei e io li distolgo subito maledicendomi per essermi fatta beccare mentre lo fissavo. Ha rivolto lo sguardo dritto sul mio come se sapesse la mia esatta posizione. Ovviamente, è il suo dannato lavoro.
Prendo un lungo sorso del drink cercando di non badare all'intenso bruciore alla gola. Oggi non devo farmi distrarre da lui, non rovinerà la mia serata.
Merito di stare bene e non voglio pensare a tutti i problemi che ho.
Non oggi, non adesso.
Jaz mi sfiora una spalla e mi lancia un'occhiata per chiedermi se va tutto bene.
Annuisco e sorrido per rincuorarla. A lei non sfugge mai niente.
-Ho una proposta da farvi, ho aspettato un po' perché prima dovevo esserne sicura io- annuncia Liz intrecciando le mani attorno al bicchiere.
Axel alza gli occhi al cielo mormorando una preghiera -Vai spara-
Lei si raddrizza con un luccichio negli occhi -Stavo pensando che per le vacanze di Natale potremmo fare un viaggio insieme- si volta verso di me che sono quella più estranea al gruppo dato che Liam lavora insieme ad Axel e Liz studia Biologia con Jaz -Lo so che ci conosciamo da poco ma questo non vuol dire che tu non mi stia già simpatica-
Vorrei poter dire lo stesso di lei ma qualcosa nei suoi modi di fare mi fanno esitare. E' come se ci fosse qualcosa a bloccarmi, qualcosa che mi impedisce di fidarmi di lei.
Non ho detto niente a Jaz o a Liam per non creare scompiglio e malumori. Forse sono io quella strana e diffidente, come al solito.
Liam accenna un sorriso mandando giù un sorso del suo drink -Scommetto che sai già dove-
Cerco di reprimere la sensazione di malessere che mi attanaglia lo stomaco. Chissà se mia madre mi permetterà di allontanarmi senza scorta?
La risposta mi è chiara anche così. Assolutamente no.
Elizabeth guarda prima Jazmine e poi me -Ho pensato a Berlino, penso sia una città bellissima in inverno-
Jazmine rabbrividisce -Scommetto anche che fa un freddo glaciale- cerca di mantenere un tono leggero ma so benissimo che le è bastato guardarmi per capire la mia situazione.
-Non è un pochino triste come meta?- domanda Axel avvicinando l'indice al pollice.
Appoggio una mano sul braccio di Liz per rincuorarla -E' una bella idea, non sarebbe affatto male-
Mentire a fin di bene è il miglior modo per non smorzare l'entusiasmo. Le bugie ti logorano dentro ma non sempre sono una brutta cosa. Certo, sto solo rimandando l'inevitabile ma è un problema che affronterò più avanti.
Jaz sta per ribattere ma dopo aver visto la mia occhiata si rassegna -Eh va bene, anche se esprimo il mio forte dissenso-
Liam alza entrambe le mani -Se per le ragazze va bene allora non c'è nient'altro da dire- lascia cadere lo sguardo sul mio e so che ha intuito che c'è qualcosa che non va.
Axel annuisce alzando il bicchiere e incitandoci a fare lo stesso -Allora brindiamo alla nostra vacanza, sperando di arrivarci-
Liz gli lancia un'occhiataccia -Alla nostra vacanza-
Beviamo e iniziamo a chiacchierare del più e del meno anche se con il passare del tempo mi è sempre più difficile seguire la conversazione dato la musica fin troppo alta e l'alcol.
Mi volto verso Liam osservando le sue mani avvolte attorno all'ennesimo bicchiere, mi ci vuole un attimo per formulare una frase -Tu non devi guidare?-
Lui si volta dalla mia parte, è a soli pochi centimetri da me, e mi osserva per un lungo istante come se stesse cercando di mettermi a fuoco. E' decisamente ubriaco -Si ma reg...go bene l'alcol, non ti preoccupare-
Inclino la testa di lato inarcando un sopracciglio -Sicuro di poter guidare?-
Sfoggia un sorriso e si tende verso di me per darmi un buffetto sulla punta del naso ma colpisce invece il collo -Si Evie, sono sicuro-
-C'è Charlotte! - squittisce Jaz attirando la mia attenzione. Si sistema con le dita i capelli scuri -Come sto?-
-Sei incantevole come sempre- rispondo spostando gli occhi sulla bruna in piedi di fianco al bancone -Ma non ti aveva dato buca?-
-Si ma questo non vuol dire che si sia stufata di me- afferma prendendo la borsa con foga.
A volte penso che Jaz sottovaluti il suo valore. Nonostante si dimostri esuberante e con la battuta sempre pronta so quando abbia paura di non piacere agli altri.
E questo mi rattrista perché vorrei che capisse quanto è fantastica.
-Quella è una tua fiamma?- domanda incredula Liz sgranando gli occhi -E' uno schian...schianto- la lingua sembra incepparsi mentre parla e lei scoppia a ridere -Forse sono un po' brilla-
Annuisco con un mezzo sorriso notando le guance rosse spruzzate da lentiggini -Si forse un po'-
Jazmine si alza abbassandosi il vestito argentato -Vado e se andrà tutto bene le chiederò un passaggio-
Le afferro un polso per trattenerla -Cosa? Vai a casa con una sconosciuta?-
Mi scompiglia i capelli come se fossi un cucciolo solo per irritarmi -Una persona che frequenti da più di un mese non è una sconosciuta e poi Charlotte non beve cosa che non si può dire del tuo accompagnatore-
Lancio uno sguardo deluso verso Liam che blatera cose senza senso -Bhe allora stai attenta-
Osserva per un momento Liam prima di rivolgersi a Liz -Tu e Axel come tornate?-
Lei la guarda un attimo come se stesse rielaborando la frase -Chiamiamo un taxi, sapevamo che sarebbe finita così- ridacchia sventolandosi una mano davanti al volto.
Jazmine mi prende una mano -Ritorna con loro intesi? Liam ha bevuto troppo, convinci assolutamente anche lui a seguirvi. Non lasciarlo avvicinarsi alla sua macchina e mandami un messaggio quando arrivi-
Sbuffo ma annuisco -Si ora vai-
Axel si sposta di fianco a Liz, nel posto lasciato vuoto da Jazmine. I due iniziano a baciarsi e io non posso fare a meno di essere stupita dal fatto che non si siano risucchiati la faccia prima. Di solito non riescono a non toccarsi.
Ah l'amore.
Non mi sono mai innamorata davvero, ho solo creduto di esserlo. Moltissime volte ma poi si sono rivelate sempre l'ennesima delusione.
Che è ancora peggio, la disillusione di un amore da favola è atroce.
La mano calda di Liam si appoggia sulla mia gamba ma non è un gesto lascivo come potrebbe sembrare, è più un gesto da mi reggo o cado di faccia -A cosa stai pensando?-
Scrollo le spalle -A niente, sono solo stanca. Che ore sono?-
-L'una di notte- sbatte le palpebre più volte prima di riprendere parola -Di solito resisti di più-
-Lo so ma gli ultimi giorni sono stati pesanti-
Elargisce un sorriso da ebete -Restiamo ancora un po'- barcolla con il busto in avanti e per poco non sbatte la faccia sul tavolo -Potrei mettermi a ballare-
Liam è una di quelle persone che da ubriache cambiano completamente. Di solito è molto attento in ogni cosa che fa, e si preoccupa sempre per tutti ma penso che ultimamente lo stress abbia giocato a suo sfavore. Di solito non beve così tanto.
E poi non si metterebbe mai a ballare perché si sente in imbarazzo e odia i corpi sudati che lo attorniano. Me lo confidò al ballo del liceo, al primo anno.
Sospiro scostandomi solo di qualche centimetro dato che sono schiacciata tra lui e Liz -Si certo così fai il tronco in orizzontale- gli afferro le spalle e lo sprono a raddrizzarsi -Liam sei ubriaco fradicio-
Lui mi prende una mano socchiudendo appena gli occhi castani molto probabilmente per mettere a fuoco la mia immagine -Non fare così, è una festa. Non dovevi solo divartite..- schiocca la lingua -Divarti..divirte-
-Divertirmi- affermo passandogli un tovagliolino sul volto sudato -Si e sono stata bene ma ora è meglio se torniamo a casa-
Il calore del suo corpo, quello emanato da Liz e Axel e il senso di oppressione causato da tutta la gente che balla mi scaturiscono una brutta sensazione sulla bocca dello stomaco.
Vorrei tanto ignorare tutto e ricacciare giù ogni emozione ma un senso di panico mi mozza il respiro e improvvisamente sento l'irrefrenabile bisogno di spazio.
Oh no, non di nuovo.
Non oggi, non adesso.
Non oggi, non adesso.
Non oggi, non adesso.
No, non ce la faccio.
La musica sembra allontanarsi come se avessi la testa sott'acqua e ogni cosa sembra offuscarsi. Un fischio mi ronza nelle orecchie e la pelle pare formicolare tutta. Avverto un freddo intenso strisciarmi lungo la schiena fino ad arrivare alla base della nuca.
Cerco di fare respiri profondi ma mi è sempre più difficile. E' come cercare di respirare con una mano premuta sul collo.
Liam mi sta parlando e a un certo punto mi prende anche l'altra mano. Quel gesto mi fa scattare riportandomi in parte alla realtà -Andiamo a casa- affermo d'impeto allontanandolo per alzarmi in piedi.
Con un gesto avviso Liz ma lei mi liquida in fretta per ritornare sulla bocca del suo fidanzato.
-Stiamo male?- si alza anche Liam grazie al mio aiuto e mi segue quando inizio a schivare la folla per raggiungere l'uscita. Più che altro lo trascino io fino all'uscita.
Apro le porte di vetro dopo aver preso le giacche dal guardaroba e l'aria fredda che si scontra contro la mia pelle bollente mi riscuote da quel torpore che mi aveva paralizzata.
Ora posso respirare. L'aria entra nei miei polmoni. Respiro una volta e poi di nuovo, a fondo.
-Cos'è...questa brezza marina?- sussurra Liam come se fosse un segreto da tener nascosto.
Brezza marina?
Dixon è in piedi davanti alle porte principali, sembra confuso e leggermente allarmato dal mio comportamento -Andate via?-
-Si- affermo chiudendomi la giacca fino al mento cercando di placare il tremito delle mani e delle gambe.
Potrebbe essere scambiato per freddo, per fortuna.
Infilo la giacca anche a Liam e gli allaccio i bottoni. Perché diamine la sua giacca ha dei bottoni! Le mie dita tremanti non apprezzano affatto.
-Allora andiamo- afferma Liam guardando con diffidenza la vicinanza di Dixon. Se non fosse per la situazione tesa scoppierei a ridere. Liam ubriaco che cerca di essere tosto e minaccioso mi spezza dentro.
-Tu vieni con me-
Sussulto quando sento la voce di Seth alle spalle. Nel panico mi sono persino dimenticata della sua presenza e solo questo basta per capire quanto fossi fuori di me. Spero non si sia accorto della mia piccola debolezza.
Mi volto lentamente solo per incontrare i suoi occhi contrariati -Accompagno Liam con la sua macchina- rispondo d'impeto pur sapendo che non posso guidare una macchina nelle mie condizioni. L'impulso di contraddirlo è più forte di me.
Lui si avvicina e un dolce profumo di colonia mi invade piacevolmente le narici. Ha un buon profumo ma questo a me non dovrebbe importare.
-Hai bevuto due drink, non guiderai proprio un bel niente- tuona con un tono che non ammette repliche.
Ha contato i drink che ho bevuto. Mi avrà osservata per tutto il tempo. Non so se essere indignata o divertita.
Alle sue spalle Celia esce dal locale affiancando Dixon in silenzio. Osserva la scena e leggo un barlume di divertimento nei suoi occhi castani.
-Ma voi chi cazzo siete?- domanda dopo un po' Liam mentre fa saettare lo sguardo da Seth a Dixon. A scoppio ritardato si è reso conto che le persone che lo circondano non fanno parte della nostra cerchia di amici.
Questa volta vorrei davvero scoppiare a ridere per la faccia costernata di Liam ma ovviamente non è il momento adatto.
Seth non mi lascia replicare e mi prende il gomito spingendomi, senza farmi male, in avanti -Dixon, Celia accompagnate il ragazzo a casa-
-Ehi riesco a camminare!- cerco di sfuggire alla sua stretta ma mi è impossibile -Toglimi le mani di dosso-
Lui non abbassa neanche lo sguardo sulla mia figura e mi lascia solo una volta raggiunta la macchina come se temesse una mia improvvisa fuga.
Non mi piace correre, soprattutto dopo aver bevuto.
-Lui abita...- faccio per dire ma Seth mi interrompe.
-Sanno già dove abita, sappiamo dove abita ogni cazzo di persona in questo stramaledettissimo locale- sbotta serrando la mascella con forza. I suoi occhi sono fiammeggianti mentre mi inchiodano al pavimento con uno sguardo rovente.
Oh. È molto arrabbiato.
Allora è così che appare quando prova qualcosa? Come un fuoco indomabile?
Mi apre la portiera e si assicura che sia seduta con la cintura allacciata prima di fare il giro e salire a sua volta -Avevi detto che era una piccola festa, quelli erano tutti tuoi amici?-
Mi volto e non riesco a trattenere un sorriso di scherno -Mi stai parlando davvero?-
Lui si sofferma sul mio volto solo per una frazione di secondo prima di accendere la macchina e stringere il volante così tanto da far diventare bianche le nocche, serra la mascella con forza e sembra davvero trattenersi dal mandarmi a quel paese -Rispondi alla mia domanda-
Sbuffo sonoramente accoccolandomi sul sedile -Io non ho tutti quegli amici, il mio stile di vita non me lo permetterebbe- sospiro affondando la testa nel colletto della giacca -Come spiegherei la reggia in cui vivo o tutte quelle macchine sportive all'ingresso? Per non parlare di tutto il resto- schiocco la lingua immaginando la situazione -Mia madre è una criminale e si nota subito-
Sono sicura che mia madre faccia qualcosa di losco, fingere di essere solo un'imprenditrice che adora comprare hotel non regge.
Mi gira un po' la testa ma ho la lucidità sufficiente per affrontare una conversazione senza sembrare un'idiota. E poi la vicinanza di Seth mi ha sicuramente svegliata da quel torpore.
-Elizabeth Moore, Axel Gray, Liam Daboos e Jazmine Marlow erano previsti ma l'altro gruppo di idioti non era sicuramente nella lista delle prenotazioni- afferma aspramente senza staccare lo sguardo dalla strada buia.
Osservo il suo profilo elegante, i capelli che formano onde perfette e le labbra piene poi sposto lo sguardo sul suo braccio dove i muscoli affiorano in superfice.
Peccato per il carattere direi.
Mi schiarisco la gola e riporto l'attenzione sulla conversazione -Avete davvero controllato l'identità di tutti quelli che sono andati alla Rosa Nera?-
Lui mi lancia uno sguardo scrutatore come se stesse cercando di capire se la mia domanda fosse davvero seria -In cosa pensi che consista il nostro lavoro Grace?-
-Non chiamarmi così- ribatto meccanicamente -E poi non so esattamente in cosa consiste il vostro lavoro, sai io e mia madre non parliamo spesso di queste cose. Anzi non parliamo mai e basta-
Tace per qualche istante e noto i lineamenti rilassarsi leggermente, ora il volto sembra molto meno minaccioso rispetto a qualche minuto fa. Forse ha capito che arrabbiarsi con una me brilla è una causa persa -Il nostro compito è tenervi tutti al sicuro e questo comporta anche monitorare le persone che vi circondano. Celia è riuscita ad accedere alle identità delle persone nel locale e in poco tempo abbiamo capito che non c'era nessuno con precedenti penali o potenzialmente pericoloso-
Celia è una specie di piccolo genio, questo lo sapevo già ma mi stupisce comunque dato la sua giovane età.
-E a parte controllare me cosa fate?- faccio una pausa significativa prima di aggiungere -Tipo rapite persone o cose così?- doveva essere ironico ma è uscito molto più serio di quanto volessi. Forse perché una parte di me lo pensa davvero.
Un accenno di sorriso spunta per una frazione di secondo prima che sul suo volto ritorni la sua solita espressione distaccata. Però mi è bastato quel microscopico sorriso per sentirmi inaspettatamente sorpresa e stupita. Allora sa sorridere. Più o meno.
-Non rapiamo persone e non facciamo cose losche come potrebbe sembrare. Tua madre non ci coinvolge in quelle cose, il nostro lavoro è sempre stato assicurarci che lei e tutti voi foste al sicuro e controllare che anche i suoi clienti non potessero rappresentare una qualche minaccia-
-Oh ma che carina che è, sembra quasi una santa- ribatto con sarcasmo osservando con irritazione la strada illuminata dai lampioni.
-Lei si occupa di voi- ora il suo tono è più freddo e posso anche scorgerci una punta di rimprovero.
Sono tutti così dannatamente ciechi?
Vedono solo ciò che vogliono vedere.
-Si, controllandoci. Quando me ne andrò potrò finalmente vivere come voglio- borbotto togliendo la condensa dal finestrino.
L'ultima frase mi è sfuggita dalle labbra ma ormai è troppo tardi per rimangiarmela.
La voce di Seth arriva dopo un lungo silenzio, non è dolce né tenera -E dove vorresti andartene?-
Schiaccio la fronte sul vetro freddo e chiudo per un momento gli occhi ma ciò peggiora solo la sensazione di vertigine -Lontano da tutto il marcio-
-Per tutto il marcio intendi il lavoro di tua madre?-
E' curiosità quella che sento? Scommetto che poi mi prenderà in giro insieme al suo gruppo ma ormai ho aperto la bocca e ora è inutile fingere di non aver detto niente.
Sorrido ma senza alcuna ironia -Di tutto il marcio quello mi interessa di meno- mi porto le ginocchia al petto fissando lo sguardo davanti a me senza in realtà vedere niente -La Lady Estelle che conoscete voi non è quella che mi ha cresciuta- mi blocco correggendo l'ultima frase -Non è quella che non mi ha cresciuta-
Un'altra pausa carica di parole non dette aleggia su di noi prima che Seth apra nuovamente bocca -Penso che lei si preoccupi per voi-
Si, penso che mia madre abbia affondato gli artigli proprio in profondità nella testa di Seth.
Faccio una smorfia nel sentire le sue parole così lontane dalla realtà -Non è stato sempre così e ancora adesso dubito che io valga davvero qualcosa per lei-
Seth mantiene lo sguardo dritto davanti a sé come se sapesse che l'invadenza di un suo sguardo avrebbe spezzato ogni mia parola -Ne sei così sicura?-
Sospiro sentendo il petto stringersi fino a farmi male, sento le lacrime premere per uscire ma giro il volto in tempo per nascondere la mia debolezza -Si, io non sono la sua Nilde-
Penso voglia aggiungere qualcosa o domandarmi di chi parlo ma dopo avermi guardata ci ripensa.
E io gli sono grata per questo silenzio.
Quando arriviamo a casa scendo dalla macchina mormorando un grazie ma senza guardarlo negli occhi.
Mi afferra un braccio prima che possa allontanarmi, voltandomi in modo da guardarmi negli occhi -Non fare mai più una cosa del genere Grace, non ci sarà una prossima volta intesi?-
Sospiro pesantemente e mi stacco dalla sua presa -Mi chiamo Evelyn- mi limito a rispondere prima di entrare in casa.
Perché gli ho confidato quelle cose? Lui non prova la minima empatia per me e non gli importa di niente se non di Lady Estelle.
E se gli spifferasse tutto?
Chiudo la porta della mia camera e mi siedo sul letto con le spalle curve e la testa tra le mani.
No, non piangerò.
Le debolezze vanno conservate solo per i nostri occhi, Grace.
Non sarò debole.
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