Capitolo Diciotto
Tu hai tirato fuori il peggio di me e mi vergogno per avertelo concesso.
-D
***
Non impiego molto tempo a prepararmi, indosso un maglione più spesso per coprirmi dal freddo e mi lascio i pantaloni neri che già indossavo. Non so dove andremo a mangiare ma presumo non si tratti di uno di quei ristoranti chic che ama mia madre. Non se ne intende molto di cibo ma adora la meticolosa attenzione al cliente e il luogo sofisticato. Per lei ha un certo fascino entrare in un posto sapendo di poterti permettere di tutto e più lo fai capire agli altri più senti di avere potere.
Io la seguivo in quei posti solo perché volevo starle vicino, sedute in un tavolo l'una di fronte all'altra. Le rivolgevo domande sperando che non si infastidisse, il cuore mi batteva a mille mentre aspettavo una sua risposta. Quando posava gli occhi su di me e mi guardava, senza quel gelo che l'acceca così spesso, mi sentivo incapace di gestire tutte le emozioni che imperversavano dentro il mio petto perché stava guardando me. Proprio me.
Io, così piccola e fragile e sensibile ed emotiva.
Questo però accadeva svariati anni fa. Prima che si accorgesse quanto fossi sbadata e maldestra e inadeguata per un posto del genere. Non mi portò più con lei perché la mettevo solo in imbarazzo.
Avevo dodici anni.
Scuoto la testa con decisione abbassando i lembi del maglione e asciugandomi le mani umide sui jeans.
Toglitela dalla testa. Lei non è qui, lei non è qui, lei non è qui.
Lascio la borsa sopra il letto afferrando solo la carta di credito e il cellulare ed esco dalla stanza preparandomi ad affrontare il resto del gruppo.
Sono molto nervosa, a tratti mi sembra di andare nel panico. Non me la cavo bene a stare con persone che sono in stretto contatto con mia madre. Loro in un qualche modo mi rammentano lei e i suoi occhi giudicanti.
Scuoto la testa allontanando i pensieri ed esco dalla camera.
Seth mi sta aspettando fuori dalla porta di casa, sento le voci dei Good Guys riecheggiare nel corridoio accompagnate dalle risate di Dixon.
Sono al sicuro, sono al sicuro, sono al sicuro.
Mi blocco.
Mi sembra di sentire quelle voci amplificate rimbombarmi in testa, le loro risate riverberano tra le pareti del mio cranio lasciandomi una spiacevole sensazione di stordimento.
Non oggi, non adesso.
Stai calma, respira, respira, respira.
Non sono in pericolo, non sono in pericolo, non sono in pericolo.
Il cuore mi sale in gola e la terra sembra vacillare sotto i miei piedi. Forse non è la terra a tremare ma sono le mie gambe o forse non sono le mie gambe a tremare, forse è solo il cuore.
Il cuore non si vede, nascondi il tremore, nascondi il tremore.
Una mano mi circonda il braccio e io faccio uno scatto indietro così repentino che se non fosse per quella stessa mano sarei stesa con la faccia a terra.
-Cos'hai?-
La voce di Seth mi giunge così vicina che sussulto, non l'ho visto arrivare. Alzo lentamente gli occhi pregando che il panico si nasconda tra le mie ciglia, il suo sguardo incontra il mio e per una volta vi leggo preoccupazione e confusione. E' teso in avanti, leggermente inclinato per guardarmi in faccia.
Scuoto la testa e apro la bocca per parlare ma ci impiego più del previsto a ritrovare la voce -S..Sto bene, va tutto bene-
Lui si avvicina ulteriormente sfiorando la punta delle mie scarpe con le sue, aggrotta le sopracciglia e la preoccupazione si fa più marcata -Non mi sembra, ti senti male?-
Cerco di sorridere ma il risultato è patetico -Va tutto bene, davvero. Ora andiamo-
Mi lascia andare seguendo con le dita la linea del mio braccio, se non lo conoscessi direi che sembrava il fantasma di una carezza.
Mi tende la giacca senza mai staccare gli occhi scuri dalla mia figura, segue ogni minimo movimento cercando tra i miei gesti qualche brandello di verità -Va bene per te andare a mangiare fuori?-
Alzo la testa di scatto guardandolo sorpresa -Si, sono davvero stupita che tu mi abbia fatto questa domanda. Fa parte del patto che abbiamo stipulato prima?- buttarmi sull'ironia è l'unica arma del mio arsenale.
Accenna un sorriso rilassandosi appena ma so che non crede alla mia farsa-Più o meno- inizia a incamminarsi verso la porta ma si blocca per girarsi nuovamente verso di me, sembra riflettere un attimo sulla scelta delle parole, cosa che mi sorprende ancora di più. Si porta una mano dietro al collo per poi lasciarla ricadere lungo il fianco -Se ti senti male o se vuoi andartene dimmelo e basta, fammi un cenno o una roba del genere intesi?-
Non meriti di essere trattata così per una tua debolezza.
Sento il cuore mancare un battito ma annuisco lo stesso cercando di placare il calore che mi è sbocciato nel petto -Va bene- mormoro allacciandomi la giacca per poi raggiungerlo.
Non mi aspettavo simili parole da parte sua. Non mi aspettavo neanche che si accorgesse che stavo male o che gliene importasse.
Dopo aver chiuso la porta consegno le chiavi dell'appartamento a Seth. Lui alza un angolo delle labbra con fare divertito e si stacca dal muro per venirmi incontro.
-Facciamo che le tieni tu fino a nuovo ordine- mi chiude la mano a pugno lasciandovi le chiavi all'interno, la mano calda e stranamente rassicurante appoggiata sulla mia.
Alzo gli occhi sui suoi continuando a tenere la mano a mezz'aria, l'incredulità dipinta sul mio volto -Perché?-
Una semplice domanda che cela un significato molto più profondo, significato che Seth sembra capire perfettamente.
Stringe appena le dita attorno al mio pugno, gli occhi segnati da un'intensità travolgente -Perché sto cercando di fidarmi-
Lui pensa che io sia degna di fiducia. Seth Ledford mi sta donando questa possibilità senza sapere quanto questo significhi per me.
-Possiamo andare?-
La voce di Dixon mi fa piombare nella realtà. Mi ero dimenticata dei tre spettatori appoggiati alla parete del corridoio, Celia intenta ad ammirare il lampadario palesemente in imbarazzo mentre Paz sembra terribilmente annoiata mentre batte il piede per terra.
Abbasso la mano di scatto privandomi del piacevole contatto con quella di Seth e faccio un passo indietro, le guance rosse quasi quanto quelle di Celia -Si andiamo-
Entriamo in ascensore e ci schiacciamo per entrare tutti, io sono compressa tra Seth e Paz. Quest'ultima assottiglia gli occhi quando per sbaglio le do una gomitata allo stomaco. Mormoro un rapido scusa prima di immobilizzarmi per non fare ulteriori danni.
Per fortuna arriviamo a destinazione e mi affretto ad uscire da quella cabina così stretta.
Mi rendo conto di tenere ancora in mano le chiavi così me le infilo in tasca e m'incammino affiancando Dixon. Seth e le altre si sono fermati da Francis per comunicargli qualcosa -Tutto bene?- domando notando il volto tirato e le occhiaie scavate di Dixon. Sembra stanco, come se non avesse chiuso occhio negli ultimi giorni.
Punta gli occhi ambrati nei miei sorpreso forse della mia domanda o anche solo della mia presenza così vicina. Era incantato in chissà quale pensiero da non essersi neanche accorto che mi trovavo proprio di fianco a lui -Qualche problema con una persona che preferirei fosse morta-
Dixon non ha peli sulla lingua e raramente si nega il piacere di parlare con qualcuno. Mia madre ha sempre ammirato la naturalezza che possiede nel gestire le conversazioni di qulunque tipo. Diciamo che è quel genere di persona che sa come rompere il ghiaccio e che in un discorso parla per due.
-La mia presenza ti da fastidio? So che volevi distrarti e..- faccio per continuare ma lui mi blocca alzando una mano.
-Non farti strane idee, di problemi ne abbiamo tutti a sufficienza quindi non pensare più del dovuto. Non sei di troppo- puntualizza rivolgendomi un mezzo sorriso che per quanto possibile riesce a ravvivarli il pallore del viso.
-La prossima volta ricorda di comunicare a Francis i nomi delle guardie di scorta- bofonchia Paz guardando con rimprovero il volto ancora sorridente di Dixon.
Quest'ultimo alza gli occhi al cielo e le circonda le spalle con un braccio -Andiamo non iniziare a borbottare come una vecchia rompiscatole, cerca di fare la simpatica per una volta- si china per avvicinare la bocca al suo orecchio -Anche se non lo sei-
Lei gli da una forte gomitata alle costole prima di uscire di gran carriera dall'edificio con noi al suo seguito.
-Paz è...particolarmente cupa ma non è una cattiva persona- afferma Celia con un tono di voce udibile solo a me -Non penso ti parlerà gentilmente oggi ma prima o poi lo farà. Ha solo bisogno di più tempo-
Annuisco osservando la piccola rossa scendere gli scalini di pietra calpestando fin troppo i piedi per terra. Penso che anche per lei oggi è una giornata no.
Forse tutti abbiamo molte più giornate no rispetto a quelle che in realtà ammettiamo.
-Io ed Evelyn prendiamo la Jeep, vi seguiamo- afferma Seth appoggiandomi una mano sulla spalla per farmi andare dal lato opposto rispetto al resto del gruppo.
-Ci vediamo dopo- mormoro rivolgendo un saluto a Celia che si appresa a seguire Dixon e Paz verso un SUV nero.
-Perché non siamo andati con loro?- domando una volta salita in macchina. Mi allaccio la cintura stando attenta a non sfiorare Seth.
-Perché quando Paz è di malumore si sfoga sulla guida di Dixon, cioè non può trattenersi dal commentare ogni cosa- si appoggia un dito sulla tempia -E' il suo modo di placare i nervi-
Una ciocca scura gli ricade sulla fronte e prima ancora di capire cosa mi passi per la testa mi tendo in avanti per rimettergliela a posto -Sta passando un brutto periodo?- domando senza staccare gli occhi dai suoi.
Lo vedo irrigidirsi per il mio tocco forse perché non se lo aspettava ma anche lui, dopo avermi fissata per svariati secondi, continua la conversazione -E' un periodo no per tutti ma alcuni lo celano meglio di altri, sta tutto nel saper fingere di avere tutto sotto controllo-
-Come si fa?- il mio tono di voce è così basso che è appena udibile -Come si finge di avere tutto sotto controllo?-
L'ombra di un sorriso gli vela le labbra e un moto di tenerezza gli addolcisce i lineamenti -Si rimanda ma prima o poi bisogna fare i conti con la realtà, è la strada più facile ma porta ad una risalita più insidiosa-
Io non riesco neanche a fingere. Quando perdo il controllo sulle mie emozioni mi sembra che tutti attorno a me sappiamo quanto in basso sono caduta e me ne vergogno così tanto.
-Paz e Dixon hanno una relazione?- domando dopo essermi schiarita la voce. Seth mi osserva consapevole del mio cambio di argomento. Non riesco ancora a capacitarmi di come quello sguardo così scuro e ombroso riesca a comprendere tutto ciò che cerco disperatamente di reprimere. E' un osservatore attento e pericolosamente intuitivo, non gli sfugge niente e io sono un dannato libro aperto. Così trasparente e così vulnerabile che se solo volesse potrebbe ferirmi con poche frasi ben mirate.
Seth accende la macchina allontanandosi dalla Cava -No, Dixon è molto legato a Celia. Lui l'ha salvata quando erano più piccoli e ora è ossessivamente protettivo nei suoi confronti. Raramente si stacca da lei- schiocca la lingua girando il volante con una sola mano per inoltrarsi in strada -Non stanno insieme ma hanno un rapporto indissolubile, Paz invece è come una sorella maggiore terribilmente lunatica ma anche se non lo dimostra sappiamo che darebbe la vita per proteggerci-
-Siete una bella squadra- affermo stingendomi nella giacca.
Seth osserva la strada con uno sguardo distante -Siamo una famiglia ed è per sempre, tutti noi siamo nati in posti in cui non eravamo voluti ma poi ci è stata data una seconda possibilità. Capita a poche, pochissime persone e so che siamo stati dei bastardi fortunati ma sai una cosa?- si volta verso di me per guardarmi lasciandomi vedere il luccichio che gli brilla negli occhi -Nonostante tutto non cambierei la mia vita per nulla al mondo, tutto lo schifo che è venuto prima mi ha portato il dono più grande. Una nuova famiglia su cui contare-
-E' una bella cosa e sono felice per te- affermo sinceramente colpita dalle sue parole.
Non posso fare a meno di rivolgergli un sorriso a metà tra il malinconico e il sereno. Sono davvero felice che grazie a mia madre abbia ritrovato quel legame che pensava fosse perduto eppure una parte di me non può evitare di chiedersi se lei lo abbia fatto di proposito o se sia stata solo mera coincidenza.
Anche io avrò una seconda possibilità nella vita? O forse ce l'ho già, Liam e Jaz sono una seconda famiglia per me.
Dovrei concentrarmi su quello che ho e pensare meno a quello che potrei avere, solo così posso apprezzare realmente le persone che mi circondano.
-Mi piacciono i fiori, amo le arance, amo la cioccolata calda- affermo appoggiando i piedi sul cruscotto, un'altra brutta abitudine che ho da quando posso legalmente stare sul sedile anteriore. Ovviamente non lo faccio mai quando sono in macchina con mia madre. Me li taglierebbe.
Seth tamburella le dita sul volante e un sorrisino gli spunta su quel volto ora così diverso da quello che conoscevo -Le fai troppo facili, so che odi le arance Grace a colazione mangi la frutta ma non hai mai toccato le povere arance che lasci a marcire-
Scoppio a ridere per il tono di rimprovero -Non le faccio facili perché penso tu sia stupido Seth, solo che a volte mi dimentico quanto tu stia attento ai dettagli. Non pensavo te ne fossi accorto e smettila di chiamarmi Grace-
Il sorrisino diventa un sorriso ampio -E' il tuo nome ed essere attento ad ogni dettaglio fa parte del mio lavoro o non sarei così bravo in quello che faccio- svolta a destra passando davanti alla Rosa Nera che ora ha le luci spente -Mi piacciono le moto, mi piacciono i film horror e odio i giochi di carte-
-La bugia è quella dei film horror- affermo ad alta voce quasi come se avessi emanato una sentenza.
Seth scuote la testa senza nascondere una smorfia -Fai davvero pena in questo gioco, dovremmo trovarne un altro perché sta diventando imbarazzante-
Mi raddrizzo tirando giù i piedi -Cosa? Perché qual è la bugia?-
Mi da un buffetto sul ginocchio e io cerco di non concentrarmi troppo su quel rapido tocco -Amo i giochi di carte, mi piacciono i film horror e ovviamente anche le moto-
Sbuffo appoggiando la testa all'indietro -Fantastico, pazienza non sono brava come te. E poi non pensavo ti piacessero i film horror, piacciono anche a me-
Mi lancia un'occhiata incuriosita -Mi stai invitando ad una serata cinema Evelyn?-
Dio quella voce provocante mi fa sentire come se non ci fosse più aria nell'abitacolo -Non essere arrogante, io non ho detto proprio niente-
Seth accosta davanti ad un piccolo ristorante e spegne la macchina -Allora mi sa che mi sono immaginato tutto, forse non sono così bravo a cogliere le intenzioni degli altri. Ti porgo le mie più sentite scuse, Grace-
Devo davvero forzare tutti i muscoli della faccia per impedirmi di ridere -Non avremmo dovuto fare quel patto, la tua gentilezza ironica è peggio di quando sei uno stronzo- purtroppo mi sfugge un sorriso prima che possa voltarmi e scendere dalla macchina e come ogni volta lui lo nota.
-Non sai neanche mentire, dovrò aggiungere anche questo alla lista- afferma chiudendo la macchina alle nostre spalle.
Ci fermiamo davanti al SUV e io mi volto per guardarlo male -E' inquietante se come dici hai una lista che parla di me non trovi?-
Alza le spalle e finge di pensarci un attimo prima di rispondermi -No, non penso sia inquietante- si china per portare le labbra accanto al mio orecchio, reprimo un brivido nel sentire il calore del suo fiato sul collo -Sei più inquietante tu che ti diverti a fotografarci-
Divento rossa come un pomodoro maledicendo sia me per essermi fatta scoprire sia lui per esserselo ricordato. Faccio un passo avanti e senza pensarci due volte gli tiro un pugno sul braccio.
-Che meraviglia, ritieniti fortunata sono pochi quelli che possono permettersi il lusso di colpirlo e uscirne illesi- Dixon abbassa lo sguardo sulla mia mano -O quasi-
Mi sono fatta male alla mano mentre Seth invece non ha fatto neanche una piccola smorfia di dolore, al contrario, è palesemente divertito -Un'altra cosa che aggiungerò alla mia lista-
-Puoi infilartela su per...-
-Guarda un po' chi c'è lì!- esclama Dixon prendendo Celia per mano per incitarla ad entrare nel ristorante -Il tuo amico Paz, quello con cui hai fatto a botte-
Paz si avvicina alle finestre da cui proviene una calda luce dorata, il chiacchiericcio delle persone è tenue all'interno -Non ci posso credere, quel coglione e il suo gruppo sono ovunque- stringe i pugni mantenendo sempre lo sguardo fisso sulla finestra centrale -Sarà difficile ignorarli-
Seth fa un passo avanti per acciuffare la coda della rossa e tirarla delicatamente indietro -Scordati qualsiasi cosa ti passa per la testa, oggi è una serata per stare tranquilli- mi indica e poi posa lo sguardo su tutti i Good Guys -C'è anche Evelyn quindi niente follie intesi?-
Dixon alza le mani portando su, di conseguenza, anche quella di Celia -Nessuna follia promesso-
Non stanno insieme romanticamente ma tra di loro intercorre un legame così visibile che mi sento una stupida per non averlo notato prima. Celia quando è di fianco a Dixon sembra molto più sicura di sè, quasi come se la vicinanza di Dixon le infondesse la forza necessaria per affrontare ogni cosa.
Paz sbuffa sonoramente tirando via con uno strattone la coda, gli occhi grigi hanno assunto lo stesso colore di una tempesta e anche il luccichio che vi si alberga dentro sembra presagire solo fulmini e saette -Non farò niente di stupido perché non sono una stupida e so come mi devo comportare Seth, smettila di guardarmi come se fossi una pazza-
Seth annuisce e so che si fida perché non c'è l'ombra del dubbio nei suoi occhi -Bene entriamo allora-
Il ristorante si chiama Sweet Norwich ed è più grande di quanto possa sembrare dall'esterno. Ha uno stile un po' rustico con le pareti con pietre a vista e il mobilio in legno scuro, ha persino un bel cammino acceso grande quasi quanto quello di casa mia. Cioè gigante.
Non è molto affollato e il profumo che avvolge il posto, un misto di spezie e carne arrosto, mi fa brontolare lo stomaco.
Ci dirigiamo verso un tavolo rettangolare, abbastanza vicino al cammino da sentire il fuoco scoppiettare sulle braci ardenti.
Seth si siede di fianco a me mentre Paz viene praticamente spinta a capotavola in modo tale da dare le spalle al gruppo di ragazzi con cui molto probabilmente non va d'accordo.
Vorrei tanto sapere cosa c'è stato tra lei e quei ragazzi ma penso che scatenerei solo l'inferno se domandassi qualcosa a riguardo.
-Sai Evelyn, in questo posto ho incontrato per la prima volta Seth- afferma Dixon lanciando un'occhiata all'amico -Ed era molto più stronzo di adesso-
Non posso fare a meno di essere scettica al riguardo -Più di quanto non lo sia già?-
Dixon mi fa l'occhiolino appoggiando la schiena alla sedia -Già mi piaci, comunque sì, era molto peggio di adesso-
-Tu invece sei peggiorato, sei un narcisista con manie di protagonismo- mugugna Paz mangiucchiando un pezzo di pane.
Dixon le fa il dito medio ma non c'è traccia di rancore o rabbia nel suo sguardo -Oggi sei più insopportabile del solito furia rossa ma ti perdono perché sei stressata e noi ti accettiamo anche così-
Celia interviene prima che Paz possa anche solo aprire bocca e non posso fare a meno di essere ancora una volta sorpresa dalla sicurezza della ragazza quando è insieme al suo gruppo -Vorrei dire che non fanno sempre così ma mentirei, mi scuso io per loro Evelyn so che magari possono risultare irritanti da fuori-
Liquido la sua affermazione con un cenno della mano e le rivolgo un sorriso rassicurante -Io e mio fratello Dorian siamo così quindi posso capire benissimo- mi volto verso Seth che ha un lieve sorriso ad indorargli il volto, le spalle sono rilassate così come ogni suo movimento è naturale -Cosa ci facevi qui quando vi siete conosciuti?-
Seth indica il bancone in legno scuro -Stavo bevendo ed era un brutto periodo per me. Dixon mi ha notato e ha iniziato a parlarmi solo perché era curioso di sapere come si chiamava la ragazza con cui stavo fuori dal ristorante- lancia un'occhiata a quest'ultimo -Non perché voleva provarci ma solo perché pensava l'avessi presa in ostaggio o una cosa del genere, credeva facessi parte di qualche banda di criminali, quindi è venuto direttamente da me per affrontarmi-
Dixon ridacchia e appoggia i gomiti sul tavolo, si passa una mano tra i folti capelli castani osservando nel mentre il bancone come a rammentare il ricordo -Era una situazione particolare, in quel periodo c'erano bande che ne approfittavano delle ragazze quindi volevo essere sicuro che lui non ne facesse parte-
-A dire il vero non conoscevo affatto quella ragazza. Una volta che ha capito che non ero quel genere di persona abbiamo iniziato a parlare con molta più tranquillità ed è venuto fuori che stavo cercando un lavoro, lui lavorava già per tua madre e non ha esitato a presentarmela- conclude Seth con sguardo assorto, il divertimento sembra essersi prosciugato con l'ultima frase forse perché questa conversazione ha scatenato qualche ricordo doloroso.
-Seth è piaciuto subito a Lady Estelle- interviene Celia con un sorriso fiacco -Tua madre ha visto il suo potenziale e non ha esitato ad aggiungerlo al gruppo-
Mi volto verso Paz che ha appoggiato il pane sulla tovaglietta come se le fosse passata la fame -E tu?-
Alza gli occhi grigi al cielo con una smorfia -Non ho intenzione di raccontarti la mia storia Evelyn Grace-
Sto per dire che non importa ma il cameriere si avvicina per chiedere gli ordini. Quando sollevo lo sguardo sul suo volto mi accorgo con piacevole stupore che si tratta di un mio compagno di Università. Non ci siamo parlati molto in questi mesi, ci limitiamo a salutarci e a scambiarci qualche parola di cortesia.
-Avete deciso cosa prendere?- domanda con lo sguardo sempre rivolto al tablet che tiene in mano.
I ragazzi chiedono un piatto di bistecca e patatine e un'insalata di verdure per Celia così io chiedo la bistecca dato che non ho neanche aperto il menù per controllare le portate.
Solo dopo aver inviato l'ordine con il tablet il ragazzo alza gli occhi di un blu scuro per prendere i menù, quando gli porgo il mio i nostri sguardi s'incrociano e rimane sorpreso dalla mia presenza -Ciao- afferma con il menù a mezz'aria davanti alla faccia di Seth.
Quest'ultimo aggrotta le sopracciglia e con una mano sposta il braccio teso di Tyler -Scusa amico ma mi copri la visuale-
Tyler si riscuote e improvvisamente si accorge di avere un pubblico così mi sorride e si volta per ritornare alla sua postazione. Mi è sempre sembrato un ragazzo piuttosto timido.
-Conosci Tyler Bradbur?- domanda Dixon facendo saettare lo sguardo da me a Seth che ha un'espressione di calma assoluta.
Non capisco invece lo sguardo turbato di Dixon o quello di Celia.
Scrollo le spalle giocherellando con i bordi della tovaglietta di carta -Frequenta la mia stessa Università, seguiamo diverse lezioni insieme. Voi lo conoscete?-
Paz attorciglia un dito intorno alla punta della coda e sembra quasi divertita -Ha un passato un po' burrascoso ma vedo che si è ripreso-
-Che vuol dire? Ha fatto qualcosa di male?- domando sinceramente interessata alla conversazione. Sono curiosa e Tyler non mi sembra il tipo di persona che si mette in qualche casino.
E' sempre stato gentile con me, una volta mi ha raccolto una penna che mi era caduta per terra e mi ha persino sorriso. In un'altra occasione si è persino fermato davanti a me per tenermi la porta dell'aula aperta.
Seth mi sta osservando con fare pensieroso ma è lui a rispondere alla mia domanda -No, non ha fatto niente di rilevante-
Sento Dixon muoversi a disagio sulla sedia e non mi sfugge l'occhiata sorpresa che rivolge all'amico.
Bugia. Direbbe mia madre ma so che se anche chiedessi nessuno di loro mi direbbe altro, così fingo di crederci.
Dopo aver dirottato la conversazione sui capelli splendenti e lucidi di Dixon ci vengono serviti i piatti ma da un altro cameriere, per fortuna direi dato le reazioni all'arrivo di Tyler.
La conversazione si mantiene su argomenti leggeri e divertenti e ad un certo punto riesco persino a conversare con Celia riguardo a un libro che entrambe abbiamo letto. Mi chiede anche i miei progressi con lo studio e le dico che i suoi consigli per gli schemi mi sono stati immensamente utili.
Al dessert il mio cellulare inizia a vibrare in tasca così dopo essermi scusata mi alzo per allontanarmi, gli occhi di Seth che mi seguono ad ogni passo.
-Ciao mamma- mormoro appoggiandomi al bancone.
-Grace- afferma soltanto a mo' di saluto. Quel nome dalle sue labbra esce in modo diverso rispetto a quando lo dice Seth. Quando lo pronuncia lei un brivido diverso mi percorre la schiena, un brivido freddo e ripugnante.
Cerco di mantenere la calma ma soprattutto cerco di avere un tono di voce sicuro e fermo -Come va a Londra?-
Sento dei rumori di sottofondo, un sommesso chiacchiericcio e il tintinnio di posate e bicchieri -Bene, tu piuttosto non sei ancora scappata. I miei ragazzi mi hanno riferito che stai rispettando le regole-
Ovvio, doveva farmi notare che non riponeva alcuna fiducia sulle mie azioni e sul mio comportamento.
Non importa, non importa, non importa. Sto bene.
-Si, è così- non riesco a ribattere altro anche se vorrei davvero buttarle addosso tutto quello che mi sono tenuta dentro da quando ci troviamo in questa situazione.
Va sempre allo stesso modo. Penso di dirle un sacco di cose ma poi quando sento la sua voce mi paralizzo in preda alle emozioni.
-Ti ho chiamata per dirti di non fare stupidaggini con Seth o con gli altri ragazzi, vorrei che cercassi di mantenere un rapporto professionale nei loro confronti. Non sono tuoi amici men che meno qualcosa di più- sentenzia con quel tono che ha sempre immobilizzato il mondo intero, un misto di calma imperturbabile e distacco.
Un freddo gelido mi perfora il petto e devo chiudere la mano a pugno per impedire al tremito di essere visibile -Mamma io non...-mi blocco per schiarirmi la gola, non piangere, non piangere, non piangere -Non vado a letto con nessuno di loro ma non posso evitare di parlare e relazionarmi dato che ci vivo assieme-
La sento sospirare e il nodo che mi chiude la gola si stringe ulteriormente, è delusa -So che sei sempre alla ricerca di attenzioni Grace, lo dico per il tuo bene. Per evitarti una delusione, sei solo un lavoro per loro lo sai questo vero?-
Sempre alla ricerca di attenzione. Sei solo un lavoro.
Lascio che il bancone sorregga la maggior parte del mio peso dato che le gambe sembrano aver perso la funzione di sostenermi -S..Si lo so-
-Bene, ci sentiamo uno di questi giorni- sento qualcuno chiamarla in lontananza e un brusio acuto mi costringe ad allontanare leggermente il cellulare dall'orecchio -Ora devo andare-
-Ti vogli...- mormoro troppo tardi dato che ha già riattaccato.
Il mio ti voglio bene resta sospeso prendendosi gioco di me e dei miei fragili sentimenti.
Rimango con il cellulare in mano e gli occhi fissi sullo schermo spento come se mi aspettassi un'altra sua chiamata in cui mi dice quanto le manco o anche solo che mi vuole bene.
Ma lo schermo rimane nero.
Non è niente, non è niente, non è niente.
Fingere che il mio cuore non sia crivellato dal dolore è la cosa più difficile quando ritorno al tavolo.
Dixon è impegnato in una discussione con Paz mentre Celia cerca di calmare entrambe le parti.
Mi sistemo sulla sedia e inizio a giocherellare con il budino ma ogni movimento è meccanico e rigido, la testa ormai lontana da questo momento.
Sussulto quando la mano di Seth si appoggia sul mio ginocchio e lo stringe. Gli occhi sono puntati sui suoi amici ma so che non sta realmente seguendo la discussione.
Il suo gesto di conforto non fa che aumentare la mia voglia di piangere ma resisto, come ho sempre fatto.
Il suo tocco e il calore della sua presa riescono a temperare un po' il dolore annidato nel petto e mi concentro su questa emozione, aggrappandomi con tutte le mie forze.
Molto lentamente allungo una mano sotto al tavolo e l'appoggio sulla sua, in un disperato tentativo di tenermi ancorata alla realtà.
Lui è reale, io sono reale, noi siamo reali.
Seth gira il palmo e fa intrecciare le nostre dita, entrambi fissiamo il nulla con occhi vacui ma i nostri cuori sono connessi in quel piccolo gesto.
Forse lo fa perché sono il suo lavoro o perché abbiamo fatto un patto ma in questo momento non m'importa perché lui e la sua mano sono tutto ciò che mi impedisce di crollare.
Volto leggermente la testa verso la sua e mormoro un grazie, lui stringe la presa di rimando.
E il mio mondo traballante sembra raddrizzarsi un po'.
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