30. Sbollire

Fissai la coppia di ragazzi che era appena arrivata nella zona piscina. Le loro espressioni erano di dissenso e disgusto. Levi lentamente sollevò la testa, riuscivo a scorgere la rabbia nei suoi occhi, e guardò oltre la sua spalla. "Scusa, puoi ripetere?" Chiese alzando un po' il tono.

Una ragazza bionda e smilza lo fissava, il ragazzo le avvolse il braccio alla vita con fare protettivo. "Ho detto, 'Ew, è disgustoso.' Insomma, andiamo, prendetevi una stanza."

"Cosa? Tu non ci dai dentro col tuo ragazzo?" Levi si voltò completamente verso di loro, il suo braccio mi stringeva forte i fianchi. "E' per quello che siete venuti qui, no?"

La ragazza arrossì ed il fidanzato si decise a parlare. "Voi cosi non siete nemmeno esseri umani."

Levi iniziò ad avanzare. "Levi, andiamocene. E' palese che sta solo cercando di provocarti."

Lui si fermò. "Perché non saremmo umani?"

"I gay semplicemente non lo sono." Fu la risposta idiota. "Tutti lo sanno."

"Allora, fammi capire bene." Levi parlò mentre usciva dalla piscina. "Non sono un essere umano, anche se ovviamente ne ho l'aspetto, solo perché provo le stesse sensazioni che tu senti per le donne ma verso gli uomini?" Si avvicinò lentamente a lui. "Dove, in quel tuo microscopico cervello, tutto questo ha senso?"

Uscii anche io dalla piscina e gli afferrai il polso. "Torniamo a casa." Levi si divincolò dalla mia presa e camminò verso il ragazzo che ora stava tremando. Lo strattonò per il colletto della t-shirt tirandolo verso il basso. L'altro lo fissò spaventato, la sua ragazza si era allontanata.

"L-" Iniziai prima che mi interrompesse.

"Cosa? Non più così spavaldo, huh? Pensavi che i gay fossero dei cacasotto?" Disse Levi con tono basso ed arrabbiato. "Apri di nuovo quella bocca e non ti ritroverai più i denti." Levi lo lasciò e raccattò le nostre cose. Quando superammo la coppia, lo urtò per la spalla. Mi misi a ridere quando il tipo cadde col sedere per terra. Levi restò silenzioso per tutto il tragitto. Parlò solo quando fummo a casa.

"Vado a togliermi il cloro dai capelli. Sentiti libero di fare quello che vuoi." La sua voce era bassa e indifferente.

"Posso restare in bagno mentre ti fai la doccia?" Chiesi docile. "Puoi dirmi di no."

Levi mi guardò ed annuì, gli sorrisi. Mi sedetti lontano dalla doccia, contro il muro, e fissavo il pavimento. Sentii un tonfo bagnaticcio e vidi il costume bianco a terra. Arrossii lievemente, osservando l'indumento fino a che non sentii la tenda muoversi.

"Scusa se mi sono messo sulla difensiva." Disse Levi da dentro la doccia. "Mi hanno fatto girare i coglioni."

"Non dispiacerti, se lo meritavano." Risposi. "Hanno innervosito anche me, ma io sono abituato agli omofobi."

"Mi sono comportato così con te, vero..?" Il suo tono era leggermente avvilito.

"Qualcosa del genere. Mi hai solo chiamato frocio, ma non ci ho mai dato troppo peso."

"Mi dispiace anche per quello."

"Esci, così posso entrare io." Cambiai discorso. "I miei capelli sono disgustosi."

"Perché non entri con me?" Domandò Levi con voce suadente.

"Non tentarmi." Lo stuzzicai.

"E' calda e confortevole."

Roteai gli occhi e mi alzai in piedi. "Se proprio devo." Lasciai cadere il costume ed entrai deciso, urlando nel momento in cui finii sotto l'acqua. "Brutto bugiardo! Oh mio Dio!" Spostai Levi sotto il getto congelato piazzandomi dove non arrivava l'acqua. Rimase lì come se fare una doccia fredda fosse normalissimo. Lo fissai fino a che non mise la temperatura più calda.

"Hai già lavato i capelli?" Chiesi.

"No." Rispose Levi, l'acqua che gli scorreva in bocca.

"Posso farlo io?" Domandai emozionato.

"Ok, certo, fai pure." Lanciai un gridolino mentre mettevo dello shampoo sulla mia mano che portai sulla sua testa. Massaggiai delicatamente capelli e scalpo, i suoi occhi erano chiusi ed il corpo rilassato. Grattai leggermente e lui emise un lamento di soddisfazione. Sorrisi.

"Tieni gli occhi chiusi, devo risciacquare." Lui annuì e gli misi la testa sotto il getto d'acqua. Rimasi incantato dal modo in cui scorreva tra i suoi capelli scivolando sul suo corpo, attraversando ogni piega come fossero canali, arrivando al suo...

"Oh mio Dio!" Mi coprii gli occhi con le mani ed arrossii. "Perdonami!"

"Per cosa stai andando nel panico?" Lo sentivo sciacquare via il sapone dai capelli.

"Sono un pervertito dichiarato." Sussurrai.

"Non ti seguo."

"Beh, vagavo con lo sguardo e ti stavo osservando e..." Mi bloccai, troppo imbarazzato.

Levi ridacchiò un attimo. "Stai cercando di dirmi che mi hai guardato il cazzo?" Sbirciai tra le dita, mi fissava divertito, ed io annuii. Lui roteò gli occhi.

"Anche io ti ho dato un paio di occhiate." Ammise senza pudore, arrossii ancora di più. "Voglio dire, sei il ragazzo più sexy al mondo, perché non dovrei guardarti?"

"Spostati, così posso lavarmi i capelli." Dissi, sconfitto. Levi uscì dalla doccia e presi il suo posto sotto il getto d'acqua. Rimase nel bagno mentre mi lavavo e poi andammo in camera da letto insieme. Indossò un paio di boxer ed una maglia presa a caso, io feci lo stesso.

"Hey, Levi?"

"Hm?" Rispose con un mugugno stanco.

"Dove dormo?" Chiesi.

Sospirò. "Per terra." Lo fissai e lui si strofinò le tempie. "Scherzavo, Eren, scherzavo. Nel letto con me."

"Oh." Dissi, sentendomi un imbecille. Saltai di pancia sul letto. Poi mi voltai allungando le braccia. "Coccolami!" L'espressione di Levi si addolcì e spense la luce prima di scivolare tra le mie gambe e braccia. Gli avvolsi le spalle, stringendolo forte. Sorrisi sentendo le sue mani muoversi sotto di me ed abbracciarmi stretto.

"Quando sono con te mi sento completo e soddisfatto." Sussurrò Levi, una marea di farfalle nel mio stomaco.

"Anche io." Bisbigliai a bassa voce. "Se non fossi stanco, avrei provato a sedurti."

"Ci saresti riuscito." Rispose Levi prima di scivolare entrambi nel sonno.

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