23. Servizio Fotografico

Quando mi svegliai mi trovai addosso un Levi ancora addormentato. Non avevo idea di come fosse finito in quella posizione ma era la cosa più tenera che avessi mai visto. Aveva la testa sul mio stomaco e le braccia mi stringevano i fianchi. Il suo viso era dolce e rilassato, la bocca leggermente schiusa.

Sorrisi mentre facevo scorrere le dita tra i suoi capelli aggrovigliati. Mugugnò appena e strofinò il viso sul mio ventre. Con la coda dell'occhio scorsi il mio cellulare e ghignai. Lo presi accendendo la fotocamera. Scattai almeno quindici fotografie di un adorabile Levi addormentato, prima che aprisse gli occhi.

Levi brontolò mentre lentamente si svegliava del tutto. Mi fissò, gli occhi mezzi aperti, per poi guardare più giù. Risi alla sua espressione alquanto confusa. Sfilò le braccia da sotto il mio corpo, massaggiandosele.

"Che ci faccio quaggiù?" Disse con voce impastata dal sonno.

Io risi ancora. "Eri lì quando mi sono svegliato." Strizzò gli occhi prima di riportare di nuovo la testa sul mio stomaco. Si lasciò sfuggire un forte mugolio, bocca e collo vibrarono contro la parte bassa del mio ventre e dell'inguine. Io tremai leggermente e lui si fermò.

"Porca puttana, sono a pezzi." Si lamentò prima di rotolarmi affianco. "Che ore sono?"

Guardai di nuovo il cellulare. "10:45."

"Cazzo!" Gridò Levi mentre scendeva come un fulmine dal letto sfrecciando nel bagno.

"Tutto a posto?" Chiesi ad alta voce dal letto.

"Sarò in tremendo ritardo!" Lo sentii rispondere, smorzato dalla porta. Col cellulare controllai i miei orari. Studi umanistici alle 11:30 e Fotografia all'1:45. Levi uscì dal bagno e si infilò velocemente i vestiti. Lo osservai, divertito nel vederlo così disorganizzato.

"Ci vediamo all'1:45." Gli sorrisi, mi fissò truce mentre infilava la t-shirt.

"Che c'è all'1:45?" Chiese, confuso.

"Puoi controllare gli orari?"

"Perdo tempo!" Borbottò aprendo la porta.

"Buona giornata!" Sorrisi e lui andò via. Scesi dal letto ed andai in bagno. Mi lavai il viso, i denti e spazzolai i capelli, per poi uscire da lì. Aprii la cassettiera e sospirai, quasi vuota. Aprii il lato di Levi, era nelle stesse condizioni.

"Yay. Giorno del bucato." Dissi sarcastico. Indossai quello che sembrava in condizioni abbastanza decenti e mi avviai a lezione. Presi il cellulare per guardare le foto che avevo scattato, sorridendo. Salvai la mia top 5 cancellando le rimanenti. Ghignai mandandone una a Levi.

Io: [1 immagine allegata] Scusa! Non ho potuto farne a meno. <3

Aspettai alcuni secondi poi il cellulare vibrò.

Levi: Sei morto.

Io: Sei arrivato in tempo?

Levi: Per un soffio. Non vedo l'ora di rivederti.

Io: Davvero? >///<

Levi: Certo, è da un po' che non ti prendo a calci in culo.

Io: Stronzo. ;_;

Misi il silenzioso e presi posto in aula. Lo prenderò a pugni. Quel grande e grosso cattivone. Mi misi al centro della classe, nel mio mondo occupato da Levi. A volte immaginandolo mentre mi picchiava. Dopo Studi umanistici, aspettai Levi fuori l'edificio d'Arte. Presi il cellulare indeciso se massaggiarlo o meno. Sospirai, iniziando a digitare.

Io: Dove sei?

Levi: Sto fumando. Sarò lì tra un attimo.

Io: Ok... Ti aspetto.

Arrivò circa cinque minuti dopo. Lo salutai con la mano e lui ricambiò con un cenno del capo. Entrammo nell'edificio dirigendoci verso l'aula. Quando arrivammo, Petra salutò Levi facendogli cenno di sedersi lì. Lui guardò lei e poi me.

Sospirando, mi prese per mano andandosi a sedere dietro di lei. Mi fece accomodare nel posto accanto al suo. Petra fissò le nostre mani per poi scoccarmi un'occhiataccia. Non credo che Levi se ne fosse accorto, ma lasciò la mia mano e lei sorrise. E' davvero una bellissima ragazza, non dovrebbe essere più dolce?

"Sig. Jaeger?" L'insegnante mi chiamò, e sollevai la testa.

"Sì?"

"Potrebbe venire qui per favore?" Annuii e lentamente mi diressi verso di lui, arrivandogli accanto. Il Sig. Kurz mi sorrise ed aspettò che la classe si calmasse. Fissai Levi, mi osservava divertito e tirò fuori la sua piccola lingua. Sorrisi.

"Ok, quest'oggi impareremo come fotografare le persone." Disse il Sig. Kurz, osservando la piccola folla. "Eren, qui presente, sarà il nostro modello."

Mi cadde la mascella per lo shock. "Cosa?"

"Tranquillo, Eren." Mi disse prima di proseguire. "Dovrete tutti pensare ad una posa ed inserirla nel contenitore che farò passare tra di voi. Impareremo le diverse angolazioni per le diverse pose. Siate pertinenti."

Il Sig. Kurz mi fece sedere su uno sgabello mentre la scatola faceva il giro. Vidi tutti i ghigni e le facce allegre, sapendo di essere al servizio fotografico della mia vita. Per una volta, ebbi più paura di Petra che di Levi. Il contenitore fu restituito al professore ed uscimmo fuori in giardino.

"Speriamo tu sia fotogenico." Mi stuzzicò Levi.

"Ti prego, uccidimi." Borbottai poggiando la testa sulla sua spalla.

"Andrà bene." Mi baciò sulla testa prima che arrivassero gli altri studenti.

Kurz battè le mani per poi sfregarle. "Ok! La prima posizione è guardare da sopra la spalla. Una posizione semplice ma bellissima."

Si avvicinò a me dandomi istruzioni. Sedevo sull'erba con le mani distanti circa 15 centimetri dai miei fianchi, a sostenermi. Il Sig. Kurz preparò la fotocamera mentre spiegava cosa stesse facendo. Era in piedi dietro di me. "Guardami, non muovere il corpo. Solleva un poco la testa, ottimo! Perfetto! Smettila di guardarmi male!"

Addolcì l'espressione tanto quanto potevo dopodiché lui ripose la fotocamera. Spiegò le prospettive ed altre cose prima di farne un'altra. In un'ora avevo posato in piedi, di profilo, in posizione da combattimento, a testa in giù da un albero ed in posa da ritraimi-come-una-delle-tue-ragazze-francesi. Ne mancava ancora una.

"Ultima. Oh, questa mi piace. Eren scegli un partner."

Mi guardai attorno, Levi mi fulminava come a dirmi 'Scegli me e sei morto.'. Sorrisi. "Il Sig. Ackerman."

"Scelta interessante. Vieni accanto ad Eren." Levi era dritto accanto a me rivolgendomi la più dolce delle espressioni. Era terrificante. Il Sig.Kurz ci mise in posizione. Ero sulle ginocchia, Levi in piedi dietro di me. In mano teneva un ciuffo dei miei capelli alla base del collo, per farmi sollevare il volto verso di lui. Lui mi guardava dall'alto, con l'altra mano sulla mia gola. Non sembrava che la cosa gli piacesse molto.

"Ok, Levi sii più arrabbiato. Concentra tutto il tuo odio sull'obiettivo. Eren, devi apparire debole, sottomesso perfino." Fece una pausa. "Guardatevi. Ecco! Ci siamo."

Levi mi lasciò immediatamente aiutandomi a rialzarmi. Gli sorrisi. "Saresti un modello fantastico."

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