14. Serata Fuori
Levi POV
"Lasciami andare. Ho lezione, ne parleremo quando torno." Eren allontanò le mie mani da lui andando ad infilarsi le scarpe. Si avvicinò a me poggiando le labbra sulla mia fronte. Spalancai gli occhi per la sorpresa e lui sorrise prima di uscire. Stupido moccioso. Non avevo altre lezioni per cui mi organizzai con Erwin, Hanji e Petra per andare a cena.
Decisi di indossare degli abiti che mostrassero uno dei miei tatuaggi. Ne avevo uno sulla schiena ed uno sulla nuca. Quello sulla schiena è un paio di ali d'angelo nere, sulla nuca invece "知るか" o "Non me ne fotte un cazzo". Misi una semplice t-shirt con sopra un bel giubbotto e dei jeans neri casual. Mi diressi in cortile aspettando che si presentassero.
Petra fu la prima. Mi rivolse un sorriso che avrebbe potuto sciogliere anche il più duro dei cuori. Si mise di fronte a me, tremava. Indossava degli skinny jeans aderenti con dei tacchi, che la rendevano molto più alta di me, ed una canotta dall'aspetto elegante. Mi sfilai la giacca porgendogliela, faceva abbastanza freddo.
"Ti ringrazio." Sorrise timidamente mentre la indossava, le feci un cenno col capo. Hanji ed Erwin arrivarono subito dopo e ci dirigemmo verso il parcheggio. Individuai la mia bellissima auto cinque posti saltandovi a bordo. Petra prese posto nel lato passeggero ed Hanji ed Erwin dietro. Sotto richiesta di Hanji misi della musica, anche se mi annoiava a morte.
Quando finalmente arrivammo al 'The Wall', un sushi restaurant con un bar, uscimmo tutti dall'auto ed entrammo. Ci sedemmo ad un tavolo per quattro, Petra di fronte a me, Hanji di fianco a lei ed Erwin accanto a me. Ci saremmo seduti al bar ma Petra ancora non aveva l'età giusta.
Guardai il nastro trasportatore accanto a me, piatti di sushi vi scorrevano sopra attraversando tutto il ristorante. Erwin mi diede una leggera gomitata indicandomi un piatto, lo presi e glielo diedi. Ordinai una Coca alla ciliegia ed ascoltai la loro conversazione.
"Levi, allora chi è il tuo compagno di stanza?" Mi chiese Petra.
La guardai, il pensiero di lui portò sgradite sensazioni, e sospirai. "Eren Jaeger. Il moccioso che sfottevo alle superiori e con cui perdo del tempo anche ora."
"Ho saputo da alcuni voci che avete Brillato. E' vero?" La voce di Petra sembrava triste.
Non so perché crede che non lo sia. Sia Erwin che Hanji lo sanno, Erwin era anche presente. Annuii mentre bevevo la Coca con la cannuccia. "Sì, è vero. E' successo quasi un mese fa, Petra, aggiornati."
Mostrò un sorriso che solo in pochi sapevano fosse falso. "Lui ti piace, Levi?" Chiese con tono scherzoso. Erwin ed Hanji subito mi guardarono, attendendo la risposta. Sentii qualcosa simile all'ansia farsi largo dentro di me. E' proprio questa la maledetta domanda. Li fissai di rimando e feci spallucce.
"Levi! Andiamo!" Sbottò Hanji. "Diccelo! Siamo i tuoi migliori amici."
"Sta zitta, Hanji." Dissi con tono basso. "Non so cosa sento per lui."
"Cosa sente lui per te?" Domandò Petra.
"Come ha fatto questa conversazione a passare da degli stupidi show televisivi alla mia vita amorosa?" Chiesi aspramente e poi sospirai. "E' certo che gli piaccio." Hanji urlò di gioia ed Erwin mi diede delle pacche sulla schiena come se fosse un grande risultato. Restammo lì a mangiare per quasi un'ora prima di ritornare al campus. Era quasi l'ora del coprifuoco, Erwin ed io ci dirigemmo insieme verso i dormitori.
"Quindi, sei gay ora?" Chiese Erwin col suo solito tono.
"Eren mi eccita." Dissi schiettamente. "Facilmente, per giunta."
"Avete fatto sesso?" Non sembrava sorpreso neanche un po'.
Eravamo fuori le nostre stanze. "No. Abbiamo limonato un paio di volte ma puntualmente quando provo a spingermi più in là mi dice di fermarmi. L'ultima volta ha pianto."
"Allora stai sicuramente sbagliando qualcosa."
"Mi ha detto che non vuole che lo tocchi a meno che non lo voglia veramente." Mi sfregai il volto, irritato. "Solo non so come fare a dirgli che lo voglio."
"Da come parli, si penserebbe che sei un verginello." Erwin mi diede un'altra pacca sulla schiena ed entrò in camera sua. Entrai nella mia stanza anche io. Le luci erano spente e l'unico suono era il respiro leggero di Eren, era un suono confortante. Mi sfilai le scarpe e mi incamminai verso il bagno.
"Levi?" Udii una voce assonnata chiamarmi dall'alto.
Sollevai lo sguardo ed intravidi la sagoma di Eren fare capolino dalla ringhiera. "Torna a dormire." Dissi e ripresi a camminare.
"Non stavo dormendo." Disse Eren, mi fermai di nuovo.
"Saranno appena le 9:30," Sospirai. "Fammi fare una doccia e se sarai ancora sveglio, parleremo." Entrai nel bagno e mi fiondai nella doccia, dimenticando completamente di prendere un ricambio. Quando ebbi finito, mi asciugai meglio che potei e mi avvolsi un asciugamano in vita.
"Fai docce lunghe, Levi." Mormorò Eren dal suo letto, il mio nome aveva un suono celestiale pronunciato da quelle labbra.
"Più è lunga più sono pulito." Ribattei mentre lasciavo cadere l'asciugamano davanti la cassettiera ed indossavo un paio di boxer.
"Non credo che funzioni così." Mi arrampicai nel mio letto stendendomi di schiena, sospirai. Udii il letto di Eren cigolare e poi il suono delicato dei piedi che scendevano la scala di legno. Ci furono un paio di secondi di silenzio prima che sentissi lo stesso suono, stavolta sulla mia scala.
"Che stai facendo, Jaeger?" Chiesi mentre gattonava nel mio letto.
"Ho un nome. Dovresti usarlo." Eren avanzò fino a toccarmi le gambe. Mi ritrassi leggermente, sforzandomi per non prenderlo a calci fino al soffitto. Gattonò su di me, portando le gambe ai lati del mio corpo. Poggiò la testa sul mio petto, lasciando che il suo corpo si rilassasse sul mio.
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