05. Scherzo del Destino
Mi svegliai alle 2:50 fiondandomi fuori dalla stanza, incurante del mio aspetto. Sollevamento pesi II sarebbe iniziato di lì a 10 minuti, che era il tempo necessario per cambiarmi. Fortunatamente la palestra era nell'edificio più vicino al dormitorio maschile. Avevo frequentato Sollevamento pesi con Levi l'anno precedente, dove erano avvenuti la maggior parte dei pestaggi. Dio, ti prego, risparmiami, pregai rivolto al cielo blu.
Entrai nello spogliatoio maschile e diedi al Professore un forte abbraccio. L'istruttore Pixis è l'uomo migliore che conosca. Salutai un paio di persone. Reiner, Berthold, Jean e Connie. Tornai indietro diretto al mio armadietto e gelai sul posto. Levi era alla fine dell'ultima fila di armadietti, in boxer.
Aveva gli occhi chiusi mentre indossava una maglietta aderente sopra le sue ali. Alla base del collo aveva un altro tatuaggio in kanji. Restai lì impalato ad ammirarlo fino a che lui non riaprii gli occhi, facendomi rinsavire, e mi diressi al mio armadietto che era a soli cinque di distanza dal suo.
Mi guardò, mentre mi sfilavo la t-shirt fingendo di non notarlo. Osservai il mio addome, era sufficientemente scolpito. Mi accigliai notando il livido sul fianco e, come un imbecille, lo toccai. Con una smorfia di dolore, mi infilai una maglietta aderente marrone.
"Giurerei su Dio che mi stai pedinando." Borbottò Levi mentre infilava un paio di calzoncini da basket. Lo ignorai, non ero dell'umore giusto per averci a che fare.
Mi sfilai i pantaloni, indossando poi lo stesso tipo di pantaloncino di colore bianco. Mi passò accanto, dandomi una spallata mentre mi superava. Lo ignorai di nuovo. Più lontano è, meglio è, pensai. Ci radunammo tutti in palestra facendo un giro di riscaldamento lungo il perimetro. La corsa era sfiancante, io e Levi facemmo una tacita gara.
Corremmo fianco a fianco per tutti i dieci minuti. Quando finalmente ci fermammo entrambi avevamo il respiro pesante e ciocche di capelli attaccate alla fronte per via del sudore. Ci lanciavamo occhiatacce ma sapevo che ci eravamo divertiti entrambi.
Dopo la corsa facemmo una serie di sollevamenti, addominali, per poi andare nella sala pesi. Sorrisi nell'entrare, mi era mancata. L'esercizio fisico faceva parte della mia fuga dalla vita, insieme alla musica. Osservai le persone che gremivano la stanza, notando solo in quel momento Mikasa, Ymir, Sasha ed Annie.
"Benvenuti a Sollevamento pesi II." Urlò Pixis. "Con voi non ci andrò leggero. Vi farò lavorare sodo. Metterete su muscoli, ma solo se seguirete la giusta dieta e la giusta quantità di esercizi. La palestra per voi è aperta dalle 4 del mattino alle 9 di sera tutti i giorni, ogni settimana."
Battè le mani ed assegnò ad ognuno un macchinario con cui iniziare. Cominciai alla panca con Mikasa per poi scambiarci di posto. Passammo così di attrezzo in attrezzo. Vidi Levi esercitarsi con Erwin sulla panca per poi lavorare da solo agli altri attrezzi.
I suoi muscoli guizzavano ad ogni sforzo, i capelli attaccati alla fronte per il sudore. Era sexy. Qualche volta i nostri sguardi si incontrarono in modo quasi imbarazzante, ed ogni volta i suoi occhi mostravano sempre più fastidio.
Venti minuti prima che la lezione terminasse facemmo una corsa di altri 10 minuti. Levi ed io, di nuovo, gareggiammo tra di noi. Corremmo più veloce di tutti gli altri, il dolore che sentivo era quasi insopportabile. Il cuore mi batteva forte nel petto, al ritmo col suono dei piedi che battevano sul pavimento. Era tutto... Perfetto. Pareggiammo ancora.
Negli spogliatoi mi appoggiai al muro di fronte al mio armadietto, riposandomi. Chiusi gli occhi allungando le braccia per distendere i muscoli, ma sentii qualcosa che sicuramente non era aria. Riaprii gli occhi trovandomi Levi di fronte, il mio pugno su un lato del suo viso. Ritirai velocemente le braccia.
"Mi disp-" Iniziai prima che Levi mi guardasse di traverso, lo sguardo fisso.
Testa e corpo lentamente seguirono il movimento dei suoi occhi. Di certo era la cosa più raccapricciante che mi fosse capitato di vedere. Percepii il mio corpo tremare, la paura insinuarsi nel mio essere mentre avanzava lentamente verso di me. Lo osservai, troppo spaventato per guardare altrove. Con un movimento fulmineo Levi piazzò il suo avambraccio sulla mia gola, mozzandomi il respiro.
Cercai di restare calmo mentre premeva con forza, i suoi gelidi occhi inespressivi nei miei. Sentii un dolore acuto al costato mentre Levi premeva le sue dita sul livido. Lasciai fuoriuscire un lamento, che però suonò come un respiro strozzato. Tolse l'avambraccio dal mio collo afferrandomi la maglia, mi voltai alla mia destra notando che adesso avevamo un pubblico. Levi non diede nemmeno un'occhiata.
"Non provare mai più a toccarmi." Sputò fuori. "Se lo fai, ti uccido." Ringhiai rabbiosamente prima di spingerlo per le spalle. Cosa inutile. Rise ironico, le sue labbra però non accennavano il minimo sorriso.
"Picchiarmi ti fa sentire più alto, nanetto?" Sentenziai. Levi non perse un secondo a colpire lo stesso punto di quella mattina. Gemetti dal dolore e gli diedi uno schiaffo in pieno viso, che con uno scatto riportò davanti a me per guardarmi.
"Colpisci anche, come una checca." Mise una mano attorno al mio collo. "Sei una nullità, Jaeger."
Mi afferrò la gola, stringendola. Le persone che assistevano non mossero un dito. Sono certo di aver intravisto anche qualche cellulare. Sostenni il suo sguardo, i suoi occhi cupi e colmi di astio. Anche se mi trattava in quel modo, lo trovavo attraente.
Lui fu il primo a notarlo, poi qualcun altro dei presenti, e poi io. I suoi occhi argentei riflettevano un bagliore rossastro. Udii qualche sussulto di sorpresa e guardai all'altezza del suo petto, che risplendeva di un rosso luminoso. Lasciò la mia gola all'istante, indietreggiando. Il suo viso era illuminato di rosso dal bagliore sul mio petto.
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