Prologo
-Jace! Dai, torna indietro non ti riesco a raggiungere!- una bambina dai capelli rossi stava correndo velocemente dietro ad un bambino biondo. Doveva avere circa cinque anni e lui sei. Erano a New York, Central Park. La bambina rideva mentre il suo amico correva su e giù per le collinette.
-Morga non riesce a starmi dietro! Sei lenta Morga!!- rise lui sventolando le manine come segno di saluto alla mamma.
-Jace Herondale! Avanti vieni qui!- la madre di Jace era una donna bellissima. Capelli biondi occhi color ambra e fisico da modella. Lavorava nella pasticceria vicino a casa di Morgana. Jasmine, la madre della bambina, doveva arrivare a momenti con i muffin per i bambini. Erano colleghe e molto amiche, si conoscevano da anni.
-Zia Margaret, mamma tra quanto arriva?- domandò Morga con la sua vocina acuta
-Tra poco tesoro mio- Margaret le scompigliò i capelli e la bimba fece una smorfia di fastidio spalancando i suoi occhietti viola.
Erano nel salotto di Morga e stavano giocando con i lego.
-Jace, hai distrutto la torre!- si lamentò la bambina dandogli una spinta.
-Ma che dici! Non è vero!!- disse lui, ovviamente mentendo, dato che l'aveva spinta davanti agli occhi dell'amica.
-Hero lo sai che quando menti muovi due volte il sopracciglio sinistro e una quello destro?- rise la bambina tirando un calcio alla macchini a costruita dal bambino. Era così cominciata una guerra di distruzione delle opere dell'altro, tra risate e urletti di vittoria. Jace sapeva quanto Morga ci tenesse a vincere, quindi le fece distruggere tutto mentre lui tirava solo qualche tassello.
-DOVETE SMETTERLA! LASCIATE IN PACE LA NOSTRA FAMIGLIA, IO E JASMINE NON VI VENDEREMO MAI LA NOSTRA PASTICCERIA, NEANCHE SE CI UCCIDESTE!- gridò Margaret dal piano di sotto, i bambini smisero di ridere e corsero giù per le scale.
-Meg, calmati, non gridare ci sono i bambini sopra...- Jasmine James era sempre stata la più calma tra le due. Posò la mano sulla spalla dell'amica e la spinse indietro, come per proteggerla. Erano entrambe molto giovani, eppure non avevano paura di quello che sarebbe accaduto loro, pur di proteggere i figli.
-Nemmeno se ti mostrassi lui? Fatti avanti Johnatan.- un uomo vestito tutto di nero rivolse il braccio verso il gruppo e un ragazzo fu buttato ai suoi piedi. Aveva i capelli biondi grano e gli occhi ghiaccio. Alzò lo sguardo verso le scale e spalancò gli occhi.
-PAPÀ!- urlò Jace correndo giù dalle scale. Morga cercò di afferrarlo per la maglia ma gli sfuggì, così cadde giù dalla rampa delle scale, picchiando forte il ginocchio. Urlò dal dolore e Jasmine si girò verso di lei andandole incontro. Poi accadde tutto velocemente, ma Jace lo vide al rallentatore.
L'uomo nero puntò una pistola verso di lui e un ghigno gli si dipinse sulla sua spaventosa faccia. Margaret gridò talmente forte che tutti gli uomini vicino dovettero tapparsi le orecchie e si parò davanti al figlio. Johnatan con le ultime forze rimaste in corpo, dato che riportava ferite da lama e pestaggio, si inginocchiò di fianco alla moglie e tirò il coltello che, da bravo soldato, teneva nello stivale. Colpì il piede dell'uomo, ma quello, prima di piegarsi dal dolore sparò due colpi, uno in direzione di Margaret e uno verso Johnatan, che si accasciarono dopo pochi secondi.
Le sirene della polizia si sentivano nitidamente e gli uomini in nero corsero via, lasciando Jace in una pozza di sangue, nella pozza del suo stesso sangue.
-Jasmine, è solo una bambina, e questi sono gli unici ricordi che ha, non puoi farlo- Luke stava tenendo tra le braccia Morgana e la stava cullando, mentre la donna cercava staccare Jace dal corpo senza vita dei Margaret.
-Luke, tu non capisci, lei ha visto tutto, ha visto la morte delle persone con cui ha passato la vita, non posso permettere che mia figlia viva con il costante ricordo del sangue che scorreva dal petto di Meg e Jo, non posso farlo.- Jasmine stava strattonando il bambino che aveva il viso rigato dalle lacrime, ma improvvisamente lui si girò verso la donna.
-Tu vuoi portarmi via anche Morga! Zia Joy, non puoi farlo, io-io la amo. È come se volessero portarti via Luke! Morga è la mia unica via di fuga, non puoi farlo!- Jace ora aveva due motivi per piangere.
-Jace, io devo farlo, non può ricordare, okay? È per il suo bene...- Jasmine stava stringendo Jace che piangeva, fiumi di lacrime sgorgavano dai suoi occhi.
Luke lasciò il bambino davanti all'Istituto, un'accademia situata all'interno di una chiesa abbandonata.
Bussò tre volte e lasciò li Jace. Gli aveva messo in mano un biglietto, dove si diceva che Jasmine James lasciava la custodia del bambino alla famiglia Lightwood dopo la morte degli Herondale.
Alla porta si presentò una bambina dagli occhi ossidiana che lo squadrò da capo a piedi e urlò un nome. Una bambina dell'età di Jace corse giù dalle scale e li raggiunse.
-Alex Lightwood, tu chi sei?- la bambina lo guardò con i suoi occhi ghiaccio. Jace non aprì bocca, mostrò solo il bigliettino, piangendo silenziosamente. Sapeva cosa lo aspettava adesso.
-Meg?- una voce sconosciuta la chiamò-cosa ricordi di oggi? Sai chi è Jace?- domandò.
-Non ricordo niente e Jace non é un personaggio dei cartoni animati? E poi ma tu chi sei?- domandò la bambina. Jasmine sorrise mestamente. Aveva funzionato.
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