Gli angeli non hanno sempre aureola e ali
-Meg! Muoviti Simon ti aspetta di sotto!- Jasmine gridò con tutta la forza che aveva nei polmoni per far scendere la figlia. Morgana James, la solita ragazzina che viveva nel suo mondo di disegni e letture. Aveva sedici anni e finalmente avrebbe iniziato i nuovi corsi nel suo liceo, una scuola pubblica nella zona di Brooklin.
-Arrivo ma'!- rispose di rimando la ragazza dandosi un'ultima occhiata allo specchio. Capelli rossi e mossi legati in una coda stretta, occhi viola accentuati da un filo di matita e i vestiti neri che la facevano sembrare ancora più magra. Perfetto era pronta. Afferrò al volo la tracolla con i libri e corse giù dalle scale, rischiando di schiantarsi al suolo.
-Joy, accompagno io Meg e Simon se vuoi- Luke entrò con le chiavi date da Jasmine senza neppure bussare e la ragazza gli saltò addosso.
-Meg, mi hai sentito? Mi stai ascoltando o stai ammirando il nuovo prof di filo?- Simon era il migliore amico di Morgana fin da quando erano all'asilo, lui la andava a prendere nella sperduta casa di Brooklyn da quando aveva sette anni e andavano insieme a scuola. Li avevano definiti INSEPARABILI.
-Morgana James- il professor Colleman stava facendo l'appello e la ragazza alzò prontamente la mano per avere la parola.
-Potrei chiederle il favore di chiamarmi per cognome o Meg?- era titubante. Morgana era una ragazza che studiava abbastanza e il fatto la rendeva molto simpatica ai professori, anche se molto conosciuta e amata dai compagni. Tutti la chiamavano Meg, dalla professoressa Wang, di letteratura, al professor Kane, di educazione fisica, materia della quale non era purtroppo molto ferrata.
Quando stava per finire l'elenco di nomi, qualcuno bussò alla porta, il professore sbuffó altamente spazientito e fece entrare il ritardatario.
-Jace Herondale presumo- fulminó il nuovo arrivato che annuí passandosi una mano sui capelli biondi e sorridendo. Si voltò verso la classe e con passo spedito si diresse verso Meg. Simon la guardò interrogativo e le scrisse sul banco 'lo conosci?'. La ragazza non aveva mai visto quel bel giovane eppure sapeva di avere qualcosa in comune con lui, un grande peso da dover portare sulle spalle.
-Spostati Quattrocchi- intimò il ragazzo a Simon, che continuava a tenere lo sguardo su Morgana la quale fissava una macchia sul pavimento con grande interesse improvviso.
-Non mi hai sentito mondano, levati, evapora- il ragazzo aveva preso Simon per la manica e lo stava strattonando. A quel punto lei si riprese.
-Lascia stare Simon- ringhiò alzando di scatto lo sguardo. Lui indietreggiò tenendo il suo amico per la maglia.
-Ho detto di lasciare Simon. C'è un posto vicino a Susanne, vai lì.- Jace lasciò il ragazzo ricadere sulla sedia e si sedette vicino a Susanne leggermente impaurito. Lei si che era la ragazza perfetta per tutti. Capelli biondo grano, occhi oceano, magra e con le forme al punto giusto. Susanne era la solita bella ragazza che non si rende conto del suo fascino, infatti quando Jace si sedette di fianco a lei arrossì e sorrise all'amica come per ringraziarla di averle mandato un figo vicino.
-Jace? Mi stai ascoltando?- Annabelle stava parlando da venti minuti eppure il ragazzo non aveva sentito una parola di quello che gli aveva detto. Erano in corridoio, gli armadietti delle Lightwood e di Jace erano in sequenza, l'avevano espressamente chiesto dato che non avevano quasi nessun corso insieme. Si erano trasferiti in quella scuola pubblica quando i 'Grandi Capi' avevano deciso che l'Istituto non poteva dargli un'istruzione completa e così dovettero iscriversi quell'anno.
-Annie, cosa vuoi dio santo!- Jace sbattè l'anta dell'armadietto talmente forte da far sobbalzare la sorella.
-Dicevo che Alex non ha ancora finito la sua lezione eppure la campanella è suonata e che c'è una bionda che ti sta divorando con gli occhi.- Annie fece un segno con la testa per indicare Susanne e le sue amiche che stavano osservando il biondo. Ma Jace non voleva Susanne, certo era bella e tutto quanto, ma quella ragazza che lo aveva cacciato via quasi saltandogli addosso e sbranandolo vivo perché aveva strattonato il nerd che era seduto di fianco a lei era quella che voleva. Era bella, forse bellissima. L'aveva vista così assorta nei suoi pensieri che pensó che fosse lei che Marie e Robert volevano che trovassero, si sentiva come attratto da qualcosa in lei. Ma cosa, oltre l'aspetto? L'aveva respinto ringhiandogli contro come un lupo, perché lui si sentiva ancora più interessato?
Mentre era assorta nei suoi pensieri , come al solito, Simon tirò una gomitata a Meg indicando il ragazzo biondo che stava parlando con una bruna da paura.
-Sim che c'è?- domandò Meg non essendosi accorta della presenza di Jace.
-Il pazzo sclerato che mi voleva buttare giù dalla finestra è qui- sussurro quasi fulminando Jace il ragazzo. Lei sorrise scuotendo la testa.
-Il bulletto avrà ancora paura di te, ti sta guardando, Meggie- sorrise ancora Simon. La ragazza rise di gusto e lo spintonò scherzosamente, dopodiché andò al suo armadietto. Da dietro l'anta di ferro poteva finalmente guardarlo senza che gli altri se ne accorgessero, senza che SIM se ne accorgesse. Perché Meg sapeva della cotta di Simon aveva da molto tempo per lei, infatti si sentiva in colpa se qualcuno le chiedeva di uscire e lei era felice, perché Simon non lo sarebbe stato. Inutile dire che non era mai stata fidanzata e non aveva mai dato il suo primo bacio. C'erano molti ragazzi che desideravano Morgana come ragazza. Un esempio era Michael Freed, uno dei ragazzi più belli della scuola, niente meno che il primo fidanzato di Susanne. Meg era molto amica con la biondina e sapeva della cotta he aveva sempre avuto Suzie per Freed, perciò, sia per non ferire Simon che per non ferire Susanne, aveva rifiutato uno degli innumerevoli inviti che le avevano propinato, dicendo a Michael tante cose che nessuno sapeva su Susanne ma che tutti avrebbero voluto sapere. Cose del tipo che se voleva trovarla di sicuro il giovedì era in piscina a fare nuoto sincronizzato e poi andava a fare cena al bar di fianco alla piscina, o come trattarla per attirarla. Da quel momento tutti i ragazzi che avevano sbandate per Suzie si rivolgevano a Morgana, l'enigmatica ragazza dai capelli rossi che nascondeva così bene i suoi sentimenti, per sapere come comportarsi.
Jace era proprio bello e non solo Meg lo pensava. I riccioli biondi che cadevano sugli occhi sembravano ricci dorati e quando si passò la mano su di essi, facendoli scivolare tra di loro, Alex stava per svenire. Era la sorella maggiore di Annie, capelli neri a caschetto e occhi ghiaccio.
Quel giorno il suo cardigan era troppo stretto ogni volta che vedeva Jace. Annie stava indicando un gruppetto di ragazze e Alex buttò velocemente lo sguardo prima di continuare a camminare. Aveva riconosciuto Jamie Fitzgerald, ragazza molto bella del suo corso, perfetta come tutte in quel gruppo.
-Alex! Su dai vieni qui, non stare impalata!- gridò sua sorella minore. Annabelle aveva circa sedici anni mentre Alex e Jace ne avevano diciassette.
-Allora, com'è andata la prima lezione della tua vita? Qualche ragazzo carino?- domandò Jace sorridendo come un ebete. Alexandra voleva dire al ragazzo che l'unico che era veramente carino per lei era lui, l'unico che avrebbe amato, era Jace. invece rispose:
-MMMHMM, qualcuno forse... comunque tecnicamente non è la mia prima lezione- fece una buffa smorfia che Annie imitò maleficamente, muovendo le anche senza neanche accorgersene.
-Annabelle Lightwood. Tieni i tuoi ancheggi per dei vestiti più lunghi, non in questi straccetti che non indosserebbe neanche una poco di buono! Per l'Angelo, domani ti vesto io!- sibilò Alex fulminando la sorella che le fece la linguaccia e corse verso la palestra spazientita, avendo ginnastica l'ora dopo.
-Alex, non la sgridare così, Annie è bellissima vestita in quel modo, e non saranno di certo dei vestiti corti a cambiare il suo carattere.- Jace le posò una mano sulla spalla.
-Ora devi scusarmi, ma devo andare a fare i conti con un aggressore- le sorrise e le schioccò un bacio sulla guancia. Alex arrossì e quando Jace se ne andò si posò incredula la mano sulla guancia.
-Morgana James- sussurrò una voce suadente all'orecchio di Meg. Era una voce che aveva già sentito, un timbro maschile molto bello, che aveva udito quel giorno per la prima volta.
-Herondale togliti, devo andare via- Meg si girò verso il biondo e cercò di spostarlo.
-Sai, non pensavo che fossi così carina, oggi ero intento a proteggermi la faccia.- Jace era un ottimo bugiardo, aveva affinato la tecnica per darla a bere a tutti molti anni prima, ma c'era qualcosa nella ragazza che lo avvertì che quella volta avevano capito il suo trucchetto.
-Sai che quando menti muovi impercettibilmente il sopracciglio sinistro due volte e quello destro una? Perchè oggi ti ho visto dieci volte durante la lezione di filo che mi fissavi e, a meno che io non sia Platone ringiovanito e donna, non c'è in me niente di inerente con la lezione- Morgana sorrise al ragazzo che rimase spiazzato dalla naturalezza con cui lei aveva notato i dettagli che neppure Annie o Alex avevano notato dopo sette anni che erano insieme nella stessa casa.
-Cosa scusa?- Jace si risvegliò dallo stato di trance poco dopo che Meg se ne era andata, ma lui sapeva, lo sapeva che la prossima lezione ce l'avrebbero avuta insieme.
La segreteria era un piccolo gabbiotto accogliente con fiorellini sui banconi e un odore forte di deodorante per ambienti.
-Posso aiutarla?- la segretaria portò i suoi occhiali da gatto sulla punta del naso squadrando il giovane con estremo interesse.
-Ehm si certo. Mi stavo chiedendo se è possibile cambiare l'orario dei corsi, magari quello della prossima ora...- sorrise alla donna e le rifilò uno sguardo penetrante tanto che la segretaria si accomodò meglio sulla sedia pronta ai suoi ordini.
-Dove vuole essere spostato e come si chiama?- la donna digitava sul computer velocemente.
-In realtà vorrei sapere i corsi frequentati dalla signorina James, non so se ha capito, parlo di...-
-Meg! Oh sì, quella ragazza è un angelo, tutti i professori la adorano ed è pure amata dai compagni, vuoi essere messo nei suoi stessi corsi, ti accontento subito. Ma dimmi caro, perché vuoi andare nei corsi di Meg?- la segretaria fece un sorriso da chi la sa lunga e Jace ci mise qualche secondo per capire che Meg era Morgana. Guardò la segretaria e scrollò le spalle. La donna digitò ancora qualche tasto e porse al ragazzo un foglio fresco di stampa.
L'ora dopo sarebbe stata Ginnastica. Perfetto, con Annie.
Annabella era una ragazza molto bella. Capelli cioccolato sempre in ordine, occhi ossidiana che brillavano in maniera impressionante ogni volta che qualcuno la guardava. Nello spogliatoio tutte le ragazze la stavano fissando come se fosse una dea, il che poteva anche essere. Si stava per cambiare la maglietta quando la vide. La ragazza che suo fratello non smetteva di fissare durante l'intervallo. Annie sembrava la solita ragazza che non fa caso ai dettagli, ma vedeva come Jace la guardava. Quello sguardo lo aveva riservato solo alla sua spada, e quello diceva tutto.
La ragazza era entrata e si era diretta verso l'armadietto della palestra, aprendolo e nascondendosi dietro l'anta. Uno sciame di ragazze le si avvicinò cominciando a chiederle come le fossero andate le vacanze o come stesse la madre. A quanto pare era veramente molto popolare. Meglio per lei.
-Morgana James? Ho sentito bene?- sussurrò Annie così a bassa voce che credette di averlo pensato. Ma la ragazza mosse la testolina rossa e si sporse dall'anta con un sorriso dipinto sul viso.
-Si sono io. Ma odio essere chiamata Morgana. Per tutti sono Meg, piacere- si avvicinò titubante ad Annie porgendole la mano, che la mora accettó con piacere.
-presumo che tu sia Annabelle Lightwood- sorrise nuovamente. Annie la guardò stranita. Non era mai entrata in quella scuola e già quella ragazzina sapeva il suo nome.
-mi sono studiata tutti gli elenchi dei corsi per sapere chi c'era di nuovo nella mia classe...- abbassò lo sguardo imbarazzata. Aveva già visto qual modo di abbassare il viso, nei video che l'Istituto le aveva fatto vedere per trovare la Ragazza. Non era niente di speciale, la solita missione che l'Istituto assegnava.
-Su ragazzi correte! Non siete qui per fare nulla. Meg dai! Corri dai!- il professor Kane era di certo il più impestato professore di educazione fisica della contea.
Jace era arrivato da cinque secondi nello spogliatoio ed era già uscito perché quel pazzo lo stava praticamente mandando in campo in mutande, di certo spettacolo gradito per le ragazze.
-Oh al diavolo!- sentì sussurrare vicino a lui. Infatti Morgana da a due metri da Jace e se ne stava per uscire, quando il ragazzo la prese per il polso.
-Angioletto dove vai?- sorrise beffardo. Meg si dovette trattenere da tirargli un pugno.
-Professor Kane, può gentilmente liberarmi da Herondale?- sorrise gentilmente all'uomo che fece un segno a Jace, che però non si mosse. Meg imprecò tre volte prima di alzare la gamba e mettere a tappeto Jace. Tutti erano meravigliati. Morgana James, la schiava della classe in educazione fisica, aveva messo a tappeto un ragazzo che era circa il doppio di lei.
-Chiama Alex, ORA!- gridó Jace alla sorella e poi corse verso Morgana, che intanto era riuscita a scappare nel corridoio.
-Annie, sto seguendo una lezione, per l'Angelo! Cosa c'è?- Alex stava sussurrando dato che per quello che aveva sentito la professoressa Wang di letteratura non era molto carina con chi usava i telefoni durante la sua lezione, e lei non voleva essere etichettata già il primo giorno.
-Jace l'ha trovata. Morgana James è così che si chiama. Ti ricorda niente il suo nome?- Alex sapeva che la sorellina stava sorridendo compiaciuta.
-Arrivo- spense la chiamata e si avviò verso la cattedra, usando la solita scusa dei 'problemi da donne'. Quando uscì dalla classe intravide Jace che stava correndo fuori dalla palestra. Okay, doveva solo raggiungerlo.
-Morgana! Fermati per l'Angelo!- a quelle parole la ragazza sembrò paralizzata.
-Hai detto per l'Angelo?- lo guardò con gli occhi da pazza. Jace annuì un po' stranito. Aveva detto 'per l'Angelo' come tante volte nella sua vita, e dell'Angelo non aveva detto solo quello,ma dalla faccia della ragazza sembrava che tutto fosse diverso, qualcosa di sbagliato in quella parola.
-Dimmi cosa sai sull'Angelo- Morgana lo guardò dritto negli occhi, con qual suo sguardo ametista puntato nel suo, Jace distolse lo sguardo e sorrise.
-No Morgana, dimmi cosa sai tu dell'Angelo- la prese per mano e la condusse nello sgabuzzino.
Quando Alex arrivò vicino a Jace era troppo tardi. Lui aveva preso una rossa per mano e la stava portando nello stanzino che sembrava più che altro un magazzino di scope. Alex cadde sulle ginocchia come se le fosse appena crollato il mondo addosso quando il telefono suonò.
-Alex li ho persi di vista. Morgana James è una ragazza bassa, circa un metro e sessanta, capelli rossi e occhi viola, tu li hai visti? Hai visto Jace?- Annie aveva sempre avuto una parlantina veloce e molte volte perdevi pezzi di quello che diceva, ma quella volta la sorella assorbì ogni parola che la ragazza sparò. Era la ragazza dello sgabuzzino, quindi Jace non era andato lì dentro, con quella rossa bellissima, per spassarsela.
-Io non so nulla dell'Angelo. Da quando sono piccola mamma e Luke continuano a parlare e confabulare qualcosa su questo famigerato angelo, ci sono addirittura dei libri in casa su di lui, ma quando chiedo a mia madre qualcosa lei mi dice che non é niente di importante e quando lo chiedo a Luke lui mi dice di chiederlo a mamma. Quindi ho pensato che se qualcuno non dice 'per dio' ma dice 'per l'Angelo' magari da qualcosa, magari mi può aiutare...- Morgana gesticolava in continuazione quando spiegò ciò che non sapeva sull'Angelo. Sua madre le aveva solo detto che era un angelo e viveva in cielo, basta così. Tutto quello che sapeva su quel maledetto essere alato era niente.
-Sai, io sull'Angelo so molte cose, troppe, ma non te le posso dire qui- Jace sorrise beffardo davanti alla confusione di Morgana. Non sapeva se definirla innocenza o mistero. Probabilmente non aveva mai avuto un ragazzo, dato che tutto il tempo lo passava in compagnia del nerd Simon. Magari non era mai andata ad una festa.
-E dove potremmo parlarne scusa?- Meg guardò Jace come se non avesse capito dove il ragazzo voleva andare a parare.
-Ti passo a prendere a casa domani alle otto- sorrise e aprì la porta dello stanzino.
Lei fece per parlare, ma il ragazzo era già sparito, come per magia.
Alex vide Jace arrivare di corsa con un sorriso da ebete stampato in faccia.
-Allora? Ci può aiutare a trovarla?- chiese la ragazza a suo fratello adottivo.
-Molto meglio. L'abbiamo trovata noi- Jace sorrise vittorioso.
-Non è possibile... Non ha le... Caratteristiche-
-Alex, gli angeli non hanno sempre ali e aureole- Jace si girò e andò verso la classe di chimica. Adesso avrebbe rivisto l'ametista.
-Jace ma non può essere lei!- Alex gridó dietro al ragazzo, ma capí che era come parlargli della sua spada. Non avrebbe ascoltato.
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