Prologo

(piccola premessa, nel caso qualcuno non avesse letto la descrizione: questo libro è il secondo di una trilogia, scontato dire che qui sono presenti spoiler, il primo libro lo trovate sempre sul mio profilo)

I capelli della bambina svolazzavano al vento come seta dorata, gli esili piedi nudi sfioravano la sabbia di una spiaggia sconosciuta, il sole proiettava la sua piccola ombra sulle onde lievi che le sfioravano le caviglie.

Lentamente, inesorabilmente, quella visione serena cominciò a svanire, proprio mentre la bambina allargava le braccia nell'aria lasciandosi andare ad una risata.

No, aspetta, ti prego, ancora qualche attimo...

In poco tempo però l'ambiente era cambiato del tutto. Ora stava camminando in una vietta deserta di Londra, i capelli biondi di lei ondeggiavano da una parte e dall'altra, mentre saltellava allegramente poco più avanti.

"Sei sicura di dove stiamo andando, vero?" chiese un'altra voce al suo fianco.

"Kiiiim" si lamentò esasperata lei "Ti dico di sì, ho controllato un sacco di volte, hanno i due libri che voglio in quella libreria"

"Hai sette anni e leggi libri di cacciatori di demoni...Com'è che si chiama? Shadow-qualcosa?" il ragazzo dai tratti asiatici scosse la testa, sorridendo appena.

La bambina si voltò, le mani sui fianchi e un cipiglio caparbio in volto, gli occhi azzurri determinati. "E tu ne hai quattordici e pretendi di farmi da fratello maggiore" la frase fece impallidire Kim, ma subito dopo lei si mise a ridere, proprio come aveva fatto poco prima su quella spiaggia, e corse verso di lui circondandogli la vita con le esili braccia "Sto scherzando, è ovvio che siamo una famiglia... Tu che fai lì impalato?"

Era quasi doloroso sapere che era soltanto un sogno, ma restava pur sempre un ricordo, un bel ricordo, si unì all'abbraccio. "Resteremo insieme vero?" aveva chiesto lei, quello lo ricordava bene.

"Certo che sì" aveva risposto lui, guardando l'amico e poi la bambina "Resteremo insieme"

E di nuovo le cose presero a sfuggirgli fra le dita, come colori che sfumano lentamente, ancora una volta. Saremmo dovuti rimanere assieme, per sempre...

Voglio restare, perfavore voglio restare ancora un po', voglio restare...

Mike si svegliò di colpo, gettando la coperta di lato, sembrava pesargli addosso, soffocarlo. La piccola stanza che aveva nel rifugio della Legione era buia e vuota, nessuno che potesse vederlo versare quelle lacrime silenziose e disperate in piena notte.

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"Li voglio morti"

Questo lo attendeva il mattino dopo, lo sguardo freddo e furioso di Reannon dopo che aveva provato l'ennesima volta ad intrufolarsi nella mente del fratello, era passata una settimana ormai, dagli eventi del molo di Santa Monica, e non aveva smesso un giorno di tentare.

"Tutti loro, rivoglio mio fratello" la Mentale era entrata nella sua stanza qualche ora dopo l'alba "E voglio che sia tu a farlo, se vuoi farti perdonare la tua codardia sul ponte"

Quelle parole lo fecero scattare in piedi. "Non è stata codardia, saremmo morti entrambi e tu lo sai bene" esclamò Mike "Forse non ricordi la Matrice vorticante che stava per scagliarci addosso"

"Avevamo un piano ben preciso, e la tua esitazione lo ha fatto saltare, pensi che Belirut non lo sappia?" Reannon lo fronteggiò con la sua solita aria di superiorità "C'è un unico modo per recuperare la fiducia della Legione, ed è portargli quei ragazzi, soltanto che sarà per me che li porterai morti, tutti eccetto Peter"

C'era qualcos'altro, per forza c'era qualcos'altro. "Ma sei vuoi davvero così tanto la vendetta perché non lo fai tu? Di che altro ti devi occupare?" domandò di rimando "Si vede che c'è qualcosa di più, non mentirmi"

"Se anche ci fosse non sei autorizzato a venirne a conoscenza, a meno che non fai ciò che ti ho detto" ora la ragazza stava davvero perdendo la pazienza, anche se cercava di trattenersi. Mike cominciò a sentire un lieve fastidio, come una puntura alla nuca.

"Quindi?" aggiunse Reannon piccata "Li ucciderai o no?"

Non aveva niente da spartire con quei Ragazzi dell'Affresco, poteva incassare la ricompensa di Belirut e tagliarsi fuori dalla Legione, perché se prima quella ragazza in fronte a lui era il motivo per restare ora non rappresentava più nulla. Potrei tornare a Londra, a casa pensò.

"Va bene, lo farò" dichiarò incolore, lasciandosi ricadere sul letto "Ora lasciami solo, perfavore"

La ragazza assottigliò gli occhi un'ultima volta prima di lasciare la stanza, Mike però avvertì una lieve vibrazione proveniente dal braccialetto nero di lei. Stava nascondendo qualcosa, e per quanto fosse brava ad ingannare gli altri, lo aveva dimostrato su quel molo, non poteva farlo con lui.

Appena Reannon ebbe lasciato la stanza lui si mise a contare, rimanendo seduto sul bordo del letto, il dito che scandiva il ritmo dei secondi picchiettando sul lenzuolo. Cinque, dieci, quindici, venti. Ci vollero venticinque secondi buoni prima di smettere di sentire i passi della ragazza nel corridoio, poco prima di sentire una porta chiudersi con un cigolio, la struttura dove stavano era sicura, ma non certo un lusso.

Si teletrasportò silenziosamente proprio davanti a quella porta cigolante, in modo da non rischiare di far sentire i passi sul legno vecchio dello stretto corridoio. I piedi nudi comparvero sulle travi senza il minimo suono, cautamente Mike appoggiò l'orecchio sulla sottile soglia di legno che lo separava da Reannon.

Sapeva che fare, nessun pensiero brusco o improvviso, attività della mente pari a zero, ormai si era allenato, doveva captare il più possibile ed elaborare in seguito le informazioni.

Reannon stava dicendo qualcosa a proposito del numero dodici, e dei Ragazzi dell'Affresco, perché ovviamente tutti parlavano di loro ormai. La voce che però le rispose fece gelare a Mike il sangue nelle vene.

"Bene, ho motivo di pensare che dovremo essere più cauti, soprattutto dopo che i miei uomini si sono lasciati scappare Lauren Warren e il figlio del capo del Quartiere di Phoenix, e a quanto so erano a conoscenza di qualcosa" disse Clifford Belirut, il capo della Legione, il più importante gruppo Rivoluzionario del mondo, con la sua voce gelida e calcolatrice.

"L'Auctor Portas si occuperà di loro?" chiese nuovamente l'uomo, la cui voce risuonava un po' gracchiante dato che usciva dal braccialetto digitale, ma l'essere nominato fece comunque scendere un brivido gelato lungo la sua spina dorsale. Dovette trattenere a freno la sua mente terrorizzata con tutte le sue forze, per non farsi scoprire.

"Si, lo farà, se vuole restare vivo" rispose pragmatica Reannon. Si era davvero illuso che quella ragazza di ghiaccio avrebbe ricambiato mai i suoi sentimenti?

"Oh non servirà ucciderlo" il tono di Belirut ora aveva qualcosa di compiaciuto, particolare ancora più inquietante "Se mai dovesse esitare, basterà dirgli che abbiamo la sua piccola amica"

Oh no, oh Dio ti prego no...

"Di chi sta parlando signore? Di qualcuno dei Dodici?" domandò la Mentale.

"Esatto, un'adorabile biondina londinese di nome Celia Denbrough, sono passati tre anni e ancora è agguerrita come non mai" cos'era che traspariva dalle parole dell'uomo, fastidio o ammirazione? Mike non ebbe il tempo di capirlo, dovette teletrasportarsi bruscamente nella sua stanza.

Atterrò scompostamente, seduto sul pavimento, e subito si rizzò in piedi. Bluffava, doveva essere un bluff, Celia stava bene, l'avevano lasciata al sicuro, era al sicuro... Il sogno della notte precedente gli tornò alla mente e minacciò di spezzarlo di nuovo.

No, non poteva permetterselo.

I Dodici? Cosa sono i Dodici? E che c'entra Celia? pensò. Erano tutte cose che doveva scoprire. Doveva capire cosa c'entravano i Ragazzi dell'Affresco e se anche Kim era coinvolto, perché se sapevano di lei, sapevano per forza anche di lui. Però non poteva chiamarlo, lo avrebbe soltanto messo in pericolo.

No, avrebbe fatto chiarezza da solo. E poi si sarebbe mosso.

Per la famiglia.

SPAZIO AUTRICE
Eccoci qua, con questo prologo particolare pronti per iniziare una nuova avventura. O almeno, io lo sono, non vedo l'ora che leggiate questo secondo capitolo di The Gift, perché se ne vedranno delle belle.

Insomma, parlando di questo prologo, Mike Vix? Ve lo aspettavate? Sappiate che c'è ancora tanto da sapere su di lui.

Per ora, terrò una cadenza di pubblicazione settimanale, per non allungare troppo i tempi, ma soprattutto per non accorciarli, poi vedremo quando arriverà l'estate.

Sono contenta di poter tornare a dirlo...
Con voi ci vediamo al prossimo capitolo, mercoledì prossimo😘

Cami 🗝️

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