11. Due ore di vera calma... Poi STOP

(ci catapultiamo da un posto piccolo, freddo e turistico all'altro...)

"Allison? Ehi? Ci sei?"

Dante, perché mi è apparso davanti in quel modo? Me lo sono immaginato e basta? E allora perché il mio Dono ha reagito così? Che significava quello sfarfallare? Ci sono così tante domande che mi frullano per la testa, e zero risposte.

"Ehilà! Ho parlato con tua madre" qualcuno mi schiocca le dita davanti agli occhi e poco dopo mi accorgo che è Michael Vix.

"Che vuoi?" chiedo brusca, voltandomi verso di lui.

"Stavo cercando di dirti che ho parlato con Rebecca, lei mi ha detto di non aver mai viaggiato nel futuro, e il primo ed unico salto è stato di dieci minuti nel passato, così si è avvertita da sola" risponde Mike, tirandomi per un attimo fuori dalle mie rimuginazioni "Ma tu continuavi a fissare quel televisore come potesse dare le risposte ad ogni tuo dubbio"

Mi passo una mano sulla fronte, aggirando il tavolino e lasciandomi cadere sulla poltrona, sono molto lontana dal risolvere ogni mio dubbio. "Va bene..." mormoro soltanto, gli altri sono andati a preparare velocemente le loro cose e a cambiarsi con dei vestiti pesanti, perché Vix ha detto che la prossima meta a quanto pare è in Islanda.

Sto per immegermi di nuovo nella moltitudine di domande che mi vortica nella mente, ma vengo interrotta dall'arrivo di Peter, Jake e Matthew, tutti e tre trafelati, il Veggente stringe il loro zaino.

"Abbiamo un problema" esordisce Jake.

Matthew sbuffa. "Tanto per cambiare" aggiunge.

"Che problema abbiamo?" borbotta Kim, sbucando dalla cucina con una busta di piselli surgelati premuta contro il naso.

"La lista dei luoghi è sparita"

Mi volto di scatto verso Peter, che ha pronunciato quelle parole con tono affranto. "Che?!" esclamo, girandomi subito verso il Mutaforma "Tu hai visto se Massimo si è mosso dal salotto?"

Il ragazzo in risposta rotea gli occhi. "Non hai notato come ero messo?" mugugna, come se ricordare lo infastidisse. 

"Non lo so!" ribatto innervosita, senza un vero motivo, mi accorgo solo ora che sono scattata in piedi "Ma se ce l'ha davvero lui è un grooosso problema"

Batto nervosamente il piede a terra, sibilando un'imprecazione in italiano, ora oltre al problema di Dante, c'è anche questo, che è addirittura peggio.

"Va bene, calmati, siediti, puoi risolvere la cosa anche da sola"

Alzo lo sguardo su Kim, senza capire cosa stia farneticando, ma anche Micheal mi sta fissando serio, gli unici che sembrano confusi quanto me sono gli altri ragazzi. "Puoi bruciare la lista" sbuffa il Mutaforma esasperato, sto ancora cercando di capire che intenda quindi noto appena il fatto che mi posa le mani sulle spalle e mi fa sedere sulla poltrona.

"Senza vederla? Che stai dicendo?" domando alla fine.

Mike rotea gli occhi. "Non ho mai visto qualcuno sottovalutare più di te il proprio Dono, Allison McLandon" commenta stringendosi la radice del naso "Hai visto la lista no? Visualizzala nella tua mente, tutti i dettagli possibili, c'è un solo oggetto fatto così, e poi ordinale di prendere fuoco"

"Scherzi?"

"Non abbiamo tanto tempo" ribatte secco il Mutaforma.

"Non le ci vorrà troppa energia?" chiede Matthew dubbioso, anche Peter sembra abbastanza scettico "E poi una cosa del genere è davvero possibile? Come fate voi a saperlo?"

"Regola numero uno: la conoscenza è potere, io già ve lo avevo detto" ripete Kim, voltandosi poi verso Jake e puntando un dito verso di lui "E l'energia supplementare non è un problema"

Al che il mio migliore amico chiede cosa può assorbire e io gli indico i ceppi di scorta per il caminetto nell'angolo, anche se sono poco convinta sul funzionamento di questa idea. Jake poi si accovaccia affianco alla poltrona e mi porge la mano, che afferro senza esitare, ha il palmo molto più calloso di qualche mese fa.

"Ora visualizza la lista nella tua mente, la carta, le scritte, ogni cosa più dettagliata possibile, perché non deve essere interscambiabile con nient'altro" spiega il Mutaforma, mettendosi davanti a me dopo aver fermato Vix che stava per fare lo stesso, deve aver capito che con lui a farmi da tutor non avrei collaborato affatto "Quando hai l'immagine completa bruciala proprio come fosse davanti a te e non ha chilometri di distanza"

Chiudo gli occhi, facendo come dice, richiamo alla mente l'immagine della lista, non l'ho mai vista nei particolari ma ho idea di come sia fatta: carta a quadretti, scritta con la penna blu, un elenco puntato di luoghi nel mondo. Quando un'immagine abbastanza consistente si è formata dietro alle mie palpebre però inizia lo sforzo vero. Ordinare di prendere fuoco ad una cosa così distante e che soprattutto non vedo richiede molte più energie di quello che aspettavo.

Cerco di utilizzare il mio solito metodo per richiamare il fuoco, immagini piene di calore, sia fisicamente che metaforicamente, ma la scintilla fatica a nascere. La stanchezza mi scivola addosso lentamente la inesorabilmente, dita che scivolano subdole annebbiamdomi la mente.

Ed è adesso che entra in gioco Jake, sento la calda energia da lui accumulata scivolarmi in corpo come un'iniezione di caffeina, dandomi almeno la possibilità di fare altri due tentativi.

Il primo fallisce, così cerco di rinforzare l'immagine che ho della lista, immaginandomela bruciare e poi mettendo effetivamente in atto il mio pensiero, allungo una mano mentale verso di essa e incanalo sia le mie energie che quelle che mi concede il mio migliore amico. Finalmente riesco a sentire la carta che brucia, non solo vedere, le fiamme che mi solleticano i polpastrelli, e so che ha funzionato.

Direi che questo è un gran passo avanti, ben fatto!

Sento una voce del tutto sconosciuta prima di aprire gli occhi, assomiglia ad una risata, o meglio è come se avesse tentato di essere una risata, una di quelle genuine, spontanee, e poi avesse cambiato direzione trasformandosi in parole.

Quando torno a vedere il salotto però vengo distratta da Jake, su cui il mio sguardo si posa in automatico, è appoggiato pesantemente al bracciolo della poltrona, gli occhi chiusi. Matthew lo chiama allarmato, ma ancora prima che possa raggiungerlo lui ha già alzato le mani. "Sto bene, sto bene, solo un leggero cedimento" lo rassicura, gli occhi scuri ora ben aperti.

"Ho esagerato?" domando subito io, sentendomi in colpa, Jake agita una mano come se non fosse nulla, quando dall'energia assorbita passa ad utilizzare la propria gli capita di avere dei più o meno brevi mancamenti "Scusami, Jakie"

"È tutto ok, sono solo un po' stanco" replica il mio migliore amico, facendosi aiutare da Matthew per alzarsi in piedi.

Annuisco, massaggiandomi le tempie. "Ah, non dirlo a me, però sono abbastanza sicura che quella cosa abbia preso fuoco, quindi sbrighiamoci a partire, e vediamo di non perdere anche l'altra perché non mi va di rifarlo"

"Che ti dicevo sul sottovalutare il proprio Dono?" commenta Vix, io lo ignoro.

"Appena arriva il Capo..." comincia Kim, venendo subito interrotto da Veronica, che entra in salotto con il nostro zaino in spalla, i pantaloni lunghi nuovi e la sua felpa blu scuro.

In quattro e quattr'otto Micheal ha già preparato il portale, poi, per una coincicenza o per l'altra, il primo ad entrare è Peter, ma la cosa si fa strana solo quando Vix ferma noi altri, lo sguardo serio.

"C'è una cosa che devo dirvi" esordisce, io aggrotto le sopracciglia confusa "Senza Peter presente"

Attende la nostra reazione, maggiormente facce confuse, o impazienti. "Stando con loro ho sentito che in Islanda c'è un sito speciale dove la Legione addestra esclusivamente i Mentali che controllano la psiche e le sue varie funzioni... Le persone come Reannon" spiega "E a quanto pare anche lei si è addestrata lì, per questo non volevo dirlo anche a lui, l'ultima cosa che ci serve è che sua sorella scopra tutto... Quindi, quello che volevo dirvi è: cercate di tenere gli occhi aperti, non è detto che quello sia il posto, ma potrebbe, molto probabilmente"

Roteo gli occhi, spostandomi verso il portale. "Cacchio, per un attimo ho pensato ti importasse davvero dei sentimenti di Pete" ribatto sarcastica, per poi fare un cenno di saluto militare "Asta la vista"

Detto quello mi tuffo nel portale, senza sapere se essere in ansia per il posto pericoloso dove stiamo andando o l'emozione di vedere finalmente l'Islanda.

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Appena fuori mi investe una ventata d'aria frizzante, sebbene il sole del mezzogiorno sia alto nel cielo, indosso la felpa verde che tenevo legata in vita, tirando la zip fino al mento e caladomi il cappuccio in testa.

Mi guardo attorno, trovando Peter a dondolare sull'altalena a cesta del parco giochi dove siamo sbucati. "Pensavo non arrivaste più" osserva, stiracchiandosi all'indietro.

"Perché quanto è passato?" domando allora io.

"Una decina di minuti, deve essere lo sfaso temporale" risponde lui pacato, facendo cenno di avvicinarmi, così io mi appoggio al palo dell'altalena.

Deve essere davvero stato lo sfaso temporale, perché solo dopo cinque minuti compaiono anche Matt e Jake, mano nella mano come sempre, quasi temessero di finire separati dal portale, mentre mi sembrava fossero proprio dietro di me. Poco dopo arrivano anche Veronica e Kim.

Dopo esserci tutti riuniti attorno all'altalena è il momento di decidere le priorità. "Pranzo-hotel oppure hotel-pranzo?" domando io, mentre Peter tenta di impedire a Jake di usurpare il suo posto nella cesta.

Risponde un coro di pranzo-hotel molto deciso, l'unica eccezione siamo io e Jake, con un po' meno di entusiasmo degli altri, forse perché entrambi sentiamo solo una gran stanchezza mista a nausea.

Poi è il momento di vedere quanto le nostre abilità di orientamento sono avanzate. Il parchetto dove ci troviamo continua in un prato fino ad un basso edificio rosso scuro. Dai disegni appesi alle finestre che intravedo sembra una scuola.

Girando invece attorno all'edificio che abbiamo alle spalle, dai colori simili a quelli della scuola, troviamo una fontana, un arco d'acqua prima di un semicerchio di ciottoli larghi, con nel centro una scultura semplice di metallo lucido, ad attraversare la striscia d'acqua limpida ci sono due sentierini composti pietre - che io percorro saltellando, rispondendo al mio istinto infantile -.

"Sundholl" mi giro sentendo il grido di Jake, si è fermato accanto al cartello che contrassegna la struttura a cui abbiamo appena girato attorno "Sey-NomeIncomprensibile Pool"

"Sbrigati che ho fame!" ribatte Veronica, già diretta verso la strada.

"Io no!"

Ci vuole poco per raggiungere quello che sembra essere il centro del paese, dove la strada asfaltata si divide, continuando pedonale sul lato vicino al mare. Da qui si può vedere davvero bene dove siamo, proprio alla fine di un fiordo, alle nostre spalle c'è un altura, su cui è visibile la linea sottile di una strada che scende fino al paesino.

L'aria frizzante e pulita si insinua nella felpa, solleticandomi il collo, ormai scoperto alla base, svegliandomi un po'. Nella vietta principale ci sono molti più turisti, alcuni seduti ai tavoli di un ristorante di un rosso poco più chiaro di quello della scuola di prima, subito davanti a noi, alcuni che passeggiano verso la piccola chiesa in stile nordico, di un candido azzurro chiaro, proprio in fondo alla via.

Jake sembra vedere qualcosa oltre ai tavoli. "Io conosco questo posto, ho visto la foto su un giornale online qualche anno fa" esclama, il classico tono di quando realizza qualcosa "Matty vieni!"

Prima che qualcuno di noi possa fare qualsiasi cosa, lui ha già afferrato la mano del suo ragazzo e lo ha trascinato nello spazio fra i tavoli all'esterno e il locale, fino a raggiungere lo spiazzo più avanti. Incuriosita accelero il passo per vedere che vuole combinare, e finalmente credo di scorgere ciò che ha visto anche Jake: nel mezzo della via asfaltata c'è una striscia di ciottoli, dipinta però d'arcobaleno, da rosso a viola in successione fino alla chiesetta, formando un sentiero colorato.

Matthew non riesce nemmeno a capire se deve opporre resistenza, che i mio migliore amico lo ha già portato fino alle mattonelle arcobaleno, attirandolo a sé per i fianchi e stampandogli un bacio sulla bocca.

Il Veggente a quel punto va completamente in tilt, arrossendo fino alla punta delle orecchie, schiudendo le labbra per dire qualcosa, senza che esca alcun suono. "Che fai?" lo sento sussurrare imbarazzatissimo, avvicinandomi un pochino.

"Gli abitanti di questo posto hanno dipinto la strada principale del paese di arcobaleno" risponde Jake, divertito "Non penso che qualcuno protesterà se ci scambiamo delle effusioni in pubblico"

Poi il mio migliore amico sembra incupirsi leggermente. "Godiamoci questa libertà, non c'è sempre" mormora, ritrovando poco dopo l'allegria di prima.

Matt pare raccogliere un po' di coraggio, perché si alza sulle punte e gli schiocca un bacio sulla guancia. "Andiamo a mangiare, idiota"

Guardandoli non posso fare a meno di sorridere, ma quando mi volto incrocio gli occhi di Peter e non riesco ad impedirmi di sentire un senso di perdita. Si è tirato su il cappuccio grigio scuro per proteggersi dal vento, alcune ciocche mogano sfuggono alla stoffa, ricambia il mio sguardo senza dire nulla, però so che lo sa anche lui, me lo sento.

Sa che potevamo averlo anche noi, qualcosa come quello di Matthew e Jake, eppure ci è stato tolto, da tante cose assieme. Dalla crudeltà di sua sorella, dalla mia paura, dal suo senso di colpa, e tanto altro.

Ma ora lo so: voglio lottare per riaverlo, lo voglio davvero. Perché ho bisogno di Pete al mio fianco per superare tutto questo e tutto quello che arriverà, sento di averne bisogno davvero. Quindi farò a pugni con le mie paure, e con le sue se necessario, farò a pugni con la mia mente finché non smette di ricordarmi tutto quanto, e se me ne capiterà l'occasione anche con Reannon.

Riavrò quello che avevamo prima. È una promessa.

Al ristorante non abbiamo grandi problemi di lingua, viene a servirci un adorabile signore anziano, i capelli di dello stesso bianco candido dei denti che ci mostra sorridendo. "Inglesi?" domanda cordiale.

Noi annuiamo in risposta, man mano che gli altri ordinano l'uomo scribacchia attento su un blocco note, annuendo man mano che registra ogni ordine. "Dall'accento direi americani" osserva dopo aver finito di scrivere, con la sua particolare inflessione nordica "Di dove?"

"California" risponde Veronica con un sorriso leggero.

Alzo lo sguardo verso l'insegna del ristorante, e il signore deve notarlo. "Ristorante Annar a conduzione familiare, signorina" mi traduce gentilmente, l'unica parole che avevo capito era Annar in grande "Era di mio padre"

"Quindi, se non erro, lei sarebbe il signor Annarsson? Per via del patronimico" domanda Kim, abbandonando per un attimo la sua aria seriosa per lo spirito da turista.

L'anziano sorride compiaciuto. "Esattamente... E se non erro io, lei non è americano ma britannico, dico bene?" a quelle parole lo sguardo del Mutaforma si incupisce, ma annuisce, la bocca tirata in una linea sottile "Bene ragazzi, ora vi lascio in pace, vado a portare il vostro ordine"

"Simpatico" commenta semplicemente Peter, mentre il signor Annarsson si allontana.

"Amo già questo posto..." mormora Jake, stendendosi con un braccio come cuscino, l'altra mano nascosta sotto il tavolo, presumo intrecciata a quella di Matthew, che è a sua volta magicamente sparita "Ora buonanotte"

Io che sono proprio davanti a lui non posso che dargli ragione, e mi allungo in avanti, poggiando la guancia sul dorso della sua mano aperta sul legno. Fare quel lavoro della lista ci ha praticamente stesi entrambi.

Mentre gli altri mangiano li ascolto discutere delle novità portate da Micheal, i Rivoluzionari stanno ormai iniziando a capire che c'è qualcosa che non va, per quanto l'Alleanza cerchi di non darlo a vedere, ma per ora sembra che nessuno abbia intuito nulla riguardante i Dodici, nemmeno Reannon.

Dopo mangiato entriamo nel ristorante per pagare - e prendere il caffè nel caso di Matthew - e per chiedere consiglio sul posto dove alloggiare. Io e Jake siamo stati automaticamente esentati dalle attività del pomeriggio, dato che ci reggiamo a malapena in piedi.

"È la terza tazza di quelle dimensioni che prendi oggi" fa notare Jake al suo ragazzo, mezzo sbadigliando "Non ti fa bene, per niente"

"Guarda che è davvero buono" commenta Matt, che ha già preso un paio di sorsi dalla grossa tazza datagli dalla ragazza al bancone, che il signor Annarsson dice essere sua nipote "Senti un po' qua"

Subito dopo quelle parole, a sorpresa, il Veggente poggia la tazza sul piattino facendolo tintinnare, e si solleva per baciare Jake, che non capisce all'istante cosa stia succedendo, nemmeno quando le mani del Veggente si posano sulle sue guance, tirandolo verso il basso.

Tanto di cappello a Matthew per la vendetta al bacio a sorpresa di prima, ma sono costretta a richiamarli con un colpo di tosse quando l'assaggio del caffè diventa una specie di degustazione, e questa volta è turno del mio migliore amico di arrossire, anche se il biondo ha le punte delle orecchie tinte di rosso.

Più in avanti sul bancone di legno Veronica, che si è concessa una cioccolata calda, sta chiacchierando con Kim, impegnato nel mentre con la sua fetta di torta di mele.

Peter ha assistito alla scena fra Matt e Jake e sembra divertito, senza accorgersi che lo sto guardando si sfila il suo elastico nero dal polso e comincia a raccogliersi i capelli nella solita mezzacoda. Le sue dita scivolano abilmente fra le ciocche scure, come l'ho visto fare altre mille volte, e come tutte le altre vorrei essere io a sfiorare quei capelli.

Mi do uno schiaffetto mentalmente, se voglio sistemare le cose devo fare concretamente qualcosa, non sognare ad occhi aperti.

Certo devo essere discreta, se poi le cose andassero male - non vorrei ma non riesco a fare meno di considerare l'opzione - non voglio dargli false speranze per nulla. Però non posso nemmeno essere invisibile.

Sbuffo. Perché mai l'amore deve essere così complicato?

Oh... No... No non intendevo...

Mi viene seriamente voglia di urlare.

Ci pensa Jake a slavarmi da i miei ragionamenti contorti.

"Io e te oggi, pomeriggio in hotel, gossip" mi sussurra, facendo le pistole con le mani e provocandomi una risata.

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"Eeeeuuuuurgh"

"Che era?"

"Non lo so, un verso stanco-annoiato"

"Sei tu che hai detto che volevi fare gossip... Stiamo fissando il soffitto da un'ora, o anche di più"

"Io ho dormito"

Jake fa una pausa.

"Dieci minuti" aggiunge dopo la prima affermazione, con molta meno enfasi.

"Ora che la tua vita sentimentale è stabile non ha più senso fare gossip con te" faccio, fintamente offesa, dopo qualche secondo di silenzio.

Lui mi schiaffeggia scherzosamente il piede, eravamo partiti sdraiandoci uno accanto all'altro sopra le coperte, ora siamo testa piedi più o meno in diagonale, un mio piede sopra la sua pancia, il piumone leggero tutto sfatto.

"Non che me la prenda, siete talmente carini che potrei vomitare zucchero filato arcobaleno" aggiungo, facendo finta di ponderare attentamente le parole "E a me lo zucchero filato non piace neanche"

Jake ridacchia. "Sai che ho parlato con i miei? A Sydney" dice dopo qualche minuto.

"Cacchio, mi ero completamente dimenticata dei tuoi genitori, saranno in pensiero, che gli hai detto?" replico.

"Non è che mi sono potuto inventare queste grandi scuse stavolta, ma non ho nemmeno raccontato tutto, gli ho detto che mancherò per un po', che sono via e non posso dire dove, ma che sono al sicuro - bugia - e di non preoccuparsi perché quando tornerò a casa racconterò tutto" risponde il mio migliore amico, passandosi una mano fra i capelli "Ed è probabilmente quello che farò, non posso continuare a nascondere tutto"

Annuisco. "Quando lo farai sappi che ci sarò" lo rassicuro comprensiva.

Jake fa finta di asciugarsi una lacrimuccia commossa e io gli tiro il cuscino verde che ho accanto. Ero seria.

Passa un'altro quarto d'ora in cui fissiamo il soffitto, senza dire nulla.

"Credo che le notizie siano finite"

Non si lamenta del fatto che io non ne abbia date di notizie, anche se di sicuro l'ha notato. Dio, gli voglio così bene.

"Puoi sempre raccontarmi che avete fatto tu e Matt quando Carly vi ha chiuso in stanza ieri"

Sorrido soddisfatta quando arrossisce di colpo, agitando una mano come per scacciare la mia curiosità. "Abbiamo chiarito e basta ok? Prima che tu me lo chieda, no, non mi ha detto che cosa sono i suoi incubi, ma mi a permesso di stargli accanto, nient'altro" io alzo un sopracciglio, poco convinta dal suo niente, lui sbuffa "E va beeene... Magari è scappato qualche bacio, ma nulla di più"

"Mamma mia, se tutti i baci che vi scappano sono come quello di prima voglio vedere cosa farete fra un po'..." ridacchio in risposta "Ricordatevi di usare sempre le-"

"Taci!" sibila Jake interropendomi, ritira il cuscino verde, che devio con una mossa degna di una campionessa di lotta coi cuscini. Cosa che in effetti sono.

"Impicciona!" esclama, nonostante il rossore che gli imporpora le guance.

La quiete torna per un po', finché non mi sporgo per vedere che ora sia e per sbaglio non gli colpisco la mascella col piede. "Scusa... Oh, sono già le cinque" mormoro io "Ormai dovrebbero essere indietro, qui si mangia molto prima di quello a cui siamo abituati noi"

"Le cinque?!" esclama Jake, ed io annuisco per confermare "Facciamo schifo"

"Facciamo schifo" concordo, tirandomi seduta a fatica.

Ci guardiamo in silenzio per qualche secondo, lui sdraiato ed io sollevata, senza davvero voglia di fare qualcosa. "Andiamo fuori ad aspettarli?" propongo alla fine, stiracchiandomi, anche oziando così un po' della stanchezza è passata, e ora ho anche fame. Scendo dal letto alzandomi in piedi e sgranchendomi le braccia.

"Perché fuori?" ribatte Jake, il cervello probabilmente ancora leggermente sconnesso.

Gli rispondo che non sanno quali siano le camere - una quadrupla e una doppia che ci hanno spillato non poche delle nostre scorte economiche, non che questo posto avesse una gran scelta di alberghi -, afferrandolo per un braccio per farlo alzare, quando oppone resistenza lo tiro verso il bordo del materasso.

"Nonono Allison! No!" il mio migliore amico riesce ad emettere un unico gridolino prima di capotombolare a terra, mezzo ingarbugliato nella coperta.

Io scoppio a ridere. "Si vede come gli allenamenti dell'ultimo periodo hanno influito sulla tua velocità e i tuoi riflessi" commento divertita, afferrando la mano che Jake mi porge per aiutarlo ad alzarsi.

Errore: non mi sono accorta che ha liberato una gamba dal piumone, e che lui usa per farmi lo sgambetto, tirandomi verso di lui. Senza capire come mi ritrovo con il braccio che gli ho porto prima bloccato contro la schiena dalla sua mano, sdraiata in diagonale sulla sua pancia.

"Ahi ahi... Neanche i tuoi riflessi sono così sviluppati"

"Va bene va bene, hai vinto... Questo te lo ha insegnato Matt, sicuro" mi lamento, cercando di divincolare il polso dalla sua presa.

Jake annuisce soddisfatto, lasciandomi andare e alzandosi a sua volta. Riprendo la felpa verde e me la allaccio per scendere, lui invece rimane in jeans - quelli nuovi che condivide con Peter e che a lui vanno un po' lunghi - e maglietta bianca, con un piccolo tocco di classe sopra lo sterno: uno stemmino del Corpo di Ricerca, anche se dubito che il mio migliore amico sappia di che si tratti.

Una volta fuori ci sediamo sulla panca di legno proprio accanto all'entrata, ci siamo fatti consigliare dal signor Annarsson, che ci ha indicato un hotel poco più indietro della scuola dove siamo arrivati, uno stabile bianco con le rifiniture blu chiaro.

Non dobbiamo aspettare molto perché ci vengano incontro gli altri, le facce stanche già a distanza, Jake si alza per correre incontro a Matthew, che gli passa un braccio attorno alle spalle. Veronica si lascia cadere accanto a me con un sospiro, per cui deduco che non abbiano ricavato nulla dalle ricerche pomeridiane.

"Trovato qualcosa?" chiedo allora.

"Abbiamo fatto un giro in paese cercando di farci un'idea, però ancora nulla no" risponde la rossa "Il problema qui è che la biblioteca non è un'opzione, e la polizia non mi entusiasma, anche perché sembra esserci solo il municipio che svolge più funzioni in una"

"Sarebbe utile avere nel gruppo una di quelle persone che hanno come Dono il saper comprendere e parlare ogni lingua" commenta Kim, appoggiandosi al muro bianco.

"Esiste una cosa del genere?" domando io, il Mutaforma annuisce "Beh, sarebbe davvero moolto utile, nella nostra situazione"

"Già, comunque per sta sera credo chiederemo al signor Annarsson se lui sa qualcosa, sembra viva qui da molto quindi sarà informato di sicuro no?" continua Veronica, passandosi le mani fra i capelli per levarli da davanti agli occhi "Io ho bisogno di una doccia, ci vediamo fra... Tre quarti d'ora?"

I ragazzi annuiscono, e Jake li informa svogliato che tutti loro sono assieme in una quadrupla, cosa che Kim già sapeva dato che ha usato il suo documento falso per rappresentare noi minorenni.

Una volta che io e Veronica ci siamo chiuse la porta della camera alle spalle, mentre lei prende il cambio di intimo dallo zaino, ne approfitto per farle la domanda che più mi ha pressato da quando sono arrivati, ma che non ho potuto porre. "Invece riguardo alla cosa che ha detto Vix? Della località di allenamento per i Mentali come Reannon?" domando, sedendomi sul letto a gambe incrociate.

"Nulla che possa far pensare a ciò che ha detto, solo, nell'imbarazzo generale della sosta d'urgenza al supermercato..." Ver fa ondeggiare un sacchetto di plastica che non avevo notato portasse prima, scorgo i colori dei pacchetti al suo interno "La cassiera mi guardava storto, non ho idea del perché, una vecchietta arcigna e in menopausa, suppongo"

Mentre la rossa si fa la doccia io ne approfitto per sistemarmi i capelli, non che possa realizzare grandi pettinature, ma riesco comunque a formare due treccine con delle ciocche che partono dalle tempie, per poi legarle dietro la testa col mio elastico. Per i vestiti non è che possa fare molto: i nuovi jeans lunghi e la solita felpa verde scuro.

Quaranta minuti dopo ci ritroviamo nella hall puliti e stirati a dovere, è la prima volta che effettivamente usciamo a cena durante questo viaggio improvvisato. Beh, siamo tutti puliti e stirati, tranne Kim, che mantiene il suo solito aspetto trasandato, gli stessi pantaloni da ormai una settimana, e i capelli spettinati come non mai, anche se Pete gli ha permesso di usare la felpa di Yale che abbiamo utilizzato anche a New York.

"Credete che servisse una prenotazione?" domanda Veronica, quando arriviamo davanti al locale.

"Naaah, questo posto ha tipo meno di settecento abitanti, non credo vengano tutti qui la sera" osserva Matthew, nascondendo uno sbadiglio.

"Anche se questo è praticamente uno dei due ristoranti del paese" replica Peter divertito.

Arrivati da Annar però non troviamo molta più gente di quella che c'era a pranzo, anche se i tavoli fuori sono vuoti per il freddo dentro è altrettanto spazioso e confortevole, con l'arredamento tradizionale e il caminetto nell'angolo. Il signor Annarsson ci accoglie allegro, dandoci un tavolo proprio accanto al camino, l'atmosfera che si fa man mano più leggera.

"Posso ordinare un sidro di mele?" chiede Kim, una volta che l'anziano signore arriva per ordinare, infastidendo Veronica a cui mancano circa sei mesi al raggiungimento della maggior età.

Alle parole di Annarsson però l'espressione sul viso del Mutaforma si spegne. "Certamente, però mi serve un documento" afferma, sempre cordiale, gli occhi azzurri ma spenti dall'età colmi di una sfumatura gentile.

"L'ho lasciato in albergo" sbuffa il ragazzo, sfregandosi la nuca "Però qualcuno di maggiorenne fra noi deve esserci per forza, se abbiamo prenotato per la notte da soli"

"Touché" ride l'uomo, puntando la penna verso Kim "Per questa volta farò un'eccezione, ma farete meglio a non raccontarlo a nessuno se non volete che io chiuda, le leggi sugli alcolici sono piuttosto strette qui, anche se hai ordinato una bevanda di bassa gradazione"

Nonostante le nostre suppliche Kim decide di fare il maggiorenne fino al midollo e non ci lascia rubare neanche un sorso minuscolo del suo prezioso sidro, anche se ha gli stessi gradi di una birra e non modificherebbe in alcun modo il nostro stato mentale. "Bene, abbiamo capito che sei un brutto egoista e vuoi essere l'unico ad alzare il gomito stasera" si lamenta Jake, melodrammatico come al solito.

"Non voglio ubriacarmi! Voglio bere tutto il mio sidro perché è buono!"

Scoppia una risata generale. E più la cena va avanti più mi sento felice come non lo ero da tempo, non so se sia il cibo, il posto, l'atmosfera, ma sinceramente non mi importa in questo momento. Potremmo non essere ubriachi di qualche tipo di alcolico, però siamo ubriachi comunque, di risate, di chiacchiere senza un vero senso, di calma, di noi stessi. Ci sono Jake e Matthew con le loro smancerie, Veronica che sorride come non le vedevo fare da davvero troppo, Peter con la sua tranquillità, che per pochissimo non raggiunge i suoi occhi sempre tormentati, Kim che prova ad essere serio ma fallisce. Non c'è più nessuna missione, nessuna possibilità di trappole da parte di Vix, nessuna preoccupazione.

"C'è stata questa volta a Londra, con questo gruppo di bulletti che ci infastidivano da un bel po', e abbiamo ideato un piano per sbarazzarcene..." il Mutaforma può dire quello che vuole, ma quel bicchiere di sidro gli ha sciolto un decisamente la lingua "Così io mi sono trasformato nel loro capo e ho seminato zizzannia per giorni quando lui non c'era, così hanno iniziato a rivoltarglisi tutti contro, dal suo punto di vista senza motivo, cosa che ha portato ad altri casini... è stato fantastico, tecnica dell'auto distruzione una delle migliori..."

Jake scoppia a ridere, non per le parole di Kim però. "Matty si è addormentato..." dichiara indicandoci il Veggente, appoggiato al davanzale della finestra accanto al nostro tavolo, la testa vicina ad un vasetto di fiori ornamentale.

"Forse faremmo meglio a sbrigarci a tornare in hotel allora" ridacchia Veronica "Magari riesci a non fargli prendere un altro caffè"

"Ve lo scordate..." mugugna Matthew insonnolito, però di colpo desto "Io avrò la mia caffeina"

Così siamo obbligati a fermarci al bancone per prendere il caffè, il signor Annarsson a servirci invece di sua nipote, cordiale come sempre. "Nevica mai qui, d'estate?" domando io, mentre l'uomo lavora lentamente alla tazza per Matt.

"Oh, raramente ma può capitare, tuttavia non in questo periodo" risponde con un sorriso "Ti piace la neve, signorina?"

Ricambio il suo sorriso spontaneamente. "Moltissimo"

"Aah si, ricordo di una bambina che era stata in vacanza qui molti anni fa, mi ripeteva sempre una cosa" aggiunge l'anziano, lo sguardo già perso in ricordi lontani "A lei piaceva la neve non per il fatto che fosse fredda, o perché si potesse tirare o giocarci, le piaceva perché sbrilluccicava, testuali parole, era una ragazzina adorabile davvero"

Non ho mai pensato alla neve in questi termini, mi è sempre piaciuta perché, beh, è neve, ma l'interpretazione di una bambina sconosciuta mi fa venir voglia di sorridere ancora di più.

Almeno finché il mio sguardo si posa su Peter.

Mi basta la sua espressione per far crepare all'improvviso l'atmosfera spensierata che si era formata. È sbiancato di colpo, gli occhi appena sgranati, come non volesse farsi notare.

Scorgo la sua mano poggiata sul bancone oltre Veronica. Trema, la sua mano sta tremando, piano, ma sta tremando.

Jake però sembra essersi accorto prima di me, perché mi gira attorno superando anche la rossa per raggiungere l'amico. "Pete... È tutto-"

"Sto bene, devo solo prendere un po' d'aria" lo interrompe lui, prima che possa finire la domanda, allontanandosi subito dopo verso l'uscita.

Al che anche gli altri si voltano verso di lui, straniti, Matt con la sua tazza in mano e Kim con il mento poggiato sul palmo, il gomito puntellato sul bancone. Il Mutaforma ha gli occhi assottigliati, fissa il signor Annarsson, e poi di nuovo la porta, tornando a lui ancora.

"Vado io?" domanda Jake, noi non rispondiamo, nessuno di noi ha idea di cosa abbia Pete, anche se una parte di me vorebbe seguirlo decido che questa volta forse è meglio lasciarlo al mio migliore amico "Vado io"

"Non si sente bene?" chiede innocentemente l'anziano signore dietro al bancone, il Mutaforma assottiglia ancora di più gli occhi, ma che diavolo ha?

Io scuoto la testa, anche se non sono sicura che Peter stia del tutto bene, credo non sia il caso di far preoccupare il signor Annarsson. Alla fine non resisto più al rimanere dentro, cercando di prestare attenzione alle conversazioni in corso senza successo, e scusandomi esco a mia volta nella fredda aria serale.

Jake e Pete sono più avanti, seduti sul gradino che rialza il patio cementato del ristorante dalla strada, faccio qualche passo in avanti ma non sembrano sentirmi, io però posso sentire loro. "... è come se mi seguisse, ovunque vado, come un fantasma, prima New York, e adesso questo" capisco con un leggero sussulto che Peter sta parlando di Reannon "E la cosa ancora più... Non so neanche come definirla, esilarante? Tremenda?" continua a bassa voce, il mio migliore amico prontamente in ascolto "È che una delle prime cose che ha detto dopo che, si insomma, dopo che ci siamo rivisti, è stata che la neve non le piaceva più per il brillare, ma per quanto fosse fredda, per come se la tieni in mano troppo tempo senza guanti poi ti bruciano le mani"

"Accipicchia che str-" Jake riesce a bloccarsi con un colpo di tosse proprio alla fine "No, scusa, posso provare quello che voglio nei suoi confronti ma resta tua sorella"

Nonostante le buone intenzioni l'astio traspare lo stesso dalle sue parole, anche se Peter non sembra particolarmente offeso. "Nah, non scusarti, faccio fatica a considerarla ancora mia sorella a questo punto... Lavaggio del cervello della Legione o meno, non saprò mai quanto ci sia di vero oppure no, quindi, basandomi sui fatti..."

"Ehi ragazzi!" esclama Ver, uscendo dal locale "Pete tutto ok?"

Peter sobbalza, ma si gira lo stesso, alzandosi col sorriso. Col sorriso.

Nonostante tutto il dolore che sta provando in questo momento, sento vividamente che soffre, come se il nostro collegamento si fosse trasformato in un filo sottile, che trema appena vicino a lui.

Io lo vedo, e da come lo guarda anche Jake lo vede, ma scambiamoci un'occhiata sappiamo che non proferiremo parola con gli altri a meno che non lo faccia lui per primo.

Solo che quando finalmente mi infilo sotto le coperte, non riesco a fare a meno di pensare a come il sorriso sulle sue labbra stoni così tanto con l'infinito abisso che si scorge nei suoi occhi.

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Allison! Ally, sveglia è un'emergenza!

Vengo svegliata di colpo dalla voce concitata di Jake che mi risuona forte nella mente. Tanto che anche Veronica deve sentirne gli strascichi perché grugnisce e si rigira accanto a me nel letto.

Ma il mio migliore amico non manca di richiamare presto anche lei. Veronica! Ver!

Che c'è?! ribatto io nervosamente, sfregandomi le tempie per il mal di testa, non è esattamente il modo che preferisco per svegliarmi nel bel mezzo della notte.

Si tratta di Pete

Il sangue mi si congela nelle vene. Pete?

È... comincia Jake, venendo subito interrotto da un Matthew più che nervoso.

... Uscito, scappato fuori dalla stanza così di colpo, senza spiegazioni, e quando ho provato a fermarlo mi ha lanciato con la telecinesi contro il muro spiega il Veggente Questa gliela faccio pagare

Ora anche Veronica è seduta e con le orecchie ben aperte - quelle mentali almeno -. Ma è... Insomma...

No, è in sé risponde subito Matt, capendo al volo la domanda che la rossa voleva fare Cioè no, non lo è, ma non è nemmeno controllato da Reannon... Sembra impazzito

Come fai ad esserne certo?

A questa domanda il Veggente è restio a rispondere, ma ci pensa subito Jake. Perché quando lo ha spinto via poi ha chiesto scusa dichiara il mio migliore amico, una sfumatura di rimprovero nei confronti del suo ragazzo nella voce.

Tornando alle cose importanti, Pete ci ha chiuso dentro, ha fatto quella cosa strana della serratura bloccata con la telecinesi sbuffa Matthew E Kim sta male, di nuovo, questa volta però è nausea e non febbre, e continua a vaneggiare che lo hanno avvelenato

Ma non aveva condiviso la carne con te, Matt? domando allora io Dovresti stare male anche tu in quel caso... A meno che...

L'unica cosa che ha preso solo lui è il sidro Veronica completa il mio pensiero.

La rossa scatta in piedi, legandosi velocemente i capelli in una coda. Uscite dalla finestra, ci troviamo giù davanti all'entrata...

Forse ho un'idea di dove possa essere andato Pete

SPAZIO AUTRICE
E voi? Ce l'avete un'idea di dove possa essere andato Peter? 😉🤭

Che dire, lo scoprirete settimana prossima con un capitolo speciale. Di questo invece cosa posso dire, c'è un po' della nostra amata brotp Ally e Jake... Poi ci sono i momentini Jatthew come al solito (raga con loro due non ce la posso fare, sono troppo debole, sono tipo Netflix Italia con la Martinico, tipo Matty e la caffeina). E ultimo ma non ultimo: Ally si è fatta una promessa abbastanza importante, che dite? 😌

Giochino solito: descrivete Jake in tre parole?

Noi ci vediamo settimana prossima 😘

Cami 🇮🇸
























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