27. Supernova
(e così, ci siamo...)
"Ricordo bene quando vi ho incontrato per la prima volta"
"Con Veronica le cose sono state più tranquille, un amico all'ospedale ci ha fatto una soffiata, c'era questa ragazza che sembrava essere comparsa dal nulla con una madre in coma, ed era completamente sconvolta"
"Così mi sono precipitato lì per controllare, ed ho trovato questa splendida ragazza dai capelli rossi completamente sotto shock e ho capito subito di cosa poteva trattarsi, dato che sua madre era nientemeno che Ariana Ayers"
"Con voi altri le cose sono state decisamente diverse, Lauren e Veronica erano in giro da qualche parte a comprare qualcosa, io ero da solo al Quartiere, senza niente da fare, gli schermi della sala computer si sono accesi di colpo, quando c'è un allarme lo fanno, abbiamo diverse telecamere nascoste in città, impostate per individuare i Rivoluzionari conosciuti"
"Mi sono precipitato appena ho visto che erano Morgan e i Whitehead, quando sono arrivato la situazione non era buona, Franklin si stava già portando via Matthew, ho dovuto metterlo al tappeto e portare lui alla jeep prima di arrivare dagli altri"
"Non ho fatto in tempo ad impedire che Morgan ti ferisse Allison ma sono riuscito a metterla in fuga con qualche calcio ben assestato e il ricordo della batosta che aveva preso qualche settimana prima, mi spiace di non avertelo potuto risparmiare"
"Jake invece mi ha aiutato per tutto il tempo, mantenendo quell'aria sospettosa, rimanendo sempre sveglio per tenere d'occhio la sua amica, non mi hai fatto domande neanche quando ho chiamato Lauren per avvisarla che avevamo dei possibili nuovi arrivati"
"Peter invece è arrivato qui in un misto di energia nervosa e curiosità insieme ad Allison, quando sei sceso da quella macchina insieme a lei e Jake ferito mi sono preoccupato, ma poi ho capito ed è stato un sollievo sapere che eravate finalmente tutti insieme"
"Già, ed è così che dovete rimanere, uniti, anche dopo Santa Monica, non permettete che quello che la Legione ha pianificato riesca: separarvi, indebolirvi e cacciarvi da soli"
"Non è colpa di Peter, lo dico a voi ragazzi e lo dico a te, non è colpa tua, e non importa se ho sofferto oppure no, la visone era solo una visione non ho provato nulla, tu non devi sentirti in colpa o voler rimediare facendoti del male; rimedia così Peter, rimedia rimanendo con loro, facendo in modo che siate uniti, sempre, nel bene e nel male, a prescindere dall'essere nell'Alleanza o no, non lasciatevi proprio adesso che c'è bisogno che siate ancora più uniti"
Sento un tonfo alla mia destra, Peter si è accasciato sulle ginocchia, coprendosi il volto con le mani e singhiozzando. Sembra cercare un conforto nel freddo cemento, poi alza gli occhi velati di lacrime e continua a guardare la registrazione. A San Francisco ci hanno messo poco a realizzare quella che hanno detto essere una protezione mentale a prova di bomba e che gli permetta comunque di parlare con noi, quindi ora siamo almeno sicuri che sia fuori pericolo. Una piccola vittoria.
Inizialmente non avevo idea del perché Veronica ci avesse convocati così presto. Solo dopo aver visto nella sua mano il proiettore olografico ho capito, non senza contenere a stento le lacrime, di cosa si trattasse.
Ora le lacrime sono partite a ruota libera, mentre Andy ci parla, un Andy azzurrino, diverso nell'aspetto ma uguale nelle parole. E non riesco a credere che mentre vediamo questo ologramma lui è al piano di sotto, immerso in un sonno da cui mai si sveglierà.
L'espressione di Andy si fa seria.
"Che siate con l'Alleanza o con altro gruppi simpatizzanti, dovete fare in modo che collaborino per risolvere questo problema" inizia il ragazzo.
Matthew stringe il ciondolo a forma di luna argentata, simile a quello di sua nonna, la catena è lunga tanto che lo spicchio d'argento è all'altezza del suo diaframma. A quanto pare ha fatto una scelta durante la notte, e sono abbastanza sicura che suo fratello sbucato dal nulla abbia contribuito.
"Ho iniziato ad indagare su questo caso da un bel po', poi l'avevo lasciato da parte, non senza rammarico, per concentrarmi su di voi" l'ombra di un sorriso passa sul suo volto "Non sentitevi in colpa, le nostre erano solo supposizioni e non c'era nulla di certo, ma non dopo che mia cugina mi ha scritto, qualche giorno dopo quella che pensavamo fosse la sua scomparsa"
Inclino la testa incuriosita, chiedendomi perché non ce ne ha mai parlato. Le lacrime sembrano essersi fermate, ma continuo a stringere la mano di Veronica, per sostenerci a vicenda.
"Lauren mi ha scritto i Dodici sono reali e siamo in contatto da allora, il suo viaggio di ritorno con Sawyer è stato sviato ma siamo comunque riusciti a trovare qualcosa di positivo" spiega Andy.
Tutti ci guardiamo confusi. I Dodici?
"Si questo è il momento in cui vi spiego cosa sono - o cosa almeno pensiamo che siano - i Dodici" ci rassicura lui, facendo una pausa per prendere un respiro grave "Sono dei bambini, o dei ragazzi, proprio come Reannon Lance, portati via dalle loro famiglie quando erano molto piccoli, addirittura più piccoli di lei crediamo..."
Peter sussulta.
"E ovviamente lo scopo è lo stesso, lavaggio del cervello o qualcosa di simile, quindi si può dedurre che questi bambini siano estremamente potenti" Andy si passa una mano tra i capelli "Non sappiamo molto, a quanto sembra tutto ciò che li riguarda e super-ultra-iper segreto, probabilmente li tengono insieme, gli fanno seguire qualche programma speciale, non lo so"
"Quindi sì, come mio ultimo desiderio, vi proibisco assolutamente di stare a piangermi con le mani in mano, e non perdete tempo nemmeno a vendicarvi, assolutamente, io so bene che non porta a nulla; dovete trovare e aiutare quei ragazzini, fatelo per me" quando parla è sorridente, ma il suo tono è serio "E mi dispiace tanto di non essere con voi anche per questa avventura, davvero tanto"
Mi asciugo le lacrime con una mano. Veronica sta stringendo forte qualcosa nel pugno, presumo il proiettore che si è legata al collo e che mi ha detto conteneva il messaggio di Andy per lei.
"Ascoltate bene quello che sto per dirvi, perchè d'ora in poi sono le Regole d'Oro di Andy" il ragazzo ci fa un piccolo occhiolino e vedo Jake fare un piccolo sorriso.
"Restate insieme sempre, e non importa cosa succederà, basta che siate uniti e lo supererete" fa delle piccole pause tra una frase e l'altra, come se avesse bisogno di tempo, come se fosse sul punto di piangere "Evitate di lasciarvi abbindolare da chi dice di avere il potere, comunque vada siete voi a decidere, che siano decisioni prese con la testa o col cuore"
"Avete dei poteri ed importante che li usate per il bene" conclude, guardandoci, quasi con una punta di orgoglio.
"Ricordatevi queste parole" dice Andy "E nel mentre, tutte le informazioni che abbiamo sui Dodici sono in una chiavetta nella mia scrivania, iniziate a dare un'occhiata, perché quei bambini vanno trovati prima che sia troppo tardi"
"Vi voglio bene ragazzi, ognuno di voi, in ogni suo modo" il ragazzo sorride, chiudendo gli occhi per scacciare le lacrime "Jake con la sua spontaneità, Matthew che deve solo imparare ad aprirsi un po' agli altri, Peter che riusciva sempre a ridere anche agli allenamenti più strani, non perdere il sorriso, Allison che vale molto più di quello che pensa, e anche Margaret, con la sua dolcezza sconfinata, ditele che mi dispiace... Veronica, che è la ragazza più bella, intelligente e forte che io conosca"
"Voglio bene a tutti voi... Ci vediamo dall'altra parte" Andy sorride un'ultima volta, cerco di imprimermi quel sorriso a fuoco nella memoria perché so che sarà l'ultimo, e saluta con la mano prima che la registrazione finisca.
Il silenzio sembra protrarsi all'infinito, la luce del mattino illumina la palestra superiore dove ci siamo appostati. Il Quartiere sembra deserto, solo noi, noi e il nostro dolore.
Non so per quanti minuti nessuno emette un suono. Io e Veronica rimaniamo mano nella mano.
"Matthew?" mormora Jake, spezzando in silenzio "Vieni con me a controllare quella chiavetta?"
Il Veggente annuisce, strizzando le palpebre per un secondo e passandosi la manica della felpa nera sugli occhi.
I due ragazzi spariscono salendo le scale. Muoversi, fare qualcosa. Capisco di averne bisogno anche io.
Anzi c'è una cosa che sento davvero di dover fare. Perché non voglio più restare indietro, voglio oppormi ai Rivoluzionari con tutte le mie forze, avere degli alleati che lo vogliano quanto me. E c'è un modo per garantirmi tutte queste cose.
Mi volto verso Veronica. Lei fissa il vuoto in silenzio, qualsiasi cosa Andy le abbia detto nel messaggio non aveva accennato a ciò che abbiamo appena sentito.
"Ver..." sussurro, e lei mi guarda "Come posso unirmi all'Alleanza?"
Per un attimo sembra sbiggottita, poi annuisce, chiude gli occhi e fa un respiro profondo.
Quando riapre le palpebre mi sembra che sia tornato almeno un po' di colore, le sue iridi verdi accese di nuovo, anche se più fiocamente.
"La cerimonia ufficiale sarebbe la rimozione dell'Occultazione e l'assegnazione di un Quartiere principale, nel tuo caso questo" spiega "Poi la gestione dei vari ruoli viene fatta dal Quartiere stesso e dal suo capo, anche se al momento non ho idea di chi comandi qui, quando tornerà sarà Lauren"
Ricordo bene che l'Occultazione è quel meccanismo che mi impedisce di saper dire dove si trova il Quartiere, riuscendo però a farmi conoscere la strada per arrivarci.
Annuisco. "Come si rimuove l'Occultazione?" chiedo alzando un sopracciglio "Serve un Mentale?"
"Non esattamente, ma io comunque non ho l'autorità per farlo, probabilmente dovrai aspettare che torni Lauren..." risponde Veronica strofinadosi le braccia come se avesse freddo.
"Fortunatamente per te non è così"
Io e Veronica ci voltiamo all'unisono. Una giovane donna sta camminando verso di noi, deve avere più o meno l'età della cugina di Andy, o forse meno. Porta i corti capelli castani pettinati in un ciuffo e gli occhi grigio-verdi sono contornati da una linea nera di eyeliner. Due linee parallele tatuate si avvolgono lungo il suo braccio destro dal polso alla spalla, dove scompaiono sotto la maglia nera.
Veronica sgrana gli occhi, come se l'avesse riconosciuta.
"Margot Blanchard? La nipote di Grant Blanchard?" domanda la rossa.
"In carne e ossa, mio zio voleva qualcuno di fidato che stesse vicino ai Ragazzi dell'Affresco" risponde la diretta interessata accennando un sorriso, il suo tono e la frase in sé però mi provocano un leggero brivido.
Margot si gira verso di me, per un secondo sembra squadrarmi, quasi a volermi analizzare, ma l'impressione passa subito. "Essendo la nipote del leader del Quartiere 1.1, nonchè dell'Alleanza negli Stati Uniti, ho l'autorità per rendere qualcuno membro ufficiale della nostra organizzazione" mi dice.
"Forse però prima dovrai avvertire il tuo amico Peter Lance" continua, io mi guardo attorno e mi accorgo che è effettivamente sparito, dopo la fine della proiezione "L'ho visto salire le scale mentre venivo qui, penso che tu debba andare a chiamare anche lui"
Per un momento la mia mente viene distratta dal fatto che allora è lei ad alloggiare nella mia - ormai non più mia - stanza con me.
Poi ritorno di colpo sulle sue parole e realizzo, sbiancando quello che intende. Hanno bisogno di fidarsi di lui, barriera o non barriera mentale, e l'unico modo è che entri a far parte dell'Alleanza.
Deglutisco, anche il pensiero che sia salito sul tetto inizia a preoccuparmi e non poco.
"Già, vado subito" saluto Veronica con la mano prima di incamminarmi, non senza una certa ansia, verso la porta delle scale.
Appena me la chiudo alle spalle e io mio piede è sul primo gradino sfreccio verso l'alto.
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Peter è in piedi sul bordo del tetto, le mani nelle tasche, guarda il sole che da poco si è levato dall'orizzonte, il cielo tinto di lilla e arancione. Eppure non emana serenità, per niente.
"Peete" lo chiamo, con voce che in teoria dovrebbe essere ferma "Che stai facendo?"
Risponde ma senza voltarsi. "Niente, osservo solo l'alba" sospira leggermente e si volta a guardarmi "Nessuna intenzione suicida Allison... non credo che sarei in grado di lasciare un mondo dove ci sei tu"
Quello che dice mi colpisce dritto al cuore, una sensazione di calore si irradia solo per un momento dal mio petto, sbatto le palpebre e sento di nuovo la pioggia fredda sulla pelle, la sensazione di impotenza. Cerco invano qualcosa da dire.
"Ma Andy, lui magari pensava lo stesso di Veronica, e invece si è sacrificato perché io potessi vivere" solleva le mani e se le guarda per qualche secondo "Sento il suo sangue sulle mani lo capisci?"
Sospiro, ma non rispondo. "Peete vieni via da lì, ti prego" dico invece, il cuore che batte a mille.
Lui mi fissa con gli occhi lucidi. Sembrano passare secoli prima che faccia un passo in avanti, e poi un altro e un altro ancora, fino ad arrivare davanti a me.
"Non sei stato tu, non l'hai ucciso tu" affermo piano "Questo lo sai bene quanto me"
"Ho scagliato il coltello" ribatte con voce rotta "Potevo fermarlo ma non ci sono riuscito, è stata la mia debolezza ad ucciderlo"
Non riesco a trattenermi e gli poso una mano sulla guancia, strofinando delicatamente il pollice sullo zigomo.
"Tu non sei debole Peter" dico decisa "E non è stata colpa tua, devi darti un po' di tempo per superarlo..."
Mi interrompo esitante, incapace di distogliere i miei occhi dai suoi. Lui sembra capire comunque e fa un piccolo sorriso mesto.
"Però hai bisogno di tempo anche tu" sospira, sempre con quell'espressione affranta, ma in qualche modo anche comprensiva "Lo so"
Annaspo cercando qualcosa da dire. Devo spiegargli che non è colpa sua, perché sono io che non riesco a fare a meno di pensare al molo quando guardo il suo viso. E non vorrei neanche ma la mia mente sembra farlo da sola, sta diventando insopportabile.
Ma lui, di nuovo, capisce lo stesso. Non mi giudica. Mi guarda solo con gli occhi pieni di comprensione e poggia una mano sulla mia sopra la sua guancia.
Peter si china piano in avanti e inizialmente penso voglia baciarmi, poi le nostre mani unite scivolano via e mi stringe semplicemente tra le braccia.
Ricambio l'abbraccio affondando il viso sulla sua spalla, dove ormai alcuni ciuffi dei suoi capelli scuri mi solleticano le palpebre da quanto sono diventati lunghi.
"Ti..." il ragazzo interrompe per un attimo il suo sussurro "Voglio bene, Supernova"
"Supernova?" domando incuriosita, sciogliendomi dall'abbraccio.
"Si, sul ponte... Quando hai fatto andare via Reannon e Micheal" accenna un piccolo sorriso "Sembravi l'esplosione di una supernova"
Faccio per ribattere, ma alla fine alzo le mani arrendendomi leggermente divertita.
"Comunque, perché sei venuta quassù?" mi chiede dopo "Avrai avuto un motivo prima di essere distratta dalle mie presunte intenzioni suicide"
"Si, si certo" replico "A quanto pare c'è la nipote del capo dell'Alleanza giù di sotto, e può farmi entrare, ero venuta chiederti se anche tu... Beh hai capito"
Annuisce, quasi amaramente.
"Perché ho scelta?" ribatte Peter.
Sospiro. "C'è sempre una scelta..." provo a dire, rassegnandomi subito.
"Lo sappiamo entrambi che non c'è Allison" dice lui "Ma va bene, va bene lo stesso, se posso oppormi a mia sorella va bene così..."
Lo ringrazio silenziosamente con lo sguardo.
Lancio un ultimo sguardo al sole che si leva dall'orizzonte prima di seguire Peter verso le scale.
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Tutti desiderano di essere speciali. Anche i più sedentari e abitudinari in cuor loro sperano che qualcosa di diverso, di nuovo, entri nelle loro vite per cambiarle, poco o completamente non importa.
Io ero una di quelle persone che invece pregano ogni giorno di essere speciali, diverse, leggendo libri e preferendo quei mondi alla realtà. C'è chi vuole essere un eroe, chi spera in un'avventura, chi non ci spera ma alla fine si rivela essere la cosa migliore mai capitatagli.
A me è successo il contrario. Lo volevo, lo volevo così tanto, e l'ho avuto, ho avuto i miei poteri e tutt'ora è in corso quella che si potrebbe definire come la mia avventura.
Ma adesso, dopo tutto quello che è successo, è davvero valsa la pena di avere quello che volevo, essere speciale, in cambio di tutto il dolore?
Non lo so dire.
So solo che da adesso inizia la mia vera battaglia. Da adesso non voglio più avere paura.
Margot mi fissa con quei suoi occhi enigmatici, prima di avvicinarsi per sussurrarmi qualcosa all'orecchio. Non afferro le parole, talmente parla sciolta e veloce, non credo nemmeno sia inglese, quando però la sua frase finisce sento qualcosa ai marigini della mia coscienza sollevarsi, andare via.
La ragazza si allontana da me e ripete lo stesso procedimento con Peter, per poi piazzarsi davanti a noi, le mani dietro la schiena.
"Allison McLandon, Peter Lance" esclama Margot Blanchard "L'Occultazione è stata ufficialmente rimossa dalle vostre menti, appartenete al Quartiere 1.8 di San Diego, giurate voi di seguire sempre la causa, rispettare le regole dell'Alleanza, proteggere gli Ordinari e opporvi con tutta la vostra forza al regime Rivoluzionario?"
Io e Peter ci scambiamo un rapido sguardo prima di rispondere simultaneamente. "Lo giuro" dichiaro.
La giovane donna annuisce. "Benvenuti nell'Alleanza" ci guarda quasi con orgoglio.
Mi sforzo di sorridere eppure non ci riesco, non ancora. Mi chiedo come possa essersi sentito Andy ad entrare nell'Alleanza, poi mi do della stupida realizzando che lui ci è nato, i suoi genitori già ne facevano parte, e dopo la loro morte a scelto di restare, di vendicarsi.
Forse se si fosse solamente tagliato fuori ora come ora sarebbe vivo penso E tu non l'avresti mai incontrato...
"Ehi" non mi accorgo che Jake si è avvicinato finché non mi saluta. Lui, Matthew e Veronica sono stati gli unici spettatori, come ha detto Margot non serve una cerimonia se qualcuno decide di fare del bene. Questo non esclude che entro domani tutta l'Alleanza saprà che tre dei Ragazzi dell'Affresco sta con loro.
In tutto questo la grande incognita è Jake, anche se credo di sapere cosa deciderà alla fine. Lo saluto a mia volta.
"Allora, come ci si sente a far parte dell'Alleanza?" chiede, facendo un ampio gesto con le mani.
Inclino la testa. "Beh, in realtà" alzo le spalle "Normale"
"E tu?" aggiungo "Che farai?"
Jake scrolla le spalle. "Non sono più sicuro che l'Alleanza faccia per me" commenta "Però so cosa devo fare, abbiamo un compito molto importante da svolgere, e, beh, Mary Ferne mi ha fatto davvero una bella impressione a San Francisco, quindi credo che seguirò l'esempio di Matthew"
"Compagnia della Luna?"
"Già..." si ferma per un secondo, come fosse pensieroso "Ti da fastidio?"
Sgrano gli occhi. "Cosa? No!" scuoto la testa con vigore "Affatto, Jake è la tua scelta, non la mia"
Questa volta vedo Matthew avvcinarsi e gli faccio un cenno di saluto per prima. Vedendoli così insieme mi torna in mente che prima sono entrambi andati a controllare la chiavetta di Andy.
"Allora, che avete trovato su in sala computer?" domando.
"Abbiamo solo dato un'occhiata superficiale, ma sulla chiavetta sembra esserci un sacco di roba utile per trovare quei bambini" è Matthew a rispondere, si vede che è un po' sbattuto per gli ultimi eventi, ma il ciondolo a forma di mezza luna sul suo petto sembra ridargli le forze, almeno in parte "C'era anche una sorpresa per Jake"
L'interessato infila una mano in tasca, estraendo una manciatina di piccole palline argentate e lucide, della grandezza di biglie di vetro. Inclino la testa incuriosita.
"Sono delle specie di Catalyst in minatura, come delle cariche per il mio potere" spiega Jake, con espressione nostalgica "Ne ha fabbricate solo alcune, lasciando le istruzioni per fabbricarne delle altre, pensava che Gavin ne sarà in grado..."
Un suono gracchiante si diffonde nella stanza, tutti e tre alziamo contemporaneamente la testa. "Non è il citofono?" domanda Matthew.
Si risponde Veronica con la mente, passandoci accanto È lui, non so perchè così presto.
La seguo vicino al quadrante, dove c'è uno schermino che mostra il video delle telecamere nascoste vicino al cancello. La rossa però si piazza davanti, impedendomi di vedere.
Quasi subito prende un respiro improvviso come fosse sopresa, affrettandosi a prendere la cornetta. "Ti apro, ti apro subito" dice frettolosa, premendo il pulsante che apre il cancello.
"Ver!" provo a fermarla, prima che parta come un razzo verso il vialone d'entrata "A chi hai aperto?"
Guardo verso lo schermo del quadrante, ma quello che riesco a vedere è solo una schiena, che sparisce entrando nel cancelletto.
La seguo, alzando le spalle in stile ah non chiedete a me, quando passo accanto agli altri ragazzi, Margot sembra sparita. Tempo due secondi e Peter, Jake e Matthew stanno seguendo me.
Raggiungo Veronica solo perchè si è fermata. A quanto pare chiunque sia arrivato aveva tanta fretta quanto lei, perchè due figure sono già a metà strada verso il Quartiere.
Sono un ragazzo e una ragazza, di lei riesco a scorgere i capelli nerissimi, lunghi fino alle spalle, che sbucano da un berretto giallo, lui è alto, i capelli castani. Che siano mai...? penso.
La rossa riprende ad avanzare, questa volta con molta più calma, questo da più tempo ai ragazzi di raggiungerci, con Jake che puntualmente chiede cosa stia succedendo col pensiero.
Matty tu non hai più quelle extra percezioni? aggiunge, sperando che almeno il biondo possa rispondere alle sue domande, dato che noialtri siamo troppo concentrati su chi sta arrivando.
Il Veggente si limita a dirgli di smetterla di stressare e aspettare due secondi.
Appena arriviamo abbastanza vicini capisco il perchè della fretta di Veronica.
Lauren... e Sawyer
La rossa percorre gli ultimi metri che ci separano da loro correndo ad abbracciare la ragazza, che ricambia calorosamente. Eppure c'è qualcosa di triste, non so se Lauren sa o meno di suo cugino, ma credo lo scoprirà presto.
Invece è lei a sorprendermi.
Sciogliendosi dall'abbraccio di Veronica le posa le mani sulle spalle, chiude gli occhi con espressione triste e si schiarisce debolmente la voce. "Non ha cambiato idea vero?" chiede piano.
Capiamo subito tutti a cosa si riferisce.
La rossa sbatte le palpebre per ricacciare indietro le lacrime - e così faccio io - e scuote la testa, senza dire nulla.
"Se solo fossi arrivata prima..." la cugina di Andy si asciuga gli occhi con le mani "Ho provato a convincerlo, gli ho detto di aspettare, che stavo tornando, che avremmo trovato un'altra soluzione..."
Lancio un sguardo a Peter, ha gli occhi chiusi, come se cercasse di evitare di spezzarsi. La mia attenzione viene però distolta da Lauren, che, dopo essersi concessa qualche momento, fa un respiro profondo.
Sawyer le ha appogiato una mano sulla spalla. Sembra che il viaggio di ritorno dall'Arizona non sia stato piacevole per entrambi, lui ha un livido violaceo in via di guarigione appena sotto l'occhio - non che l'occhio nero rovini la sua lentigginosa bellezza - ed entrambi stanno usando i vestiti che indossano da almeno una settimana, secondo le mie stime.
Gli occhi color ghiaccio di Lauren sono ancora lucidi, ma brillano di risolutezza. Ci guarda uno ad uno.
"Quindi... Ragazzi dell'Affresco"
Quando pronuncia quelle parole so che ormai è un dato di fatto. Siamo i Ragazzi dell'Affresco e ci vedono come tali. I nostri alleati e i nostri nemici sanno come ci chiamiamo, nome e cognome.
"Spero siate pronti, perchè abbiamo dei bambini da salvare"
SPAZIO AUTRICE
Buongiorno a tutti.
Vi risparmio la storia lunghissima do quello che ho chiamato "Il Blocco di febbraio", non è una bella storia, parla di VUOTO TOTALE e di ISPIRAZIONE ZERO (e/o nei momenti sbagliati).
Perchè? Beh, perchè questo è ufficialmente l'ultimo capitolo di questo libro. È l'ultima volta che sentite parlare Allison, almeno per un po'.
Ma non disperate, perchè c'è ancora l'epilogo, e riserva non poche sorprese.
E ora vorrei farvi una domanda, anche ai lettori più silenziosi e meno commentatori chiederei di rispondere. Essendo ora alla fine...
Chi è il vostro personaggio preferito, tra tutti?
Può sembrare una domanda stupida ma mi interessa davvero.
Vi informo che intanto sulla mia raccolta di aesthetics ho postato quelli dei personaggi se vi va di dare un'occhiata. E che dopo l'epiologo pubblicherò un piccolo extra, ma di cui ancora nonnvi spoilero nulla.
Dovrete attendere anche per le anticipazioni riguardanti il secondo libro, anche se credo che abbiate capito a cosa ruoterà attorno.
Vi voglio un mondo di bene 💕
Ci vediamo al prossimo...ah no... Allora: preparatevi all'epilogo 😘
Cami 💫
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