24. Santa Monica

(e quindi ci siamo... Non c'è lo spazio autrice alla fine di questo capitolo, capirete perchè, quindi ci vediamo solo qui... Godetevi l'inizio di questo finale)

Tic-tic-tic-tic-tic-tic...

Matt se devi sfogare la frustrazione non farlo sulla portiera, ti prego penso.

Scusa fa lui, iniziando a tamburellare le dita sul ginocchio, che fortunatamente contro il tessuto dei suoi jeans chiari non fanno rumore.

"Quanto manca?" chiedo invece ai sedili davanti.

"Non molto, quaranta minuti e siamo a L.A. poi dobbiamo arrivare al molo" risponde Andy incolore.

Lo osservo mentre guida, gli occhi fissi sulla strada, il viso serio. C'è qualcosa che non va, lo sento, eppure si chiuso a riccio ormai da ore.

Man mano che ci avviciniamo alla città il cielo si fa sempre più nuvoloso. Viva i buoni presagi.

Fortunatamente la I-5 non è troppo trafficata il giorno prima di Pasqua, ma ho comunque la sensazione di avanzare a rilento, di non essere in tempo.

"Attenzione!" esclama Matthew all'improvviso, dopo che Reannon gli ha sottratto i pezzi di futuro il suo Dono per compensare ha acuito le sue percezioni sull'immediato, come un sesto senso.

C'è un forte scoppio, seguito dalla nostra macchina che inizia a traballare. Andy impreca. "La gomma!" esclama, dando uno strattone al volante quando vede un'area di sosta.

La jeep sbanda, finendo sul polveroso spiazzo ricavato al lato dell'autostrada al contrario, qualcuno dietro di noi suona il clacson ma nessuno si ferma.

"Vomito" dice Jake una volta che ci siamo fermati.

"Ti prego no" supplica Matthew, nello stesso momento il cui Andy ci ordina di scendere.

Io che sono in mezzo devo aspettare che uno dei ragazzi apra la portiera, poi scendo girando attorno all'auto insieme a Matthew, vedendo dove sono raggruppati tutti, davanti alla ruota ormai quasi completamente sgonfia floscia sul cerchione.

Qualcosa di aguzzo e metallico sbuca dalla gomma nera, Veronica al mio fianco prende un grosso respiro, ha già il bastone in mano.

"Morgan" sibila la rossa, voltandosi subito dopo nella direzione da cui provenivamo "Arrivano"

Guardiamo tutti dove indica: si sta avvicinando rapidamente un gruppetto di persone, con intenzioni poco gradevoli visibili anche da lontano, capeggiato da una donna dai lunghi capelli cremisi, una donna che conosciamo molto bene.

Veronica stringe la presa sul suo bastone, furiosa, mentre io mi posiziono al suo fianco. Matthew apre la portiera e afferra la sua spada corta, che non gli vedo usare da un bel po'.

"Jake puoi assorbire la gomma" esclama Andy, mentre lancia a terra i due dischetti dei bracci meccanici "Solo quella, non il cerchione, poi abbiamo quella di scorta"

Mentre Jake esegue le indicazioni del ragazzo, io fisso l'apparecchio contrassegnato come Eliah, sapendo bene cosa nasconde.

I Rivoluzionari si fanno sempre più vicini. "Ora vediamo un po' chi di loro ha un telefono" mormora Andy e i suoi occhi si illuminano. Due delle sette figure si accasciano a terra stringendosi un fianco, dove probabilmente i cellulari sono esplosi, ancora prima di raggiungerci.

Il resto si scontra con noi.

Veronica diventa invisibile al mio fianco ed ingaggia un combattimento con Morgan. Sussulto quando vedo la donna che mi sta venendo in contro, impugnando un piccolo coltello. Una piccola lama, ma comunque lama che io non ho.

L'adrenalina mi centra in pieno petto. Allungo le mani e una grossa zolla dell'arido terreno californiano viene strattonata in avanti, la donna fa appena in tempo ad abbassarsi, schivando il mio colpo, ma l'ho comunque rallentata.

Mi slancio in avanti, colpendo con un calcio la mano che impugna il coltello e facendolo volare via. Il mio momento di gloria dura poco perché la donna si alza e mi attraversa, letteralmente mi passa attraverso, sbucandomi alle spalle e dandomi una spinta, facendomi cadere in avanti.

Mi sbuccio un po' le ginocchia sul terreno, ma nulla di grave. Voltandomi però mi ritrovo un altro di quei piccoli fastidiosi coltellini puntato sotto il mento. La donna mi sorride schernendomi dall'alto, gli rispondo con un occhiolino.

Subito dopo il pomello dell'arma di Matthew si abbassa sulla sua testa, facendola stramazzare al suolo. Il Veggente mi porge la mano per aiutarmi e io mi ci appoggio per tirarmi in piedi.

"Grazie" gli dico.

"Prego, anche se probabilmente si esaurirà spero di riuscire a sfruttare ancora per un bel po' questo sesto senso" replica, spalancando poi improvvisamente gli occhi "Alli-"

Qualcosa mi afferra la caviglia, strattonandomi verso l'alto. Strillo ritrovandomi a testa in giù, sollevata di parecchi metri da terra, la mano di Matthew è alzata verso di me, ma non riesco ad afferrarla in tempo. Qualsiasi cosa abbia avvolta sopra il mio piede è ruvida e mi graffia la pelle, forse una corda.

Analizzo la situazione dalla mia prospettiva al contrario. Veronica sta ancora combattendo contro Morgan e nessuna delle due sembra voler cedere, Jake sta tenendo a bada due avversari contemporaneamente grazie all'energia che ha assorbito, al momento giusto lancia una scarica luminosa, che fa volare entrambi lontano. Guardando Andy noto una corda grezza avvicinarsi silenziosa alle sue spalle, non faccio in tempo ad urlargli un avvertimento che questa gli si avviluppa attorno alla vita sollevandolo proprio come me, Otis e Eliah non si vedono da nessuna parte, probabilmente li ha disattivati.

Volto la testa e vedo una ragazza asiatica, alta e slanciata, cone le mani tese in alto e molteplici corde che sembrano uscirgli direttamente dalla schiena.

Guardo la corda avvolta attorno alla mia gamba, è una sola. La caduta è abbastanza alta ma posso farcela. Prendo la decisione in pochi secondi.

Le mie mani prendono fuoco, con un colpo di reni mi tiro su e prima che la ragazza possa vedermi mi aggrappo alla corda. Brucia quasi subito e io rimango per qualche istante come sospesa nel vuoto, fissando il cielo. Poi l'impatto col terreno mi toglie tutta l'aria dai polmoni.

Mi stringo le mani al torace e mi faccio forza, ma quando provo ad alzarmi in piedi non ci riesco. Che idea del caspio.

Ad un tratto il mio campo visivo viene attraversato da Jake, appeso come un salame per le braccia, che scalcia e si dibatte. Rotolo su un fianco e vedo Veronica appesa storta per un braccio e una gamba, i capelli rossi che si sono sciolti dalla coda, che urla per la frustrazione e la rabbia mentre Morgan la guarda di fianco.

La mia gabbia toracica però sembra sul punto di scoppiare quindi non riesco a fare nulla. Da qualche parte dietro di me arriva una voce familiare.

"No il biondino no" esclama Ashley, presumo nella direzione della Ragazza-Corda "Devo finire quello che ho iniziato a scuola"

"No! Schifosa... Traditrice" urla Jake, scuotendo le gambe, mentre io cerco di alzarmi, guardando nella direzione della ragazza e del Veggente.

"Eppure una volta ti piacevo" se la ride lei. Però si distrae da Matthew, che le riserva lo stesso trattamento della donna bionda di prima.

Riesco finalmente a sollevarmi. Distrai la ragazza con le corde guardo il biondo e lui annuisce, iniziando a dirigersi verso di lei.

Non abbiamo tenuto in conto Morgan, che lo intercetta a metà strada, brandendo un pugnale. La ragazza che tiene legati gli altri però ne risulta distratta comunque, ed io sfrutto quei pochi secondi.

Intorno a me rallenta tutto mentre mi concentro, lascio fluire l'adrenalina fuori da me, sulle punte delle mie dita protese in avanti. Si formano quattro palle di fuoco, non troppo grandi ma sufficientemente calde, che indirizzo contro le corde.

Nessuno dei miei amici è troppo in alto, ma comunque non cadono giù come piume. Ohi, ohi, ohi si lamenta infatti Jake col pensiero, mentre si stringe la caviglia Non potevi trovare un'altro modo per farci scendere?

Ti sembra il momento? ribatto io, concentrandomi poi sulla Ragazza-Corda che mi fissa inferocita.

L'urlo di Morgan però sembra interrompere lo scontro, ha una mano sul braccio, dove la spada di Matthew a lasciato una mezzaluna cremisi. La donna si allontana rapidamente e lui le punta la spada contro.

"Ho finito... Di subire da voi" dichiara anismante il Veggente, non vedo la sua faccia, ma deve essere sicuramente molto minacciosa.

"Hina" chiama Morgan "Prendi Ashley, è l'unica che è pericoloso lasciare"

Provo a fermarla ma le corde si avvolgono troppo velocemente alla ragazza, portandola subito da Hina, che nel mentre si è posta al fianco della Leader dei Nathair. "E gli altri?" le domanda.

"Non hanno il tempo di catturarli come si deve" ghigna Morgan, ma purtroppo so che ha ragione "E non hanno nemmeno idea di cosa li aspetta, vi consiglierei di non provare a seguirci, il vostro tempo sta scadendo"

La cosa più inquietante è che dopo aver pronunciato queste parole scocca un lungo sguardo ad Andy, che si è alzato in piedi, tenendosi un braccio.

Fisso le Nathair allontanarsi, Veronica protesta provando a seguirle, ma Andy la afferra per la vita tirandola indietro.

"Ti prometto che vendicherai tua madre, ma non ora" le dice dolcemente "Ora dobbiamo andare però"

Jake viene zoppicando verso di me, tiene la caviglia sinistra quasi completamente alzata, e la poggia cautamente ogni volta che deve avanzare di un passo, così alla fine mi muovo io verso di lui, intercettandolo a metà strada.

"Meglio se ti do una mano eh?" domando, passandomi nel mentre il suo braccio sulle spalle.

"Era da un bel pezzo che non vedevo Ashley, cavolo fa ancora male" commenta lui, più parlando a sé stesso.

Andy ci passa di fianco andando verso il baule della jeep. "Dobbiamo sbrigarci, ora prendo la gomma di scor-" si interrompe una volta aperto il portellone, per un momento sembra sul punto di dare di matto, poi fa un respiro profondo "Che ci fai tu qui?"

Matthew e Veronica si affrettano accanto a lui, io e Jake li raggiungiamo più lentamente. Un oh lascia le mie labbra quando vedo Margaret, rannicchiata nello spazio stretto con addosso uno dei suoi vestitini bianchi un po' hippie, che si morde il labbro, guardandoci con occhi angelici.

"Dimmi che c'è anche Gavin e giuro che..." Andy lascia in sospeso la frase.

"No non c'è" dice la ragazzina, gesticolando per farci spostare e saltando fuori da baule, appoggia una mano sulla spalla dolente di Andy "Va meglio ora?"

"Oh non provare a..." inizia lui, ma con il sollievo evidente in volto.

"Vi posso essere utile, e voglio aiutare Peter quanto voi" dichiara Margaret incrociando le braccia al petto.

Il ragazzo fa per ribattere, ma lo interrompo io. "Non abbiamo tempo" dico semplicemente.

Mi guarda per un secondo, poi si volta e afferra la gomma di scorta, girando attorno alla macchina per montarla.

In pochi minuti la ruota è come nuova, minuti che comunque mi sembrano troppi. Continuo a guardare a nord, mentre il cielo si fa sempre più cupo.

Risaliamo tutti in macchina, mentre Margaret se ne torna nel suo caro baule, con qualche protesta ed Andy che le dice che se l'è cercata.

************************************

Quando arriviamo a Los Angeles non ha ancora iniziato a piovere, ma ogni tanto forti rombi di tuono squassano il cielo.

Andy decide di parcheggiare non troppo vicino al molo, per osservare prima la situazione da lontano. Per miracolo riusciamo a trovare un posto sul lungomare.

Scorgiamo in lontananza il profilo del molo di Santa Monica. "Cavolo ci assomiglia davvero tanto" commenta Matthew, sollevando il suo quaderno per metterlo accanto alla realtà "Avrei dovuto capirlo molto prima credo"

Puoi si ferma, chiude gli occhi, fa un respiro profondo ed assume un'espressione grave.

"Dobbiamo sbrigarci" dice nervosamente.

Nessuno aggiunge altro, e ci incamminiamo lungo il camminamento pedonale che costeggia la spiaggia. Mi stringo nella mia felpa per il freddo e mi ritrovo a camminare accanto a Veronica, Andy cammina davanti, seguito a poca distanza da Margaret, poi Jake e Matthew che camminano affiancati e infine noi.

"Sei riuscita a capire che cos'ha Andy?" le domando a bassa voce, per non farmi sentire dall'interessato.

Scuote la testa. "C'è qualcosa che non va" mormora "Non è così chiuso, di solito"

"Credi sia lo stress?" aggrotto le sopracciglia.

"Mmh, no" risponde lei "Quando è nervoso di solito è anche più impacciato, non so che pensare"

Io non aggiungo nient'altro e camminiamo per un po' in silenzio.

"Mi spiace che non siamo riusciti a catturare Morgan" le dico infine "Per aiutare tua madre, sai"

"Sono stata in ospedale stamattina, i cupcake li ho presi in un posto lì vicino che conoscevo" mi rivela, infilando le mani nelle tasche dei jeans "Mia madre è sempre uguale, e i dottori non si spiegano il suo coma, io invece lo so e non posso dire niente, non posso dire che è così perché le manca qualcosa, e quel qualcosa ce l'ho io"

"Nom puoi restituirglielo, vero?" le chiedo, quasi sicura della risposta.

"Se potessi l'avrei già fatto" sospira "Ma a quanto pare non posso restituire qualcosa che mi è stato donato, da questo il fatto che catturerò Morgan, la trascinerò in quell'ospedale, e le farò dare il suo Dono a mia madre, in modo che possa svegliarsi"

Taciamo di nuovo entrambe. Un signore di mezza età che tiene per mano un bambino ci ferma e chiede per quale motivo Veronica porta appeso sulle spalle un bastone da combattimento, il figlio sembra più interessato del padre. Lei gli risponde che è per un allenamento di kung-fu per liquidarlo in fretta prima che gli altri ci distanzino.

Lancio un'ultima occhiata ai due e sorrido. Il bambino si sta lamentando perché il parco divertimenti era chiuso ed il padre cerca di rassicurarlo promettendogli che torneranno domani al molo.

Al molo? Sgrano gli occhi.

Jake avverti Andy, ci abbiamo preso, il molo è chiuso penso, inviando il messaggio al mio amico poco più avanti.

Perchè dovrebbe essere chiuso? Se vogliono creare una catastrofe non è meglio che ci sia più gente possibile? ribatte lui.

Non lo so, c'è qualcosa di strano, meglio se ci fermiamo un attimo a discutere commento io.

Ma ormai siamo praticamente arrivati. Passiamo oltre il parcheggio che c'è alla base destra del molo, superiamo il Bubba Gump e ci fermiamo ai piedi della scala che porta al di sopra, su una passerella di legno sulla sabbia. C'è un cartello sul primo gradino.

Molo di Santa Monica chiuso per problemi di manutenzione, riapertura a breve

"Jake mi a riferito quello che hai detto" mi dice Andy una volta che siamo riuniti "Anche io penso sia strano, ma non abbiamo molte alternative se qui c'è Peter"

"Lo so" borbotto "È solo che ho un brutto presentimento"

Per un momento penso di vedere della paura sul suo volto, ma un secondo dopo ritorna serio. Guarda Margaret. "Tu resti qui" dichiara fermo, prima che lei possa protestare ha già continuato "Potrebbe esserci da combattere e non ne sei pienamente in grado, ci sarai utile se resti al sicuro, in modo da poter venire in nostro aiuto se ce ne sarà bisogno"

Lei sbuffa ma alla fine annuisce. "Sono comunque meglio di Jake" biascica Margaret.

"Questo" commenta Jake "Non è affatto vero"

Andy ci guarda e deglutisce. Sono convinta che c'è qualcosa che non va, il suo petto si alza e si abbassa più veloce del normale, è come se cercasse di trattenere qualcosa.

"Allison, Jake, Matthew e Margaret potreste andare un attimo in avanscoperta in alto alla scala?" ci chiede, passandosi una mano nel ciuffo color caramello "Avrei bisogno di parlare un attimo con Veronica"

Jake è l'unico che sembra dubbioso ma io e Matthew lo prendiamo per le braccia e ce lo tiriamo dietro sulla scala. Andy e Ver si spostano dietro al ristorante, fuori dal nostro campo visivo.

Ci accucciamo sull'ultimo gradino, guardando il pontile deserto. I miei genitori - già ripensare a loro è doloroso - mi hanno raccontato che quando ero piccola, ancora vivevamo in Italia, venimmo a L.A. in vacanza e mi portarono al molo. Francamente non ricordo molto, se non che era affollato, fa strano vederlo così vuoto.

"Cos'è che deve confabulare con Veronica?" domanda Jake accigliato.

Matthew si stringe la radice del naso, scuotendo la testa. Io mi limito a ridacchiare mentre Margaret sgrana gli occhi. "No, ma dico, che ti passa in quella testa per non capire una cosa così palese?" esclama la Guaritrice. Lui aggrotta le sopracciglia.

"Meglio se utilizzi le tue fantastiche doti di osservazione per ispezionare questo molo, intanto che li aspettiamo" Matthew batte una mano sulla spalla di Jake "Non sforzarti troppo"

Il ragazzo sbuffa, lanciando un'occhiatacia al Veggente, per poi salire di un gradino e posizionarsi accanto a lui per osservare il pontile.

"Guarda che stavo scherzando" bisbiglia il biondo.

"Sta zitto" sibila Jake.

Io e Margaret cerchiamo di carpire qualcosa dalla conversazione che sta avvenendo in basso alle scale, ma non riusciamo a sentire nulla.

Dopo qualche minuto alla base della scalinata sbucano i due ragazzi, Andy tiene lo sguardo fisso a terra, eppure emana ancora quell'aria strana, Veronica cerca di rimanere impassibile ma i suoi occhi verdi praticamente risplendono.

Che c'è? Che è successo? le chiedo estasiata.

Lei cerca di soffocare un sorriso. Dopo mi risponde.

"Nessuna attività sospetta" riferisce Matthew "Non sembra esserci anima viva"

Andy annuisce con un minuscolo sospiro.

Oh dei ma che ha?

"Sarà meglio andare allora" dice.

************************************

Ci muoviamo in silenzio sul pontile. Ogni tanto Veronica si guarda alle spalle per controllare se qualche passante ci sta osservando, ma ormai siamo lontani da dove sono posizionati i vari cartelli di divieto d'accesso.

Passiamo accanto ai vari ristoranti e bancarelle. Ad un certo punto tra due di esse scorgo delle figure. Subito scatto sull'attenti, ma mi rilasso appena noto che sono due ragazzi, probabilmente della mia età.

Uno mi rivolge un cenno di saluto, mentre soffia una bella quantità di fumo fuori dalla bocca. In poco siamo passati oltre.

Arriviamo alla svolta che porta a Pacific Park, dove c'è la ruota e l'ottovolante ed Andy volta la testa con sicurezza.

"Nel disegno sono rappresentate la ruota e l'ottovolante giusto, potrebbe essere in questa direzione" afferma poi guarda il Veggente.

Matthew ha lo sguardo perso, come se vedesse oltre la colorata ruota panoramica, contrae la mascella e fa una smorfia concentrata prima di girarsi.

"Matt?" domando esitante.

"Si, credo, non costa nulla provare" mormora.

Andy annuisce e ci guida in quella direzione, le piccole attrazioni in cui puoi vincere peluche a cui passiamo accanto sono tristi così chiuse.

Non so se sia impaziente o cosa ma Andy ci ha distanziato. Poi le cose sembrano accelerare di colpo.

Scorgo un movimento alla base della ruota panoramica. Matthew si blocca di colpo, sbatte gli occhi, poi grida qualcosa e si lancia in avanti per afferrare il polso di Andy.

Sfiora la manica della sua felpa, poi va a sbattere contro qualcosa di invisibile.

"Andy!" grida Veronica alle mie spalle, corre in avanti e picchia le mani contro la cosa di invisibile, come un vetro che la separa da lui.

Papà? penso io.

Matthew è a terra dove è rimbalzato dopo la collisione col campo di forza. Si stringe la testa, mormorando frasi sconnesse.

Andy, dall'altro lato, ci guarda sorpreso, ma non abbastanza sorpreso. Il mio cervello inizia a mettersi al lavoro per capire qualcosa.

Il Veggente si mette seduto e guarda il ragazzo dietro la barriera con le lacrime agli occhi. "Sei stato tu, li ho dati a te, non li ha presi lei" biascica confusamente.

"Cosa?" esclama Jake "Puoi spiegarci perfavore?"

Poi succede una cosa strana. Il biondo si volta verso di noi e mi sembra di cadere nei suoi occhi grigi.

Sono nell'infermeria, mi alzo di scatto, ritrovandomi Andy davanti. "Lei... Cercherà di prenderli... Il futuro..." balbetto "Prendili tu, non deve averli, non può avere il futuro"

Il ragazzo sembra capire subito di cosa sto parlando e mi fissa serio. "Sei sicuro?" domanda.

Annuisco con decisione ed afferro il suo avambraccio.

Sento tutto diventare nero, come è successo nella sala del Catalyst, però stavolta è come se qualcuno mi ci stesse trascinando. Lascio fluire fuori da me una serie di immagini e suoni sconnessi, solo parte dei quali è decifrata, e c'è morte, dolore. Do tutto ad Andy.

No. Matthew da tutto ad Andy.

Ricado nel buio.

Ritorno di colpo nel mio corpo, guardo Andy dietro al campo di forza. Tutti lo guardiamo. È la prima volta che con la nostra telepatia ci trasmettiamo frammenti di immagini oltre che parole, ma è un problema completamente secondario.

"Andy che sta succedendo?" chiede Veronica, la voce tremante.

"Mi dispiace" mormora lui, triste.

Uno sfrigolio azzurro e al dilà del campo di forza, nello spiazzo davanti alla ruota panoramica, compare Peter. Un altro lampo azzurro e più in là, sotto alla biglietteria sbucano i due gemelli Nathair. In alto, dentro una delle piccole cabine, ci sono Mike Vix e Reannon.

Quest'ultima ci guarda, lo sguardo di ghiaccio e il sorriso si scherno."Benvenuti" esclama "Per prima cosa, abbiamo da recapitare un messaggio molto importante ai quattro Ragazzi dell'Affresco, che sarebbero cinque, ma il mio fratellino mi vuole bene, no?"

Deglutisco. Come lo sanno? Sta andando tutto male.

Peter è immobile, lo sguardo fisso, ora per sua sorella è inutile fingere di non controllarlo. Fa qualche passo in avanti e posiziona un dispositivo che non riesco a scorgere bene ai suoi piedi, tra lui ed Andy.

Un ologramma azzurrognolo prende forma davanti ai nostri occhi.

È un uomo, alto, slanciato, tutto gomiti e ginocchia, indossa uno smoking come fosse un evento importante. I capelli sono tirati indietro dal gel, e gli occhi contornati da un paio di occhialli ovali e sottili, ha un pizzetto curato e due sottili baffi, arricciati alle estremità.

La consapevolezza di chi possa essere mi investe all'improvviso, terrorizzandomi.

"Allison McLandon, Jake Sanders, Matthew Ferne, Veronica Ayers" sentire il mio nome pronunciato dalla sua voce tagliente mi fa rabbrividire "I Ragazzi dell'Affresco, pensavate che non l'avremmo scoperto prima o poi? Non credo di avere bisogno di presentazioni"

"Belirut" sibila Veronica tra i denti.

"Si dice che voi, o ci distruggerete, me in particolare, o ci aiuterete a distruggere loro, quindi dato che sono una persona previdente, ho fatto questi" allunga una mano, sopra cui compare un documento.

È la versione moderna di un documento dei ricercati del vecchio West. La mia foto è presa dall'annuario dell'anno scorso, viva o morta c'è scritto sotto, con una bella cifra per viva, e una solo un pochino meno bella per morta. Il documento cambia ed è per Matthew, poi per gli altri due.

"Oh mio..." a Jake si mozza il fiato in gola.

"Li farò girare un po' tra i miei contatti, magari sarò fortunato, altrimenti verrò io stesso a prendervi" il capo della Legione è impassibile, ma il suo compiacimento è palese "Non sarà difficile annientarvi se non avrete più una guida" e la trasmissione di interrompe.

Appena processo quello che ho sentito guardo Andy e la matassa di sbroglia. È questo che vuole fare, farsi uccidere? Però c'è Peter di fronte a...

"N-no..." non mi importa se la mia voce suona come un piagnucolio.

Jake si lancia in avanti ed inizia a pestare le mani sul campo di forza. Matthew se ne sta fermo, fissa il vuoto, completamente perso, i suoi occhi si riempiono di lacrime.

Veronica deve essere l'ultima a realizzare, o almeno a voler realizzare. Capisco che ha capito quando la sento singhiozzare, fare due passi avanti e poggiarsi al campo di forza chiamando Andy.

Vedo Peter estrarre qualcosa dalla tasca del suo giubbotto - il suo leggendario giubbotto di jeans - con movimenti rigidi. Quel qualcosa risplende di una fredda luce assassina.

Lui lo sapeva, per far cedere il controllo di Reannon su di lui Peter deve essere obbligato a fare qualcosa che mai farebbe, qualcosa che indebolisca lei, al punto di non poter più riprendere il controllo prima che venga applicata la barriera mentale. Non questo però, non questo, perfavore...

Mi lancio anche io in avanti, battendo i pugni sul campo di forza. "Papà!" urlo, perchè in cuor mio so che è lui a separarmi dal mio amico "Ti prego, papà!"

Peter solleva il coltello con la telecinesi all'altezza del viso. Si vede anche da fuori che sta combattendo una battaglia con se stesso.

Provo a colpire la barriera con il fuoco, con l'acqua, con tutto anche se so già che è inutile. Veronica piange, non riesce più a gridare il nome di Andy perciò lo sussurra, qualcosa di scintillante scivola fuori dalla sua felpa.

Guardo verso l'alto, Reannon è concentrata e Mike la sorregge. I due gemelli se la ridono.

Peter ruota il coltello con la punta in avanti, sembra prendere la mira, ma la battaglia dentro di lui infuria. Andy non reagisce, se ne sta lì fermo, girato per metà verso di noi, riesco a vedere solo una piccola porzione del suo viso.

"Peter! Peter!" grida Jake "Merda, Peter! Siamo noi, lui è tuo amico!"

Matthew si è abbandonato in ginocchio, si stringe i riccioli biondi, sento le ondate di senso di colpa che provengono da lui grazie alla connessione.

Crolla tutto, si sbriciola sotto le mie dita impotenti, mentre colpisco ancora e ancora il campo di forza, e il coltello vola in avanti al gesto del ragazzo che ho baciato.

Nooo! c'è questo grido, ed è la voce di Peter, nelle nostre teste.

Il coltello si arresta. Lì, a pochi centimetri dal petto di Andy, a pochi centimetri dal suo cuore. Il ragazzo che l'ha scagliato tiene ancora la mano tesa in avanti.

Andy si volta e fa un piccolo sorriso, i suoi occhi color dell'ambra risplendono. Veronica sospira.

Io stacco le mani dalla barriera invisibile. Chiudo gli occhi per un secondo, invasa dal sollievo.

Ed è così, nel buio, che sento qualcosa spezzarsi, una specie di schiocco che mi risuona nella mente e non nelle orecchie. Un ultima resistenza che viene schiacciata.

Tutto il mondo sembra fare un grosso, tremendo sospiro.

Al buio sento un suono che ho già sentito prima, anche se non ne conoscevo l'origine.

Un suono pervaso dal dolore, il più puro, grezzo e crudo di tutti. Quello della perdita.

Sono terrorizzata. E forse è per questo che attendo un'altro secondo prima di aprire gli occhi.

Al buio sento l'urlo di Veronica.



















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