23. Succedono strane cose mentre Matthew si fa un pisolino

(succederanno cose, divertitevi)

Scosto con delicatezza un ricciolo biondo, ricaduto sulla fronte di Matthew, per via della leggera arietta che filtra nell'infermeria. Fa troppo caldo per chiudere i grossi teli verde bottiglia, che sono dei super isolanti, perciò solo uno è tirato su uno dei due lati lunghi della stanza.

Sta iniziando a farmi male la schiena a stare qui seduta con la schiena appoggiata alla colonna di duro cemento, con solo una coperta ripiegata tra il mio didietro e un pavimento altrettanto solido.

Eppure non mi importa, da quando ci siamo svegliati stamattina tra me Andy e Veronica incorre una specie di patto silenzioso. Non lasciamo mai Matthew da solo.

Margaret ha detto che ci avrebbe messo un po' a riprendersi, anche dopo la trasfusione - l'Alleanza ha contatti ultra rapidi anche con la banca del sangue a quanto pare - ma ora sta diventando tanto il tempo senza segni di risveglio.

Mi sto accorgendo ora di quanto sia diventato mio amico nelle ultime settimane. È strano ma è iniziato tutto con lui, quando ci siamo incontrati alla pizzeria anche se in qualche modo sarebbe incominciato comunque. Si è confidato con me su cose che non aveva mai detto a nessuno prima, ed io non ho mai fatto lo stesso, non che io abbia questi grandi segreti, ma...

"Sai Matt, ho baciato Peter, nel caso ti interessasse" mormoro, guardando i suoi occhi chiusi, la pelle ancora pallida, più del solito almeno "Non credo tu possa sentirmi"

"Questa cosa di voi due che continuate a confidarvi escludendo me sta diventando abbastanza fastidiosa"

Sobbalzo, vedendo Jake sulla soglia. Non è arrabbiato, né infastidito, solo stanco. Silenziosamente viene a sedersi accanto a me.

"Come va?" chiedo.

"Meh" risponde "I miei cominciano a farsi domande, del genere quindi tu sei sparito per un giorno per un raduno organizzato all'ultimo minuto a Los Angeles di quel gruppo sconosciuto che ti piace tanto avveretendoci solo alla sera tardi quando già ci siamo preoccupati come dei matti? Menomale che sono abbastanza permissivi"

Sbuffa appoggiando la testa al muro.

"Tu?" mi domanda alla fine.

"Così così" replico "Male, non lo so, ha importanza?"

"Teoricamente si, ma vista la nostra situazione non credo" si sporge oltre la mia spalla per guardare Matthew "Si è già svegliato? O è così da ieri sera?"

"Se si è svegliato è stato stanotte, ma non penso" gli dico.

Ce ne stiamo in silenzio per un po', fissando il soffitto grigio. Con i respiri lenti e leggeri di Matthew come unica fonte di suono.

"Vuoi parlare di Peter?" mi chiede Jake alla fine "Insomma se l'avessi saputo non avrei cercato di combinare te e Julian così spudoratamente"

"Sinceramente? Boh" sospiro "Non so nemmeno più cosa provo, non so nemmeno cosa credere, insomma voglio credere che lui ci sia davvero sotto il controllo di sua sorella, abbiamo sentito la sua voce, ma se fosse tutta una finzione?"

"Al momento sono dell'idea che se non crediamo nemmeno nel buono dei nostri amici non ne usciremo mai, possiamo salvarlo" ribatte.

"Molto alla Sam Gamgee, mi piace" commento, sorridendo appena.

Il suo telefono squilla. Jake lo prende in mano, osservando lo schermo, fa una faccia confusa ma risponde.

"Pronto?"

Una voce concitata ma alle mie orecchie indecifrabile giunge dall'apparecchio.

"Christine l'amica di Kayla? E che vuoi?" dice lui. Si porta un dito sulle labbra guardandomi e poi inserisce il vivavoce.

"Volevo solo sapere perché Matthew non si è fatto vivo alle mia festa di ieri" esclama una voce allegra, anche se con una punta di delusione.

"Lo avevi invitato ad una festa? E per cosa?" chiede Jake di rimando.

"Volevamo solo conoscerlo meglio" ribatte la ragazza "Insomma chi non vuole un amico gay"

La sua risposta ci lascia spiazzati. E deve interpretare il nostro silenzio come sorpresa, o almeno quello di Jake, perché non sa di me.

"Cioè non lo sapevi? Anche noi lo abbiamo capito recentemente, però analizzando tutto era più che comprensibile" commenta con naturalezza disarmante.

Forse perché il soggetto della conversazione è sdraiato qui accanto a me, privo di sensi mentre ieri sera ha rischiato seriamente la vita, che faccio quello che faccio. Forse, dico forse.

"Fammi capire, avete passato mesi, forse anni, non lo so, a trattarlo come la suola delle vostre scarpe, a isolarlo, portando gli altri a fare lo stesso per la vostra popolarità, lasciandolo completamente solo, lo avete chiamato strambo e gli avete appiccicato questo nome addosso" prendo un respiro profondo "E adesso volete farvelo amico, perché? Dimmi il perché?"

"Non so chi tu sia" ribatte Christine con una pacatezza allarmante "Ma ovviamente perché è gay"

Mi ritrovo in piedi con il telefono in mano e attacco prima di poter esplodere in un fiume di insulti.

Prendo un respiro profondo, poi due. "Stai un po' tu con Matthew? Ho bisogno di farmi due passi" dico alla fine.

"Si, vai... E dire che io sono bi" sospira Jake, avvicinandosi al materasso del Veggente "Perché praticamente non esisto?"

"Per loro non esisti, per noi esisti, che siano maschi o femmine le persone di cui ti innamori"

Ricambia il mio sguardo annuendo, poi i suoi occhi scivolano su Matthew.

"Già..." mormora "Credi che dovremmo dirgli di questa conversazione con Christine?"

"Certo!" esclamo incrociando le braccia "Così può farci lui due chiacchiere"

Riesco a strappargli una risata, per poi salutarlo e dirigermi fuori dall'infermeria. Mi giro a guardarlo e vedo che sta ripetendo il mio stesso gesto di poco fa, risistemando un ricciolo biondo lontano dagli occhi chiusi di Matthew.

Vago per un po' senza meta, Andy e Veronica non si vedono in giro.

Quando mi ritrovo in palestra mi ricordo che c'è un problema che devo risolvere. Ma ho bisogno di stare davvero sola.

Infilo le mani nelle tasche della felpa e mi calo il cappuccio sulla testa. Non so perché mi sono messa i pantaloncini corti, quando mi sono svegliata faceva più caldo, ora ho la pelle d'oca.

Mi incammino nel parco dietro al Quartiere, ricordandomi di quando ho chiesto a Veronica perché mai fosse fatto così. Lo scheletro di base di un edificio di sei piani, di cui solo gli ultimi due hanno dei muri veri e delle finestre, mentre tutti gli altri hanno una copertura raffazzonata su con mattoni e un telo impermeabile.

Praticamente era un grosso condominio, di cui hanno abbandonato quasi subito il progetto, così l'Alleanza ne ha approfittato per trasferirci un ragazzino orfano e la famiglia di sua cugina, con qualche forza in più. Poi man mano mentre I due ragazzi crescevano hanno tutti abbandonato quella postazione provvisoria, dato che San Diego non era una città particolarmente affetta da attacchi Rivoluzionari.

Le cose sono cambiate penso scuotendo la testa.

Mi addentro nel parco, i miei anfibi scricchiolano sull'erba umida, lasciandomi circondare dagli alberi in certi punti, mentre questi si fanno più radi in altri punti. Quando trovo uno spiazzo d'erba verde acceso, con solo pochi alberi sulla destra, mi fermo.

Fisso il cielo che si è rannuvolato, sfregandomi le mani sulle cosce nude e chiedendomi cosa ci faccio qui alle nove del mattino.

Teoricamente c'è un modo per scaldare la situazione

Posiziono le mani a coppa davanti a me e scendo in profondità in quel luogo unico e speciale che c'è nella parte più profonda del mio essere, individuo tra le forme eteree che mi circondano quella che mi serve, di quella sfumatura arancione e aggressiva. La guido verso le mie dita osservando la piccola fiammella ingrandirsi, fino a trasformarsi in una sfera della grandezza di una pallina da tennis.

Chiudo gli occhi cercando di non pensare alle case che prendevano fuoco nel mio sogno. A tutta quella ditruzione. Se voglio fare di meglio posso fare di meglio.

Faccio diventare la sfera un po' più grande e la sollevo sopra la mia testa, un po' più avanti.

Mi sfrego le mani, richiamando tutte la abilità che il Dono mi concede. Slancio una mano in direzione della sfera, che si divide in sei piccole scie di fuoco. Prendo la rincorsa e salto, avvitandomi su me stessa in una mossa molto Jedi, allargo le braccia, richiamando le fiammelle, che si riuniscono davanti alle mie mani, per poi atterrare accovacciata e scagliare la palla di fuoco davanti a me.

Non la faccio arrivare troppo lontano e la spengo appena mi rendo conto di quello che ho appena fatto.

Lancio un grido di gioia. Non solo mi sono fidata dei miei poteri, sono riuscita ad adoperarli in maniera epica. Se avessi avuto una telecamera mi sarei ripresa.

Non sento nemmeno troppo la stanchezza.

Il fuoco non distrugge e basta. Può essere controllato.

Ormai sono quasi sicura che ci sia questo meccanismo nel mio cervello. Devo smentire quello che Reannon ha detto nel sogno.

La terra, la terra cede giusto? Eppure mi ha già salvata in due occasioni, e nella prima sarei morta, quelle volte non ha ceduto. Rafforziamo questa cosa.

Formulo un'idea generale di quello che devo fare prima di metterlo in atto.

Salto in avanti, allungo una mano verso l'aria dove teoricamente dovrebbe atterrare il mio piede. Dal nulla si forma un cerchio di terra dove questo si appoggia.

Ho qualche secondo per capire che ha funzionato, che non ha ceduto. Dalla piccola piattaforma mi do la spinta e ripeto l'operazione una, due, tre volte. Finché non sono ad almeno tre metri d'altezza.

Faccio una capriola ed atterro in piedi.

"Si!" esclamo "Si!"

Poi ho un leggero capogiro ed inizio a sentire la stanchezza pesarmi sulle spalle. Vorrei restare e continuare con questo bizzarro allenamento, ma non voglio farmi ritrovare appisolata nel parco, così faccio marcia indietro verso il Quartiere.

Sento la fiducia nei miei poteri ricomporsi, quelle piccole fonti dentro di me mi sfarfallano nella gabbia toracica, quasi a dimostrare la loro contentezza.

Quando arrivo all'edificio salgo fino al salotto e vi trovo Veronica e Jake, lei sta sorseggiando un caffè, fatto dalla macchinetta su uno dei tavoli, mentre lui sta addentando un cupcake al cioccolato dall'aria molto invitante.

La rossa mi vede arrivare e mi indica una scatola rosa, poggiata poco più in là sul tavolo dove è seduta lei. "Ne vuoi? Sono andata a prendere qualcosa prima" esordisce.

Jake alza un dito per richiamare la mia attenzione, poi si accorge di dover ancora masticare e mi fa cenno di aspettare, così ne approfitto per prendere un cupcake al pistacchio.

"Dove sei stata?" mi chiede alla fine.

"Ero ad allenarmi nel parco, perché?" domando a mia volta.

"Sei fuori da quasi un'ora" dice alzando le spalle.

"Uh, non ci avevo fatto caso, Matthew come sta?"

È Veronica a prendere parola. "C'è Andy con lui, comunque nessun progresso"

Jake trasalisce all'improvviso, sgranando gli occhi, facendo sussultare anche noi due. Ci guarda con gli occhi scuri spalancati.

"Non avete sentito?" chiede.

"Cosa?" ribattiamo io e Veronica all'unisono.

"Era-" si interrompe di nuovo, come se avesse realizzato qualcosa, e appoggia in fretta e furia il suo dolce sul tavolo "Dobbiamo scendere"

Si precipita verso la tromba delle scale e noi siamo costrette a seguirlo. Lancio un'occhiata di rammarico al cupcake che non sono nemmeno riuscita ad assaggiare e seguo Veronica.

Quando entro in infermeria è già un trambusto totale. Jake poco più avanti a me cammina a grandi passi verso la brandina di Matthew.

"Che hai fatto Andy?" esclama, quasi stesse per perdere le staffe "Era sveglio, l'ho visto"

Non riceve risposta dal ragazzo, che si rialza da dove era inginocchiato di fianco al materasso, barcollando all'indietro, la faccia completamente sconvolta. Credo di non averlo mai visto così.

"Io non... Non ho fatto" balbetta, allontanandosi ancora da Matthew.

"Andy?" lo chiama Veronica preoccupata.

Lui però schizza via, sparendo in poco dietro la porta da dove siamo arrivati. La rossa si lancia dietro di lui, affacciandosi sulle scale.

"Andy!" urla "Andy!"

Poi esce anche lei dalla stanza.

Me ne rimango in piedi strizzando gli occhi ancora confusa. Sento un mugugno vicino e mi volto verso Matthew.

Jake è già vicino a lui. Il Veggente si sta agitando nel sonno, i lineamenti contratti, volta la testa da una parte e dall'altra, come se stessa cercando di scacciare una zanzara.

Raggiungo il materasso, posizionandomi dall'altro lato rispetto a Jake. "Matthew? Matty?" sta dicendo "Eri sveglio, ti ho visto, non so cosa ti abbia fatto, ma devi solo aprire gli occhi di nuovo"

"Pensi che sia stato Andy?" esclamo allora io.

"No! No" lui alza le mani come a difendersi "Non lo so... Quando sono entrato c'era Andy dove sono io ora, e Matthew era sveglio, gli stava tenendo il gomito, e poi si è riaccasciato giù, e prima ho sentito..."

Non finisce la frase che il Veggente si contrae, inarcando la schiena e scuotendo le gambe. Gli poggio veloce una mano sul petto, facendolo sdraiare. Continua ad agitarsi leggermente, stringendo gli occhi.

Veronica compare in alla porta."Non lo trovo" ansima, probabilmente gli è corsa dietro.

"Chiama Margaret" dice Jake.

************************************

"C'è qualcosa che non va con la sua mente, ho analizzato tutto, il polmone e la ferita sono a posto, ma quando arrivo al cervello qualcosa mi blocca" spiega Margaret, dopo aver staccato la mano dal petto di Matthew "C'è qualcosa di sbagliato lì"

Jake chiude gli occhi e fa un respiro profondo. "Dobbiamo trovare Andy" dichiara.

"Non servirà"

"Oh, finalmente ti fai vedere" esclama il mio migliore amico alzandosi.

Non ho avuto la concezione del tempo mentre aspettavamo che Margaret arrivasse da casa sua, dato che i suoi non sono autorizzati a sapere dove si trova il Quartiere, ma deve essere passato un bel po' di tempo.

Mi alzo in piedi anch'io, incrociando le braccia. Io mi fido di Andy, ma deve darci delle spiegazioni. Ora sembra più calmo di prima, ma la faccia che aveva è ancora impressa nella mia testa.

"Credo sia Reannon" esordisce "Matthew si è alzato, non ha detto una parola ma era spaventato, mi ha afferrato il braccio e poi è svenuto di nuovo, proprio quando sei entrato tu Jake"

Mi sorprende quanto la sua voce sia incolore.

"Credo stia approfittando di questa fase di debolezza per estrarre pezzi di futuro dalla sua mente, per quanto ne so si può fare, vuole essere un passo avanti, oppure..."

"Oppure aveva pianificato tutto?" Veronica conclude il pensiero del ragazzo.

"Non ne ho idea" fa lui pizzicandosi la radice del naso "Non penso si possa sapere per certo"

Jake lo fissa a lungo stringendo gli occhi, poi scuote la testa. "Non lo so, c'è qualcosa che non ci stai dicendo" mormora alla fine.

"Tanto tu hai già detto che non ti fidi di noi no?" dice l'altro piano.

"Cosa?"

"Non ti fidi giusto? Perché hanno interferito nei tuoi ricordi per proteggerti, se non ti fidi sei libero di andartene" scatta Andy all'improvviso facendomi trasalire "C'è bisogno di fiducia per questo genere di cose, se non c'è va tutto a rotoli, quindi è anche meglio se te ne vai, torni alla tua vita"

Jake contrae la mascella. "Io resto" dichiara con voce controllata, ma con forza "Io resto, perché ho un amico da salvare, ed altri che voglio proteggere, ma questo non vuol dire che appoggi la tua causa"

"Okay ora calmiamoci tutti" intervengo prima che la situazione ci sfugga di mano.

Lo sguardo di Andy si posa su di me e vedo che nei suoi occhi non c'è solo rabbia, c'è qualcos'altro, ma non riesco a vedere cosa sia perché non me ne lascia il tempo.

"Sappi che se il piano di Reannon era programmato la sua situazione è colpa tua" dice, con la voce di ghiaccio, indicando Matthew "Avevi un compito, ma sei troppo persa nel tuo mondo per prestare attenzione alle cose no?"

Non vorrei ma le sue parole mi feriscono. Non lo pensa davvero, non davvero...

"Andrew" esclama Veronica, mentre lui si volta per andarsene "Andy!"

Lui però non le presta attenzione, ed esce dall'infermeria, di nuovo, lasciandola a bocca aperta.

Sinceramente non ho voglia di seguirlo dopo quello che ha detto. L'immagine dell'Andy solare e comprensivo nella mia testa stona decisamente con questa. Mi risiedo accanto a Matthew, accarezzandogli i capelli biondi, mentre si muove nervosamente, buttando di qua e di là la coperta che gli abbiamo messo addosso.

Jake fa lo stesso, sedendosi dall'altro lato del materasso, con le braccia incrociate e le ginocchia al petto, la rabbia ancora palpabile attorno a lui.

Ce ne stiamo lì seduti per un po'. Mentre Veronica girovaga per la stanza mettendosi ogni tanto un mano nei capelli per sistemarli e rimanere impegnata. Alla fine decide di uscire, accompagnata da Margaret, che sembra alquanto sconcertata dalla conversazione appena avvenuta.

Così io e Jake rimaniamo da soli - Matthew svenuto e sotto attacco psichico non vale - senza parlare. Ad un certo punto il Veggente comincia a mormorare frasi sconnesse.

"No... No, basta... Fermo" mugugna agitandosi nel sonno "Quello... Devi uscire... No, mi serve"

Sussultiamo entrambi quando sentiamo la sua voce, guardandolo preoccupati, ma smette come è iniziato. È come se fosse immerso in un sogno, o per meglio dire un incubo, proprio come me.

Jake poggia una mano sulla sua e Matthew sembra rilassarsi un poco. Notando il mio sguardo fa per levarla.

"No, lasciala, credo la senta come un sostegno" esclamo frettolosamente, vedendo che Matthew ha smesso di agitarsi come prima.

"Tu non pensi che io ci stia prov-"

"No!" lo interrompo con foga "No, Jake, no, so cosa sta passando ora, e ha bisogno di tutto l'aiuto possibile"

Annuisce, stringendo delicatamente le dita dell'altro.

Aspettiamo ancora per un bel pezzo, non ho idea di quanto sia passato, abbastanza per far aprire leggermente le nubi, permettendo al sole del mezzogiorno di filtrare.

Non parliamo, non ce n'è bisogno, dobbiamo solo stare accanto al nostro amico. Sento la nostra connessione ancora più forte, come se ci fosse un sottile filo che collega le nostre tre anime, e quelle di Veronica e Peter.

Poi qualcosa inizia a cambiare, il respiro di Matthew rallenta fino ad un ritmo normale e lui sembra calmarsi fino a sembrare una persona che sta davvero dormendo.

Mi sporgo in avanti speranzosa. Le sue ciglia sfarfallano per un secondo e gli occhi si spalancano di scatto.

Jake leva di scatto la mano, ma quella di Matthew si solleva altrettanto velocemente, e quasi spontaneamente, per tornare ad afferarla.

Dura pochi attimi perché il ragazzo si accorge del gesto e la lascia subito andare, mettendosi poi seduto e scuotendo i riccioli biondi, quasi volesse scrollarsi di dosso il sonno, ma sembra più sveglio che mai.

"È stato tremendo" mormora alla fine.

Gli poggio una mano sulla spalla, la maglietta grigia che hanno sostituito alla camicia imbrattata di sangue è leggermente umida per il sudore ma non ci faccio troppo caso. "Bentornato tra i vivi" gli dico sorridendo, ripetendo le parole che Jake mi ha rivolto solo pochi giorni fa.

"Io ci sono andato più vicino" gracchia, ma riesco a sentire una punta di divertimento nella sua voce.

"Mi stai sfidando?" chiedo con un sogghigno.

All'improvviso corruga la fronte, come se si fosse ricordato qualcosa. "Dov'è il mio quaderno?" domanda, guardandosi attorno.

"Non lo so..." faccio per dire, ma Jake mi interrompe. "Lo so io, dov'è" esclama, per poi alzarsi in piedi ed uscire di fretta dall'infermeria.

Torna poco dopo con il quadernetto nero in mano, porgendolo a Matthew. "Grazie" biascica distrattamente lui, aprendolo e cominciando a sfogliare le pagine.

Si ferma quando trova il disegno che ci ha mostrato sul treno, quella specie di ruota di bicicletta insieme ad una linea curva chiusa che la taglia in basso. Picchietta sulla pagina, lo sguardo perso nel vuoto.

"So cosa mi è successo" esordisce, fermandosi subito dopo "Nel senso, l'ultima cosa che ricordo è la festa, quando sono svenuto, però lo sento, delle cose che mancano, ci sono dei pezzi completamente vuoti dove prima c'era qualcosa, qualcosa di incomprensibile, ma pur sempre qualcosa... I pezzi di futuro che mancano li sento quasi a livello fisico, capite?"

Vedendo le nostre facce alza gli occhi al cielo. "Okay no che non capite" commenta "Comunque mi è rimasta questa sensazione, in mezzo a tutto quello che ho perso, questo..."

Picchietta di nuovo sulla pagina.

"Questo è oggi" dichiara Matthew "Se solo riuscissi a capire di che si tratta"

"Da qua" gli dico, allungando una mano, dove lui posa il quaderno.

"Andy ha detto che per un attimo ti sei svegliato quando eri qui con te, non te lo ricordi?" sta chiedendo Jake sospettoso.

A malapena vedo Matthew scuotere la testa.

Fisso il disegno, i pezzi del puzzle che vanno a posto un dopo l'altro, partendo da quella cirsi di nervi che ha avuto il Veggente, bombardandoci con visioni profetiche. Prima lentamente, poi sempre più velocemente, finché la soluzione non mi viene sbattuta a forza in faccia.

Mi alzo in piedi talmente veloce che potrei stupire Julian. "Oh mio..." sto per scoppiare.

"Cosa?!" sento la domanda che Jake mi urla dietro mentre corro verso le scale, e i protestii del Veggente che gli chiede aiuto per alzarsi.

Salgo un piano alla velocità della luce. Entro nella sala computer e mi ritrovo davanti Gavin che digita qualcosa su un portatile, mentre Margaret lo osserva da dietro, interessata.

I due ragazzi si voltano stralunati a guardarmi, mentre mi dirigo spedita verso uno dei computer, il quadernino sempre aperto sul disegno.

Inizano a farmi domande ma li fermo ancora prima che possano iniziare ad essere pressanti. Quando il monitor prende vita mi dirigo rapida sul primo browser che vedo.

Digito febbrilmente nella barra di ricerca, ed inizio a calmarmi solo quando si apre la sfilza di foto. Tutte prese da prospettive diverse, ma tutte dello stesso posto.

Sento più presenze alle mie spalle, il fiato di Jake sul collo.

Accosto il disegno ad una delle foto, poi ad un'altra, e un'altra ancora. Finché non ne sono completamente certa. Sono stanca delle incertezze.

"Oh" mormora Matthew dietro di me.

"Santa Monica" dico girandomi verso di lui e trovando anche Jake, Veronica ed Andy "È il molo di Santa Monica"

SPAZIO AUTRICE
Hello!
Ho pubblicato un po' a sorpresa lo so, capitolo un po' più corto del solito ma sepete perché? Ci stiamo avvicinando al finale (e quando dico avvicinando parlo di qualche capitolo, ma non disperatevi, vedrete)

Che ne pensate del cambiamento improvviso di Andy? È solo lo stress o è qualcos'altro? Ed è provvisorio?

Divertitevi a scoprirlo 😉🙂
O fatemi direttamente delle ipotesi qui ↘️

Al prossimo capitolo bellezze (dopo il quale mi odierete ne sono certa). Potrei metterci un po' di più, perché devo scriverne due, in modo da non lasciarvi sulle spine per una settimana o più. Ma non temete, cercherò di metterci il meno possibile. 😘

Cami 🎡











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