20. Gita fuori porta
Per miracolo riusciamo ad arrivare alla stazione di Santa Fe Depot in tempo per il treno delle nove di sera.
"Margaret hai dodici anni, non posso portarti a San Francisco così" Andy schiocca le dita esasperato "Hai dei genitori e non ho il tempo di parlarci prima che parta il treno"
La ragazzina, che si è ripresa dopo avermi guarito, mentre tornavamo da casa di Peter al Quartiere, sbuffa, sistemandosi sulle spalle lo zaino che ha molto cocciutamente preparato, pescando una maglietta e una felpa dai miei vestiti.
"Ho dei genitori che sanno quello che sono" esclama "Ora prendiamo quel treno perfavore, li chiami una volta saliti, e comunque anche Jake ha dei genitori da avvisare, che contrariamente ai miei non sanno nulla..."
"Jake è più grande..." fa per dire Veronica, venendo subito interrotta.
"E poi, a San Francisco c'è Sabrina Randall, i miei sanno da quanto la voglio incontrare, di sicuro mi faranno saltare un giorno di scuola per questo" conclude Margaret con enfasi.
Devo dire che apprezzo la sua determinazione, anche se non ho idea di chi sia questa Sabrina.
Andy sembra sul punto di replicare, quando dagli autoparlanti parte un annuncio.
Il treno per Los Angeles-Union Station è in arrivo al binario 2
Il ragazzo emette una specie di gemito frustrato.
"È il nostro treno" constata Matthew.
Per poco non gli urlo dietro quando tutti partono mezzo correndo per non perderlo. Fortunatamente Jake si ricorda che mi reggo in piedi a malapena e torna indietro, caricandosi il mio zaino sulle spalle insieme al suo, e aiutandomi ad andare più veloce nella mia andatura zoppicante. Gli voglio bene.
Saliamo poco prima che le porte scorrevoli si chiudano, Margaret esulta quando il treno parte ed Andy gli lancia un'occhiata di disappunto.
Fortunatamente abbiamo uno scompartimento per noi, da sei posti, che Andy ha prenotato con la tecnopatia mentre eravamo impegnati a fare degli zaini per stare via uno o due giorni.
Mi accascio sul sedile, rilassando finalmente i muscoli. Dopo la devastazione che ho causato a casa di Peter Margaret mi ha guarito abbastanza da rimanere sveglia, solo che hanno dovuto trascinarmi praticamente di peso fino alla jeep.
"Ora mi lasci guarire quel braccio Andy?" fa Margaret, sporgendosi vero di lui dal punto vicino al finestrino che si è guadagnata, di fianco a me.
"Ti sei già prosciugata prima, facciamo domani" liquida velocemente il ragazzo.
Altra cosa per cui devo scusarmi, uno schizzo di Matrice gli ha colpito il braccio. Me lo hanno spiegato in macchina, mentre ci scambiavamo una sintesi veloce dei fatti. Mentre io indagavo con Peter e successivamente mi facevo una dormita, loro hanno dovuto contrastare l'arrivo dei rinforzi a villa Ferne, per poi tornare al Quartiere e scoprire, grazie al mio messaggio - che è stato in qualche modo possibile grazie al nostro collegamento psichico - che ero nei guai, precipotarsi a casa di Peter e trovarmi praticamente avvolta dalla Matrice mentre distruggevo un isolato.
Andy torna a rivolgersi a noi, è comparso sul suo viso quello scintillio di serietà che assume quando si cala nel ruolo di leader.
"Abbiamo tutti bisogno di riposare, ma prima voglio fare un punto della situazione più chiaro" dichiara.
Jake alza la mano, come se fossimo in classe. "Io vorrei sapere perché stiamo andando a San Francisco, e mi servono consigli su cosa dire ai miei" solleva il cellulare agitandolo.
"Stiamo andando a San Francisco perché è la sede del Quartiere 1.14, che è un Quartiere specializzato, cioè dove si concentrano la maggior parte di individui con un Dono di una categoria specifica e dove vengono addestrati" fa una pausa, guardando me negli occhi "San Francisco ha la specializzazione Mentale"
"Oh..." rimango imbambolata per un secondo "Per Peter?"
Sento gli occhi dei presenti puntati addosso, non ho detto loro del bacio, ma non ci vuole un genio lo ammetto, in questo momento, per capire che la cosa mi ha scosso.
"Si, sempre che non sia stato catturato e basta, oppure se sua sorella mira a controllarlo, come credo sia perfettamente in grado di fare" risponde Andy "È da un po' che io e Lauren registriamo attività Mentale, e anche potente, tra San Diego e Los Angeles, ancora da prima che arrivasse Ver, solo che non siamo mai riusciti a capire da dove arrivasse, è da quando Peter ha detto che pensava di aver visto sua sorella oggi - e da alcune conversazioni che abbiamo avuto durante gli allenamenti - che mi è nato il sospetto"
"Altro problema che abbiamo" Andy schiocca al lingua e indica Matthew, oltrepassando Veronica che è tra loro, il biondo quasi meccanicamente estrae dallo zaino il suo taccuino, quasi a specificare che è l'oggetto il problema, non lui.
"Il nostro Veggente ha qualche problema con le sue predizioni" spiega "E dobbiamo capirne, uno, la causa, due, come risolvere il problema"
Matthew sbuffa. "Ho già specificato che non mi farò ispezionare il cervello, la mia ipotesi è che sia una cosa dovuta..." si passa una mano tra i ricci "Allo shock derivato da... Il fatto di Sebastian, tanto ormai lo sapete tutti"
Il ragazzo apre il quadernetto, mostrando a tutti un disegno che riconosco, l'atomo stilizzato che gli ho visto disegnare a scuola quasi una settimana fa.
"Le predizioni arrivano, solo non precise come prima, questa teoricamente è Allison, i fasci di Matrice ti ruotavano attorno come gli elettroni di un atomo" ci illustra.
Wow sono un atomo, fantastico
Jake ridacchia col pensiero, Veronica mi lancia un'occhiata da Corvonero irritata.
Una folata d'aria entra dalla parte superiore del finestrino che è aperta. Le pagine del taccuino di Matthew si svolgono improvvisamente all'indietro, rivelando alcune pagine, tante in verità, completamente piene di scritte, oblique, incrociate, ingarbugliate, in una grafia sottile ed inclinata.
Non riesco a cogliere che c'è scritto, ma capisco che è una stessa frase che si ripete.
Il volto del Veggente viene attraversato da un lampo di paura, no, non paura, panico puro, e si affretta a girare i fogli fino a tornare su una pagina diversa.
Per sbaglio, o forse no, colgo un pensiero di Veronica.
Non è tuo padre... Oh dei...
Intercetto il suo sguardo e accade uno scambio silenzioso, alla fine non posso fare a meno di sentirmi triste per Matthew.
Il ragazzo sembra ritrovare il contegno in poco. Si schiarisce la voce, facendoci vedere un disegno diverso.
È una specie di ruota di bicicletta stilizzata, su cui passa e si intreccia una linea curva chiusa.
"Per esempio questo" quando parla la sua voce è composta, ma colgo un tremito impercettibile "So che è importante, non ho idea di cosa sia ma so che è importante, molto"
Andy annuisce serio. "Ora direi di dormire, abbiamo una giornata lunga davanti" conclude, finalmente sciogliendosi e sorridendo, la calda luce artificiale dello scompartimento gli fa sembrare i capelli di un frizzante arancione "Tutti d'accordo?"
Annuisco, come gli altri, malgrado non sia affatto pronta a dormire di nuovo, cosa che probabilmente non farò.
Il nostro impavido leader si sporge a premere l'interruttore e lo scompartimento piomba nel buio.
Io, ritrovandomi in mezzo tra Jake e Margaret, non posso assumere chissà quali posizioni di relax, così mi appoggio alla spalla di Jake, chiudendo gli occhi.
Ci provo con tutte le mie forze, i minuti passano. Ma sento quegli incubi terrificanti premermi sulla coscienza, come se potessero tornare da un momento all'altro a tormentarmi.
Continua a tornarmi in mente la faccia di Peter quando ha visto la sorella, una gioia che mi ha fatto male, perché nonostante mi avesse appena baciata, spendo quello che sua sorella aveva fatto, ha scelto lei comunque.
Infastidita dai miei stessi pensieri apro gli occhi, immaginando di trovare lo scompartimento buio ed immerso nel silenzio. In effetti è silenzioso, la quiete interrotta solo dai respiri leggeri dei ragazzi addormentati.
Ma non sono l'unica che non riesce a dormire.
Mi sollevo dalla spalla del mio migliore amico, che è immerso nel sonno, stando in silenzio per alcuni secondi.
"Non dormi?" bisbiglio alla fine ad un Matthew appallottolato sul sedile. Ha un libro posato sulle ginocchia, una torcia incastrata nell'incavo tra il collo e la spalla, delle cuffiette nelle orecchie.
Trasalisce appena quando sente la mia voce, sfilandosi gli auricolari.
"Ehi" sussurra "No, non credo di riuscire a prendere sonno dopo tutto quello che è successo oggi"
Annuisco, voglio lasciar cadere per un attimo i demoni che ci assillano. "Che leggi?" chiedo alla fine.
La torcia gli illumina il viso dal basso, dove compare un sorrisino storto.
"Harry Potter" risponde alla fine, mostrandomi la copertina - una delle prime edizioni della Pietra Filosofale -
"Stai scherzando"
"No, è da giorni che Veronica mi assilla per farmelo leggere"
"Perché tu e Ver... Parlate?" domando in un sussurro, ridacchiando appena.
"Cosa? Certo che parliamo" ribatte costernato, ma vedo un ombra di sorriso sul suo volto "Forse tu eri troppo presa dal nuovo arrivato per farci caso, ma io e Veronica parliamo"
Peter
Matthew sembra accorgersi dell'errore e cade un silenzio di tomba. E forse, dico solo forse, una piccola solitaria lacrima scende sulla mia guancia, senza alcun rumore.
"Scusa..." comincia a dire il biondo.
Mi sfrego una mano sull'occhio. "No, tranquillo" sussurro interrompendolo.
Io mio cervello si affanna per cambiare argomento, solo che non riesco ad aggrapparmi a nulla. La mia mente è bloccata in un loop infinito: Peter. Andato via. Peter. Andato via.
Finalmente una parte lontana della mia testa recepisce una cosa. Matthew e Jake sono seduti opposti ai lati dello scompartimento, e il mio migliore amico era particolarmente distante mentre parlavamo delle profezie del Veggente.
Mi schiarisco impercettibilmente la voce. "Non avete ancora fatto pace?" domando a Matthew, che nel mentre si è messo a fissare il cielo stellato fuori dal finestrino.
Scuote la testa. "Insomma, un po' capisco perché ha reagito così - tanto tu c'eri - ma per il resto, beh, non ne ho idea"
"È perfettamente normale con lui" sorrido, grata per la distrazione. "Gli hai parlato di Lucas?"
"Si, ma, ne ho parlato come il mio migliore amico, non del ragazzo di cui sono stato follemente innamorato per anni" risponde, assente.
"Dovresti farlo" commento "Con Jake è così, lui si fida di tutti, poi quando scopre che gli altri non ricambiano la prende male... Ma di lui puoi fidarti"
Il biondo annuisce, torturandosi un riccio con le dita. "Lo farò... Ora concentriamoci sui problemi attuali" evita cautamente di menzionare di nuovo Peter.
Rimaniamo in silenzio per un po', lui continua a leggere, io guardo le stelle, un po' perché non ho altro da fare, mentre una parte di me vorrebbe solo andarsene lassù, insieme a quei puntini luminosi, che continuano a brillare, incuranti di tutte le vite chi invece si spengono qui a terra. O a tutte le vite che sfuggono. No basta, Allison, smetti di pensarci, ed inizia a cercare un modo per risolvere la situazione.
Ad un certo punto Matthew estre una matita da non so dove, e sottolinea una frase.
"Che hai sottolineato?" chiedo.
"Non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere" dice il ragazzo, con un ampio sorriso che è raro vedergli in volto "Mi ricorda qualcosa"
"Una delle migliori" replico, ricambiando il sorriso.
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Arriviamo a San Francisco verso le nove del mattino. Non so come sono riuscita ad addormentarmi per qualche oretta tra Los Angeles e San Francisco, prima che arrivassimo alla stazione di Grayhound nel Financial District.
Da lì prendiamo un taxi - un pulmino praticamente - fino al Golden Gate.
Quando arriviamo Margaret è ormai in trepidazione, fissa la struttura estasiata, con gli occhi che brillano.
Io fisso il ponte rosso ammirata, sono già stata in questa città, ma è impossibile non fermarsi a guardarlo ogni volta.
Andy ci guida fino ad un belvedere di terra polverosa e bassi arbusti, con alcuni cartelli esplicativi sull'ambiente della baia e sulla costruzione del ponte.
"Quindi ci mettiamo qui a fissare il Golden Gate aspettando che ci venga un ispirazione?" chiede Jake con le mani sui fianchi.
Andy si volta con un sopracciglio alzato, penso che stia per sgridarlo, quando sul suo viso compare un piccolo ghigno. Subito dopo si dirge corricchiando verso uno dei piccoli sentierini che scende verso l'acqua.
Il ragazzo scompare nella nebbia, che si è formata mentre camminavamo per raggiungere il belvedere.
"Andy!" esclama Veronica "Dove vai?"
A quanto pare non è mai stata nemmeno lei al Quartiere 1.14.
Ci fissiamo tutti per un secondo, poi è Margaret la prima a lanciarsi all'inseguimento con una risata. L'istinto fraterno di Matthew si sveglia e si getta anche lui nella nebbia, richiamando la Guaritrice.
Io li seguo a ruota, un po' preoccupata che si schiantino, un po' curiosa di scoprire dove è diretto Andy.
Dopo dieci minuti buoni di camminata terrorizzante in mezzo alla nebbia, chiamando ogni tanto gli altri per sapere se ci sono, mi ritrovo in uno spazio più ampio, sento il leggero sciabordio delle onde e capisco che ci troviamo in basso in riva al mare.
Rumore ancora più forte però è quello delle macchine e dei camion che mi passano sopra la testa. Siamo sotto la parte iniziale del Golden Gate.
Trasalisco quando qualcuno mi sfiora la spalla nella nebbia. Mi volto ma trovo Andy.
"Ci siete tutti?" domanda il ragazzo al fitto banco grigio attorno a noi.
Le affermazioni arrivano ovattate ma sono tutti presenti. "Ho bisogno che dissipi la nebbia" Andy si rivolge a me "È acqua, puoi farlo, concentrati"
Prendo un respiro tremulo. Devi spostare dell'acqua, non è difficile.
Ma la domanda mi sorge quasi spontanea nella testa.
Se mi sfuggisse?
No, sono ridicola. Però...
Lo realizzo dolorosamente, ma non inaspettatamente. Quel sogno mi ha fatto perdere fiducia nei miei poteri - negli elementi - uno dopo l'altro. Vorrei poter dire di non avere paura di usarli adesso, ma mentirei. Ho paura di poter far male alle persone che mi sono vicine.
L'unico elemento che mi ha lasciato un po' di speranza è l'aria, perché mentre dormivo il sogno è stato deviato dal legame che ho con i ragazzi, facendomi manifestare nell'infermeria.
Distendo le mani lungo i fianchi, aprendo i palmi verso l'esterno. Sollevo un vento leggero, poi più forte, che spazza via la nebbia nella zona dove ci troviamo, in modo da vedere il ponte sopra le nostre teste e il mare.
Tornano tutti visibili nel piccolo spiazzo sabbioso, tra due dei massicci piloni di cemento che sorreggono l'inizio del ponte. Jake probabilmente si ritrova più vicino a Matthew di quanto si fosse aspettato, perché muove qualche passo minuscolo per allontanarsi, e mi sembra di scorgere una piccola espressione ferita sul volto dell'altro, prima che Andy richiami la nostra attenzione.
Il ragazzo si dirige a grandi passi verso il mare, allunga le mani in avanti, come se volesse tastare l'aria.
Tutti lo guardiamo confusi. Ma la confusione si trasforma in stupore quando tocca qualcosa, appoggiandocisi. I suoi occhi brillano di codici, e davanti a lui appare una porta bianca, che però si affaccia sul nulla.
Quando Andy la spalanca però, si rivela una scalinata bianca, circondata da muri bianchi, che sale fino a dove è possibile vedere.
Non mi accorgo di essermi avvicinata finchè non mi ritrovo al lato di Andy, che sorride. "Benvenuti al Quartiere 1.14" dichiara, facendomi cenno di salire.
Apro la strada nella stretta scalinata, per quanto il corridoio bianco si stretto e basso non trasmette una sensazione di claustrofobia. Scorro una mano sulla parete, io materiale è liscio, lo stesso che compone le pareti della palestra sotterranea a San Diego, un misto di leghe di metalli, verniciato con uno spesso strato della speciale vernice bianca creata per le proiezioni.
Per questo non si vede dall'esterno.
All'apice della scalinata mi ritrovo in un breve corridoio - anch'esso bianco - che si apre in un piccolo atrio, prima di una porta semplice a due battenti.
I nostri passi ticchettano sul pavimento liscio, ma non vola una mosca, tutti troppo stupiti per parlare. Andy rimane in silenzio il tempo di farci assorbire il tutto.
A spezzare il silenzio è, stranamente, Matthew.
"Quindi, avete costruito un Quartiere sotto il Golden Gate?" chiede.
Andy fa una piccola risata. "In realtà già nei progetti originali del ponte c'è stata qualche modifica per accoglierlo in futuro, cosa che poi è successa quando il primo è stato distrutto... Nascosti in piena vista"
"Mi stai dicendo che nessun Rivoluzionario conosce la posizione di questo posto?" ribatte il biondo, dubbioso.
"Oh, no" risponde Andy, mentre si avvicina ad un pannello vicino alla porta a due battenti, e ci posa l'indice subito "Di sicuro qualcuno lo sa, solo che questo è uno dei centri dell'Alleanza più sicuri, non hanno le forze per attaccare, e in un Quartiere pieno di Mentali è un po' difficile anche infiltrarsi"
"Ma se è così sicuro, perché ci state facendo entrare?" Matthew incrocia le braccia al petto e capisco dove vuole andare a parare - e non ha tutti i torti - "Sai bene che io non voglio fare parte dell'Alleanza, già te l'ho detto, simpatizzante si, ma non dentro la stessa organizzazione dei genitori che mi hanno abbandonato ad un..."
Il risentimento e l'acido nella sua voce sono talmente forti da essere papabili. Margaret tossicchia un paio di volte per sciogliere l'atmosfera che ormai sembra scolpita in un blocco di ghiaccio.
L'espressione di Andy alla fine si addolcisce."Non mi riferivo a quello, quando sarà il momento sarete liberi di scgeliere, ma per il momento siete sotto la nostra protezione"
Non avrei mai pensato che qualcosa detto da lui potesse suonare sinistro, sono anche sicura che non ne avesse intenzione, ma le parole "sotto la nostra protezione" mi sollevano un senso di inquietudine strano.
Ho anche io i miei dubbi sull'Alleanza, dopo quello che mi ha detto Jake della donna che gli ha modificato la memoria, ma di Andy e Veronica mi fido.
Le porte a due battenti si spalancano da sole, spezzando la tensione, e ci ritroviamo in un salone completamente diverso.
Il lungo pavimento a scacchi, il soffitto bianco e i muri decorati di stucchi solleticano la mia memoria, come se ci fossi già stata. Quando finalmente riesco a trovare una corrispondenza nel passato realizzo di trovarmi in uno dei saloni che ricordo di aver visto in Italia, in visita alla Venaria Reale, solo che mi sembra sproporzionato, più corto e più largo rispetto all'originale.
Sono così assorta dai miei ragionamenti che non mi accorgo della donna che si avvicina finché non è proprio davanti a noi.
Sento Jake trasalire al mio fianco, il colore gli defluisce rapidamente dal volto, gli occhi pieni di quello che riconosco come puro terrore.
È lei, è lei, è lei sussurra nel panico nella mia mente La donna che mi ha sostituito i ricordi
Passo velocemente gli occhi dall'uno all'altra. Lei è avanti con l'età, tra i capelli di un candido grigio spunta ancora qualche filo castano, gli occhiali dalla spessa montatura nera le incorniciano il volto ovale e gli occhi di un azzurro acquoso.
Tu comportati normalmente gli dissi infine, non sapendo se la donna possa sentire in nostri messaggi.
"Vi piace? Oggi era il mio turno per l'arredamento, la Reggia di Venaria è un vero capolavoro" esordisce la donna.
"Andrew Warren, sono felice di vederti" continua candidamente, stringendo la mano di Andy "L'ultima volta che ti ho visto eri alto così, e avevi l'apparecchio hai denti, lo ricordo bene, oh e presumo che questi siano i tanto cercati ragazzi dell'affresco, piacere di conoscervi, sono la Dottoressa Connel, ma potete chiamarmi tranquillamente Jane"
Ci stringe la mano partendo da Margaret, fermandosi su Matthew un secondo in più per mormorare qualcosa che sento a malapena, ma che potrebbe somigliare a un "le assomigli così tanto".
Quando arriva il turno di Jake lo vedo esitare.
Come se non la conoscessi sibilo di nuovo nella sua mente.
Il ragazzo solleva una mano, e scorgo che trema appena, però, proprio quando sta per incontrarsi con quella della Dottoressa la tira indietro, come se avesse preso la scossa.
Ha gli occhi spalancati, il respiro accelerato, non c'è bisogno di conoscerlo bene per leggere la paura sul suo viso in questo momento.
"Jake, tesoro" non finge nemmeno "Abbiamo tante cose di cui parlare... "
Prova ad accarezzarlo su una guancia, anche se si trova ad un altezza molto superiore alla sua - e lei indossa i tacchi -, ma saggiamente lascia ricadere il braccio.
Tutti tranne me sono confusi. Allora neanche Andy sapeva...
"Ma prima c'è una persona che deve vedervi" conclude la donna.
"Chi?" azzardo io.
"La persona che ha iniziato tutto questo" dichiara Jane "Mary Ferne"
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Sono talmente calma da stupire anche me stessa, eppure non dovrei esserlo.
Incontrare la persona che ha profetizzato un pezzo del mio futuro dovrebbe mettermi in ansia.
Dovrebbe sembrarmi tutto più reale, il fatto che in un futuro non troppo lontano mi aspetta qualcosa di immensamente importante, che molto probabilmente coinvolgerà anche dolore, molto dolore.
Invece una calma piatta si è impossessata di me.
Oppure inconsciamente è l'unica cosa che posso fare al posto di spaccarmi in tanti pezzettini per il peso degli ultimi giorni. Rimanere tranquilla.
La Dottoressa Connel ci guida attraverso il salone e poi attraverso una porta che conduce ad un bivio, un corridoio bianco prosegue dritto, uno sale ed uno scende. La donna impiega il terzo, spiegando mentre scendiamo le scale.
"Qui al primo blocco sono situati i laboratori, le sale computer e una delle due infermerie" dice "Di solito qui si realizzano le ricerche in campo tecnologico, si monitora l'attività Rivoluzionaria e sono presenti i centri di controllo per le missioni"
"Non che io non voglia incontrare la signora Ferne... " Margaret si inserisce nella conversazione "Ma saprebbe dirmi dove lavora ora Sabrina Randall?"
Jane fa un ampio sorriso. "Al momento mi sembra sia di turno nella seconda infermeria, nel blocco quattro, ti ci accompagno non appena ho lasciato loro dalla signora Ferne" risponde mentre camminiamo lungo il bianco corridoio.
Ancora non so chi sia questa Sabrina Randall.
Le porte sono quasi invisibili, tutt'uno con i muri e affiancate da panelli, proprio come quelle della nostra palestra.
Noto che Andy deglutisce nervosamente a quelle parole.
"Già, prima vorrei discutere con di Jake..." esordisce il ragazzo, imbarazzato.
Oh mamma, non si fida a lasciarla da sola con Margaret...
Anche la donna sembra capirlo perché sorride aspramente. "Non me ne vado certo in giro a cancellare i ricordi di chiunque mi capiti a tiro, Andrew"
Vedo Jake roteare gli occhi, ma le gotee di Andy si tingono di rosso. A quanto pare la Dottoressa Connel ha una posizione più spettabile nell'Alleanza di quanto credessi.
Già, vorrei saperlo anche io dice Matthew nella mia mente, sposto gli occhi su di lui, ma non fa una piega.
Beh non sono affari tuoi interviene brusco Jake, che ha quanto pare ha sentito lo scambio.
Aagh, dobbiamo imparare a gestire questa comunicazione
Perchè? Non ti fidi a farmi sentire quello che dici agli altri? chiede Jake aspro.
Ancora questa storia? ribatte Matthew con una punta di esasperazione.
Sento l'altro prepararsi ad una risposta acida quando interviene Veronica.
Oh Zeus basta, perfavore esclama mentalmente.
Jake chiude le comunicazioni di colpo, e per un secondo ho l'impressione di visualizzare nella mia testa una porta che sbatte.
Mi accorgo che siamo arrivati solo quando per poco non mi schianto su Andy davanti a me.
La Dottoressa si è fermata davanti ad una delle tante porte anonime del corridoio. E ancora sino calma.
"La signora Ferne vi aspetta qui dentro" dice "Io intanto accompagnerò la signorina Doyle a conoscere il suo idolo"
"Se non le dispiace vorrei venire anche io, credo che i ragazzi siano perfettamente in grado di gestire questo incontro" interviene Andy, stavolta più deciso "Così magari potremmo parlare di quella questione che riguarda i ricordi di Jake"
La donna serra le labbra. "So che potrai non crederci Andrew, ma ci sono informazioni a cui non sei ammesso" si interrompe per fermare il ragazzo, sul punto di protestare, con una mano "Ma trattandosi della tua squadra risponderò alle tue domande"
"Anche perché se non lo farà lei lo farò io"
Mi sorpende sentire la voce di Jake e mi volto verso di lui, ha un lampo deciso negli occhi scuri, molto diverso dalla paura che ci ho visto poco prima.
Il volto della Connel assume un'espressione nostalgica e scuote leggermente la testa. "Voglio chiarire anche con te poi... " mormora.
La donna preme un pulsante a lato della porta, che si apre ritraendosi con un sibilo.
Io, Veronica, Jake e Matthew ci guardiamo per un attimo negli occhi l'un l'altro, prima di varcare la soglia.
Ci ritroviamo in un piccolo salottino, una macchina del caffè è posta su un tavolino in un angolo, vicino a diversi vassoi di biscotti e pasticcini - afferro il braccio di Jake prima che possa fiondarcisi - e alcune poltroncine sono disposte nella stanza, a gruppi di due o tre attorno a dei tavolini bassi, nell'angolo più lontano dalla porta, su una poltrona che si affaccia sull'ampia finestra che da sul mare, lo sbocco della baia di San Francisco nel pacifico, è seduta una donna.
Sento Matthew prendere un respiro tremulo.
"Nonna..." esala, stringendo e aprendo servosamente la mano lungo il fianco.
Non gliel'ho mai sentito ammettere ad alta voce, ma sapevo che era così. È come lui mi ha spiegato al telefono frettolosamente quando lui e Jake sono stati catturati. Insomma, non che ci volesse un genio per unire i puntini. Ma la donna che ha predetto il nostro futuro è davvero sua nonna. Lui è il figlio del primogenito di lei, che ha tenuto il cognome della madre per una questione del genere lei-è-la-Veggente-migliore-di-tutti-i-
tempi-quindi-mi-tengo-il-cognome.
L'anziana signora si gira, non è difficile cogliere le somiglianze tra i due, il volto magro, i medesimi occhi grigi, e gli stessi capelli chiari, dove nella testa della donna il biondo platino si fonde con il bianco.
La carnagione pallida della donna è chizzata da macchie dell'età, e qualche neo vicino alle tempie, ma il suo viso conserva comunque una vitalità sorprendente.
Le rughe ai lati degli occhi le si increspano quando Mary Ferne ci sorride, si alza in piedi, rimanendo appoggiata alla poltrona con una mano.
Ha un abbigliamento quantomeno singolare, un vestito bianco, con una gonna larga che si apre sui fianchi magri, un po' vecchio stile, è coperto da un giubbotto da aviatore beige che le dà un aria battagliera. I capelli come fili lucenti di ragnatela le sfiorano il colletto imbottito.
Non so perché ma qualcosa in lei mi trasmette un senso di fiducia.
"Sono tornata di corsa da Phoenix per incontrarvi ragazzi" ha una voce cristallina, ma rassicurante allo stesso tempo "Tu sei Jake giusto? Lei Veronica, Allison..." quando gli occhi di Mary si posano su me faccio un piccolo sorriso "E tu Matthew..."
Vedo i suoi occhi oscurarsi quando trova solo quattro persone e non cinque, ma non fa domande.
"Come qualcuno di voi saprà" strizza l'occhio a Veronica, che come tutti noi sembra a suo agio con la donna "Io non faccio parte dell'Alleanza, ma mi riservano comunque un trattamento speciale - un po' come a voi - così con l'aiuto di un'A.P sono arrivata qui ieri"
La curiosità prende il sopravvento su di me. "Perché non ne fa parte? Dell'Alleanza, intendo"
"Oh, all'inizio stavo con loro, poi sono state prese delle decisioni che non mi hanno entusiasmato... Così ho deciso di distaccarmi" solleva la collana che indossa, mostrandoci una semplice luna d'argento.
Quel simbolo stuzzica la mia memoria, solo che non riesco a fare il collegamento.
La Compagnia della Luna mi spiega Veronica con la mente È il gruppo simpatizzante da lei fondato, sono molto legati all'Alleanza, ma prendono decisioni indipendenti
Mary Ferne posa lo sguardo su Matthew, addolcendolo. "Una di quelle decisioni è stata abbandonare te, Matthew"
Vedo un'esitazione minuscola sul volto del biondo, prima che questo si sciolga e lui faccia due passi avanti, stringendo la donna in abbraccio.
Mary lo accoglie tra le braccia, è alta quanto lui, e gli strofina leggermente la mano sulla schiena.
Sulle prime non capisco il motivo di questa falla nel comportamento sempre composto e diffidente - soprattutto diffidente - di Matthew. Poi realizzo che sua nonna è il primo parente di sangue della sua famiglia che conosce. E gli ha appena detto che non avrebbe voluto abbandonarlo.
Il momento familiare si estingue velocemente, il biondo si stacca dalla Veggente, sfregandosi un braccio sugli occhi - probabilmente sperando di non essere notato - e Mary ci invita a sederci.
"Scommetto che avete tante domande" commenta "Ne ho tante anche io"
"Lei ha idea di cosa ci aspetta?" chiede Veronica, esprimendo il pensiero di tutti.
Mary annuisce serrando le labbra. "Avrete tante prove da affrontare, ognuno di voi ha una parte importante" spiega, come se stesse recitando qualcosa che ormai sa a memoria "È da una vita che ho queste sensazioni, nulla di preciso, ma vi aspettano grandi cose"
"Individualmente non so cosa potrei dirvi, so che Peter avrà una scelta importante davanti, che Veronica sopravvivrà ad un grande dolore..." continua, poi nota le nostre espressioni - soprattutto quella della rossa - e si affretta a rimediare "Sono solo sensazioni, non predizioni, è una cosa ben diversa, le predizioni sono cose concrete, che nel mio caso si esprimono coi dipinti, mostrano un avvenimento del futuro in via più o meno astratta... Le sensazioni invece, non so come spiegarlo... "
Mary si ferma un secondo per riflettere."È come puntare una torcia su un muro, al buio, il centro illuminato è la predizione, chiara nel suo complesso, poi ci sono i bordi, appena fuori da quel cerchio di luce, più sfumati, quelle sono le sensazioni" continua "Ma visto che è semibuio non si può mai sapere con chiarezza cosa si vede"
Veronica fa un respiro profondo, ma annuisce comunque. È strano vedere qualcosa che non sia forza nei suoi occhi verdi.
Sento un sibilo alle nostre spalle e scopro che la porta scorrevole si è aperta, per fare entrare un ragazzino che avrà si e no l'età di Margaret. È alto, quasi lo avessero stirato per farlo crescere e non ci si fosse ancora abituato.
Quando entra sta cercando di districare un ciuffo di lunghi capelli biondo scuro che si è impigliato negli occhiali allungati che porta.
Poi sembra accorgersi di noi che lo fissiamo immutoliti e smette di armeggiare con gli occhiali. Ci squadra uno ad uno, un misto di curiosità e timore quasi reverenziale.
"S-sono venuto a cercarvi per conto della Dottoressa Connel e di Andrew Warren" balbetta, portando le mani dietro la schiena "Hanno bisogno di mostrarvi una cosa"
Mary ridacchia al mio fianco, per nulla infastidita dal fatto che il nostro incontro è stato interrotto così presto. "Tu devi essere Gavin, vero?
"Amanda mi ha parlato di te... Dice che hai un bel cervellino"
Il ragazzo arrosice, quasi incredulo di aver ricevuto un complimento da Mary Ferne. "Zia Amanda è troppo generosa..." fa per dire, ma viene interrotto nuovamente.
"Non fare il modesto ragazzo, Amanda non è per niente generosa, quindi tieniti i suoi complimenti dato che ne hai la possibilità" esclama Mary "Ora è meglio se ti consegno questi ragazzi, fa in modo che non si perdano, non vuoi mica smarrire qualcuno di tale importanza?"
Nonostante il tono della donna sia giocoso Gavin impallidisce lo stesso, come se volesse diventare dello stesso colore della larga camicia bianca che indossa.
"Su, andate" ci incita Mary.
Ci alziamo tutti uno dopo l'altro, mentre gli altri si dirigono verso la porta però l'anziana signora mi afferra per il polso, trattenendomi.
"Allison" mormora "Tu hai una parte importante in questa storia, molto importante, ma c'è questa sensazione che ho da tanto su di te, dovrai mantenere l'equilibrio, questo è quello che sento, anche se non sono sicura di cosa significhi"
Annuisco piano. "Grazie" sussurro.
"Ho motivo di credere che ci rivedremo molto spesso d'ora in poi" replica Mary "Ora và"
Mi allontano dalla Veggente uscendo con gli altri.
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L'incidente nelle prime ore del mattino di oggi ha lasciato sconvolte parecchie persone.
A San Diego sono collassati su se stessi più semafori, pali della luce e indicazioni stradali nel centro, colpendo automobilisti e pedoni.
Il telegiornale mi giunge quasi ovattato alle orecchie.
L'asfalto e il cemento sono ceduti simultaneamente in una vasta zona, provocando la caduta dei lampioni e dei semafori. Tre morti tra i pedoni e oltre i venti feriti, alcuni gravi.
Si sta indagando sulle cause di questo incidente, ma si pensa ad una piccola scossa di terremoto.
Terribile evento alle porte delle vacanze pasquali.
Appena finisce l'annuncio appare sullo schermo una mappa delle zone interessate dal crollo, ma non appartiene al telegiornale. Lungo tutta la strada è presente un'area evidenziata in azzurro. In alto allo schermo una didascalia recita: Zona di attività telecinetica, registrata dal Quartierino di San Diego alle 9:04 del 18/05/19.
Il terreno sotto i semafori non è l'unico a sprofondare oggi.
No, perché il mio cuore sembra voler rimpicciolire nella gabbia toracica tanto da sparire.
SPAZIO AUTRICE
Eccoci qua.
Non so il perché, il percome, ma ho cicciato fuori 5400 e passa parole.
È il capitolo fin'ora più lungo di questo libro, un applauso a lui.
Mentre gli altri si fanno una gita, che combina Peter? Pensate ci sia davvero lui dietro al crollo dei lampioni/semafori?
Finalmente rivediamo Mary Ferne, eh si, la ragazza del prologo, tempi addietro. La Veggente che ha iniziato tutto.
Oggi vi chiedo di farmi la top 5 dei vostri personaggi preferiti (di questo libro ovviamente)
(tutti eh, guardate che ci vedo)
Al prossimo capitolo 😘
Cami 👁️
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