18. Alla fine non è stata così stupida come idea
La freccia vola per pochi secondi prima di piantarsi nel bersaglio con un tonfo.
"Quello è uno zero?"
"Una M"
Aggrotto le sopracciglia.
"M, Missed" dice Peter sorridendo "Uno zero, sì"
Faccio una smorfia, appoggiando il flettente inferiore dell'arco sul mio piede, come il ragazzo mi ha detto di fare, la testa sull'altro ed emettendo uno sbuffo.
"Direi che non fa per me" borbotto.
"Vedo proprio il fuoco della determinazione che arde in te" commenta Peter divertito.
"Non fare battute sul fuoco con me" lo ammonisco "E poi, a mio parere sei tu che sbagli ad insegnare, hai fatto soltanto un anno di questo sport, non sei proprio classificato"
Lui fa una finta faccia scandalizzata, sollevando due dita. "Ho fatto due anni di tiro con l'arco, e non ti permetto di sminuirlo"
"Comunque il tuo problema è semplice" continua, standomi di fronte ed indicando la corda tesa dell'arco "Quando rilasci la freccia la tua mano schizza via, mentre invece dovrebbe rimanere attaccata al mento... Guarda, così"
Mi afferra con delicatezza il polso, provocandomi un brivido, e portando la mia mano sotto il mento, poi la sposta indietro, a lato del collo, facendo però aderire sempre le dita alla mia pelle. Annuisco per evidenziare che ho capito, così Peter mi lascia provare un'altra freccia.
A quanto dice lui sto tirando con un arco scuola, che praticamente è un arco olimpico ma soltanto col mirino e senza stabilizzazione completa - non ho idea di cosa sia -, è un'arma semplice, di legno, che abbiamo recuperato da una cassapanca nel salotto-area caffè, dove ho scoperto tengono quasi tutte le armi da gittata.
Incocco la freccia e la posiziono sul suo sostegno - chiamasi rest a quanto pare -, sollevando l'arco ed esercitando la trazione. Una volta che devo rilasciare cerco di fare come ha detto.
La freccia si pianta nel centro preciso del bersaglio.
Peccato che io abbia colto un guizzo sospetto al margine del mio campo visivo.
Abbasso l'arco puntando un dito contro Peter. "Sei stato tu!" esclamo indignata.
Lui in riposta ride. Errore. Una folata d'aria lo spinge, costringendolo a fare dei passi all'indietro per non rovinare a terra.
Errore mio. Una forza invisibile mi stringe il torace sollevandomi e trasportandomi indietro di alcuni metri, l'arco mi sfugge di mano ma non sembra subire particolari danni. Peter mi deposita a terra con forza e stavolta e il mio turno di annaspare per non cadere.
Il ragazzo mi guarda soddisfatto ma ha il respiro accelerato, segno che ancora si stanca velocemente ad usare i suoi poteri. Un punto a mio favore.
Alzo le mani, facendogli segno di farsi avanti, un sorriso di sfida stampato in faccia.
Prima che abbia tempo di fare qualsiasi mossa il mio telefono vibra di nuovo nella tasca.
Julian!
Alzo una mano per interrompere lo scontro mai iniziato e estraggo il cellulare dalla tasca.
-Perciò, riguardo a prima, quando possiamo vederci? (scusa se non ho risposto prima, mia sorella aveva bisogno di una cosa) -
Per poco non lascio cadere il telefono. Rileggo i messaggi precedenti per accertarmi di non star sognando. Un ragazzo molto bello ha davvero accettato di vederci?
-Ehi, sono Julian, della piccola disavventura di sabato, Veronica mi ha dato il tuo numero, scusa se disturbo-
-Ciao, nessun disturbo-
-Bene-
E qui Jake mi ha abbandonato, così ho dovuto iniziare a scrivere senza il suo consiglio.
-Senti, non so, ti andrebbe di incontrarci qualche volta?-
A quel messaggio Julian non aveva più risposto. E ora finalmente è arrivata la replica.
-Quando vuoi- scrivo in fretta.
Non ho il tempo di vedere cosa risponde che il telefono mi vola via dalle mani. Allungo un braccio per afferrarlo ma è già fuori dalla mia portata.
Peter ha un braccio sollevato e una smorfia concentrata sul viso. Il cellulare vola lentamente verso la sua mano, tremolando leggermente.
"Peter! No! Non farlo cadere!" farfuglio.
Quando alla fine l'apparecchio atterra nella sua mano il ragazzo aggrotta le sopracciglia.
"È Jake" rivolge lo schermo nella mia direzione. Mi avvicino, ringraziando il tempismo del mio migliore amico, che ha evitato a Peter di sbirciare le mie conversazioni private.
Premo la cornetta verde.
La mia gioia ci mette un secondo a sparire. Non è Jake a rispondere.
È una voce tremante di rabbia, ma allo stesso tempo disperata, se non spaventata.
"Allison..." esordisce Matthew.
************************************
Non ho mai visto Andy guidare più veloce. La jeep sfreccia tra le vie di periferia come un missile. Il ragazzo e Veronica stanno discutendo animatamente nei due posti d'avanti.
Io non posso fare a meno di continuare a picchiettare le dita sulla gamba, cercando di rimanere calma. Ogni tanto arrivano delle imprecazioni soffocate dal baule, dove abbiamo chiuso Franklin, quando prendiamo un dosso o freniamo all'improvviso per una macchina che sbuca ad un incrocio.
Alzo gli occhi verso Peter, che ha lo sguardo perso oltre il finestrino. Probabilmente non si aspettava di dover partecipare a questa piccola missione, ma anche lui ha una parte nel piano. O almeno il piccolo piano che siamo riusciti ad elaborare in poco tempo. Deve accorgersi che lo sto osservando, perché si volta.
Sembrava tutto così fantastico mi dice col pensiero Poter spostare le cose senza toccarle, combattere un'organizzazione di malvagi insieme a voi, ma non è così bello vero?
Leggo il dubbio sul suo volto e non posso fare a meno di ricordarmi me stessa appena qualche settimana fa. Vivevo in un mondo di libri, a scuola pensavo che nessuno mi avrebbe capito, perciò me ne stavo chiusa in quella piccola scatola personale, dove ogni tanto seguivo lezioni di magia dentro ad un grande castello, oppure scappavo da mostri mitologici per qualche impresa, o ancora ero una ragazza immune ad una malattia mortale che cercava di uscire da un labirinto. Ma ero mai me stessa? Adesso me lo chiedo sempre più spesso. Forse proprio ora sto iniziando a trovare la vera me, dopo l'arrivo di questi poteri. Ma prima avevo una famiglia, due genitori di cui non conoscevo i segreti ma che amavo, non dovevo preoccuparmi di attacchi alla mia scuola, o di rischiare di morire annegata ad una festa, di vedere i miei amici rischiare la vita.
Sai anche io all'inizio pensavo che un cambiamento del genere sarebbe stato fantastico, che finalmente avrei avuto l'avventura che volevo... Ma non sai cosa farei ora per tornare indietro rispondo alla fine.
Annuisce serrando le labbra, poi un lampo di qualcosa passa sul suo viso. Confusione forse?
Però... Ora è come se mi fossi reso conto che una cosa del genere me l'aspettavo... No, non che me l'aspettavo, ma, so che può sembrare banale, sentivo che c'era qualcosa di diverso in me... Lo capisci?
Non sai quanto rispondo, ma all'improvviso vengo colta da un'idea.
In che senso di diverso? domando pressante.
Ero bravo a basket, prima di essere bravo a tiro con l'arco poi sembra cogliere il ragionamento Entrambi sport dove serve precisione...
Esatto, Peter cosa mi hai detto di tua sorella quando era piccola? Che era empatica giusto? Riusciva a capire come si sentivano le persone o cosa pensavano, questo mi hai detto, no? continuo, mettendo pian piano a posto i pezzi del puzzle nella mia testa, o almeno una parte di esso.
"Ragazzi state parlando?" chiede Veronica sporgendosi tra i due sedili.
Entrambi annuiamo.
"Ecco che è questo mal di testa" borbotta lei "Almeno fate piano"
Mi affretto ad acconsentire, per paura di perdere il filo.
Ora non prenderla male, ma Matthew al telefono ha detto di non riuscire a parlarci con la mente, quindi attorno a casa sua deve esserci qualche tipo di barriera psichica, e poi l'unico modo per tenderci quella trappola sabato era averla programmata prima, cosa altamente improbabile, oppure mandare un messaggio con la mente a Franklin, che ha quanto so è possibile per un...
Mentale mi interrompe Peter Quello è il nome giusto? Lo ha detto Andy... Chiunque abbia un potere legato alla mente e alle sue funzioni
E se tu sentivi gli strascichi del Dono, se li sentiva anche lei allora... incalzo io, temendo però la sua reazione.
Allora potrebbe essere ancora viva, ed era nei dintorni del parco, certo quindi sarebbe Rivoluzionaria, ma viva replica Peter deciso, calcando soprattutto sull'ultima parola.
Sul suo viso lotta un misto di incredulità e nostalgia. Spero soltanto di non averlo ferito.
Lui però fa una cosa che non mi sarei mai aspettata.
Posa la sua mano sulla mia. "Grazie" sussurra "Forse ora è meglio se ci concentriamo sul salvare i ragazzi"
************************************
Il cancello della grande villa è spalancato. So della ricchezza di Sebastian Ferne, ma questa casa è davvero da stra-ricchi.
Io e Peter camminiamo con decisione fino a metà del largo vialone d'entrata, che arriva fino ai gradini che portano al portone d'ingresso creando un spiazzo, da cui gira a destra allontanandosi nel giardino.
Tra di noi sta Franklin, tenuto stretto ad un braccio da entrambi, non prova a scappare, forse perché ha paura che lo incenerisca come ho minacciato di fare, oppure perchè sarebbe impotente, con le manette disattiva- poteri addosso.
Il grande portone d'entrata si apre lentamente, rivelando due figure in piedi sulla soglia.
Non mostrate la vostra incertezza ci hanno detto Andy e Veronica.
Io ho cercato di combinarmi più da dura possibile. Jeans neri elasticizzati e una t-shirt verde scuro, con i miei anfibi per dare forza al tutto. Peter invece più sicuro di così non può sembrare, il suo giubbotto, la semplice maglia che sta sotto e la camicia di flanella allacciata ad arte sui fianchi lo fanno assomigliare in modo quasi inquietante a Jughead Jones, solo senza cappello.
"Siete arrivati" annuncia la voce roboante di Bob - che a parer mio è un nome davvero stupido per un uomo grande e grosso come lui -.
"Dove sono però i veri membri dell'Alleanza?" continua.
Mi preparo per quello che devo dire.
"Non volevano rinunciare ad una fonte di informazioni così importante" mento spudoratamente, con l'astio necessario nella voce "Allora abbiamo fatto di testa nostra"
"E ti aspetti che ti crediamo?" chiede con la sua vocina petulante Creek Jr, il cui nome a quanto ricordo è Jeffrey o qualcosa così.
"Ci hanno detto più cose del dovuto" risponde Peter al posto mio.
"Lui è nuovo" ridacchia Franklin tra di noi, riferendosi al ragazzo e venendo prontamente zittito da me. Anche se era rinchiuso nel baule dell'auto e abbiamo fatto in modo che non capisse quanti fossero i presenti, non possiamo permetterci che riveli qualcosa di troppo.
"Dove sono i nostri amici?" dico io subito dopo.
Bob fa un cenno della testa e il ragazzino sparisce dentro la casa, riapparendo poco dopo, ma al seguito di Matthew e Jake.
Per poco non mi lancio in avanti ad incenerire entrambi i Rivoluzionari. Il Veggente ha l'aria stanca e rabbiosa, mentre sorregge Jake che ha una smorfia di dolore, anche se appena visibile, dipinta in faccia, mentre si appoggia pesantemente al biondo.
"Giura che sarà un scambio leale" ordino a Bob.
"Vuoi dare ordini ragazza? Mi sembra che sono io ad avere il coltello dalla parte del manico" è impressionante quanto lui e il gemello si assomiglino anche caratterialmente "Anzi due coltelli"
"Posso sempre incenerire tuo fratello" ribatto con tono di sfida.
"E Creek qui può ridurre i tuoi amici in tanti piccoli pezzettini, così non andiamo da nessuna parte" non è male a contrattare "Ma va bene, io Bob Whitehead giuro che sarà uno scambio leale"
Non mi sembra un giuramento tanto sincero. Ma comunque io non ho giurato nulla.
Spingo Franklin in avanti, tenendo sempre una mano tesa in prevenzione di qualsiasi passo falso.
"Ora fate avvicinare anche loro" dice Peter al mio fianco. Come da piano.
Jeffrey Creek fa un sorrisino spingendo i due ragazzi giù dai gradini, ma tenendo il braccio puntato verso di loro, o per la precisione verso Jake. Entrambi inciampano, venendo separati dalla caduta.
Poi succede una cosa strana. I contorni di Jake iniziano letteralmente a sfocare, e lui si rannicchia a terra gemendo di dolore. Matthew si slancia verso il ragazzo e gli afferra una mano, inizia anche lui lentamente a diventare meno definito, ma un po' del dolore di Jake sembra trasferirsi, dato che ora i confini del corpo di entrambi sono leggermente più nitidi.
Rimango paralizzata per qualche attimo prima di realizzare ciò che sta succedendo. Reagisco creando una bolla d'acqua attorno alla testa di Franklin, che si ritrova all'improvviso senz'aria.
Bob da una gomitata al ragazzino - facendolo quasi cadere - ed egli smette di fare del male ai miei amici, così anche io lascio andare l'acqua che circonda la testa del gemello, inzuppandogli i vestiti.
Trattengo a stento la rabbia. Ma devo resistere ancora un momento, per il piano.
Matthew e Jake si rialzano, sorreggendosi a vicenda, il che mi fa provare una leggera stretta al cuore, e prendono a camminare verso di noi, così come fa Franklin, camminando nella direzione opposta.
A metà del viale, quando sono abbastanza lontani dai Rivoluzionari, abbastanza lontani da Franklin, i due ragazzi svaniscono nel nulla.
Al loro posto compare un diciottenne molto arrabbiato e due bracci meccanici, che al suo ordine si scagliano sul gemello barbuto, inchiodandolo a terra.
Il piano è in atto.
Peter alza un braccio per attirare Franklin verso di noi. Io mi concentro sul dare manforte ad Andy contro gli altri due. Indirizzo una ventata d'aria verso Bob, ma non per allontanarlo, bensì per farlo avvicinare al ragazzo, che in combattimento è il migliore, l'uomo incespica per i pochi gradini, finendo proprio sotto al tiro del Tecnopatico.
Non mi accorgo della mano di Creek Jr che scatta nella mia direzione, però.
Vengo assalita dalla peggior sensazione mai provata in tutta la mia vita, ogni molecola vibra e mi sento come se mi stessi disfacendo dall'interno. Grido cadendo sulle ginocchia. Sembra di uscire dalla realtà, ritrovandoti in un piano sfocato, caratterizzato soprattutto dal dolore.
Sembra durare anni.
Poi come è iniziato tutto finisce.
Alzo la testa e ritrovo il tremendo ragazzino della Legione accasciato davanti al portone. Peter ha il braccio sollevato. Guarda nella mia direzione.
Il ragazzo sbatte gli occhi per un secondo, e colgo precisamente l'istante in cui si fanno vuoti, spenti. Il suo polso scatta verso Franklin, ancora a terra che si dibatte rabbioso contro i bracci meccanici, e che all'improvviso vengono scagliati via, mentre le manette ai polsi dell'uomo si sganciano.
"No!" grido, alzandomi a fatica.
Per la prima volta abbiamo un assaggio del potere del gemello barbuto. Con un ghigno trionfante si alza in piedi, da parecchi metri più in là il suo braccio si allunga a dismisura fino a stringersi attorno alla gola di Peter, che sembra tornare cosciente.
Presa dal panico creo una fiammata verso l'arto dell'uomo. Che lascia la presa.
Non doveva andare così. Non doveva. Il piano era di dare abbastanza tempo a Veronica per portare via Matthew e Jake, mentre noi ci riprendevamo Franklin ed aiutavamo Andy a catturare gli altri due.
Sto andando in tilt. Devo calmarmi.
Valuto per un attimo la situazione, Andy combatte contro Bob, Jeffrey Creek sembra fuori gioco almeno per ora. Veronica dovrebbe apparire tra poco ed allora saremmo in vantaggio schiacciante. Poi c'è Peter. Peter. Cosa gli è appena successo?
Potrebbe trattarsi di un controllo mentale... Mentale! Ci sono dei rinforzi nelle vicinanze allora.
"Andy!" grido per richiamare la sua attenzione. Ma non ho contato Franklin.
Qualcosa mi afferra la caviglia, tirando con forza e mandandomi a gambe all'aria. Picchio con forza la tempia a terra e tutto si fa nero per qualche secondo.
Sento qualcuno afferarmi la vita e mi dibatto.
Sono io! Allison sono io!
Mi lascio tirare in piedi da Peter. Stranamente non avverto capogiri o nulla di simile, anche dopo il colpo che ho preso alla testa.
Veronica è apparsa dal nulla e sta fronteggiando Franklin, la chioma rossa che danza ai colpi del suo bastone, sparendo ogni tanto per confonderlo.
Andatevene! urla nelle nostre menti.
Ver, no ribatto Ci sono dei rinforzi, un Mentale, magari anche altri...
Si, lo so mi interrompe Prima ho sentito un pezzo di conversazione in macchina, dovete seguire quella pista
La rossa schiva per un pelo un pugno dell'uomo, balzando indietro con una capriola.
Io ed Andy abbiamo dei sospetti fa frettolosamente Andate! Qui ce la caviamo!
Peter mi afferra una mano e cominciamo ad indietreggiare.
Attenta a Creek Jr! invio un ultimo messaggio, sperando di aiutare, prima di voltarmi e correre.
************************************
"Che si fa ora?"
Io e Peter smettiamo di correre solo quando abbiamo messo abbastanza terreno tra noi e la battaglia in corso.
Non mi risponde, ansima per la corsa, ma noto che ha qualcos'altro che non va.
"Peter..." comincio.
"Non ho idea di cosa sia successo" mi precede "Io... Qualcosa mi diceva che sarebbe stata la cosa più giusta da fare... Ma ho mandato tutto in malora"
Ha lo sgomento dipinto in faccia. La voce che trema appena.
"Sei andato come in trance" dico cercando di rassicurarlo "Sei stato condizionato... Quindi potrebbe esserci un Mentale nelle vicinanze, magari non un Mentale qualsiasi..."
"Partiamo da casa mia" Peter alza il mento, più deciso "Se c'è qualcuno che può sapere qualcosa su Reannon quelli sono i miei genitori"
"Okay, ma... Come ci arriviamo?" alzo un sopracciglio.
"La jeep?"
"Da escludere, se serve agli altri per una fuga rapida non possiamo prenderla"
"Uber?"
Sbuffo. "Vada per Uber"
Arriviamo a casa di Peter - una villetta a schiera come la mia, e come tutte le altre in questa zona periferica - dopo una quindicina di minuti. Paghiamo l'autista, un ragazzo simpatico sulla ventina, che sembra ignorare il fatto che sembriamo due scappati di casa, i vestiti sgualciti per il combattimento e il grosso bollo rosso sulla mia tempia, dove ho pestato la testa.
"I miei sono in casa a quest'ora" spiega Peter mentre ci dirigiamo verso la porta, che apre con un paio di chiavi estratte dalla tasca del giubbotto.
"Mamma? Papà?" esordisce quando entriamo.
Nella casa regna il silenzio più assoluto. "Mamma?" riprova più forte.
Ancora nessuna risposta.
"Magari non ci sono" mormoro.
"No, ero sicuro fossero qui" replica lui, con nervosismo visibile, facendomi strada verso il salotto "Al mercoldedì sono sempre in casa al pomeriggio... Lavorano nella stessa azienda di marketing, questo è il pomeriggio libero di entrambi..."
Passando da un'apertura che divide salotto e cucina la scorgo. Una mano sul bracciolo della poltrona. Una bella poltrona arancione, in un salotto ben arredato. Ma con qualcosa di terribilmente inquietante.
Do una pacca sul braccio di Peter e gli indico la mano. Lui trasalisce, facendo subito il giro per vedere.
Io rimango ferma per qualche attimo, giusto il tempo per sentirlo mormorare mamma tristemente. Mi decido a mettermi al suo fianco.
Sulla bella poltrona di velluto è seduta una donna, i corti capelli scuri e le lentiggini proprio come Peter, ma gli occhi di un bel verde acquoso. Occhi spalancati che fissano il nulla, ogni tanto un battito di palpebre, l'unica parvenza di vita.
"Mamma" sussurra Peter, la voce che trema, inginicchiandosi davanti a lei, una mano sulla sua "Mamma mi senti? Dov'è papà? Cosa è successo? Mamma perfavore... Rispondi mamma..." poi la voce si spezza del tutto, un singhiozzo attraversa il ragazzo.
Continua a scuotere debolmente la madre per qualche minuto, a volte chiamandola per nome - Lucy -. Io non posso fare altro che assistere inerme, senza sapere come rimediare alla sua sofferenza.
Già, che serve avere dei magici poteri se poi non puoi fare nulla per consolare le persone a cui tieni?
Alla fine Peter si alza in piedi da solo. "Cerchiamo mio padre" dice semplicemente.
Lo troviamo al piano superiore, fermo sulla soglia della camera matrimoniale. Anche lui fissa il vuoto, con quegli occhi nocciola, identici a quelli di Peter. Anche stavolta i tentativi di svegliarlo sono inutili.
"Non capisco..." dice alla fine Peter, gli occhi lucidi.
"Sono in uno stato di trance, forse catatonici... Non escludere che si possano svegliare" cerco di rincuorarlo io.
"Usciamo" il ragazzo chiude gli occhi per un attimo, prendendo una grande boccata d'aria "Ho bisogno di uscire di qui"
Senza attendere la mia riposta parte spedito verso il piano inferiore, e poi all'uscita. Io non posso fare a meno che seguirlo all'esterno, sentendomi triste per lui, ma nel mentre un sacco di ipotesi e pensieri su cosa possa essere successo si affollano nella mia mente.
Lo afferro per il polso, facendolo fermare sul marciapiede e voltare verso di me.
Punto il mio sguardo su di lui
"Risolveremo tutto ok? Insieme" dico "Io ti aiuterò a risolverlo"
E realizzo. Guardando in quegli occhi stupendi, un po' verdi un po' castani. Realizzo che essere troppo occupata a preoccuparmi delle relazioni sentimentali degli altri - Jake e Ashley, Andy e Veronica... - non mi ha fatto pensare a me, o almeno mi ha confusa, parecchio. Perché Julian è si bello, simpatico e gentile. Ma non è Peter, con quell'ironia appena velata ma efficace che sa usare, il suo modo di pensare sveglio, che ogni tanto è imbarazzato mentre altre volte sfida continuamente.
Fa un piccolo sorriso di gratitudine.
In un attimo prendo la decisione. Folle o soltanto stupida. Mi sporgo in avanti e gli lascio un veloce bacio sulle labbra.
Poi vorrei schiaffeggiarmi da sola.
Allison! L'hai appena baciato a stampo? A stampo?!
Peter non si muove di un centimetro, la faccia sorpresa. Abbasso lo sguardo.
Sto per dire qualcosa, per rimediare al disastro che ho combinato, quando lui mi posa una mano sulla guancia.
Questa volta è un vero bacio.
Mi concedo di affondare le dita nei suoi morbidi capelli castani, anche se solo per pochi secondi.
Pochi secondi fantastici. Sa di caramella mou. Chiudo gli occhi ed è come se qualsiasi altra cosa sparisse, il dolore, la tensione, le responsabilità. Tutto svanisce. Ci siamo solo io e Peter, noi due e basta. Noi due e le nostre labbra unite.
Ma tutte le cose belle hanno una fine, no?
"Peete!"
Il ragazzo si stacca bruscamente da me, probabilmente portandosi dietro un pezzo del mio cuore, e volta la testa a sinistra, verso la voce.
"Reannon" mormora. Lo vedo nei suoi occhi, che è felice, molto più di qualche secondo fa.
È stato un errore penso Un maledetto errore...
Prima che io possa fare qualsiasi cosa, avvertirlo, parlargli, fermarlo, Peter si lancia di corsa verso la sorella. Il mio braccio rimane sospeso verso di lui, un tentativo di non lasciarlo andare.
Vola tra le braccia di Reannon con un calore quasi commovente. Solo che le lacrime che stanno affiorando sui miei occhi non sono di commozione.
Ma c'è qualcosa di sbagliato nel loro abbraccio, un senso di freddo che stona completamente. Reannon non ha la testa affondata nella spalla del fratello, come lui invece fa, sta guardando me, con quegli occhi nocciola, che non pensavo potessero essere così freddi, non da come mi ha guardato Peter.
È stata lei! urla una vocina nel mio subconscio Con i genitori! A costringere Peter a liberare Franklin! E ora se lo porterà via!
Peter torna qui
Il messaggio non lo raggiunge nemmeno, rimbalza indietro e colpisce me, provocandomi un forte dolore alla nuca.
Un'altra figura sbuca da dietro la casa, una persona che purtroppo conosco molto bene. Mike Vix si dirige a passo baldanzoso verso i due gemelli, sccoccandomi uno sguardo beffardo, le mani affondate nelle tasche di una sformata felpa grigia.
Mi metto a correre verso di loro. Capendo cosa sta per succedere. Ma c'è una voce nella mia testa che continua a dirmi di rallentare.
Faccio resistenza, devo raggiungere Peter... Oppure devo fermarmi? Verrà lui da me, no? In fondo mi ha appena baciata, tornerà... No, no, no è un trucco... Sta andando via...
Quando esco dai miei pensieri mi ritrovo Reannon davanti, dei due ragazzi neanche l'ombra, le guance rigate di lacrime.
La sorella di Peter è bella, ma non nello stesso suo modo. Ha gli stessi capelli color mogano, gli stessi occhi nocciola, le stesse lentiggini. Ma emana un bellezza fredda, tipica delle lame, del ghiaccio. E a differenza del fratello la carnagione è infinitamente più pallida, anche più di quella di Matthew, quasi come porcellana, dove le efelidi spiccano come stelle.
"Sei stanca" commenta gelida "È tempo di farsi una dormita"
Mi accorgo appena del suo indice che si posa sulla mia fronte. Prima di scivolare nel buio.
SPAZIO AUTRICE
Nuovo capitolo finalmente! E anche bello zeppo di feels, vero?
Incentrato soprattutto su Allison e Peter, sono carini insieme?
Conosciamo Reannon, la presunta sorella gemella morta di Peter. Che tanto morta non mi sembra. Scopriremo di più su di lei in futuro 😏😌
Sappiate che sto un po' girando sul web (Pinterest, eccetera) in cerca di prestavolti, visto che ho una mezza idea di realizzare una pagina cast per chi non ha voglia di immaginarsi i personaggi, o preferisce avere un volto chiaro in mente.
Mi spiace se la cadenza lenta di pubblicazione vi annoia ma non riesco ad essere più veloce, con la scuola eccetra.
Perciò al prossimo capitolo, spero quanto prima 😘
Cami 💞
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top