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"Lou, amore!. Finalmente sei tornato". Harry gli corre incontro appena Louis mette piede in casa e si stringe a lui, mentre il più grande reprime il groppo che sente un gola, è appena stato dal suo avvocato e le notizie che porta non sono buone.
"Lou, sei stato dall'avvocato?. Quando oggi mi ha chiamato, mi ha detto che era urgente e voleva parlare con te". Louis è andato subito dall'avvocato, dopo aver parlato con William, voleva essere rassicurato ma purtroppo è stato l'opposto. Il suo legale gli ha detto che non ha avuto l'autorizzazione per prendere i pc aziendali e quello di William e che a questo punto le possibilità di vincere una causa sono praticamente nulle. Louis ha annuito e non ha detto niente, non gli ha nemmeno raccontato di ciò che William gli ha detto. Ha solo pensato che con o senza autorizzazione prendere i pc ormai era inutile, visto che anche la minima prova era stata spazzata via. Non c'è soluzione, o meglio ce n'è solo una che non è di certo la cosa migliore per Louis.
"Sono preoccupato Lou, sono stato cosi stupido a firmare quel contratto!!. Come ho potuto?! E adesso mi merito tutto questo, sono stato stupido e ingenuo e ne pago le conseguenze. Io.. l'avvocato ti ha detto che non c'è nulla da fare, vero?. Perderò la causa". Harry piange fra le braccia di Louis e l'editore proprio in questo momento ha preso la decisione definitiva, deve farlo per Harry, per l'amore che prova per lui.
"Haz, amore non piangere, da adesso in poi devi solo sorridere. Ho una grande notizia". Harry alza i suoi occhioni verdi verso di lui e adesso sorride
"Davvero Lou?! Allora è andata bene dall'avvocato!!"
"È finito tutto Haz, sei libero. L'avvocato è riuscito ad ottenere l'autorizzazione per prendere i pc aziendali, quello che usavi tu e soprattutto quello di William. Ha trovato le prove che cercava e ha convocato mio figlio, lui messo alle strette ha deciso che avrebbe strappato il contratto e ti avrebbe liberato da tutto. Non voleva rischiare di affrontare un processo e mettere in pericolo la sua immagine". Harry urlicchia e saltella felice abbracciando Louis, mentre l'editore invece stringe a sé il riccio e reprime il peso che sente dentro di sé. Non vorrebbe mai mentirgli ma lo fa per il suo bene, per non dargli altri problemi e per fargli ricominciare una vita lontano da William e beh.. adesso anche Louis dovrà ricominciare lontano dalla casa editrice e farlo alla sua età sarà più difficile.
"Grazie Louis!! Sei davvero l'uomo della mia vita!. Mi salvi sempre".
"Non ho fatto nulla Haz"
"E invece si Lou!. Mi hai protetto, aiutato e amato fin dall'inizio ed è grazie a te se adesso sono libero e sono riuscito a risolvere il casino che ho combinato. Sei una benedizione per me, Louis e io ti amo e sono davvero grato a chiunque ti abbia messo sulla mia strada". Harry si commuove e anche Louis vorrebbe piangere ma non può, deve fingere che davvero vada tutto bene.
"Ti amo tanto anche io, piccolo. Ricordatelo sempre"
"Sei felice anche tu, Lou? Adesso devo solo trovare un altro lavoro per stare più tranquillo e avere dei risparmi"
"Certo che sono felice e tranquillo amore, ti aiuterò a trovare un altro lavoro e non avrai più problemi"
"Lou!. Posso chiamare Niall, Gabe, Margaret e George per invitarli a cena? Voglio festeggiare questa bellissima notizia e dirlo a tutti!".
"Certo che puoi, ormai questa non è più solo casa mia, è casa nostra, piccolo". Ad Harry brillano gli occhi e corre a prendere il gattino Lou e poi ritorna dal suo Louis.
"Io, te e Lou siamo una famiglia. Dai un bacino anche a lui". Louis bacia prima Harry sulle labbra e poi accarezza il pelo del gattino lasciandoci sopra un bacio.
"I miei due micetti, tu e Lou". Harry ridacchia e si accoccola di più a Louis che nel frattempo non fa che pensare a tutto il casino che gli sta succedendo.
"Io sono il tuo micetto, Louis e tu sei il mio grande amore".
***
"Posso?" Louis annuisce e George si siede accanto a lui in giardino
"Da quant'è che fumi?"
"Fumo ogni tanto quando sono agitato o nervoso". George annuisce e sospira guardando dritto davanti a sé.
"Harry è così felice, tu invece sembri un fantasma. Non è vero che è andata bene dall'avvocato, vero?". Con il passare dei giorni Louis e George hanno scoperto di avete tante cose in comune e vanno molto d'accordo, c'è stima reciproca e affetto, hanno subito legato e ormai si possono definire amici.
"Come hai fatto a capirlo?"
"Ti ho osservato tutta la sera, davanti ad Harry fingevi di stare bene ma ho capito che in realtà non è cosi. Ho ragione?"
"Si, ho combinato un casino, anzi più che altro mi ci sono ritrovato in mezzo". Louis spegne la sigaretta e con una mano continua a rigirarsi una scatolina di velluto rosso che poco prima ha cacciato dalla tasca della giacca. Inizia a raccontare tutto a George e si libera del peso che sente sul cuore.
"Non ci posso credere". Commenta George alla fine del racconto
"Louis non puoi farlo, è una follia"
"Che posso fare?. Lasciare Harry nelle sue grinfie?. Io sono un uomo adulto, George, in qualche modo me la caverò".
"É un ricatto!!. È punibile!!".
"Ci ho pensato, ma cosa ne sarebbe di Harry?. Se in qualche modo riesco a denunciarlo per ricatto, come dimostriamo che il contratto che Harry ha firmato è stato fatto con l'inganno?. Se non è riuscito a fare niente l'avvocato come posso farlo io?. Mio figlio è furbo, si è coperto le spalle per bene e ha un avvocato che è più stronzo e spietato di lui".
"Hai lavorato una vita intera per raggiungere tutto ciò che hai e adesso vedere che ti viene portato via ingiustamente è davvero assurdo".
"Harry è piccolo e fragile, immagina se sapesse una cosa del genere, ne rimarrebbe distrutto. Già si sente in colpa e non si perdona per il contratto che ha firmato, figurati se sapesse che non solo l'avvocato non ha potuto far niente ma per di più sono vittima di un ricatto bello e buono e cederò tutti i miei beni". George scuote la testa e si ritrova a dare silenziosamente ragione a Louis.
"Succederà una tragedia, lo sai?"
"Più di cosi?".
"E questa cos'è?" George si accorge solo adesso della scatolina che Louis ha in mano e lo scrittore quasi si vergogna.
"Uhm.. niente"
"Louis, è quello che penso?"
"Non guardarmi così George, mi sento già abbastanza stupido. Ho 51 anni, sono innamorato di un ragazzino di 30 anni di meno e per giunta voglio sposarlo dopo appena pochi mesi che stiamo insieme, è ridicolo vero?. Quando ho preso l'anello, l'altro giorno, mi sembrava una buona idea adesso invece più osservo la scatolina e piu mi rendo conto che è una stupidaggine. Come ho potuto pensare di voler sposare Harry?"
"Louis!. Non è una cosa stupida!. È bellissimo!. Vi amate, siete così carini e cosa importa se vuoi sposarlo dopo pochi mesi di relazione? Esistono i colpi di fulmine, il destino e tutte queste cose qui, so che tu non ci credi ma posso garantirti che esistono. Guarda me e Marg, ad esempio".
"Io amo Harry, lo amo davvero tanto e fino a poche ore fa volevo sposarlo, adesso invece penso che non sia più una bella idea. Che futuro posso offrirgli? Fra un po' non avrò più niente, nemmeno una casa di proprietà"
"Pensi che ad Harry interessi davvero la casa e tutto il resto?. Ti ama e sono sicuro che vorrà sposarti più di ogni altra cosa. Prima però dovresti dirgli la verità, o almeno mezza verità".
"Ferirlo è l'ultima cosa che vorrei, non deve sapere che sto rinunciando a tutto per togliere lui dai casini. Gli dirò che lascerò la casa editrice perché sono stanco ed è arrivato quasi il momento della pensione, scriverò i miei prossimi libri per conto mio".
"Louis..". George gli mette una mano sulla gamba e vorrebbe davvero fare qualcosa per lui.
"Troveremo una soluzione, Louis".
"Lo spero, George".
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