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"Eddai Louis!! Diglielo anche tu!. Io non lo accetto!. Menomale che sono lontano, altrimenti avrei dato un pugno in testa a questo stupido riccio"
"Niall basta, non farla tanto lunga è un regalo". Niall, dall'altra parte della telecamera sbuffa. È in videochiamata con Harry, Louis e gli altri e si sta lamentando per il regalo che Harry gli ha fatto per natale, il riccio gliel'ha dato prima che Niall partisse e adesso lo ha aperto trovandosi davanti un maglione a tema natalizio con una N sopra.
"Niall non ti arrabbiare, ho regalato a tutti lo stesso maglione!. Mi sembrava una cosa carina, hai mai visto Harry Potter?. È il maglione che la mamma regala a Ron per natale, ho trovato un negozio che vendeva questi simpatici maglioni e poi sopra cucita l'iniziale del nome!. Io ho comprato 5 maglioni e mi ha fatto anche un bello sconto". Harry, ha regalato a Louis e a tutti loro dei maglioni identici, cambia solo l'iniziale del nome, naturalmente. Margaret, George e Gabriel hanno apprezzato il gesto mentre Louis come al solito ha fatto storie ma poi è stato il primo ad indossare il maglione, Niall invece non è per niente così contento.
"Qualsiasi cosa era meglio di questo maglione orribile!. Fai sempre regali stupidi!!" Harry mette su il broncio e va a rifugiarsi fra le braccia di Margaret
"Marg, i miei regali sono davvero stupidi?. La macchina fotografica istantanea che ho regalato a Louis non è stupida, è una cosa utile e bella, vero?. Io.. uhm.. io lo so che regalo sempre maglioni, cravatte e pigiami che per gli altri sono brutti ma per me sono importanti perché mi ricordano gli anni in cui ero felice con Doroty. Lei apprezzava sempre i miei regali, anche se costavano poco e li facevo con i miei risparmi, diceva che avevano più valore proprio per questo". Harry fa uscire qualche lacrima e Margaret lo stringe forte a sé e si commuove anche lei.
"I tuoi regali non sono per niente stupidi, io li trovo dolci e colorati. Guarda come mi sta bene il maglione che mi hai regalato. Da oggi è diventato il mio preferito". Margaret è sempre dolce e carina con Harry e i piccoli problemi che hanno avuto all'inzio sono belli che superati da un pezzo. La donna è molto materna con lui e il ragazzino si trova sempre a suo agio con lei.
"George, sono belli anche per te?. Lo so che sei un generale e porti sempre la tua divisa e hai vestiti più seri, è per questo che ho deciso di regalarti qualcosa di colorato. Poi lo sai che hai il maglione uguale ad uno dei fratelli di Ron Weasley?. Ti chiami George come lui e hai la G sul maglione, anche Gabe!!".
"Questo è il regalo più strano e carino che qualcuno mi abbia mai fatto, quindi grazie Harry, quando non sono in servizio lo metterò sempre!"
"Grazie George!. Voi siete così buoni, anche il mio Louis lo è, a lui non piacciono le cose che gli regalo ma le indossa sempre solo per farmi felice. Marg questo è amore, vero?"
"Si Haz, è proprio amore".
"Harry, scusa. Mi fai sempre sentire in colpa. Guarda ho messo il tuo maglione". Niall, dall'altra parte dello schermo fa vedere il maglione appena indossato e ad Harry ritorna subito il sorriso.
"Grazie N!. La prossima volta ti farò un regalo più bello, ti voglio bene!"
"Ti voglio bene anche io Haz, adesso vado che devo ancora mangiare il dolce. Ti chiamo domani dopo pranzo". Niall saluta tutti e spegne la videochiamata.
"Lo mangiamo anche noi il dolce?. Ormai la mezzanotte è passata da un pezzo e siamo a natale".
"Ci facciamo una foto tutti insieme?"
"Certo, chi scatta?"
"O io o George, siamo i più alti. Louis ha 51 anni ma è basso!". Il riccio si diverte spesso a prendere Louis in giro sulla sua altezza facendo ridere sempre tutti.
"Brutto bimbo antipatico"
"Scherzo Lou, ti amo". Si mettono tutti vicini e alla fine è Gabriel che scatta alzando la polaroid di Louis oltre la sua sedia a rotelle.
"Siamo proprio una famiglia. Che belliiii!!".

***

Il pomeriggio del 25 dicembre le strade di Londra sono piene di gente che cammina per smaltire il pranzo di natale. Si guardano intorno, osservano le luci, i negozi addobbati, i mercatini che vendono di tutto e si sentono in pace con se stessi e con gli altri. Tutti tranne uno, John cammina per le vie di Londra e non ha per niente l'animo leggero e sereno, il suo è tormentato come un mare in tempesta e non presta attenzione a nessuno delle persone che gli passano accanto e si godono l'atmosfera di festa. John invece non si gode niente e per lui non esiste ne il natale e ne tantomeno le altre ricorrenze. È una persona molto solitaria e non gli piace frequentare le persone, anzi evita tutti il più possibile, perfino quelle a lui più vicine.
"Hey!. Ma allora è un vizio". John alza subito la testa davanti a se e la ruota della sedia di Gabriel gli è finita su di un piede.
"Non ci credo, Gabriel!. Sono giorni che ti penso". John è sempre molto diretto, sia nel bene che nel male e questo è il suo più grande pregio e difetto insieme.
"Sei piuttosto diretto tu, vero?. Comunque ti ho pensato anche io in questi giorni e ho parlato di te con un mio amico"
"Addirittura hai parlato di me con un tuo amico? Spero tu gli abbia detto cose belle"
"Beh.. per dire cose belle devo conoscerti, non so nulla a parte il tuo nome"
"Che dici, possiamo iniziare a rimediare? Ti posso offrire una cioccolata calda? O quello che vuoi"
"Meglio un caffè per digerire, visto che a pranzo ho mangiato tantissimo"
"Hai festeggiato in famiglia?" Gli chiede John mentre arrivano alla caffetteria più vicina e occupano un tavolino un po' appartato.
"Si, con mio padre, la sua compagna e il resto della famiglia, eravamo pochi ma molto uniti e ci siamo divertiti da matti. Abbiamo passato insieme sia ieri che oggi. Tu invece?"
"Io non festeggio il natale e nessun'altra ricorrenza, sono solo e i miei giorni passano tutti uguali. Quando non sono a lavoro sono a casa e mangio quello che capita". Gabriel prova tanta tenerezza per lui e allunga una mano verso la sua.
"Anche se vivi da solo dovresti comunque cucinare e trovare un senso, non puoi andare avanti per inerzia"
"Invece è proprio così, io vivo aspettando di morire da un momento all'altro". Questa frase detta così fa ammutolire Gabe che inizia a pensare a se stesso, alle gambe che non ha e anche che mai una volta da quando ha avuto l'incidente ha pensato di morire, perché per lui la vita è un bene troppo prezioso per svalutarla così.

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