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"Pronto?"
"Gabe, Dio finalmente!. Dove sei finito? Sono ore che ti chiamiamo, stai bene?. Harry è disperato e lui e Louis sono a casa nostra, insieme a Niall. Il ricciolino non vuole andare a dormire se non torni". Dopo aver sentito George così preoccupato Gabriel si sente davvero in colpa per non aver risposto a nessuna delle chiamate che gli hanno fatto prima.
"Scusa papà, non mi sono accorto dell'ora, dammi il tempo di prendere un taxi e torno a casa"
"Dimmi dove sei che ti passo a prendere"
"Sono con un amico, ci siamo messi a parlare e non mi sono reso conto del tempo che passava"
"Non importa, l'importante é che stai bene"
"Sto bene papà, tranquillizza gli altri, fra poco sono a casa e non c'è bisogno che vieni a prendermi". Saluta George, spegne la chiamata e posa il cellulare in tasca.
"Scusa John, era mio padre. Ho dovuto rispondergli per forza, lui e la sua compagna si preoccupano tanto per me, sono così carini e abbiamo un bel rapporto, vivo ancora con lui". Gabriel ridacchia imbarazzato e John lo guarda quasi incantato. Si sono conosciuti poche ore fa e hanno passato tutta la serata/nottata a parlare. I due ragazzi hanno perso il senso del tempo e non si sono accorti che sono le due di notte.
"Non devi vergognarti, è bello vivere in famiglia quando si può. Io vivo da solo e a volte sento la mancanza di una compagnia, di fare quattro chiacchiere con qualcuno". Hanno parlato davvero tanto di loro anche se non sono andati troppo sul personale e Gabriel ha capito che John è un tipo solitario che vive da solo e ha qualcosa dentro che lo rende diffidente e poco amichevole verso gli altri.
"Tu non hai rapporti con la tua famiglia?"
"Non proprio, non sono un tipo da famiglia io, o almeno non lo sono più. Mi sono allontanato dalla mia circa 10 anni fa e adesso riavvicinarmi è impossibile".
"John, te lo dice uno senza gambe, uno che aveva il sogno di essere un soldato e invece adesso, a 29 anni anni mi ritrovo a percepire una pensione di invalidità ricchissima e a non poter combattere più per il mio sogno, niente è impossibile se lo vuoi davvero. Sei sano, sei vivo e hai una famiglia che sicuramente ti vuole bene e aspetta solo un tuo passo avanti". John fa una smorfia non proprio amichevole e il suo sguardo cambia diventando buio e riservato.
"Apprezzo quello che mi dici e so che hai ragione, ma non mi conosci e non puoi dirmi queste cose. Non sono sano, non ho una famiglia che mi vuole bene e fidati se ti dico che non sono per niente una brava persona. Tu sei l'unica persona con cui sto parlando dopo anni, probabilmente, senza urlare o dare di matto".
"Io.. mi dispiace, non volevo giudicarti, volevo solo darti forza e dirti che in fondo tutto può aggiustarsi se siamo vivi". Gabriel nel frattempo chiama un taxi. John però inaspettatamente sorride e scuote la testa facendo capire all'ex soldato che non c'è nessun tipo di problema.
"Sai che anche se non ti ho praticamente detto nulla di me, sai già più di tutte le persone che conosco?"
"Non ti piace parlare con le persone, vero?"
"No, non posso abbassare la guardia"
"Ogni tanto fa bene abbassare la guardia, almeno con qualcuno. Scegli una persona e solo con lei permettiti di crollare e di essere te stesso, fidati funziona. Io prima lo facevo solo con mio padre, adesso invece c'è anche la sua compagna che è una persona splendida, con loro e con due miei amici sono esattamente me stesso, anche se li conosco da poco con loro sono Gabriel al 100%".
"E con me lo sei stato? Te stesso intendo"
"Decisamente si, anche se nemmeno io ti ho detto molto di me". Il taxi arriva e il taxista aiuta Gabriel a salire in auto aiutandolo a sistemarsi con la sedia a rotelle sull'apposita pedana. John gli si avvicina e prima di chiudergli la portiera lo saluta.
"Vorrei rivederti". Gli dice semplicemente
"Anche io, ma siccome credo molto nel destino vediamo se fra di noi ci mette lo zampino".
"Io non credo nel destino, è tutto una merda e non va mai come speri". Gabriel sorride scuotendo la testa
"Uomo del mistero, se vuoi davvero rivedermi non ti resta che crederci, invece". Chiude la portiera e il taxista parte. Josh rimane a guardare la macchina che va via finché non sparisce dalla sua vista.
***
"Gabe!!! Gabe!!! Scusa!!". Appena Gabriel entra in casa il riccio lo invade piangendo, inginocchiandosi all'altezza della sua sedia a rotelle
"Haz non piangere, perché mi chiedi scusa?"
"P perché io sono andato a ballare e ti ho lasciato solo!".
"Ma smettila!. Era una festa e hai fatto bene a divertirti. Io avevo bisogno d'aria e sono andato fuori, ho inziato a spingere la sedia e sono arrivato quasi in centro. Ho incontrato un ragazzo gentile e ci siamo messi a parlare perdendo il senso del tempo, non volevo farvi preoccupare".
"Ti voglio bene Gabe!!. Alla prossima festa non ti lascerò solo mai più!!" Gabriel gli accarezza i ricci lasciandogli tanti baci fra di essi. Margaret, George, Louis e Niall sorridono godendosi la scena.
"Papà davvero scusa, non volevo farvi preoccupare"
"Gabe, sono io che a volte esagero, mi preoccupo troppo e dimentico che ormai sei adulto, hai quasi 30 anni"
"Sono fortunato ad avere una famiglia come voi, soprattutto ad avere un ricciolino sensibile e eterno bambino come amico!".
"Lou!! Hai sentito?! Sono io l'amico di cui parla Gabe, mi vuole bene".
"Amore, tutti ti vogliono bene, è impossibile non volertene. Adesso però è tardi, che ne dici di andare a dormire?. Hai invaso casa di George e Margaret alle due di notte". Il riccio arrossisce e corre da Louis per farsi abbracciare
"Marg, George, scusate. Non volevo invadere la vostra casa, ero solo preoccupato per Gabe"
"Harry tu sei il benvenuto sempre, anche alle due di notte, non preoccuparti". Harry sorride a 32 denti e poi si stringe a Louis sussurrandogli all'orecchio.
"Lou è grazie a te se ho degli amici e una famiglia che mi vuole bene, ti amo tanto".
"Ti meriti questo e più, piccolo. Ti amo tanto anche io".
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