Parte uno
Di seguito, il primo capitolo della storia come sarà pubbicata su Amazon, giusto per far capire a grandi linee quali saranno le differenze con la storia Camren, poche in realtà ;)
******
Non fu solo il suo telefono a impazzire.
Quella sera tutti i telefoni presenti in quella casa non fecero che squillare, notificare e vibrare senza sosta.
Camille era lì, ferma davanti a quel pc ormai da quasi un'ora e ancora non riusciva a farsene una ragione. Per quanto si sforzasse a farlo, non riuscì a capire come fosse possibile che una cosa simile potesse essere accaduta veramente.
C'erano delle regole da seguire, dei contratti.
Accordi presi da mesi.
Come avevano potuto farle questo?
Eppure quel comunicato era lì, davanti ai suoi occhi.
'Camille, spegni quel computer e vieni di la'
'Dio mamma, ma ti rendi conto?'
'Tesoro' disse la donna avvicinandosi per posarle le mani sulle spalle 'sapevamo bene con chi avevamo a che fare'
'Ma non pensavo che sarebbero arrivati fino a questo punto' disse realmente dispiaciuta
La donna le diede un leggero bacio sulla guancia 'Non devi preoccuparti, tutto si sistemerà. Ti do cinque minuti, poi torno a prenderti'
Camille annuì e sua madre uscì dalla sua stanza.
Rilesse un'ultima volta quel cumulo di menzogne che gli altri tre componenti della Band avevano dichiarato su di lei e spense il computer e raggiunse la sua famiglia in salotto.
DUE MESI DOPO
'Vi diamo il benvenuto a San Diego. Vi ringraziamo di aver volato con noi e vi auguriamo una buona permanenza'
Laurel rimase seduta al suo posto, lasciando che tutti gli altri passeggeri passassero prima di lei.
Odiava doversi mettere in coda e accalcarsi per uscire, sia che si trovasse in treno o che si trovasse in aereo, aspettava immancabilmente di rimanere l'ultima persona a bordo, prima di alzarsi dalla sua poltrona e avviarsi all'uscita.
Percorse il tunnel e riaccese il suo telefono.
Essere di nuovo a San Diego, in fondo, non le dispiaceva. Anche se ormai, quella non era più la sua città, tornare le faceva sempre un certo effetto.
Aveva rimandato quel viaggio per troppo tempo e suo padre aveva infine reclamato la sua presenza.
Per quale assurdo motivo lo avesse fatto, ancora non lo aveva capito visto che, a causa dei suoi innumerevoli impegni, sarebbe stato di sicuro pochissimo il tempo che avrebbero trascorso insieme.
Adesso poi era così impegnato nel lancio di una nuova cantante solista, la famosa Camille Collins, idolo delle giovanissime, nuovo astro nascente nella musica mondiale... questo era bastato a convincerla che non si sarebbero visti molto spesso, durante la sua permanenza a San Diego.
Sbuffò.
Camille.
Di sicuro un'altra di quelle giovani cantanti montate, piene di sé, che pensavano di essere delle star solo perché quattro adolescenti urlavano sotto il palco al ritmo delle loro stupide canzoni.
Una voce mediocre accompagnata da un fisico gradevole.
Questo era Camille Collins nella mente di Laurel Aguiler.
Cominciò a scorrere i messaggi e si fermò su quello di Macy, sorridendo alle sue solite stupidaggini.
- Aguiler!! Ho saputo che sei tornata a San Diego. Brutta antipatica che non sei altro, si parte così senza dire nulla alle amiche? Chiamami immediatamente appena sei a terra, altrimenti... -
Cliccò immediatamente per mandare la chiamata.
Ci vollero alcuni secondi perché l'amica rispondesse, la sua voce roca non lasciò dubbi a Laurel sul fatto che, fino a un attimo prima, stesse dormendo.
'Aguiler'
'Macy'
'Sai che ore sono qui?'
Laurel sgranò gli occhi facendo un rapido calcolo.
'Le quattro?'
'Esatto, sono le quattro... del mattino! La gente dorme a quest'ora, lo sai?'
'Ehi, sei stata tu a ordinarmi di chiamarti appena atterrata, minacciandomi di chissà che cosa'
'Ma è un modo di dire, idiota! Avresti dovuto controllare l'orario prima di inviare questa diavolo di chiamata'
'Quindi non ho capito, che devo fare?'
'Richiamami tra cinque ore, notte Aguiler'
Non fece nemmeno in tempo a dirle che tra cinque ore sarebbe stata notte fonda a San Diego.
Avrebbe dovuto spegnere il cellulare per evitare di essere svegliata nel cuore della notte da quella pazza.
Uscì dall'aeroporto e si guardò intorno, cercando tra a folla un viso familiare.
'Signorina Aguiler'
Laurel si voltò e riconobbe subito l'autista di suo padre.
'Salve, Jeff' lo salutò avvicinandosi all'auto 'dove mi porti di bello?'
'Suo padre mi ha detto di portarla allo studio di registrazione, sempre se non fosse stata troppo stanca a causa del viaggio. In questo caso dovrei portarla a casa'
Laurel entrò nell'auto e si accomodò 'Vada per lo studio' si rilassò appoggiando la tempia sul vetro e si godette la vista notturna di quella città, che non vedeva ormai da quasi due anni.
Fece appena in tempo a scendere dall'auto prima che il suo telefono squillasse.
Guardò il display e rispose ridendo.
'Mi sembrava che tu avessi detto cinque ore'
'Aguiler, lo sai che ti odio?'
'Ne sono consapevole da anni, non mi avrai chiamato solo per dirmi questo, spero'
'Ovviamente no. Ti ho chiamata perché tu sei a San Diego e tuo padre è l'agente di Camille Collins'
'Amo avere delle amiche così disinteressate' ridacchiò entrando nell'edificio e avvicinandosi all'ascensore.
'Dove sei?' le domandò l'amica seriamente.
'Non lo crederesti mai' troncò la frase appositamente e aspettò la reazione di Macy.
'Sto aspettando' disse lei impaziente.
'Sono alla casa discografica'
'Oh mio Dio! Aguiler non dirmelo! Oh mio dio! Tu stai per incontrare Camille Collins?' l'amica urlò, completamente fuori di sé.
Laurel rise a quella che reputò essere la reazione più esagerata a cui avesse mai assistito in vita sua.
'Molto probabile'
'Io non ti ho mai odiata così tanto quanto ti sto odiando ora, sappilo'
'Oh, davvero? Pensa a quanto mi odierai quando ti arriverà un mio selfie con lei'
'Aguiler! Non oserai farlo!'
Laurel era certa che mai e poi mai avrebbe fatto un selfie con la cantante mediocre, fisicamente gradevole e sicuramente boriosa che avrebbe conosciuto di lì a poco.
'Sai cosa devi fare' le disse l'amica.
'Cosa?' domandò lei non capendo affatto cosa intendesse dire.
'Devi assolutamente scoprire se le Camel sono reali'
'Camel? Cos'è una marca di sigarette?' rise sguaiatamente.
'Aguiler, sono veramente basita, la tua ignoranza è senza eguali'
'E ne vado fiera, in questo caso. Vuoi spiegarmi o vuoi lasciarmi morire nella mia immensa ignoranza?'
'Camel' sbuffò Macy 'Camille e Noelle'
'Ne so meno di prima. Chi sarebbe questa Noelle?'
'Dio Laurel , ma come fai ad essere amica mia?'
'Non sai da quanto mi faccio questa domanda, Macy!'
'Idiota!' ridacchio l'altra 'Noelle Morgado è la batterista dei Four Attractions. Fattelo un giro su Youtube, ogni tanto'
'Probabilmente lo farò, non avrò da fare nulla per le prossime tre settimane. Mi farò una cultura sulle Camel. Quindi, stai dicendo che Camille Collins è lesbica?'
'Non si sa, spetta a te scoprirlo'
'E come dovrei fare a scoprirlo, scusa?'
'Portatela al letto, nessuno resiste al tuo fascino lo sai'
Laurel rise di nuovo 'Non succederà mai che io metta un solo dito sul corpo di Camille Collins'
Ci furono alcuni secondi di silenzio dopo questa sua dichiarazione 'Dimmi la verità' le domandò poi Macy 'tu non hai mai visto nemmeno una foto o un video di Camille, non è vero?'
'No, ma non vedo come potrebbe cambiare le cose'
Macy cominciò a ridere come una pazza.
'Macy smettila' la risata aumentò di intensità 'Macy finiscila o riattacco!'
'Ok, va bene, scusa. Faccio la seria' si schiarì la voce prima di continuare 'che ne dici di ripetere questa discussione tra una settimana precisa a partire da oggi?'
'Devo considerarla una sfida?' domando Laurel ironicamente.
'Esatto, ma non so se avrai il coraggio di accettarla'
'Accettata'
'Sei troppo sicura di te stessa, Aguiler'
'Potrei dire la stessa cosa di te, Macy' salì sull'ascensore e selezionò il piano dove si trovava lo studio di registrazione 'ora devo andare, sono quasi arrivata. Mi farò fare un autografo per te da Camille'
'Stronza!'
'Un bacio, tesoro' chiuse la comunicazione e uscì dall'ascensore.
Camminò lungo il corridoio seguendo la musica che arrivava ancora debole alle sue orecchie.
Allungò il passo, curiosa di vedere che aspetto avesse l'idolo della sua migliore amica.
Si fermò quando udì l'inizio della canzone, spalancando gli occhi dallo stupore.
Quella che stava sentendo non era di certo una voce mediocre.
Arrivò nella sala e la vide, oltre il vetro.
Gli occhi chiusi, le mani sulle cuffie e le labbra che si muovevano.
Laurel rimase a guardarla incantata, da quelle labbra stava uscendo la voce più calda e sensuale che avesse mai sentito in vita sua.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top