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Buio. Poi una luce. Una piccola strada innevata. Vuota. Mark camminava per quella strada, ma aveva una brutta sensazione.
Ad un certo punto, un vortice di nebbia nera gli si parò davanti, e l'esplosione che comportò fece cadere Mark all'indietro.
Massagiandosi l'osso sacro quasi rotto, fissò l'immagine presente in mezzo alla nebbia.
Comparso come un ologramma,  un anello nero, scintillante, con la parola ETROM scritta a grandi caratteri dorati dove di solito si incastonano le pietre preziose.
-MARKO HORACE NORMAN...- la voce  fredda e metallica risuonò nella testa di Mark.
-IO SO CHI SEI, CONOSCO TUTTO DI TE...-
Mark, anche se sconvolto per la paura, ruggì con tutto il fiato in corpo: -MENTI-
-AH SI? NON MI SEMBRA, MARKO, SO CHE SEI NATO IL 12 DICEMBRE 2004,  SO CHE PESI..
-NON COMUNICHIAMO CERTE INFORMAZIONI- disse Mark.
-ORA BASTA PARLARE...- disse la voce sospirando. E, detto ciò, un tornado di vapore nero avvolse Mark, che, caduto bocconi, tentava invano di respirare tenedosi la gola. Quando era ormai caduto per terra annaspando, non vide più nulla come all'inizio.

-ALZATI!!!!!!- la voce della madre di Mark risuonò nelle povere orecchie del ragazzo.
Ancora ripensando al sogno, Mark si andò a sciacquare la faccia, e poi mise entrambe le mani ai bordi del lavandino, con la testa inclinata e gli occhiali storti sul naso. I capelli lisci e solitamente messi a mo' di caschetto con la frangia corta e più lunghi dietro, ora erano un ammasso deformato che avrebbe fatto un baffo alla foresta nera. Ormai l'orribile nottata erano solo spezzoni nella memoria del ragazzo, ma se solo ci pensava si sentiva attraversare da un brivido lungo la spina dorsale. Giocò un po' a Minecraft con il suo rottam...ehm...computer "vissuto", e poi, dopo aver fatto colazione, si vestì e andò a scuola. Dopo aver incontrato il suo miglior amico, Sidney McDonald, entrò in classe, sperando con tutto il cuore che ci fosse chimica, almeno per cominciare la giornata scolastica bene.
Chimica gli piaceva perché le piante e cose come limo, terra e composti organici lo avevano sempre affascinato, fin da quando aiutava suo nonno nell'orto di casa.
Era il migliore in quella materia, insieme al suo migliore amico Sidney, una ragazza molto carina con cui aveva parlato qualche volta di nome Hether, e un ragazzo di cui gli aveva parlato Sidney, che a quanto aveva capito si chiamava Richard.

-È abbastanza simpatico, gli ho parlato due o tre volte...- gli aveva detto Sidney.

-Ehi amico, tutto bene?- Sidney lo risvegliò dai suoi pensieri, e presero posto in classe.

ANGOLO AUTORE:
eccomi ancora tornato con un nuovo capitolo, stavolta un po' più lungo e (spero) interessante.
Volevo ringraziarvi per il supporto che state dando al libro (circa ottanta letture!) e dirvi di aspettare con pazienza il prossimo capitolo!
Sergio_Bruno08

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