4. Facciamo finta che abbia vinto tu.


"Ciao principe, ti disturbo? Stasera sono da sola, ti va di dormire da me?" gli dissi con la voce che tremava ancora. "Hey, certo che mi va. I miei sono a casa, quindi prendo la macchina, per che ora vuoi che sia li?" mi rispose subito e la sua voce mi tranquillizzò. "Sto facendo un bagno rilassante, prima di due ore non ci sono per nessuno!" gli annunciai ridendo. "Neanche per me? - disse con una vocina stridula mirata ad imitare la mia. - A parte scherzi, sono su per le 19, ok?". "Grazie Percy, davvero." Appoggiai il telefono sullo sgabello che mettevo sempre a fianco alla vasca, accesi un po' di musica rilassante e, dopo essermi spogliata mi immersi nell'acqua calda.

Alle 19 in punto il campanello suonò e mi ritrovai davanti il mio migliore amico armato di sacco a pelo, zaino e due bottiglie. Lo feci entrare, prendendogli le bottiglie dalle mani e osservandole. "Vodka liscia? Perseus Jackson mi sorprendi!" commentai leggendo l'etichetta. "Direi che stasera ne abbiamo bisogno entrambi: sono passato in piscina per gli allenamenti, il coach mi ha detto che qualcuno ai piani alti si sta insospettendo. Credono che io raggiunga certi risultati prendendo sostanze dopanti. Potrebbero impedirmi di gareggiare ancora."

"Stai scherzando, spero!" esclamai, ma dalla sua faccia capii che non era proprio in vena di scherzi. Mi avvicinai a lui e lo abbracciai. Lo invitai poi a seguirmi in cucina per mangiare qualcosa e trovai, come mi aveva detto mia madre poche ore prima, un sacchetto chiuso. Chiesi a Percy di aprirlo, mentre io tiravo fuori bacchette e tovaglioli. Alle mie spalle sentii una risatina, e mi girai appena per vedere il ragazzo tirare fuori dal sacchetto un completino intimo di pizzo rosso e un bigliettino, che recitò prontamente.

"Tesoro mio, per farmi perdonare delle mie continue assenze, ho pensato di farti un regalino. Spero che potrà servirti una di queste notti, se la passerai con il ragazzo giusto. Anche se sarò felice se lo us..." sgranò gli occhi senza finire di leggere il biglietto, così, ancora più spaventata da cosa avrei potuto trovarci scritto, glielo strappai dalle mani e lessi: "Anche se sarò felice se lo userai con Percy. Ti voglio bene, mamma."

Impallidii e abbassai lo sguardo, cercando di evitare di incontrare quello del ragazzo. Alzando gli occhi mi accorsi, però, che stava tranquillamente studiando il regalo fattomi da mia madre. "Non è così male, anzi, secondo me ti starebbe anche bene" sorrise lui. "METTILO SUBITO GIÙ!" gli urlai prendendo il completino e lanciandolo in camera mia. Scoppiammo a ridere entrambi e ci accomodammo sul divano per gustare il cibo cinese del ristorante più buono della città.

Finito di mangiare, si alzò e andò a recuperare le due bottiglie, che aveva già aperto. Me ne consegnò una, sedendosi accanto a me. Poi mi sorrise, alzando la bottiglia: "Cin cin?". Feci scontrare la mia bottiglia con la sua, "Cin cin!". Non avevo mai bevuto alcolici che non fossero vino o birra: appena la vodka raggiunse la mia gola, essa cominciò a bruciare e dovetti tossire. Percy soffocò una risata, a cui risposi con un calcio. Decidemmo di ingannare il tempo giocando a Twister: essendo solo un po' brilli, riuscimmo a cavarcela. "Ti sfido - disse serio, prendendo in mano il telefono prima che iniziassimo a giocare - c'è un app di sfide. Adesso premo il bottone qui e vediamo cosa viene - iniziò a leggere - se vinco io ti devi spogliare... Però voglio cambiarlo... Se vinco io provi quel completino...". "... E se invece vinco io? - gli chiesi ridendo. Lui allargò le braccia passandomi il telefono - se vinco io... c'è un limone disegnato sul tuo telefono, se ho capito allora ci sto." Mi buttai indietro sul divano.

"MANO DESTRA SUL ROSSO, SIGNORINA DI ANGELO!" annunciò Percy ridacchiando. Trattenni un'imprecazione cercando di mantenere l'equilibrio mentre allungavo la mano tra il piede e il gomito del mio amico. Non riuscendoci in altra maniera, girai la freccetta con il naso, urlando "PIEDE SIDESTRO SUL GIALLO". "Piede cosa principessa?" chiese Percy continuando a ridacchiare. Cercai di rispondere, ma la mia gamba cedette e caddi rovinosamente al suolo portandomelo dietro. Aprii gli occhi, a pochi centimetri dal mio viso lui sussurrò: "Ho vinto io".

Mi aiutò ad alzarmi e mi accompagnò in camera, da dove però lo cacciai mentre mi cambiavo. Indossai l'intimo e appoggiai la mano sulla maniglia. Non era la prima volta che Percy mi vedeva in intimo, nonostante quello fosse leggermente fuori dal normale. Aprii la porta, fuori da essa mi aspettava il mio migliore amico, che spalancò la bocca. "Sei-sei stupenda Aura" disse faticando a trovare le parole. "Lo dici solo perché sei ubriaco" gli risposi delusa. "Lo dico perché è la verità" mi corresse lui prima di avvicinarsi a me. In quel momento lo guardai per la prima volta in un modo diverso. Mi tornarono alla mente le parole di Tessa. Gli guardai gli occhi, gli zigomi, le labbra, passandogli una mano sui pettorali e sugli addominali che si intravvedevano dalla maglietta aderente. Si avvicinò ancora quel poco che gli mancava per appoggiare le sue labbra sulle mie. E lo fece, prima dolcemente, poi con passione, avvolgendomi tra le sue braccia e accarezzandomi le curve. Gli tolsi la maglia.

"Facciamo finta che abbia vinto tu" mi sussurrò all'orecchio. Schiuse dolcemente le mie labbra e vi inserì la lingua. Mi spostai, facendo in modo che riuscissimo ad entrare in camera mia. Mi portò fino al letto, dove si allontanò appena per frugarsi nelle tasche. "Percy... - lui si fermò e mi guardò con fare interrogativo. Respirai a fondo - Non l'ho mai fatto." Mi prese il viso tra le mani, accarezzandomi lievemente. "Posso essere la tua prima volta?" mi chiese. Presi un altro respiro profondo. Cosa diceva sempre mia madre? "Fallo con la persona giusta!" beh, senza dubbio lui lo era. "Si" gli risposi prima che riappoggiasse le labbra sulle mie.

Mi fece stendere sul letto, mentre lui faceva lo stesso sopra di me. Cominciò a baciarmi la guancia e poi il collo, fino a sfiorare il reggiseno, che aprì e mi tolse con gesto rapido della mano. Si sedette a fianco, sfilandosi i pantaloni e tirando fuori il portafoglio, dal quale estrasse un preservativo. Il mio cuore iniziò a battere più velocemente, fin che lui si abbassava i boxer e indossava la protezione. Mi sfilò le mutandine, schiudendo le mie gambe e posizionandosi tra di esse. Tornò a distendersi, ricominciando a baciarmi, mi guardò e risposi annuendo appena. Mi prese per mano, intrecciando le dita con le mie e mi allargò leggermente di più le gambe. Sentii il suo membro entrare dentro di me, seguito da un sospiro di Percy. Di riflesso chiusi le gambe, trattenendo un gemito, ma lui si avvicinò al mio orecchio sussurrandomi di rilassarmi. Iniziò con un ritmo lento, accelerando gradualmente seguito a ruota dai gemiti che non trattenevo più. Percy fece scendere la mano sul mio seno, accarezzandomi.

Raggiunsi l'orgasmo e vidi che sorrideva, mentre accelerava l'ultima volta prima di irrigidirsi, venire e accasciarsi su di me. Le nostre dita ancora intrecciate. Uscì da me, tenendo saldo il preservativo, che buttò nel cestino con un lancio da tre punti. Allargò le braccia fingendo un'esultanza, io ridacchiai, più rilassata. Mi scivolò a fianco e mi diede un altro bacio, prima che ci addormentassimo entrambi.


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