18. Devi spiegarmi un po' di cose.
L'aria iniziava a mancare, ma nonostante ciò, non comprendevo come potessi avere così tanto fiato e per di più non potevo di certo fermarmi. Quella "cosa" aveva avuto paura di me, per un attimo, ed ero determinata a capire il perché. Oltre che a scoprire di che diavolo si trattasse. Sentivo fitte alla caviglia ogni volta che il peso del mio corpo schiacciava su di essa, ma mi stavo abituando a quel dolore regolare.
Percy correva al mio fianco, ma non dava segni di cedimento, a momenti lo sentivo sussurrare parole incomprensibili, ma pensai che stesse solo imprecando. Probabilmente contro di me, visto che lo avevo costretto a correre dietro a una creatura non ben identificata.
Tornai a guardarla appena in tempo per vederla girare bruscamente a sinistra, così feci anch'io, rischiando di scivolare. Imboccò l'ingresso di una galleria. Feci per seguirla, ma la mia caviglia decise, senza lasciarmi ribattere, che aveva retto abbastanza e ora era al limite: caddi rovinosamente in avanti e mi graffiai le braccia. Imprecai, utilizzando di nuovo quella parola greca che mi faceva pensare a mio padre. Feci per alzarmi, ma la stanchezza ebbe la meglio e le mie braccia cedettero.
"Aura mangia questo. - Mi ordinò Percy porgendomi quello che assomigliava ad uno scacchetto di cioccolata. Stavo per domandargli sarcasticamente cosa avrei dovuto farci con un pezzo di cioccolata, ma lui terminò la frase. - Ti aiuterà, fidati."
Non ribattei e assaggiai. Il sapore mi ricordava i pancake che amavamo fare io e Nico insieme, e non potei evitare di sorridere tristemente. Appena mandai giù il boccone, un dolce torpore si espanse nel mio corpo e chiusi gli occhi.
Quando li riaprii, scoprii con stupore che il dolore alla caviglia era diminuito drasticamente.
"In un giorno massimo, tornerà totalmente a posto." Disse il ragazzo, sorridendo.
"Cosa mi hai rifilato, Percy? Inizio a pensare che sia droga. - Gli risposi curiosa. - Come cavolo è possibile che io abbia corso così tanto? Insomma, non è uman-". Fu Percy ad interrompere me questa volta, portandosi l'indice alla bocca e tendendo l'orecchio.
"Ce la fai a camminare?" Chiese a bassa voce e io mi alzai annuendo. Estrasse dalla tasca una penna a sfera e la sollevò, facendomi segno di entrare. Pensai a quale fosse lo scopo della penna: se pensava che si sarebbe difeso con quella, beh si sbagliava di grosso. Io sapevo cosa c'era lì dentro, l'avevo visto in sogno.
"Aura, cosa stai dicendo? - mi rimproverai. - Credi anche a queste cose? I ciclopi non esistono: fanno parte della mitologia greca, come le Arpie, i satiri, i seg..." Un ringhio interruppe la mia riflessione, prima che potessi terminare la frase.
Davanti a me, due occhi incandescenti come lava brillavano nel buio. I segugi infernali: ecco come sarebbe teminato il mio rimprovero. Non riuscivo a spiegarmi come fosse possibile una cosa del genere, ma ero sicura al cento per cento che mi trovavo di fronte ad una delle creature più spaventose dell'Ade greco.
Mi spostai di lato, con il cuore a mille, ma notai che i suoi occhi non si spostavano: non stava fissando me, ma Percy. Nella penombra riuscivo a riconoscere i lineamenti del suo viso, dove non si vedeva paura, ma determinazione.
"La signora O'Leary non sarebbe contenta." Mormorò, prima di togliere il cappuccio alla penna. Un rumore metallico accompagnò la trasformazione della penna. La sua punta crebbe fino a trasformarsi nella lama di una spada, che Percy impugnò con agilità, facendola roteare due volte. Con agilità balzò di lato, evitando con maestria l'attacco del segugio, che si girò e ripartì all'attacco. Percy gli scivolò sotto le gambe, riuscendo, però, solo a ferirlo lievemente e a farlo arrabbiare maggiormente.
Avrei voluto urlare, dirgli di stare attento, ma sapevo che in quel momento ogni cosa che avrei detto avrebbe avuto solo l'obbiettivo di distrarlo. Quando la spada si avvicinava il suo viso, riuscivo a vedere una luce nei suoi occhi, quella luce l'avevo vista tante volte; era la sua determinazione, la sua forza, la sua potenza. Questa volta partì Percy all'attacco, puntando al collo della bestia. Si trovava lontano da me, dall'altra parte della grotta e stava avendo la meglio. La creatura si divincolava, tentando di disarcionarlo, ma lui, in groppa, manteneva la presa.
All'improvviso soffocai un grido, alle mie spalle due forti braccia mi bloccarono. Cercai di liberarmi, scalciando indietro, ma chiunque mi stesse tenendo non dava segno di cedimento.
"Lasciami andare!" Urlai, ma subito mi accorsi dell'errore. Percy si girò improvvisamente verso di me, con gli occhi pieni di terrore e il segugio ne approfittò per attaccare. Non volli guardare, chiusi gli occhi e urlai, sbattendo il piede a terra. Urlai con tutta la forza e tutta la potenza che avevo dentro di me. La terra iniziò a tremare sotto i piedi, e ben presto si scatenò un terremoto. Il soffitto tremò, e blocchi di terra e pietra iniziarono a piovere dal soffitto. Tutta l'energia che avevo avuto fino a quel momento sparì all'improvviso: la sentii uscire da me e propagarsi nella grotta, in ogni singola oscillazione della terra. La presa sulle mie braccia si allentò e alle mie spalle udii rumori di passi sempre più lontani, e caddi in ginocchio, stremata.
Percy sospirò e alzai lo sguardo verso di lui. A pochi passi da lui, la creatura era stata trafitta da un blocco di roccia e si era dissolta sotto i miei occhi. A fatica fatica raggiunsi il ragazzo, che tossiva e cercai nelle tasche della sua giacca l'alimento che aveva offerto prima a me, con la speranza che si riprendesse.
Mi buttai accanto a lui, spostandomi i capelli sporchi dal viso. La stanchezza si faceva sentire, ma non avevo intenzione di dormire. Almeno non prima che si fosse svegliato.
Appena aprì gli occhi gli buttai le braccia al collo, e lui mi baciò con passione, dolore. Ricambiai il suo bacio e lo strinsi forte a me, passando la mano sulla sua schiena e rendendomi conto delle condizioni in cui era ridotta la sua giacca: profondi squarci coprivano tutta la sua larghezza e l'imbottitura era sparsa sul terreno.
Mi allontanai da lui quel poco che mi permettesse di prendere aria.
"Percy... - dissi seria, tremando. - Devi spiegarmi un po' di cose."
Pubblico oggi al posto di martedì, perché sarà una settimana dura a scuola e immagino che non riuscirò a postare. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, se si lasciate una stellina. Ditemi anche cosa ne pensate, se vi va!
Al prossimo capitolo!❤
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