Amore eterno💞
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Axel é il tipo di ragazzo che potresti tranquillamente amare in eterno; l'idea di passare con lui tutti i giorni che hai a disposizione ti elettrizza. C'è sempre qualcosa, in lui, che ti ricorda puntualmente perché ci tieni così tanto, cosa ti spinge a perdonare tutti i suoi piccoli errori, ad accettare tutti i suoi difetti e a passare sopra ogni piccola incomprensione. E quel qualcosa può essere di tutto; un dolce buongiorno al mattino, lui che si alza presto, nonostante odi farlo, per uscire a comprarti il caffè e un cornetto, una piccola attenzione, un sorriso un po' per caso o una risata ad una battuta che solo tu potresti fare e solo lui capire. È difficile da spiegare, di certo non è uno di quei grandi amori da favola su cui hanno scritto migliaia di libri e basato altrettanti film. Non è quello che tutti si aspettano, il classico e stucchevole "vissero tutti felici e contenti" come banale finale di una storia principesca complicatissima e irrealista, piena di cliché da romantic commedy americana. Dove amare una persona sembra la cosa più bella - che è - e più facile al mondo, dove non si litiga mai e si è sempre d'accordo su tutto. Non è assolutamente così.
Voi avete litigato tantissime volte, capita anche che da una sciocchezza uno cominci ad urlare e finiate per rinfacciarvi cose di circa dieci anni prima. Alla fine, l'amore, ma anche solo lo "stare insieme", fa male. Fa male sia quello che ti viene fatto, che quello che fai. Le cose taciute nella speranza siano dettagli insignificanti, solo che poi diventano muri insormontabili e rovinano quella che poteva essere una bellissima storia, o forse no, forse non era destino. Le piccole sciocchezze urlate fin da subito, appunto perché non diventino silenzi carichi di rancore, ma che, in un modo o nell'altro, finiscono per creare ancora più astio o per allontanare due persone. Condividere la propria vita, il proprio spazio personale e il proprio cuore con un' altra persona é estremamente difficile, soprattutto all'inizio, quando si è un po' imbranati e si pensa sempre di non essere all'altezza. Stare con un qualcuno significa preoccuparsi per una persona al di fuori di se stessi, essere disposto a capire sentimenti o azioni che non si hanno provato sulla propria pelle e che quindi sembrano sempre estranei, a tratti incomprensibili. L'errore che fanno in molti é fare il paragone. "Io non lo avrei fatto" non è altro che un ragionamento talmente idiota che si commenta da solo. Tu sei tu, e il tuo ragazzo o ragazza che sia é un' altra persona, che prova altri sentimenti e che pensa e agisce in un modo tutto suo, e se certe volte non si è disposti ad incontrarsi a metà strada, allora è meglio troncare subito una relazione che, comunque, non è destinata a durare.
Per mantenere i rapporti saldi con una persona bisogna scendere a compromessi. Accettare di fare un qualcosa che magari nemmeno ti piace, ma all'altro sí, come andare ad una partita di calcio. Sopportare tutti i capricci, anche quelli più infantili, perché se bastasse così poco per allontanarti da un'altra persona allora non l'hai amata abbastanza. Fare qualche piccolo sacrificio, come svegliarti prima per passarla a prendere e andare a scuola insieme, rinunciare a qualche uscita tra amici, a volte asciugare lacrime quando si é stanchi o catapultarti a casa sua perché sta male e ha bisogno di te. Ma ti ripaga in un modo incredibilmente soddisfacente, che è una goduria vera e propria. Ogni sorriso, accennato o radioso che sia, ti ricorda che ti faresti a nuoto l'Oceano Pacifico per vederla felice. Stare con una persona implica sempre e comunque rinunciare a qualcosa, ma ottenerne altre più importanti, che non sono sempre materiali. Certo, ci sono anche i regali per le festività o gli anniversari, ma sono dettagli. Un caldo abbraccio dopo una faticosa giornata di lavoro o una giornataccia a scuola, la promessa di esserci anche il giorno dopo, trovare una persona che non accetti solo le cose belle di te, ma anche le peggiori. Come ad esempio il tuo lasciare sempre la tavoletta del water alzata, o quella brutta abitudine di visualizzare e dire sempre "rispondo dopo" per poi dimenticartene e non rispondere più. Indubbiamente, amare qualcuno e venire ricambiati, é una delle gioie più grandi che ti possa capitare.
La tua, poi, é stata venir ricambiata da niente poco di meno che Axel Blaze, uno - se non il - dei ragazzi più popolari della scuola, che poteva avere chiunque, ma ha puntato gli occhi su te. Ogni volta, sua sorella Julia, che ormai conosci da circa tre anni, dice che il suo fratellone ha avuto buon gusto. Te lo sta ripetendo anche ora, mentre appoggi il bicchiere stracolmo di estathe alla pesca sul tavolino, sedendoti al tuo posto sul divano e facendo partire un altro episodio di Pretty Little Liars. Ridi, come sempre, miminizzando con un gesto della mano e scuotendo appena la testa, -Lo dici sempre, Julia-. La rosa -da relativamente poco; circa due settimane - si esprime con un veloce: -Perché è vero- per poi zittirti con un euforico: -Ora silenzio che sta iniziando-. Ti prendi qualche secondo per guardarla, un sorriso sinceramente divertito ad incorniciarti le labbra, per poi riportare lo sguardo sullo schermo della Smart tv, dove Hanna sta parlando con Emily* di non hai ben presente cosa.
Circa venti minuti dopo, l'episodio, così come il vassoio pieno di patatine e salatini che avevi preparato per te e la giovane Blaze, é finito, e avete entrambe più domande che risposte, riguardo alla serie che tu stessa le avevi consigliato. Fai per parlare, per chiedere se vuole vedere un altro episodio - se fosse per te, potresti finire l'intera stagione, ma Julia domani ha scuola e non ti sembra il caso - quando lei ti prende in contro piede. -Wow- dice solo, gli occhi ancora puntati sulla tv dove stanno scorrendo i titoli di coda, -Ora so perché piaci tanto a mio fratello-. Il sorso di thè che stavi bevendo per poco non ti va di traverso, e cominci a tossire -C-che intendi?-. Per quanto tu sia abituata a sentirtelo dire, anche da amici di vecchia data del tuo ragazzo, ogni volta ti senti sempre un po' a disagio, esageratamente sotto i riflettori. Non è che tu sia poi questa gran cosa, eh! L'adolescente ti guarda sorridendo, -Sì, insomma, il fratellone ha gusto- e per un attimo dubiti persino sia un complimento, vallo a capire il perché. -Oh, Julia- dici poi, decisa a smorzare la tensione che, probabilmente, avverti solo tu, -Axel sa avere anche pessimi gusti- inizi, il tono intenzionalmente scherzoso, -Tipo quel giubbotto arancione fluo- ridacchi, ricordando quando il tuo ragazzo si é presentato a casa con quel capo d'abbigliamento e siete state entrambe d'accordo no, non era accettabile. La tua interlocutrice ridacchia, -O gli orecchini- aggiunge un punto alla tua lista. Sorridi, sia perché a quanto pare sta al gioco, sia perché quelli sono stati davvero il passo peggiore della carriera da stilista del calciatore - niente da fare Blaze, anche quest'anno si diventa designer l'anno prossimo -. -Oh, quelli sì che sono la prova peggiore: grandi, rotondi e fin troppo sgargianti- al ricordo, ti scappa una risata a cui Julia si unisce quasi subito -Luccivano al buoi- dice, ignorando il fatto che ad Axel non piacerebbe proprio questa discussione, ma lui è fuori e si sa, quando il gatto non c'è, i topi ballano. -Allora non ero io ad avere le allucinazioni!- esclami poi, fintamente sorpresa, riuscendo a strappare un'ennesima risata alla rosa.
La guardi, rilassata e felice, e non puoi che essere orgogliosa della piega che ha preso ora la tua vita, tra un ragazzo fantastico che ami ogni giorno di più e la sua piccola sorellina che riesce sempre a farti sentire a casa. Poi, la risata di Julia si affievolisce man man, anche se sulle sue labbra continua ad albergare un piccolo sorriso, -Sono proprio felice che sia tu-, ti dice, lasciandoti per un attimo spiazzata. Lo avverti chiaro e forte, il senso di calore, di familiarità che ti trasmettono quelle semplici parole, che prese da sole sono il nulla totale, ma insieme e dette dalla quella persona, ti cambiano la giornata da così a così. Ti fanno sentire a casa e amata come non mai. Sorridi, di cuore, e sei quasi sicura che ti si siano inumiditi gli occhi, come se stessi per piangere dalla gioia, ma ti imponi un certo contegno, -Anche io. E tanto.- le rispondi, cercando di far trasparire quanto sentite siano queste parole. Effettivamente, tu hai sempre pensato di essere più che fortunata, sotto certi aspetti. Togli qualche compito in classe alla prima ora il lunedì e quelle volte che ti veniva il ciclo proprio quando dovevi uscire con le amiche, qualcuno lì sopra ti ha sicuramente graziato. Poi la serratura della porta scatta, segno che qualcuno - Axel, sicuramente - sta entrando e Julia, prima seduta malamente sul divano, balza in piedi, contenta di rivederlo come se non l'avesse salutato quella mattina stessa. Gira intorno al divano e lo raggiunge, lui ancora bloccato sull'uscio, che si sta togliendo le scarpe e sta appendendo il giubbotto. -Bentornato, fratellone!-, dice con lo stesso tono che usava da bambina, e riesci ad immaginartelo, il tuo ragazzo che si piega appena, vista la differenza d'altezza, che le sorride dolcemente, l'accarezza e le lascia un bacio tra i capelli, come se non fosse cambiato niente, voi non foste quasi vent'enni e Julia una quattordicenne con molta voglia di crescere. -Ciao, Julia- lo senti rispondere, -E t/n dov'è?- chiede poi. Ti alzi giusto in tempo per vedertelo comparire davanti, alto, magro e abbastanza muscoloso, un accenno di barba appena visibile, segno che è andato anche dal barbiere. È cresciuto molto da quando eravate ragazzini, scherzavate e vi prendevate in giro in modo che nessuno potesse sospettare della piccola tresca tra di voi, tenuta nascosta fin quando un' idiota non ha cominciato ha dare aria alla bocca nel corridoio, l'ultimo giorno di terza liceo, e Axel ha deciso che si era rotto le scatole. Ricordi ancora la faccia basita di quel tipo che un minuto prima ti parlava delle sue costose macchine ad un centimetro dalle tue labbra, ignorando sia il tuo sguardo scocciato sia la mano che si era alzata in automatico, pronta a schiantarsi sulla sua guancia scura di lampade abbronzanti, quando Blaze, capitano della squadra di calcio della scuola, studente dagli ottimi voti, playboy per eccellenza anche se non faceva niente per esserlo, ti ha attirato a se per il polso, baciato davanti a tutti e, una volta staccatosi, gli ha rivolto un incazzato: "Non ci provare mai più con la mia ragazza". Da allora, siete diventati la coppia più chiacchierata, insomma, capitano della squadra di calcio della scuola e capo redattrice del giornalino scolastico, sono un' accoppiata a dir poco bizzarra.
-Mi cercavi?- gli chiedi, sorridendo. Lui ti guarda con quello sguardo genuino, che nemmeno sapresti descrivere, lo stesso sguardo che ogni volta etichetti come innamorato. -Sì- ti risponde piano, più vicino di quanto non fosse prima - o è solo una tua impressione? -, non hai la più pallida idea di dove sia Julia, ma non hai nemmeno la decenza di staccare gli occhi dal tuo ragazzo, -Come stai?- domanda, premuroso come sempre. Fai un passo verso di lui, quasi inconsciamente, -Bene- dici, e nemmeno ti sorprendi di quanto sia confidenziale il tuo tono, -A te come é andata?-. Siete ancora in piedi, a due passi dal divano, tu che aspetti un suo bacio, lui che aspetta che tu gli butti le braccia al collo. -Tutto bene- dichiara, e non sapresti dire se è andato davvero tutto bene o semplicemente non è interessato a parlare di quello, - A voi?-, poi, getta un'occhiata al tavolino e alla tv, afferra, e ridacchia -Once Upon a Time?- domanda, ridacchiando. Devi essere davvero fissata con le serie, se si ricorda praticamente ogni titolo. -No- sorridi ancora, e adesso gli sei talmente vicina da riuscire a sentire il suo respiro, porti le mani sulle sue spalle mentre lui china la testa per strofinare il naso sul tuo collo, -Pretty Little Liars, questa volta- sussurri. Ti posa un bacio sulla clavicola, poi si alza e sfiora con le labbra la tua guancia, -Dovevo immaginarlo-. Ed ecco che, finalmente, cala in picchiata sulle tue labbra, non fosse che un accenno di tosse, troppo forzato per essere spontaneo e troppo alto per essere ignorato, vi costringe a separarvi. Entrambi, tu confusa e lui scocciato, vi girate verso la fonte di quel rumore che altro non é che la tua giovane cognata. Julia vi guarda, gli occhi grandi e dal taglio a cerbiatto e l'espressione fintamente innocente, -Guardiamo un altro episodio insieme?- dice, la voce da bambina e il telecomando già in mano. Ridacchi e prendi per mano Axel, sedendoti accanto a lei, -Certo- le sorridi, e mentre la rosa armeggia tra i tasti, tu e il tuo ragazzo vi scambiate un bacio veloce.
-Ho buon gusto-
-Solo su alcune cose-
-Zitti tutti e due che sta iniziando!-
Note Autrice!
Ehila! Capitolo piuttosto strano perché è ispirata, che ci volete fare! Io in realtà realtà ho mao vosto Pretty Little Liars, ma una mia amica sì e mi ha fatto una testa tsnta che ho dovuto per forza citarlo! Le due ragazze nominate (*) sono appunto delle protagoniste della serie. Detto questo, vi saluto!
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